Thrash

Recensione libro: Enter Night (La Storia dei Metallica) di Mick Wall

Di Stefano Ricetti - 4 Marzo 2017 - 12:30
Recensione libro: Enter Night (La Storia dei Metallica) di Mick Wall

Enter Night

La Storia dei Metallica

di Mick Wall

452 pagine

ISBN-10: 8866347027

ISBN-13: 978-8866347026

Edizioni BD

22 Euro

 

 

Dopo essersi sparati le 452 pagine di Enter Night, libro griffato Edizioni BD dal sapore intenso, quello che rimane è la sommatoria di numerosissime emozioni figlie delle svariate sfaccettature che la storia dei Metallica sa restituire su carta grazie alla penna di una sicurezza letteraria come Mick Wall.

Già il fatto di ripercorrere le tappe fondamentali dell’epopea della musica dura dalla metà degli anni Settanta ai giorni nostri sulla spinta di dati oggettivi e opinioni di prima mano varrebbe il “prezzo del biglietto”. Lars Ulrich, il batterista dei Four Horsermen, iniziò come fan accanito dell’hard’N’heavy prima di divenire un musicista: quindi tape trading, edizioni speciali, bootleg, riviste, fanzine, quintali di ellepì acquistati, corrispondenza epistolare in tutto il mondo. Da ottimo ultras della Nwobhm il futuro drummer lungo i primi capitoli fornisce un ripasso delle gloriose band che permisero all’HM di divenire quel fenomeno che siamo usi considerare oggi come fatto scontato, quando di scontato, allora, non c’era niente. L’heavy metal ha combattuto aspramente per conquistarsi il proprio posto al sole ed Enter Night in molti suoi passaggi svela come ce l’abbia fatta, alla fine, trionfando su altri generi coevi, passati successivamente in secondo piano.

Protagonista del libro, ovviamente, è però il gruppo dei Metallica, che viene vivisezionato abilmente dall’autore in maniera oggettiva, per quanto oggettivo possa essere il punto di vista privilegiato di un giornalista che s’è preso l’onere e l’onore di condividere personalmente molti momenti di vita vissuta insieme con la band americana. Come già scritto in passato in diversa recensione afferente qualche altro libro dedicato alla musica, è da preferire, prendendosi qualche rischio, l’opera di colui il quale parla “dal di dentro”, indi con conoscenza ed esperienze assorbite secondo dopo secondo come una seconda pelle a lavori magari anche tecnicamente ineccepibili che provengono però dal sentito dire, dalla lettura di scritti di altri quindi con input sempre e comunque provenienti “dal di fuori”.

Wall, uomo d’esperienza in campo metallico, già autore di Le Origini del Mito – la storia degli Iron Maiden, Edizioni BD – conosce a menadito le regole del gioco per stendere un libro con i controcolleoni: egli sa essere tranchant quando deve così come interpretare il ruolo del buon padre di famiglia nel momento in cui il racconto lo richiede. Il prodotto di questa sintesi siderurgica ideale si sublima nella trattazione dei vari caratteri appartenenti ai musicisti che hanno permesso a una band di buone speranze della West Coast di divenire uno fra i più grandi gruppi della storia del Rock. Mattatrice dell’operazione l’ovvia e obbligatoria ultrapremiata coppia formata da Lars Ulrich e James Hetfield (cantante/chitarrista ed ex alcolista), poi grande e doveroso spazio al compianto Cliff Burton, la cui figura esce ulteriormente rafforzata dopo la lettura di Enter Night più di quanto già non fosse nel cuore di tutti i die-hard fan. Interessante anche il profilo di uno come Kirk Hammet mentre sortisce con le ossa rotte Jason Newsted, vittima di un accanimento ingiustificato da parte degli stessi colleghi che l’avevano scelto per sostituire Burton, terminale ultimo di un tritacarne manovrato dagli stessi, cinici Metallica, a segnare alcune delle pagine più tristi della seconda parte del libro. Evidentemente il seppur opinabilissimo assioma grandi musicisti = grandi uomini non ha funzionato nemmeno stavolta. Last but not least la new entry Robert Trujillo, che Wall “liquida” in una paginetta in totale.        

Sintomatico notare come tre quarti dell’opera si concentri sul primo periodo di vita dei Metallica, quello più fulgido e irripetibile che si conclude con il disco omonimo dalla copertina nera. Non è dato sapere se anche l’autore faccia parte di quella scuola di pensiero che ritiene Ride the Lightning piuttosto che Master of Puppets l’highlight artistico dell’intera carriera del combo yankee.

Per il resto Enter Night dispensa aneddotica a tonnellate, ce n’è per tutti i gusti e un po’ per tutti i fan anche delle altre band. Alcune citazioni sparse fra le centinaia fornite: bello scoprire che The Payolas, la band di  Eyes of a Stranger, coinvolgeva anche il grande Bob Rock così come gli Hells Angels del Chapter di New York avessero adottato Nothing Else Matters per commemorare un fratello deceduto e per suggellare definitivamente la cosa venne invitato nella loro Clubhouse James Hetfield in persona.

Imperdibile.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti                   

 

ENTER NIGHT