Riket: lanciano il nuovo singolo “1868 – Sommar vid Vinterviken”

Comunicato stampa

I death metaller svedesi Riket hanno lanciato il loro nuovo singolo “1868 Sommar vid Vinterviken“, tratto dal loro prossimo album “2026“ in uscita il 10 aprile 2026 tramite Black Lion Records.

Stoccolma, 1868 – Una devastante esplosione alla fabbrica Nobel a Vinterviken, proprio alla periferia di Stoccolma, ha gettato la città nel lutto, lasciando molti morti e feriti. Il sito industriale, noto per la produzione di esplosivi sotto la direzione di Alfred Nobel, è diventato la scena di un terribile disastro ieri pomeriggio.

L’esplosione è avvenuta durante le operazioni di routine quando un incidente nella manipolazione di materiali volatili ha innescato un’esplosione catastrofica. La forza dell’esplosione è stata avvertita a chilometri di distanza, mandando in frantumi i vetri e causando onde d’urto nei quartieri circostanti. Le fiamme hanno inghiottito la fabbrica, con colonne di fumo che si innalzavano minacciosamente sopra la baia.

I soccorsi sono iniziati immediatamente, con operai e residenti locali che si sono precipitati sul posto. Nonostante il loro coraggio, il bilancio è stato tetro. Le autorità hanno confermato la morte di almeno quattordici persone, con molti altri gravemente feriti. Testimoni oculari hanno descritto scene di totale devastazione.

“Il terreno ha tremato come se fosse stato colpito da un tuono”, ha raccontato un sopravvissuto. “Quando il fumo si è dissolto, tutto ciò che rimaneva era rovina e silenzio.”

Ogni traccia di “2026“ si dispiega come un capitolo segnato tratto dagli archivi di una nazione che lotta con i suoi stessi fantasmi. L’album incanala queste storie con intensità senza riserve, fondendo una pesantezza punitiva con momenti di inquietante moderazione.

Questo muro di suono non è solo aggressivo, ma profondamente riflessivo, invitando gli ascoltatori, sia svedesi che non, a entrare in un mondo dove il passato rifiuta di tacere. 2026 sfida il suo pubblico a confrontarsi con verità scomode, sia personali che sociali. Non offre conforto o conclusioni morbide; al contrario, affronta la storia a testa alta, ricordandoci come le scelte di ieri continuino a modellare il mondo che abitiamo oggi. Il risultato è un album che persiste a lungo dopo lo svanire della nota finale, un viaggio crudo e risonante attraverso la memoria, l’identità e le ombre persistenti del tempo.

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