Arch Enemy: ‘Componiamo la musica che ci piace ascoltare’
In una recente intervista rilasciata a Metal Insider, Michael Amott confessa che la pirateria musicale non lo ha particolarmente danneggiato come artista, spiegando il proprio particolare punto di vista: “Detto sinceramente, non sono mai stato un artista che vende milioni di copie di un unico album.. non sarò mai un artista che farà vendite da capogiro, perché la musica che ho scelto di scrivere è sempre stata troppo extreme e lontana dall’essere trendy. Ma gli Arch Enemy non sono abbastanza extreme per essere a pieno titolo underground, eppure sono troppo extreme per essere mainstream. In pratica noi operiamo tra questi due emisferi, se vuoi chiamarli così, se questo gli dà senso…” (Ride). “Siamo felici di fare quello che facciamo, abbiamo un sacco di fan e comporre nuova musica è una grande fetta di quel che facciamo. Dobbiamo farlo: quando ascolti i nostri Arch Enemy, è subito evidente che facciamo musica perché questa è già dentro di noi ed in qualche modo deve uscire. Non è un processo forzato, a dire il vero, non c’è niente di programmato. Non ci mettiamo mai seduti a pianificare cosa faremo, che cosa potremmo vendere o cose simili. E’ qualcosa di più simile a come noi consideriamo l’essere musicista. Facciamo musica che poi ci piace ascoltare, quindi farne di nuova è fondamentale. Oggi la gente sembra che non sia abituata a pagare per la proprietà intellettuale, che sia musica, libri, film o che altro. Anzi si è abituata all’idea, e ci si trova davvero bene, di non pagare affatto per fruire di quest’ultima.” (Ride). “E’ difficile cambiare una simile concezione e non puoi procedere a marcia indietro in una simile situazione, è irreversibile. Penso che sia ancora importante comporre della nuova musica, perché è quello che vogliamo fare. Ma non so come tutto questo si risolverà nei prossimi anni: so solo che noi faremo uscire della nuova musica e continueremo a scriverla.“
Di seguito il video della performance solista del batterista Daniel Erlandsson al Kulturfabrik in Lussemburgo, registrata lo scorso 23 giugno.