Recensione: Rise Of The Ruler

Di Ninni Cangiano - 13 Settembre 2025 - 10:46
Rise Of The Ruler
85

Devo ammettere che non seguivo i tedeschi Mob Rules da tanto tempo, pensando che, dopo l’uscita dei fondatori Thorsten Plorin e Matthias Mineur, rimanesse ben poco di quella band che mi aveva fatto innamorare di dischi memorabili come “Savage Land” e “Temple Of Two Suns”; già gli ultimi dischi con Mineur alla chitarra (“Radical Peace” e “Cannibal Nation” soprattutto, ma anche “Tales From Beyond”) non mi avevano convinto per niente, in quanto fin troppo melodici; di conseguenza, non avevo nemmeno ascoltato le uscite successive in quanto ormai pessimista sulla loro musica. Così l’arrivo in redazione di questo “Rise Of The Ruler” è stata l’occasione per soddisfare la curiosità e scoprire cosa era diventato il gruppo ora capitanato dal singer Klaus Dirks (unico membro superstite della line-up che registrò il meraviglioso debut album). E se già qualcuno mi aveva suggerito di ascoltare il precedente disco “Beast Reborn”, risalente ormai a ben 7 anni fa, adesso me ne sono convinto perché questo nuovo lavoro è decisamente power metal! Ma quel power metal di classe, frizzante e con un gusto sopraffino per le melodie a cui la band tedesca ci aveva abituati fino a circa 20 anni fa, quel power metal che ci fa sbattere il capoccione e ci conquista per brillantezza ed efficacia, con piacevoli assoli di chitarra e la batteria che lavora egregiamente con la doppia-cassa, imponendo ritmi veloci e carichi di adrenalina ed energia. E di tutte queste componenti ce ne si può accorgere sin dall’ottima opener “Exiled” (dopo l’immancabile inutilissima intro “The Fall Of Dendayar”), che mette ben in chiaro cosa andremo ad ascoltare in questo full-length: musica di gran classe! E così si continua per tutta la tracklist con canzoni davvero pregevoli come “Dawn Of Second Sun” (titolo che richiama il secondo album) e con la meravigliosa “Back To Savage Land” (un messaggio alquanto chiaro direi!),

seguita dall’altrettanto ottima “Trial And Trail Of Fear”, forse il brano migliore della tracklist.

Appare quindi evidente che questo disco vuole essere una sorta di continuazione di quanto realizzato nei primi due della carriera dei Mob Rules e credo che il gruppo tedesco ci sia riuscito pienamente, dato che il sound, l’energia e le melodie di queste 11 canzoni sono decisamente convincenti e coinvolgenti. Anche il concept dei testi riprende quello dei primi due lavori, parlando di un mondo distopico e ostile in cui la vita è complessa anche perché le risorse stanno diventando scarse (i testi sono del tastierista Jan Christian Halfbrodt).

Tornando alla musica, anche la seconda parte dell’album è ben fatta, i brani non hanno mai un minutaggio eccessivo, ma sono efficaci e convincenti, con la brillante “Coast Of Midgard” e la conclusiva “Equilibrium (Rise Of The Ruler)” che spiccano tra le altre. Si tratta del primo album con il nuovo chitarrista Florian Dyszbalis (entrato nella band subito dopo l’uscita del precedente full-length) ed il nuovo batterista Sebastian Schmidt, arrivato nel 2023. Tirando le somme, credo si possa affermare che finalmente i Mob Rules hanno sfornato un disco all’altezza dei migliori della loro carriera; questo “Rise Of The Ruler” è sicuramente in grado di soddisfare anche i più esigenti fans del power metal e sarebbe davvero un peccato farselo sfuggire…

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