Thrash

Recensione libro: Megadeth So Far, So Good… Gli Anni d’Oro

Di Stefano Ricetti - 12 Luglio 2019 - 4:00
Recensione libro: Megadeth So Far, So Good… Gli Anni d’Oro

Megadeth

So Far, So Good… Gli Anni d’Oro

di Martin Popoff

Gli Uragani 33 – 192 pagine + 16 a colori – 16×23 – ISBN 978-88-94859-26-3

€19.00

Tsunami Edizioni

 

Con Megadeth, ultimo prodotto di casa Tsunami Edizioni, il prolificissimo Martin Popoff – secondo fonti attendibili siamo di fronte al più grande stacanovista scribacchino dell’empireo HM, probabilmente anche quando si reca in bagno, da comodamente seduto, prende appunti sulle piastrelle per non farsi sfuggire nulla e pubblicare l’ennesima recensione, live report, intervista, libro… – analizza, narra, racconta il periodo per molti aureo del combo capitanato da Mega-Dave Mustaine. Per capirci quello che va dall’esordio Killing Is My Business… and Business Is Good! del 1985 a Cryptic Writings del 1997. Una dozzina di anni nei quali i Megadeth, nella formazione killer – Mustaine, Ellefson, Friedman, Menza – hanno licenziato quel Rust In Peace che infiniti addusse godimenti ai thrasher, ma non solo. Un classico fra i classici, secondo parecchi pareri.

Lungo le duecento pagine circa del tomo, come da copione tradotte attingendo da So Far, So Good… So Megadeth! in maniera particolarmente azzeccata da Stefania Renzettic’è poco da fare, quando in queste cose si cimenta una metallara docg, come nel caso in oggetto, il risultato finale, con quel quid in più, va ben oltre il lavoro che sarebbe fuoriuscito se fosse stato portato avanti da qualcun altro esterno al nostro mondo – Popoff “affronta” i Megadeth raccogliendo anche le proprie sensazioni. Particolare non da poco per uno che s’è così tanto speso per l’Acciaio sino a oggi e che quindi qualcosa da raccontare di prima mano ce l’ha. Le narrazioni asettiche da documentario televisivo non si addicono alla letteratura heavy metal e quest’ultimo nato in seno alla Tsunami ne è solo l’ultima testimonianza vivente.

L’autore snocciola aneddoti, stranezze e qualche chicca sparsa che di sicuro mancherà anche al più incallito dei ‘Dethfan, tipo la lupa avvistata in Italia. Quando si tratta il mondo Megadeth è risaputo che certuni argomenti siano molto presenti e Popoff di certo non fa nulla per mantenerli in secondo piano: alcool, droghe, paranoie, scazzi con i Metallica, la rivalità con gli Slayer, gli MD.45, poi groupie, prostitute e quelle a metà strada fra le due categorie. Interessante anche notare come vengano fatti nomi e cognomi di tantissime altre band, dipinte sia in positivo che in negativo, of course!  Molto intense anche le foto a colori raggruppate nelle sedici pagine interne, quella di Mustaine a “tutto libro” con cartucciera ben in evidenza può essere senza dubbio catalogata come una fra le più iconiche del mondo dell’hard’N’heavy’N’thrash.     

Alla fine di Megadeth – So Far, So Good… Gli Anni d’Oro l’interrogativo che legittimamente si solleva è esattamente inquadrato in quanto scritto dalla casa editrice milanese per presentare il libro:  

Dave Mustaine aveva giurato di rivalersi sui Metallica formando una band che fosse più veloce e più tosta di loro. Se ci sia o meno riuscito sta a chi ascolta deciderlo, ma di certo con i Megadeth ha concretizzato una propria visione del metal assolutamente tecnica, innovativa, d’impatto e memorabile, entrando a tutti gli effetti nella leggenda.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

MEGADETH LIBRO