Are You Experienced? – Noisefield (Simone Ulino)

Di Roberto Castellucci - 9 Dicembre 2021 - 7:43
Are You Experienced? – Noisefield (Simone Ulino)

Il nuovo appuntamento con Are You Experienced?, la rubrica di TrueMetal.it dedicata al ricco e variegato mondo Underground, ci porta nelle assolate lande salernitane per dare voce ai Noisefield. I primi singoli della band sono stati prodotti da IAIA Sound Studio, giovane realtà già passata sotto i nostri riflettori. Avanti con le domande!

Ciao ragazzi, benvenuti su TrueMetal.it e bentornato a chi ci è già stato, come il Vostro batterista Tullio in occasione dell’intervista a IAIA Sound Studio. Iniziamo dalla classica prima domanda, quella con cui si usa rompere il ghiaccio: ci raccontate un po’ di storia della Vostra band? Quando, come e perché i Noisefield sono venuti alla luce?

È un piacere fare due chiacchiere con voi e vorremmo iniziare salutando anche tutti i vostri lettori! Mi presento, sono Simone Ulino, frontman della band, ed in questa occasione sarò io a provare a dare risposte di senso compiuto. Iniziamo dalla nostra breve storia. Il progetto Noisefield nasce dopo lo scioglimento dei Wolfear, circa due anni fa. Del nucleo iniziale siamo rimasti io e Tullio Carleo, così, uniti da amicizia e voglia di continuare a fare musica abbiamo cercato nuovi elementi, ultimi ingressi il bassista Nazareno Fasciglione e alla chitarra Mario Bove, già noto come frontman e fondatore dei suoi Circle of Witches. La formazione ha subito vari stravolgimenti, abbiamo superato un periodo di difficoltà come la pandemia, noto a tutti, ma siamo più motivati che mai a scrivere la storia che il virus ci ha tolto!

Ho ascoltato con molto interesse i tre singoli rintracciabili sulla pagina Bandcamp di IAIA Sound Studio. Quali gruppi e/o musicisti ritenete Vi abbiano ispirato maggiormente durante la stesura dei brani? Qual è il messaggio che intendete veicolare con i Vostri testi?

I nostri riferimenti sono tanti ed eterogenei, cosa che credo non possa far altro che arricchire la ricerca musicale. Dovessi citarne qualcuno ti parlerei di Opeth, Katatonia, Trivium, Gojira, Lacuna Coil, elementi di The Cure, ma appunto la lista sarebbe ben più lunga. I nostri testi vogliono essere spunti di riflessione, o almeno così li ho sempre concepiti. Che si tratti di temi di rilevanza sociale come in “Unanswered”, dove condanniamo l’esserci abituati ad assistere al dolore dei meno fortunati, o di tematiche più strettamente personali come in “This House Is Empty”, un puro sfogo di chi ha visto l’amore (a prescindere dalla sua natura) declinarsi in forme malate, vorremo far sentire quel peso sullo stomaco che ci ricorda di essere vivi.

Cosa stanno preparando i Noisefield per quest’ulteriore inverno in pandemia? C’è qualche singolo in lavorazione, o magari un intero album in fase di completamento?

Attualmente è in fase di rifinitura un ulteriore singolo ed il prossimo step sarà sicuramente un album, o quantomeno un EP. Il materiale c’è, dobbiamo solo ragionare sul formato che riterremo più adatto ed agire di conseguenza. La fortuna di essere musicisti relativamente autonomi nelle registrazioni ed avere Tullio che ci guida nel processo è che la pandemia non limita la nostra possibilità di produrre materiale, non essendo strettamente legati alla necessità di incontri fisici. Anzi, consapevoli di questi mezzi pensiamo che spesso avremmo potuto fare di più.

I Vostri brani danno l’idea di poter funzionare molto bene dal vivo. Pandemia permettendo, vedremo prima o poi i Noisefield su di un palco? Avete già avuto modo di proporre la Vostra musica live?

Ti ringrazio per un complimento al quale teniamo molto. La produzione dei nostri brani non vuole limitarsi alle piattaforme di streaming ma essere un prodotto valido sul palco. Chiaramente non vediamo l’ora di tornare a fare live, specie portando on stage un progetto nel quale crediamo tanto, ma questo non è stato finora possibile non avendo trovato un chitarrista a completare la formazione. Il peccato è che per questo motivo abbiamo dovuto già rinunciare a qualche live e ad un tour fra Polonia e Repubblica Ceca. Rimaniamo ottimisti e motivati, soprattutto ora che Mario si è unito alla band!

Il legame che vi unisce a IAIA Sound Studio si sente nella qualità della produzione musicale dei Vostri singoli, molto curata e personale. Ho notato però anche una certa cura nelle copertine dei Vostri singoli, visibili nella succitata pagina di Bandcamp. Fa tutto parte del “pacchetto” offerto da IAIA oppure è esclusiva farina del sacco Noisefield? Oltre alla necessaria bontà della proposta musicale, quanta importanza ritenete che abbia, per una band emergente, l’aspetto iconografico?

Il legame con IAIA SOUND è indissolubile visto che è anch’esso un progetto al quale Tullio dedica passione, impegno e competenza. La sua offerta è sicuramente interessante ma ognuno porta avanti una sua visione musicale. Quando lavora con altre band deve necessariamente limitare il suo apporto alla richiesta del cliente, noi invece abbiamo la possibilità di provare, riprovare, modificare, offendere le idee e le famiglie gli uni degli altri finché non siamo soddisfatti del risultato e possiamo finalmente andare a bere una birra! Questo processo è catartico, dura infinite ore, che non scambieremmo per nulla al mondo. L’aspetto iconografico è una parte importante per la riconoscibilità della band, specie se pensiamo a quanto sia più facile e immediato vedere il nostro logo o una copertina rispetto all’eventuale ascolto di una nostra canzone, quindi, in linea con il resto del progetto, cerchiamo di provvedere autonomamente anche a questa parte al meglio delle nostre capacità.

Abbiamo sentito molte bands nostrane usare più o meno spesso l’Italiano nei testi, sia recentemente che nei decenni passati: quando però ho saputo che siete originari della Campania non ho potuto fare a meno di pensare al progetto Scuorn e all’interessantissimo album “Parthenope”, cantato in dialetto campano. I testi dei Vostri singoli sono molto più “tradizionalmente” scritti in Inglese; qualcuno pensa che l’uso dell’Inglese, che ovviamente ha il vantaggio di rendere molto più “internazionale” una proposta musicale, sia solo una questione di abitudine che potrebbe venire rivoluzionata senza difficoltà. Cosa pensate dell’utilizzo dei dialetti nostrani nel Metal, più o meno estremo? Potrebbe funzionare anche in “casa” Noisefield?

Questa domanda è molto interessante e ti rispondo a livello più personale per il semplice fatto che sono io a scrivere i testi. Scuorn è un progetto unico nel suo genere e nonostante non sia un fan estremo del Black trovo “Parthenope” si sia guadagnato di diritto il titolo di pietra miliare. L’uso del dialetto lì accompagna tematiche strettamente legate alla cultura e al folklore locale in modo perfettamente complementare. Noi affrontiamo tematiche diverse in modo diverso ed io stesso ho alle spalle un background compositivo diverso dall’esempio da te riportato, così scelgo di usare l’inglese perché più “mio”, al di là di ragionamenti sulla vendibilità del prodotto che non hanno mai avuto luogo.

Il mio interesse verso Salerno e dintorni ha un’origine ben precisa. Dovete sapere che mia moglie è salernitana; ormai da circa 15 anni non manco mai di fare una capatina in zona, soprattutto in Estate. Mi consigliate qualche locale che faccia al caso mio, da visitare in occasione di qualche rara fuga da suoceri e parentado vario? Lo chiedo anche a nome dei Lettori che si dovessero trovare in zona: dove si ritrovano i metallari salernitani per bersi qualche birra in santa pace, finendo poi con l’azzuffarsi dopo aver espresso giudizi contraddittori sull’ultimo disco degli Iron Maiden?

Saremo ben felici di di salvarti dai suoceri quando dovessi venire dalle nostre parti! Purtroppo non possiamo invece parlare di una scena locale (riferendoci strettamente al salernitano) entusiasmante. La pandemia ha mietuto vittime anche fra le band e non di rado ci capita di sapere di ragazzi che hanno appeso lo strumento al chiodo. C’è un movimento molto interessante di musicisti, anche molto giovani, che però non sembrano avere molto interesse per il Metal in qualsiasi suo sottogenere ed è avvilente. Per terminare con una nota ancor più divisiva, a me il nuovo degli Iron Maiden piace.

Grazie per il tempo che avete condiviso con noi e con i nostri Lettori. Lascio la parola a voi, come da tradizione, per rivolgere un saluto a chi, esattamente come noi, sta arrivando alla fine di questa interessante chiacchierata:

Grazie per lo spazio che ci avete dedicato! Potete trovarci su tutte le piattaforme social, Instagram, Facebook, e potete ascoltare i nostri brani su Youtube e Spotify. Dai Noisefield un abbraccio a te e a tutti i lettori di Truemetal!