Doom

Recensione libro: Il Suono del Dolore, Trent’anni di Funeral Doom

Di Stefano Ricetti - 12 Aprile 2023 - 11:13
Recensione libro: Il Suono del Dolore, Trent’anni di Funeral Doom

IL SUONO DEL DOLORE

TRENT’ANNI DI FUNERAL DOOM

di Stefano Cavanna

Collana: Le Tempeste

330 pagine

Formato: 16×23

ISBN: 978-88-94859-69-0

24.00 €

Tsunami Edizioni

 

La pluralità delle uscite facenti capo alla casa editrice Tsunami Edizioni contempla tanto i prodotti mainstream (Motley Crue – The Dirt, Guns N’ Roses gli Ultimi Giganti del Rock, solo per enumerarne due) quanto situazioni da vero culto, come quest’ultima loro creatura, intitolata Il Suono del Dolore, Trent’anni di Funeral Doom.

Nel momento in cui ci si cimenta in un’avventura che prevede la pubblicazione di opere letterarie legate al mondo dell’hard rock e dell’heavy metal è sì fondamentale avere sempre un occhio di riguardo ai conti ma poi, inevitabilmente, la passione si prende le proprie rivincite. E in quel caso non c’è budget o ricerca di mercato che tenga, determinate pulsioni vanno assecondate, pena portarsi un magone latente dal quale è impossibile disfarsi.

In quest’ottica vanno inquadrate realizzazioni quali quella griffata Stefano Cavanna, un tomo massiccio di 330 pagine che quando contiene delle foto lo fa solamente in bianco e nero, totalmente in linea con il prodotto.  Così come esplicitato in sede di presentazione, il libro viene definito, a ragione, come un excursus senza precedenti nel genere musicale più doloroso e cupo di sempre.

Chitarre lancinanti e distorte su ritmiche rallentate ai confini dell’asfissia. Sonorità che paiono voler indurre uno stato depressivo e testi che hanno quale principale argomento la morte, sviscerata nei suoi molteplici aspetti. Questo è il Funeral Doom, la deriva del metal probabilmente meno accattivante e più sottovalutata. Musica dallo scarso appeal commerciale per una fascia di pubblico alquanto ristretta e selezionata.

Parole Sante (si fa per dire…).

Cavanna scava sin nelle più insondabili e mefitiche profondità del Doom sino ad arrivare nei territori del Funeral, ove non v’è luce, dove il Doom è più Doom del Doom e per farlo si lascia guidare da una determinazione fuor dal comune. Altrimenti non potrebbe essere.

Il Suono del Dolore, Trent’anni di Funeral Doom è figlio di una dedizione cieca, assoluta. Nel momento in cui si decide di cimentarsi in un lavorone di cotanta portata è inevitabile poi subire le conseguenze di una spinta strangolatrice, totalizzante, in grado di scandire le azioni di tutti i giorni, costringendole al proprio volere. Analizzare e documentarsi su gruppi dediti al Funeral Doom facenti parte di nazioni non propriamente famose per aver dato chissà quale riscontri al mondo dell’heavy metal quali Egitto, Giappone, Cile, Panama, è la testimonianza vivente della dedizione di Cavanna alla propria creatura. Ovviamente l’autore all’interno del libro ripercorre tutte quante le tappe afferenti il genere, così come le varie zone geografiche interessate, compiendo un excursus a 360° e fornendo un spaccato il più possibile completo ed esauriente.

Si passa dai più famosi Cathedral di Lee Dorrian (argomentazione non legata al libro: non a caso, a sottolineare come sempre l’importanza del nostro Paese nell’ambito della musica cimiteriale Paul Chain nel 1995 proprio con Dorrian confezionò quel capolavoro rispondente al titolo di Alkahest) agli iniziatori del Funeral: Winter, Disembowelment, Unholy, Paramaecium, Skepticism e i grandi Thergothon (sentitevi la loro “Yet The Watchers Guard“),  sino ad arrivare a gruppi misconosciuti, o quasi, comunque fornitori di sana dannazione dalle tinte nero pece e quindi meritevoli di presenziare nella trattazione operata da Cavanna.

Se la Finlandia può probabilmente essere considerata come la patria del genere, sciovinisticamente, a tenere alto il vessillo nazionale vi sono Ras Algethi, Void of Silence, Towards Atlantis Lights, Urna, Arcana Coelestia, Consummatum Est, Fuoco Fatuo, Enoch, Malasangre, Rostau, The Undergrave Experience, Y’ha-Nthlei, In Lacrimaes Et Dolor, Il Vuoto, Noctu, Solautumn, Eurynome.

Ad appesantire ulteriormente il tonnellaggio funereo contenuto dentro Il Suono del Dolore, Trent’anni di Funeral Doom vi sono le splendide foto di Maria Chiara Bonanno, scattate all’interno del cimitero di Staglieno, il Monumentale di Genova, quello dove riposa, fra i tantissimi altri, anche l’indimenticato e indimenticabile Fabrizio De André.

C’era un tizio, lustri e lustri fa, che diceva:

le minoranze sono sempre le migliori

Che avesse ragione?

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti