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Arsames: il cantante racconta la fuga dall’Iran “uno degli eventi peggiori e più difficili della mia vita e ovviamente per la mia band”

Di Elisa Tonini - 2 Ottobre 2020 - 11:20
Arsames: il cantante racconta la fuga dall’Iran “uno degli eventi peggiori e più difficili della mia vita e ovviamente per la mia band”

In una nuova intervista con CronacaTorino.it il cantante Ali Madarshahi racconta la situazione della band dopo essere fuggita dall’Iran in seguito alla condanna a 15 anni di prigione per suonare musica satanica.

Questo un’estratto dell’intervista

Buongiorno Ali, come stai? Raccontaci la situazione della band dopo quanto successo in Iran.

Ciao, come forse saprai, siamo stati condannati a 15 anni di prigione solo per aver suonato musica metal.
Abbiamo quindi deciso di andarcene e siamo scappati dal nostro paese per non andare in prigione. Posso solo dire che è stato uno degli eventi peggiori e più difficili della mia vita e ovviamente per la mia band. Immagina di dover lasciare tutto alle spalle e scappare dalla tua terra.

I fans da tutto il mondo hanno supportato la vostra musica dopo quanto successo. Vi aspettavate questo supporto?

Non abbiamo aperto nessuna pagina per ricevere finanziamenti. Solo i nostri fan ci hanno supportato acquistando album digitali. Loro sono la nostra più grande risorsa e apprezziamo davvero molto il loro supporto.

Oltre a quello che vi è successo ci ha pensato anche il Covid a complicare maggiormente le cose…

Prima del coronavirus eravamo stati invitati a suonare in un tour in Asia, ma il virus ha cancellato tutto e allo stesso tempo un tribunale della nostra città ci ha condannato a 15 anni di prigione per aver suonato musica metal…. Quindi stiamo davvero vivendo il periodo più difficile della nostra vita.

So che la domanda è difficile, ma avete progetti per il prossimo futuro?

Siamo in una situazione difficile: niente studio, niente pc e niente strumenti. Abbiamo lasciato tutto in Iran, ma non appena torniamo alla normalità ricominceremo a scrivere musica su un altro progetto chiamato “Epic of the Kings”. Si tratta di uno dei poemi epici più lunghi del mondo creato dal poeta persiano Ferdowsi. Vogliamo iniziare a fare musica dalla storia del libro Shāh-Nāmeh.

Il nostro giornale è italiano. Hai qualche ricordo legato all’Italia?

Non ci sono mai stato, ma prima della rivoluzione iraniana nel 1977 mio padre ha fatto un viaggio in tutto il mondo ed è stato anche in Italia. Ha parlato a lungo dei suoi bei ricordi e dei bellissimi luoghi artistici del vostro Paese. Ho sempre voluto visitare l’Italia, ascolto anche le vostre grandi band come i Fleshgod Apocalypse e i Lacuna Coil.

Ultima domanda: un messaggio per i fans italiani

Vi rispettiamo tutti.Spero di vedervi presto e di portare il metal persiano nel vostro belllissimo Paese.

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