Studio Report: Verde Lauro (Fabrizio Sassi, Matt Stancioiu,Roberto Tiranti, Ale DelVecchio)
Non potevamo non aderire al cortese invito di Matt Stancioiu per partecipare all’ascolto in anteprima del progetto Verde Lauro, fascinosa idea messa in pista dal cantante elvetico Fabrizio Sassi in compagnia di alcuni eminenti notabili della scena rock e metal italiana.
I sonetti del “Canzoniere” del Petrarca traslati in chiave symphonic-power metal: obiettivo a dir poco ambizioso.
Il nostro Luca Cardani si è puntalmente presentato all’appuntamento, pronto a fornirci un po’ d’impressioni a caldo sul disco in uscita all’inzio del prossimo anno…
Elnor Studio di Magnago (MI)
26 Novembre 2014
Studio report a cura di Luca Cardani
Dopo esserci fatti ingolosire dal primo videoclip (lo trovate in coda all’articolo), ed aver ricevuto un cortese invito da parte di Mattia Stancioiu (Crown of Autumn, ex Vision Divine), batterista e produttore della band, ci siamo recati presso gli Elnor Studio di Magnago (Mi) per presenziare all’ascolto in anteprima del primo lavoro dei Verde Lauro, completamente incentrato sui sonetti del Canzoniere del Petrarca (Francesco Petrarca 1304-1374), musicati, ovviamente, in chiave metal.
Ad accoglierci presso lo studio, oltre a Mattia, troviamo due delle voci presenti nell’album: Davide Dell’orto dei Drakkar, e Fabrizio Sassi, la mente da cui scaturisce questo ambizioso debutto. Ed proprio lui a spiegarci la genesi del progetto che già nel 2005 lo vide approcciarsi con passione al Canzoniere del Petrarca – il cui titolo originale è “Rerum vulgarium fragmenta” – e alla sua trasposizione musicale, dapprima orchestrale ed in seguito metal, grazie alla collaborazione con artisti di alto livello. Una lista nutrita e prestigiosa: Mauro Desideri (VeraEuiridice) per le orchestrazioni, i chitarristi Pier Gonella (Necrodeath) e Francesco Marras (Screaming Shadows), e cantanti del calibro di Roberto Tiranti (ex Labyrinth), Alessandro Del Vecchio ( Edge of Forever), ed Emanuele Rastelli (Magnifiqat), oltre ai due precedenti citati.
L’opera del Petrarca ha come scopo quello di rappresentare Laura come l’unico puro amore terreno della sua vita, Amore che nell’interpretazione data nell’album si estende in un contesto più ampio rispetto alla sola sfera sentimentale, divenendo “nemico” negli aspetti di Desiderio e Passione, a tal punto da accecare e rendere inaccessibile la meta tanto agognata, così come è Laura che non si concederà mai all’amore del poeta.
La scaletta del disco non segue l’ordine nel quale si trovano i testi ad eccezione del primo.
Voi ch’ascoltate
Primo brano sia del disco che del Canzoniere, cantato da Sassi che si immedesima nel poeta interpretandoe l’amore verso Laura, ma anche tutta la sua personale passione per l’Arte, che sfocia nell’uso di una voce pulita e ricca di teatralità sostenuta da orchestrazioni armoniose oltre che dal tocco di chitarra di Marras. Un binomio che cattura l’orecchio dell’ascoltatore.
Valle che de’ lamenti miei se’ piena
In questo brano lento e molto melodico, vengono presentate le altre voci che hanno collaborato a questo lavoro. Rastelli, Tiranti, Del Vecchio e Dell’Orto cantano in sequenza le parti che sono state loro assegnate e ci mostrano quanto complesso sia stato il percorso per musicare un’opera composta in italiano antico, tenendo soprattutto fede alle metriche dei sonetti del Petrarca. Aspetto questo che caratterizza tutti i pezzi dell’album.
Son animali al mondo
Con la title track cantata “tutti insieme”, il power metal torna padrone della scena. Orchestrazioni al limite dell’epico, drumming preciso e intenso, l’alternanza delle voci, vero e proprio esercizio di ascolto, e infine la chitarra di Gonella, decisamente più libero di esprimersi rispetto a Marras. Elementi che catturano l’attenzione fin dal primo momento. Un brano questo che in sede live non potrà che fare la gioia di tutti i fan innamorati del power.
Dopo questo brano, dove le voci sono ormai state ben presentate, l’album gioca sull’alternanza tra un pezzo cantato singolarmente da un ospite e uno cantato coralmente, studiato in modo tale da trasmettere le giuste emozioni con la giusta voce.
Zephiro torna
Il primo a prestare la sua voce acuta e pulita è Alessandro Del Vecchio, una voce viva e a tratti tormentata molto adatta a interpretare questo episodio dalla doppia anima. Qui si parla del ritorno della primavera, del ritorno alla vita, cosa che nel Petrarca ha un effetto devastante in quanto gli ricorda ciò che non potrà avere.
Era il giorno
Altro sonetto molto introspettivo del Canzoniere interpretato da tutti, che descrive il primo folgorante incontro del Petrarca con Laura. Sebbene le voci siano bene diverse tra di loro, riescono a trasmettere quella sensazione di completa arrendevolezza che il poeta provò al primo sguardo dell’amata. Completa tutto il bellissimo assolo di Marras, uno tra i migliori di tutto l’album.
Questa fenice
Ancora un omaggio alla bellezza di Laura affidato alla voce sporca e potente di Dell’Orto, che offre un taglio epico ed arrabbiato al pezzo, una scossa che difficilmente passa inosservata.
Il gruppo di musicisti in una curiosa rappresentazione
Erano i capei d’oro (l’ vidi in terra)
Altro esempio di quanta passione e ricercatezza Fabrizio Sassi ha messo in questo album, unendo due sonetti del poema per ottenere una singola traccia fluentemente cantata da tutti. Forse uno dei più difficili da eseguire, che però rende la presenza di Laura quasi palpabile all’ascoltatore.
Passa la neve
Ancora un ospite – e che ospite visto che si tratta di Roberto Tiranti – che insieme a Stancioiu e Gonella rispolvera quel passato sodalizio di nome Labyrinth sempre vivo nella memoria dei fan. La metafora della vita come nave su di un mare in tempesta torna più volte nel Petrarca. Qui ancora una volta Sassi ha voluto rappresentare sia l’arrendersi di fronte alla vita sia la lotta continua con essa, egregiamente rappresentata dai cambi di tonalità di un Tiranti perfetto più che mai.
Giovene donna
Il sonetto iniziale, non cantato ma eseguito da un Sassi sempre più immedesimato nella vita del poeta, è sostenuto da angeliche orchestrazioni. Forse un po’ eccessivo, l’arrangiamento ha un impatto sonoro eccezionale per un brano che va in crescendo grazie alle classiche ma contenute accelerazioni power.
Solo et pensoso
Con l’ultimo ospite si “chiude” la parte solista dedicata alle varie voci, e lo si fa con stile affidando all’ugola calda, profonda e ricca di pathos di Emanuele Rastelli l’interpretazione di un sonetto molto introspettivo che scava nell’animo. Uno dei momenti più toccanti di tutto l’ascolto.
Se Virgilio
Passaggio decisamente più power, diretto ed epico che vede duettare Sassi e Dell’Orto. Il tutto impreziosito dai graffianti riff di Marras. Grandioso!
La vita fugge
Uno dei sonetti più famosi del Canzoniere, cantato a tre voci da Sassi, Tiranti e Dell’Orto. La doppia cassa travolgente e ancora Marras come ingrediente finale per un brano esplosivo sotto tutti i punti di vista.
Laura/Se lamentar augelli
Una intro di ocarina che ripropone una melodia già sentita in “Erano i capei d’oro”. È la melodia che rappresenta Laura, cui segue il secondo brano dai tratti power, ricco di orchestrazioni e tonnellate di violini per chi ama lo strumento. Si aggiunge una voce femminile in un piccolo passaggio, che male non fa, in aggiunta allo strepitoso gusto artistico di Gonella.
A qualunque animale alberga in terra
Ultimo momento a più voci dell’album ed ultimo in cui Gonella presta la sua opera. Se non fosse per l’intro parlata, poco si discosta dai precedenti in fatto di stie ed esecuzione.
Quanto più m’avicino al giorno extremo
Bellissimo pezzo lento eseguito da Sassi che ci regala un misto tra recitato e cantato, accompagnato solo dalle note del pianoforte.
Pace non trovo
Uno dei sonetti più raffinati chiude il disco, il significato è trasparente ed è sicuramente compreso da chi sa cosa vuol dire essere preda della passione.
Le voci di Sassi e Dell’Orto sottolineano questo concetto senza pietà alcuna.
L’artwork del disco
Terminato l’ascolto dell’album abbiamo anche l’occasione di ascoltare due brani prettamente orchestrali quali “Passa la neve” e ”Zephiro torna” cantati solo da Fabrizio Sassi.
Due chicche che saranno inserite come bonus a corredo di questo interessante prodotto in uscita a fine Gennaio 2015.
Come già sottolineato, un lavoro complesso, ricco di sfaccettature ed unico nel suo genere, nato dalla passione di “un artista per un artista”. Un lavoro impossibile da approfondire con un semplice studio report.
L’opera prima dell’ambizioso progetto Verde Lauro andrà senza dubbio analizzata in ogni sua forma attraverso l’attento ascolto che solo il supporto fisico e il testo a fronte possono garantire.
Già da ora e in ogni caso, un disco che si preannuncia come consigliabile un po’ a tutti: prodotti di tale livello artistico e concettuale possono davvero “aprire” la mente ed il cuore di chi ascolta.