La Finlandia e l’Heavy Metal: storia di un amore corrisposto
Recentemente, Richard Quest della CNN ha intervistato il docente universitario Esa Lijla (sotto, il video), circa l’intimo rapporto tra i finlandesi e la musica Heavy Metal.
Siamo un piccolo Paese. Così piccolo che sovente seguiamo una sola cosa alla volta. Per dire, negli Ottanta seguivamo l’Heavy Metal; nei Novanta certamente non l’HM, ma la musica Euro-dance pop. Ai giorni nostri sembra sia tornato mainstream.
Abbiamo scuole di musica private, principalmente finanziate dallo Stato. L’idea che c’è dietro è che tutti abbiano la possibilità di imparare la musica a un livello superiore, se lo vogliono.
A quanto pare, gli Atenei organizzano anche dei corsi estivi di tre settimane chiamati “Heavy Metal Music in Contemporary History and Society”, mettendo il focus sulla storia del genere e l’importanza nella contemporanea società occidentale. Il corso ha come obiettivo quello di riunire una serie di studenti provenienti da una varietà di discipline differenti per mettere in comune le loro conoscenze e prospettive collettive. Il nostrano dottorando Paolo Ribaldini conduce il corso. Musicista e cantante Heavy Metal, di recente, ha preso parte anche alla trasmissione The Voice Of Finland. La cosa curiosa è che mentre il corso ha un’inizio a un’ora decisamente “non-metal”, alle 9:00 del mattino, prevede anche la partecipazione a uno o più concerti metal…
Ma torniamo all’intervista a Esa Lijla, con le ultime battute sul fatto che l’amore per l’headbanging tra i ragazzi finlandesi appaia come una controcultura rispetto a tutto quello cui siamo abituati a immaginarci di loro come popolo e costumi.
Mi aspettavo una domanda del genere… È un po’ una sorta di mito il fatto che ai musicisti finlandesi o alle persone in generale piaccia pensare o pubblicizzare di essere un Paese strano e una popolazione strana a cui piace vivere nei boschi…
Quel che è certo è che la Finlandia è il Paese del Mondo con la densità più alta di band per popolazione pro capite. Mentre la Svezia e la Norvegia possono vantare ben 27 band ogni 100mila persone, la Finlandia il doppio con 54 ogni 100mila.
Così, mentre in rete circolano video, articoli e documentari, tra il serio e il faceto:
C’è chi si interroga sulle correlazioni tra il clima, generalmente freddo, a volte molto rigido, con estati relativamente calde, e l’amore delle popolazioni scandinave per l’Heavy Metal. Il sito web A Metal State Of Mind riporta la seguente considerazione, per esempio:
Quando qualcuno è circondato da freddo e buio per lunghi periodi di tempo, è naturale che prenda corpo in lui una certa forma di depressione. E come possono combattere molti finlandesi questa depressione, rilasciando l’energia negativa e sentendosi più positivi? Beh, non riesco a pensare a una forma di musica più adatta a sfogare le negatività del metal.
Del resto, un recente studio del music lab della Macquarie University, ha messo in mostra quanto la musica HM incida sul buonumore delle persone, non il contrario, come molti tendono a pensare.
Non a caso, sebbene il tasso di suicidi in Finlandia sia superiore alla media dei Paesi nordici, a partire dagli anni Novanta il tasso sarebbe sceso del 48%, secondo uno studio del 2014 dell’Helsinki Times.