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Recensione libro: Rock Is Dead, il libro nero sui misteri della musica, con nuove storie

Di Stefano Ricetti - 20 Novembre 2020 - 8:11
Recensione libro: Rock Is Dead, il libro nero sui misteri della musica, con nuove storie

ROCK IS DEAD

Il libro nero sui misteri della musica, con nuove storie

di F.T. Sandman e Epìsch Porzioni

Ean13: 9788827601938

Pagine: 460

Euro 19

Il Castello Editore

 

Rock Is Dead raddoppia! E’ disponibile da poche settimane la versione extended del libro originariamente uscito nel 2017 per Chinaski Edizioni. Il lavoro, come il precedente, è stato partorito da quell’accoppiata malefica costituita da Federico “F.T. Sandman” Traversa ed Epìsch Porzioni, che è andata a scandagliare ancora più a fondo lo scibile rock, nella sua accezione più ampia, fornendo uno spaccato delle vite e dei successivi decessi di artisti legati per attitudine o per effettiva appartenenza alla musica più rumorosa del mondo. Rock Is Dead raddoppia non è un facile slogan ma il prodotto di un lavoro certosino che va a sovrastare il seppure valido volume di tre anni prima. Alcuni numeri: l’edizione 2017 contava 350 pagine, l’attuale arriva a 460, indi ben 110 in più. Ma il particolare che marca la differenza fra i due tomi è il volume, ossia il colpo d’occhio: il nuovo Rock Is Dead è il doppio, a livello di ingombro, del suo predecessore, un libro massiccio e poderoso che all’interno elenca nuove morti eccellenti o quantomeno che andavano raccontate e porta in dote un notevole lavoro di revisione e aggiornamento di quanto già scritto. Il prezzo, nonostante l’evidente plus di materiale cartaceo utilizzato, rimane comunque fermo a 19 Euro.

Rock Is Dead, Il libro nero sui misteri della Musica griffato Chinaski Edizioni venne su queste stesse pagine recensito in data 29 maggio 2017 e, per comodità di lettura, qui di seguito è possibile leggere il testo di quell’analisi. La recente edizione, marcata Il Castello Editore, aggiunge la dicitura “Con Nuove Storie” nel titolo ma soprattutto propone i seguenti artisti, che non apparivano nel volume primigenio: Aaliyah, Big Booper, Buddy Holly, Ritchie Valens, Chris Cornell, Chester Bennington, Claude Francois, Grup Yorum, Ji Kang, Angus Maclise, Miriam Makeba, Hideto “Hide” Masumoto, Dolores O’ Riordan, Chalino Sanchez, Bon Scott, Retzo Seress, Alessandro Stradella, Father Yod e Mia Zapata. Strana, ma sicuramente in qualche modo motivata, l’esclusione di David Bowie, presente nella sola uscita del 2017.

Come per il libro precedente, la premiata ditta Traversa&Porzioni durante la narrazione si concede qualche legittima benché talvolta stravagante licenza poetica, che arricchisce le varie schede, rendendole più scorrevoli e affascinanti. Il rischio di divenire troppo didascalici, in operazioni di questo tipo, è pur sempre dietro l’angolo.

Buona lettura

 

Recensione del 29 maggio 2017: Rock is Dead, il libro nero sui misteri della musica è un bel tomo di 350 pagine che gronda morte, come da titolo inequivocabile. Il binomio fra il Grim Reaper e la musica dura, negli anni ha costituito quel quid in più che ha permesso al genere – nel senso più ampio del termine – di raccogliere consensi e soprattutto incassare quanto bastava. C’è poco da fare: il fatto morboso, il privato, “tira” che è un piacere in tutti i campi e ne siamo testimoni tutti i giorni in questi anni di anticultura imperante lobotomizzatrice.

F.T Sandman ed Episch Porzioni sono solo gli ultimi, per conto della Chinaski Edizioni, ad aver scandagliato i decessi più o meno famosi dell’empireo rock. Va però fatta una doverosa precisazione: accanto a personaggi fottutamente rockettari – Jimi Hendrix, Brian Jones, Elvis Presley, solo per citarne tre – vi sono tantissimi altri artisti che di rock hanno proprio poco, se non addirittura nulla. Uno su tutti: Mozart!

Quello che rende rock, evidentemente, per gli autori, è l’attitudine, l’impostazione, la modalità con la quale si porta avanti la propria esistenza e, in questo caso, ci possono stare alla grande personaggi come Peter Tosh. Rock is Dead è lavoro duro e crudo: poche concessioni alle immagini – una foto in bianco e nero per ogni artista coinvolto all’inizio del capitolo che lo riguarda – e poi via con una rapida carrellata sulle gesta artistiche e non del defunto di turno, con ovviamente ampio spazio alle modalità che ne hanno originato la morte.

La perfida accoppiata Sandman/Porzioni è tranchant nella propria esposizione,  oltremodo sfidante: nessun piagnisteo o atteggiamento trombonistico all’interno degli oltre sessanta funerali celebrati nel volume dalla copertina nera. Ovvio che la parte del leone la facciano i compianti dell’hard’n’heavy, e ci mancherebbe pure il contrario vista la vocazione (anche) nei confronti dell’Acciaio spesso palesata dalla casa editrice ligure. Quindi spazio ai vari Kurt Cobain, Dimebag Darrell, Nicholas “Razzle” Dingley, Euronymous, Jeff Hanneman, Jon Nodtveidt e Randy Rhoads. Per gli italiani, sempre al di là delle etichette semplicistiche da supermarket – vedasi pistolotto sopra – i doverosi Luigi Tenco e Mia Martini.

Le vere chicche si annidano però nei personaggi che di primo acchito non richiamano alla mente nessun fatto specifico, morti più o meno dorate che sono andate ad affollare il sempre più vasto boot hill del rock…

Amen!

Stefano “Steven Rich” Ricetti