Recensione libro: Negazione, collezione di attimi

NEGAZIONE
COLLEZIONE DI ATTIMI
di DeeMo
ISBN 9788885747937
Pagine 376
Formato 24×31
PRIMA RISTAMPA
39 Euro
Questo vero e autentico “bestione” di 24 x 31 centimetri di formato, 376 pagine e un chilo e mezzo di peso uscì nella sua prima edizione a aprile del 2022. Su Truemetal ce ne occupiamo solo ora, però, in occasione della prima ristampa dello stesso volume operata da Edizioni Interno4.
Collezione di attimi, questo il titolo del lavoro, non è semplicemente un libro. Trattasi di un coacervo di emozioni raccolte su carta, immagini che spesso valgono più di mille parole e che testimoniano quanto i Negazione, all’interno della loro breve parabola artistica si siano divertiti, abbiano sputato sangue, talvolta mangiato e bevuto di emme, viaggiato per l’Europa e il mondo vecchia maniera in treno o su di un furgone non di certo all’ultimo grido ma sempre con una convinzione incrollabile in ogni singola azione.
Una band, la loro, dal sapore antico, mossa da ideali veri e inscalfibili, in onore dei quali si metteva in gioco la stessa vita e il proprio futuro. I Negazione, inutile negarlo – perdonate il gioco di parole, voluto – non piacevano a tutti, soprattutto in ambito hard and heavy. L’Italia degli anni Ottanta e Novanta era tutt’altra cosa rispetto a oggi, per certi versi addirittura imparagonabile. La musica dura si stava evolvendo verso lande sempre più estreme, alle nuove leve e anche a qualche metallaro della prima ora non bastavano più i vari Motörhead, Saxon, Iron Maiden, Manowar e Judas Priest e men che meno Black Sabbath e Deep Purple. Il Thrash imperava, sulle note di Slayer, Exodus, Metallica e Megadeth e il Black Metal di lì a poco avrebbe deflagrato, così come il Death e il successivo Grunge.
I Negazione, alfieri di un hardcore punk senza compromesso alcuno, all’epoca incarnavano il concetto di band estrema, parallela all’universo HM, in un momento nel quale nelle Nostre lande le divisioni fra i generi risultavano marcatissime e mai e poi mai un ragazzo con indosso una maglietta dei Poison si sarebbe avventurato ad un concerto degli Slayer. O quantomeno se lo faceva il rischio di beccarsi qualche ceffone oltre a tonnellate di insulti certi esisteva eccome. Situazioni che oggi fanno sorridere, di fronte a un pubblico trasversale e molto più democratico – o forse, per meglio dire e scrivere, di base apatico – ove il concetto di estremo s’è perso nelle nebbie della notte dei tempi e, ad esempio, se ipoteticamente dovesse uscire domani il nuovo Legion dei Deicide non urterebbe più la sensibilità di nessuno.
I Negazione nacquero a Torino e suonarono fra gli anni ’80 e ’90. Insieme con altre, agguerrite compagini quali Indigesti, Declino, Kina, solo per enumerarne tre, posero le basi della effervescente scena hardcore punk piemontese. Come ottimamente illustrato e raccontato all’interno di Collezione di attimi in modalità cronologica, misero a ferro e fuoco prima i locali di riferimento italiani e poi si diedero alla conquista dell’Europa per approdare successivamente negli States, senza farsi mancare una tappa al mitico CBGB OMFUG di New York.
Stupefacenti le immagini a testimonianza dei loro massacranti tour: le cartine con segnate le varie tappe, il furgone, le locandine dei concerti, i momenti nel backstage e altri colti a caso, nel solco della massima spontaneità. Attimi che per sempre si fissano nella memoria anche di chi si pone alla lettura, foto dalle quali pare di percepire persino il freddo piuttosto che il caldo torrido patito dai Negazione a seconda della logistica catturata. Poi, ovviamente, la parte del leone li fanno gli scatti dal vivo durante i concerti, fra magliette madide di sudore e pubblico accatastato con gente spesso colta in volo planare sopra decine di teste appassionate.
Alcune immagini spiccano sulle altre: l’entrata dell’Emma di Amsterdam, alla sera, bellissima! Poi la band nel 1987 immortalata fuori da una tipica abitazione a Londra, il batterista Fabri sull’uscio della casa di Johanna nella capitale olandese, l’hardcore fan rannicchiato vicino a un cestino dell’immondizia, in una via presumo di Torino, nel 1984.
Un lavoro ciclopico, emozionale, a tratti commovente quello allestito da DeeMo, grafico e agitatore di movimenti musicali underground per qualche lustro, insieme con gli storici membri dei Negazione Guido “Zazzo” Sassola (voce) e Roberto “Tax” Farano (chitarra) e molti altri collaboratori, puntualmente ringraziati alla fine del racconto.
Il volume griffato Edizioni Interno4 è dedicato alla memoria di Marco Mathieu, bassista della band, scomparso nel 2021 che abbiamo omaggiato per l’occasione con la pubblicazione di una sua intervista del 1991, qui il link.
Così come scritto per un’altro recente resoconto, Collezione di attimi è il libro che ogni band con una certa storia alle spalle si meriterebbe di poter avere…
Stefano “Steven Rich” Ricetti