Recensione: Quarto Sigillo

Dietro alla nuova realtà italiana IV Sigillo si nascondono delle vecchie triglie del metallo tricolore: Dario Vicariotto, chitarrista, già team principal degli heavy metaller Menace, autori di un Ep, Quake Metal, del 2003 e del full length Heavy Lethal del 2012. A seguire l’istrionico Emiliano Cioffi, animale da palcoscenico, un vero personaggio, oltre che cantante, con un passato di spessore nei doomster Epitaph e non da meno l’accoppiata formata dal bassista/tastierista Omar Roncalli insieme con il batterista Attilio Coldani, entrambi ex Thunderstorm, realtà a suo tempo avvincente purtroppo defunta nel 2011.
Quattro figuri niente male, quindi, metallari Docg di comprovata milizia e credo dai quali è lecito attendersi qualcosa di interessante.
Quarto Sigillo, il loro debutto, vede la luce per il tramite dell’etichetta italiana Metal On Metal Records e nella sua versione in Cd si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi e numerose foto delle band, sia a livello d’insieme che di componenti singoli. La copertina, totalmente old school, porta la firma di Jowita Kaminska Peruzzi.
Quarto Sigillo si compone di nove pezzi per cinquantatré minuti di ascolto. Come presumibile passando in rassegna il curriculum dei quattro componenti della formazione la loro è una proposta fondamentalmente poggiante su di un heavy doom di matrice classica che non rifugge addentelli con i magici anni Settanta.
La chitarra di Dario Vicariotto (qui sua intervista) costituisce l’asse portante di tutte le composizioni, innervate dall’interpretazione vocale di Cioffi, costantemente a metà fra il teatrale e il canonico, come suo costume. Sezione ritmica massiccia come da previsione, a supporto del tutto.
A partire dall’iniziale “In The Tofet” sino ad arrivare a “Sub Vesperum” ci si immerge in un viaggio dalle trame oscure ove si sprecano i riferimenti ai capostipiti del genere anche se va onestamente rimarcato che i IV Sigillo non assomigliano palesemente a nessuno in particolare. Questa loro opera prima, come preventivabile, risulta essere figlia del giusto mix delle varie influenze assorbite nel tempo e poi rilasciate su disco da parte del poker dei musicisti coinvolti.
La storia insegna che saranno poi le uscite successive al debutto a definire il vero imprinting della band, che presenta tutte le carte in regola per poter stupire, nel momento in cui raggiungerà la propria piena focalizzazione.
Puntualizzato quanto sopra, all’interno dei nove brani proposti si ergono nella già citata “Sub Vesperum”, quasi nove minuti di heavy doom ove tracima il grado di drammaticità del quale sono in possesso i IV Sigillo mentre la cifra horror del gruppo si esprime lungo le trame di “Sin-Eater, Sin-Rechter”. Nota di merito, poi, anche per la straclassica “Slacken”.
Stefano “Steven Rich” Ricetti