Any Face: Mick Montaguti risponde ai suoi ex colleghi
Comunicato stampa Mick Montaguti
I primi di febbraio del 2011, all’insaputa dell’allora cantante Domenico Roviello, Davide Stura mi propose di entrare nella band. Mi fu detto che avevano un problema con Domenico senza risparmiare i particolari (alla faccia della privacy). La cosa mi stranì un po’ e non mi andò mai giù il fatto che non lo volessero cacciare dalla band prima di avere un mio sì. La cosa fu doppiamente sporca, perché il 16 febbraio (una decina di giorni dopo) avrebbero suonato al R’n’R di Milano, e per evitare di perdere il live non gli dissero nulla.
Avrei dovuto ascoltare di più le sensazioni che avevo: più avanti, infatti, mi sarebbe accaduto lo stesso.
Dopo qualche prova e qualche live, il mio coinvolgimento con la band era totale. Mi sentivo parte degli Any Face: grosso errore. Non avevo considerato il fatto che quando si trattava di tappare un buco velocemente poteva andare bene anche un cantante che abitasse a 300 Km di distanza, ma la cosa non sarebbe potuta durare.
Così a luglio 2012, senza dirmi di essere già in contatto con qualche cantante della loro zona, Davide Stura mi scrisse una e-mail chiedendomi se fossi ancora convinto di militare nella band. Chiaramente sperava che rispondessi di no: questo gli avrebbe permesso di cadere in piedi e magari darmi anche delle colpe. Invece risposi che ero ben convinto di continuare e che, anzi, stavo lavorando a qualche testo per il nuovo album. Così, come d’accordo, mi avrebbero mandato la nuova musica ed io avrei lavorato sulla voce ed alla fine dell’estate ci saremmo ritrovati a Luino (Va), in sala prove, a lavorare sul materiale. Inoltre, visto che gli Any Face (all’insaputa di Buil2Kill e Nadir) stavano cercando altrove una etichetta, ad agosto, approfittando del mio contatto relativo alla ristampa di Inside The Unreal, proposi la band a GoregoRecord (Aural). L’etichetta però non si mostrò interessata.
Il 20 agosto 2012 mi chiama Davide dicendomi che sono fuori. La scusa è: non ci metto abbastanza impegno. La verità: Davide ha finalmente trovato un cantante della zona. Diceva che nonostante non ci fosse nulla da contestare per quanto riguarda la mia presenza, capacità e preparazione ai live e alle prove gli sembrava che il mio impegno non fosse adeguato. Non gli frega se ho dovuto sbattermi per un anno e mezzo in viaggi, spese e tempo per gli Any Face. Non gli frega un cazzo se nel frattempo avevo lavorato sul nuovo materiale. Alla fine ha anche avuto il coraggio di dirmi che gli avrebbe fatto piacere che partecipassi comunque, come ospite, alla registrazione dell’album sulla cover di “Chained to Life” di Electrocution. Tra l’altro la decisione di buttarmi fuori dalla band non era nemmeno unanime, Omar Cappetti (drums), ad esempio, si era fortemente opposto. A queste condizioni dubitava lui stesso di voler continuare con la band.
Inutile dire che il mio dispiacere sia stato enorme, anche perché musicalmente meritano molto, ma col senno di poi posso dire che sono contento che sia finito il rapporto con Any Face! Questa è una band in cui non si perde occasione di parlare alle spalle di ogni membro. Mi vergogno fortemente di averci militato!
Sono questi atteggiamenti che, seppur unici nella mia esperienza, rovinano la scena metal del nostro paese. So che probabilemtne risulterò impopolare ma preferisco tirare fuori gli scheletri piuttosto scadere in un silenzio omertoso.