Black Doom

Are You Experienced? La Cerva – anteprima ESCLUSIVA “Stardust” + intervista

Di Roberto Castellucci - 26 Maggio 2025 - 11:00
Are You Experienced? La Cerva – anteprima ESCLUSIVA “Stardust” + intervista

Il nuovo appuntamento con la rubrica Are You Experienced? porta i Lettori di TrueMetal.it alla scoperta di un’intrigante entità pronta per debuttare nella galassia Underground italiana. Leggeremo un’interessante intervista ai membri de La Cerva, neonato progetto musicale piemontese che affonda le sue radici nelle incarnazioni più cupe ed estreme del Metal anni ’90. Avremo anche l’onore di ascoltare in anteprima esclusiva “Stardust“, il secondo brano estratto dalla prima fatica discografica della band: l’EP omonimo “La Cerva“, disponibile a partire dal 30/05/2025. Buon ascolto e buona lettura!

Ciao ragazzi, benvenuti su TrueMetal.it! Andiamo per ordine, iniziando dalla creazione del Vostro progetto musicale. Come, quando, dove e perché nasce La Cerva?

Dani P – Ciao! La Cerva nasce nel 2020, a Verbania, subito dopo l’uscita di “Quinta Essentia” dei Dismal. Era il periodo del lockdown e avevo bisogno di creare qualcosa di nuovo. In cantiere avevo tante idee e con Stefano D.L. abbiamo dato vita al primo embrione de La Cerva. In seguito con Steve Pan abbiamo chiuso il cerchio, registrando materiale e condividendo i nostri background musicali e non.

Mi piacerebbe soffermarmi un po’ sul nome del gruppo, La Cerva. Istintivamente ho associato il nome dell’animale alla mitologica dea della caccia Diana, o Artemide che dir si voglia, che spesso viene associata ad un cervo nell’iconografia classica. Forse influenzato dalla Vostra proposta musicale ho inoltre ricordato la copertina di “The Mantle”, apprezzatissimo album degli americani Agalloch. A cosa dobbiamo la scelta di questo monicker?

Steve Pan – La scelta del nome La Cerva nasce da un’immagine tanto evocativa quanto ambigua: la cerva di Cerinea, creatura mitologica sacra ad Artemide/Diana, sfuggente e inafferrabile, simbolo di purezza ma anche di persecuzione. Era uno degli animali più veloci e intoccabili e fu al centro di una delle fatiche di Eracle. Per noi rappresenta una tensione esistenziale: un’entità che corre, braccata ma mai catturata, ferita ma non spezzata. È la ricerca del senso, la fuga dalla mediocrità, il desiderio di oltrepassare i limiti imposti, anche a costo della sofferenza.

Il legame con Artemide è senz’altro presente, ma nella nostra visione la cerva non è solo il simbolo della natura selvaggia e della dea, bensì anche un archetipo dell’anima in fuga, una ferita sacra che attraversa le tenebre per cercare il cosmo. Il rimando alla copertina di “The Mantle” degli Agalloch è centrato: quella figura solitaria immersa nel gelo e nella contemplazione è affine al nostro immaginario, dove la natura diventa specchio della crisi interiore.

La Cerva, dunque, è più di un nome: è una visione. Un’icona in movimento, che incarna il dolore, la bellezza e la possibilità di una trasformazione.

Artwork de “La Cerva

Il 30 maggio 2025 uscirà il Vostro primo omonimo EP. Mi incuriosisce molto l’immagine in copertina, che a prima vista sembra raffigurare un’eclissi. A cosa fa riferimento quest’illustrazione?

Il tema è una simbologia esistenziale, l’eclissi è un insieme di luce ed ombra che si alternano, una metafora dell’esistenza umana e anche un simbolo di iniziazione alla conoscenza. Per noi la sofferenza, il buio sono un passaggio inevitabile che conduce verso un’espansione di coscienza.

Esploriamo un po’ più nel dettaglio i contenuti delle Vostre canzoni. Cosa raccontano i testi di “Stardust” e “Cosmic Down”, i brani pubblicati finora?

Steve Pan – I testi di “Stardust” e “Cosmic Down” rappresentano due momenti distinti ma complementari del nostro viaggio esistenziale e simbolico. Sono come due volti della stessa vertigine, due fasi di un percorso che attraversa il disincanto, l’annichilimento e forse una forma oscura di consapevolezza.
“Stardust” è una riflessione sulla nostra insignificanza cosmica. Il brano si apre con un’immagine poetica ma cruda: la polvere di stelle che cade nel cuore, come un’eco di qualcosa di eterno che si spegne nell’umano. Parla di dissoluzione, di perdita dell’identità nel vuoto, ma anche della consapevolezza di essere parte di un ciclo più grande, impersonale e ineluttabile. È una meditazione sulla morte dell’io e sull’illusione della centralità dell’uomo nell’universo. La ‘spirale eterna’ a cui ci riferiamo è quella dell’esistenza stessa, un vortice che ci inghiotte, fatto di nascita e disfacimento. Il tono è nichilista ma non disperato: c’è una sorta di bellezza nell’ammettere il nulla, una dignità nel perdersi tra le stelle senza chiedere redenzione. Il finale ha un cantato in italiano che rimanda all’inquietudine esistenziale ed al vuoto eterno, al nulla che ci attende alla fine della vita, ma ha un rimando positivo perché la vita è adesso e va vissuta con intensità.

“Cosmic Down” è la discesa. Se “Stardust” guarda al cielo e scompare nell’astratto, qui lo sguardo si fa interiore, più terrestre e sofferto. È un testo che parla del crollo spirituale, della vertigine davanti al fallimento dei miti personali. La ‘discesa cosmica’ è metafora dell’abisso interiore: la perdita di senso, la dissoluzione dell’identità, il sentirsi alieni a sé stessi. Ma è anche un passaggio necessario, quasi alchemico. Solo toccando il fondo si può forse intuire una trasformazione. L’atmosfera è più greve, doom-oriented, ma resta viva una scintilla di lucidità: il riconoscimento che anche il buio ha un ordine, una forma, e forse persino un messaggio.  Anche il testo di Aleister Crowley è molto evocativo, c’è una parte in noi che deve morire se vogliamo guardare il cielo sentendoci liberi, ci sono catene emotive e spirituali che frenano la nostra evoluzione che bisogna abbattere.

Il Vostro stile fonde il Doom/Death Metal anni ’90 di Paradise Lost e My Dying Bride con sfuriate che sembrano mutuate dalle manifestazioni più recenti del Black Metal. Come è germogliata l’idea di creare questo variegato blend di influenze musicali?

 Steve Pan Siamo molto legati a quegli anni e a quelle band, siamo cresciuti con quelle sonorità e tematiche, così come la scena Black Metal che abbiamo visto nascere ed espandersi nel tempo, quindi era inevitabile questa fusione. Le tematiche esistenziali del Doom si fondono benissimo con lo spettro del Black Metal dove la natura primigenia, istintiva ed antica dell’essere umano si fonde con l’oscurità. I due generi si abbracciano nelle tenebre e la nostra ricerca sta nella perfetta fusione di questi stili musicali.

Il Vostro gruppo è composto da tre membri, tra i quali è giusto menzionare Daniele Porfido, da più di dieci anni parte integrante della formazione dei succitati Gothic/Doomster torinesi Dismal. Anche gli altri membri de La Cerva provengono da realtà musicali nostrane, siano esse attive o attualmente ‘in attesa’?

Dani P – Steve Pan ha fatto parte con me nella prima formazione dei Tronus Abyss, Stefano DL invece arriva da realtà come Costant Hunger (HC), Inverna e Gospel (rock). Invece per quanto riguarda il prossimo futuro ho in cantiere un nuovo progetto con voce femminile dal nome Man to Wolf.

Ho intravisto in rete alcuni accenni ad un futuro Vostro album che dovrebbe fare la sua comparsa nel 2026. Potreste darci qualche informazione a riguardo?

Dani P – Certo! Nella prossima primavera ci saranno delle novità, ho già iniziato a scrivere nuovo materiale e registrare alcune demo e in autunno entreremo in studio per le registrazioni. Sarà sempre doom oriented ma alcuni brani saranno più Black/Death, non tralasciando momenti ambient. L’obiettivo è quello di ricreare in musica il senso di vuoto e buio.

La Cerva sta muovendo i suoi primi passi. Prevedete di portare la Vostra musica dal vivo nei prossimi mesi o pensate di attendere la pubblicazione del primo full-length?

Dani P – Assolutamente, ci stiamo preparando al riguardo sia nella parte musicale  che nella parte visiva con proiezioni a tema. Da settembre inizieremo con l’attività live, con circa 40 minuti di musica proponendo i brani dell’EP e brani inediti.

Grazie del tempo che ci avete concesso, la Nostra chiacchierata finisce qui. Potete approfittare dello spazio conclusivo per fare un po’ di sano  proselitismo, salutare i fan presenti e futuri…insomma, a Voi l’ultima parola. A presto!

Dani P – Grazie a Voi per l’attenzione! L’EP “La Cerva” uscirà il 30 maggio per Masked Dead Records in formato digipack + CD trasparente limited edition. E’ preordinabile presso la label e sarà anche disponibile sulle principali piattaforme streaming.

Vi aspettiamo Tutti!

LA CERVA links
Facebook – https://www.facebook.com/profile.php?id=61575252459709
Instagram – https://www.instagram.com/lacervaband/
MASKED DEAD RECORDS links
Bandcamp – https://maskedeadrecords.bandcamp.com/
Facebook – https://www.facebook.com/maskedeadrecords/
Instagram – https://www.instagram.com/maskedeadrecords/