Anvil (Steve ”Lips” Kudlow)
A cura di Damiano “Kewlar” Fiamin.
Sulla scena da più di trent’anni senza perdere mai un colpo. A poca distanza dall’uscita di Juggernaut of Justice e poco prima del loro ritorno in Italia, abbiamo contattato gli Anvil per porre loro qualche domanda. E’ stato proprio il cantante e chitarrista Lips a prendersi la briga di risponderci, in un’intervista che riassume chiaramente la visione del mondo alla Anvil.
Ciao, benvenuto su Truemetal.it! E’ un privilegio intervistarti, cominciamo immediatamente!
Puoi descriverci la genesi di Juggernaut of Justice? Cos’ha in comune con gli altri 13 album ed in cosa se ne discosta?
Quest’album è differente da qualsiasi altra cosa abbiamo fatto nel passato, sia per quanto riguarda la composizione che per quanto riguarda la registrazione. L’ambiente in cui abbiamo composto e registrato era, e continua ad essere, ad un picco di energia positiva. Tutto e tutti coloro con cui ci siamo relazionati hanno dato il loro tempo, il loro sforzo e ci hanno messo il cuore. Merita la giustizia che cerca. Inizialmente, avevo suggerito al direttore di Anvil! The Story of Anvil, Sacha Gervasi, che avremmo potuto chiamare il film Juggernaut of Justice,…ovviamente, non è stato d’accordo e mi ha suggerito che sarebbe stato un ottimo titolo per il nostro album successivo. Il film, in effetti, è stato come un miracolo, il mare si è diviso e la gente ci stava portando alla terra promessa!!! Quindi mi ha fatto pensare alla divisione del mare. Un juggernaut è una forza inarrestabile, sia essa naturale, meccanica o rappresentazione politica della volontà del popolo, e questo è lo stato della mia esistenza al momento.
Cosa ci puoi dire riguardo “Swing thing”? Chi ha deciso di scrivere e suonare un pezzo così peculiare? Sicuramente, non è una delle vostre tipiche canzoni.
Questo è un pezzo di cui noi, come Anvil, siamo straordinariamente orgogliosi. È una di quei rari momenti dove i confini della musica vengono infranti. Non ho mai sentito nulla del genere prima se non dentro la mia testa! Sono andato alle prove con l’idea di creare un pezzo jazz sullo stile delle big band ma fatto con una strumentazione metal. La mia intenzione all’inizio era di aggiungere i corni in studio. Mentre i tempi stringevano, ho chiesto informazioni a Bob Marlette per i corni…ed è venuto fuori che sua moglie Lisa Joy Pimentel poteva, e voleva, suonare tutte le parti.
Quali sono le relazioni tra i membri della band? Immagino ci sia un legame differente tra i membri fondatori e le “nuove” entrate.
Quando mi pongono domande del genere, è come se mi chiedessero “ami i tuoi fratelli?”. Non ami di meno un fratello solo perché è più giovane.
Spiegaci qualcosa sul vostro stile: gli Anvil si distinguono dagli altri gruppi non solo per il suono ed i testi ma anche per come confezionano gli album, dall’onnipresente allitterazione nel titolo all’immagine di copertina.
Veniamo da un’epoca in cui era richiesta l’originalità e quello che facevi doveva essere unico. Abbiamo conservato la nostra identità in ciò che facciamo, restiamo saldi nei nostri principi.
Quali sono le vostre influenze principali? E come vi sentite quando pensate che avete influenzato intere generazioni di altri musicisti?
Circa 30 anni fa, sedevo nella stanza di albergo di Lemmy e gli ho chiesto la stessa cosa; mi ha risposto che gli piaceva per la maggior parte la stessa roba che piaceva a me ma, quando gli ho chiesto qualcosa riguardo l’influenza che esercitava sugli altri musicisti come me, mi ha detto che un giorno ci sarebbero state persone che mi avrebbero chiesto la stessa cosa. Chiunque sia davanti nella fila o in cima alla scala, ha il nostro massimo rispetto.
Al momento, avete scritto 14 album; qual è il vostro preferito e perché? E qual è quello che reputate più modesto?
Juggernaut of Justice è il mio preferito…perché suona meglio… Back to Basics è quello che preferisco di meno perché ha il suono peggiore.
In che modo “Anvil! The story of Anvil” ha influito sulla vostra carriera? La prima volta che ho visto il documentario, ho avvertito un certo senso di malinconia. Sebbene il film fosse imbevuto di rimpianto ed umorismo nero, ho avuto l’impressione che gli Anvil non si fermeranno fino alla morte. In che modo l’ironia influenza la vostra vita?
Siamo famosi e continueremo fino alla morte…semplice ma completamente vero, onestamente.
Nella vostra lunga carriera, avete sicuramente ricevuto molte critiche; penso, ad esempio alla presunta ripetitività delle vostre canzone o alle diatribe infinite tra moralisti e rocker. Pensi che alcune delle cose che sono state dette contro di voi siano vere?
Essere un artista è aprire te stesso alle critiche e se non sei pronto o capace di sopportarlo a livello emotivo, allora non dovresti essere un artista. Non do molto peso a ciò che viene scritto su di me o sulla band. E’ molto bello quando dicono grandi cose ma in un millisecondo possono dire l’opposto, a cosa credi allora? Ti devi in qualche modo isolare e riparare dalle influenze esterne per rimanere fedele a te stesso. Credere in sé, conoscersi, essere confidenza nelle proprie capacità sono le chiavi per superare i moralisti.
Per essere equo, ti chiederò anche di dirci qualcosa che non piace a te; è una domanda aperta, puoi parlare di musica o della situazione mondiale, come preferisci.
Non mi piace il modo in cui la religione separa l’umanità…se c’è una cosa come il peccato, questo è il più grande!
Qual è il rapporto che avete coi fan? So che suonereste per 10 o 10 mila persone ma è vero affetto o solo professionalità? Siete mai stati delusi dal pubblico?
Abbiamo un ottimo rapporto con i nostri fan. Dopo la maggior parte, se non tutti, i nostri spettacoli, andiamo ad incontrare il pubblico. A volte ci mettiamo 2 ore o più. Componiamo e registriamo proprio per uscire e suonare. Quello è il momento in cui siamo coloro che dovremmo essere. Il nostro momento di gloria, tutta la perfezione di cui la vita è capace. Non esiste qualcosa come essere delusi dal pubblico.
A breve sarete in Italia per un concerto con I Dio Disciples; qualche commento?
Siamo molto contenti di ciò. Conosciamo un po’ di gente e non vediamo l’ora d’incontrarla.
Potete dirci qualcosa sui vostri progetti futuri? Cosa dobbiamo aspettarci? Gli Anvil rimarranno fedeli alle loro radici o diverranno più sperimentai?
Dopo 14 CD, non cambieremo all’improvviso. Siamo chi siamo e facciamo quello che facciamo… Ciò che sarà, sarà quello che dovrà essere…
Grazie per le risposte, spero tu non sia annoiato!