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Recensione libro: Vino/Vinile, il cibo si fa musica: l’estetica delle copertine

Di Stefano Ricetti - 14 Novembre 2025 - 13:42
Recensione libro: Vino/Vinile, il cibo si fa musica: l’estetica delle copertine

VINO/VINILE

Il cibo si fa musica: l’estetica delle copertine

I capitoli sono arricchiti dalle ricette dei piatti che prendono spunto da immagini e canzoni.

di Luca Fassina

Pagine 100

13 Euro

OLIGO EDITORE

 

Talvolta può essere salutare concedersi qualche sviata dal cammino principale senza per questo abbandonarne i legami. È probabilmente quanto accaduto a Luca Fassina che, invece di occuparsi di live report, recensioni, special, approfondimenti e interviste come suo solito, ha deciso di intraprendere una ricerca attraverso l’intera storia della musica senza distinzione di genere cogliendo i riferimenti culinari e “trincatóri” rappresentati nelle copertine dei vari album, sciorinando interessanti aneddoti.

Vino/Vinile, il cibo si fa musica: l’estetica delle copertine, questo il titolo del lavoro licenziato sul mercato da Oligo, 100 pagine per 13 Euro di esborso che, per l’appunto, viviseziona a dovere l’accostamento fra il mangiare e il bere e l’estetica utilizzata da svariati gruppi per il tramite delle immagini scelte per dar vita ai propri prodotti.

Il libro, dalle dimensioni ridotte, non contiene alcuna foto, in realtà: per quelle vi è un rimando all’inizio sotto forma di QR Code. Fassina, poi, non si limita a narrare di aneddotica visiva ma di tanto in tanto piazza delle vere e proprie ricette a tema, che prendono spunto dalle immagini e dalle canzoni prese in esame in quel momento.

Tralasciando i vari complessi e gli artisti decisamente fuori dalla linea editoriale di Truemetal, si parte dalle zucche e quindi ovviamente dagli Helloween, quelli delle prime copertine, con la “furbata” commessa da Weikath e soci nei confronti del fotografo Frederick Moulaert, poi il subentro di Rainer Laws, l’illustratore autore della cover di Better than Raw. Non potevano poi mancare i Guns N’ Roses di The Spaghetti Incident, nome derivante dalla riserva di cocaina che Steven Adler era uso conservare in frigor. Interessante incappare nella ricetta della Pasta all’Alfredo, nata a Roma nel 1908 ma che in Italia, incredibilmente, quasi nessuno sa come si cucina.

Fa poi piacere ritrovare, a proposito di pizza, i connazionali Miss Daisy, band purtroppo durata troppo poco, dedita a un possente hard rock che si cimentò in un furioso UK tour con i Motörhead e che nel 1989 pubblicò il suo unico disco, per l’appunto Pizza Connection. Sempre rimanendo in tema i thrasher spagnoli Crisix allestirono la confezione del loro The Pizza Ep in un cartonato tale quale a quello utilizzato per l’asporto, personalizzato.

Trovano spazio anche i Twisted Sister di Stay Hungry, disco del 1984 con Dee Snider immortalato da Mark Weiss nell’atto di addentare un osso di proporzioni significative. Immagine poi ripresa con tutta la band impegnata nello stesso esercizio in occasione dell’uscita di Still Hungry, vent’anni dopo. Allargando un po’ il discorso viene menzionata la tavolata immortalata su Tres Hombres degli ZZ Top, anno 1973, si trascende poi nel cannibalismo spinto dei maestri Cannibal Corpse, nella fattispecie quelli di Tomb of the Mutilated (1992). Il tutto “condito”, visto il contesto mangereccio, da aneddoti vari. Interessante quello riguardante i Rangones, punk band brasiliana e in generale le varie leggende scaturite dalle teorie del complotto in servizio permanente effettivo.

Il libro tratta non solo cibo ma anche drink, in ossequio al proprio titolo. Ecco quindi i thrasher Acid Drinkers di Strip Tease (1992) e non potevano mancare i Tankard alle prese con la birra così come qualche istanza legata a delle mosse azzardate, con in prima fila Zakk Wylde che s’è beccato la diffida dalla Johnnie Walker per la copertina originale di Sonic Brew (1998). Per quanto attiene le mele ampio spazio ai Saxon di Innocence is no Excuse – nel libro riportato erroneamente come Innocence is no Excused – album del 1985 dalla copertina inaspettata e contraddittoria, accompagnata da svariate chicche a riguardo, rivelate opportunamente da Fassina. Per chiudere, obbligatori, restando in tema frutta, gli americani Warrant di Cherry Pie (1990).

Vino/Vinile, il cibo si fa musica non è altro che una simpatica modalità per staccare, almeno per un momento, dalla classica letteratura metallara tutta borchie, urla al cielo e violenza in musica.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti