Recensione: Field Of Swords

Di Ninni Cangiano - 8 Dicembre 2025 - 8:01
Field Of Swords
Band: Bloodbound
Etichetta: Napalm Records
Genere: Power 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Dopo un album in cui Nossen, la mascotte dei Bloodbound, era vestito da vichingo, questa volta lo ritroviamo travestito da guerriero medievale per l’undicesimo disco da studio (il primo per la Napalm Records), intitolato “Field Of Swords”, composto da 11 canzoni (pare che la band svedese abbia finalmente abbandonato definitivamente la tentazione di inserire delle intro, come avevano fatto in qualche disco anni fa) per la durata totale di circa ¾ d’ora. Chi segue il gruppo formato da Tomas Olsson e Fredrik Bergh dall’ormai lontano 2004, sa già cosa aspettarsi da un loro full-length: power metal tosto e ricco di energia, ma sempre con attenzione estrema alle melodie. E questo è chiaro già dalla title-track posta in apertura del disco, con un power metal bello ritmato, con assoli di gusto ed un cantato sempre di qualità da parte dell’ottimo Patrik J. Selleby, ormai una garanzia assoluta.

 

Ed il disco continua così un po’ per tutta la tracklist, con canzoni ricche di energia, ma sempre orecchiabili e con coretti che si ficcano in testa pressoché immediatamente; provate ad ascoltare “Forged In Iron”, decisamente ruffiana, e poi parliamone. Sulla stessa scia anche la cadenzata e solenne “Defenders Of Jerusalem”, scelta per la realizzazione di un video.

 

La formazione è ormai coesa da anni e questa sinergia si sente eccome, tutti i musicisti offrono una prestazione di alto livello, dai due fratelli Olsson alle chitarre, ma anche l’ottimo batterista Daniel Hansfeldt, senza dimenticare il protagonismo delle tastiere dell’altro leader Fredrik Bergh e l’oscuro lavoro in sottofondo del bassista Anders Broman. E’ però il cantante con le corna la carta vincente, Patrik J. Selleby si conferma, come detto, un vocalist di tutto rispetto, dotato di ugola espressiva e con una notevole estensione, dimostrando come nel power metal un singer di qualità possa fare ancora la differenza! Il disco è pieno di potenziali hits, oltre alle già citate tracce, ricordo la splendida “Teutonic Knights” (forse la migliore canzone dell’album), ma anche l’ottima “Pain And Glory”, la cavalcata power “Light The Sky” e la veloce “As Empires Fall”, altro pezzo scelto per un video.

 

E’ particolare come la band scandinava abbia scelto i primi pezzi della tracklist per la realizzazione di altrettanti videoclip e lyric video, evidentemente frutto di una scelta ben studiata. Da citare, infine, la conclusiva “The Nine Crusades”, non perché sia tra le migliori dell’album, ma semplicemente perché ci sono ospiti gli Unleash The Archers. Tirando le somme, chi ama i Bloodbound o chi, come il sottoscritto, li segue sin dagli esordi, con questo nuovo album “Field Of Swords” avrà solo conferma del valore del gruppo svedese, forse siamo un gradino sotto al mitico “Nosferatu”, ma abbiamo comunque un disco davvero piacevole da ascoltare; per gli altri, si sappia che qui c’è solo power metal di ottima qualità!

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