Live Report: Danko Jones + Tuk Smith and Restless Heart @ Legend Club, Milano – 06/12/2025

Live Report: Danko Jones + Tuk Smith and Restless Heart @ Legend Club, Milano – 06/12/2025
a cura di Martina L’Insalata
Certe scene del rock’n’roll a volte possono sembrare morte e sepolte, ma basta il tocco magico su una Gibson Les Paul per smentire completamente ogni sospetto: è un sabato sera che sa di weekend lungo qui a Milano e Danko Jones torna in Italia per un’unica data in un Legend Club pieno di persone che non vedono l’ora di un po’ di quella stessa musica che qualcuno là fuori dava per spacciata.
Ad aprire le danze c’è Tuk Smith & The Restless Hearts: a primo impatto sembra di vivere sotto l’effetto di qualche allucinogeno, sul palco ci sono quattro persone esattamente uguali, tutte con lo stesso taglio di capelli british. I loro suoni però sono più losangelini che mai: il set inizia con Ballad of a Misspent Youth, dall’album omonimo datato 2022 e ci fanno capire da subito che fanno sul serio. Non può che essere altrimenti, se ti hanno chiamato ad aprire lo stadium tour americano di Def Leppard e Mötley Crüe ci sarà un motivo: sono figli illegittimi di quell’hard rock della Sunset Strip, perfetti per l’occasione.
Continuano con Little Renegade e Glorybound – dall’album Rogue To Redemption fino a Lookin’ for Love, Ready for War, dal ritornello che ti rimane in testa e l’assolo che ricorda assolutamente le sonorità Guns N’ Roses in simbiosi con l’attitudine dimostrata: i ragazzi si rendono conto sul momento che stanno suonando di sabato sera, la vita scorre via veloce in viaggio tra uno show e l’altro. Si presentano sotto nomi che vanno da Keith Richards a Peter Criss, con quella giusta dose di strafottenza che puoi permetterti solo se credi in quello che fai e se lo fai, come loro, fatto bene.
Il loro set continua con Girls on the East Side of Town, Ain’t For the Faint e Take The Long Way, concludendosi con Runnin’ With the Wild Ones, cantata ampiamente ormai anche dal pubblico: mi maledico per non aver indossato niente di leopardato o di non avere alcun tipo di frange addosso, ignara del fatto che uno di loro, chissà chi dei quattro, mi avrebbe comunque salutata con un complimento su quella felpona dei Kiss indossata per comodità.

Tra una birra e l’altra si fanno le 21:30, orario spaccato e preciso in cui Danko Jones fa il proprio ingresso sul palco assieme ai suoi colleghi John JC Calabrese al basso e Rich Knox alla batteria. Si inizia con What You Need e Diamond in the Rough ma il delirio accade su I’m in a Band: “avete deciso di passare qui con noi il vostro sabato sera e siamo infinitamente grati per questo”, commenta Danko Jones.
Dopo I Gotta Rock parte un coro tipicamente italiano, quello dell’olèolèolèolè, che in questo caso finisce con Danko. Lui è un intrattenitore nato ed è bellissimo vedere che piega prende la serata a seconda degli imprevisti da affrontare, positivi o negativi che siano. “Questa canzone è meglio di tutte quelle che abbiamo suonato noi finora, è assurdo”, commenta divertito per poi proseguire con Everyday is Saturday Night e First Date che non hanno di certo bisogno di introduzioni a differenza di Code of the Road: “dovremmo promuovere il nostro dodicesimo disco, che si chiama Leo Rising. Non è da tutte le band riuscire ad arrivare al disco numero dodici, il problema però è che tutti poi si dimenticano del disco numero undici e quindi fanculo la promozione, suoniamo i pezzi vecchi”, discorso che vale anche per le successive I Think Bad Thoughts e Mango Kid.
Su Good Time spiega il ritornello e la fa cantare a tutti, ma proprio tutti, “anche se non sapete le parole aprite la bocca e fate finta”, che poi è il grande ingrediente segreto del rock’n’roll, la giusta dose di fake it until you make it che può renderti convincente anche quando non ne sei capace.
Dopo You Are My Woman e I Love It Louder è il momento di Full of Regret: “non abbiamo i fuochi d’artificio, c’è giusto un po’ di fumo artificiale, ma principalmente abbiamo le canzoni”, dice prima di Had Enough, ed è decisamente abbastanza perché questo power trio riesce nell’intento di incantare e divertire dal vivo ancor più che su disco.
La festa sta quasi per finire con Guess Who’s Back e Lovercall ma non può decisamente terminare prima di My Little RnR: c’è sudore sulle magliette e birra spillata a terra, c’è la Gibson Les Paul che per un’ultima canzone definisce il devasto di quella scena tra il glam e l’hard rock che a tratti fatica ma non demorde e c’è l’attesa, quella per un’altra serata esattamente così, che magari poi qualcosa di leopardato lo indosso pure e per un altro paio d’ore finiamo tutti con la testa di nuovo sulla Sunset Strip del 1985, com’è giusto che sia.

Photo report completo: https://www.truemetal.it/live/photo-report-danko-jones-tuk-smith-and-the-restless-hearts-legend-club-milano-06-12-2025-1214602