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Bejelit (Sandro e Giulio Capone)

Di - 29 Settembre 2004 - 19:53
Bejelit (Sandro e Giulio Capone)

Intervista a cura di Gaetano ‘Knightrider’ Loffredo

Prima di cominciare con l’intervista ai nuovi astri nascenti della scena metal nostrana, mi preme raccontare molto brevemente la storia che si aggira intorno al loro splendido nome e quindi del manga dal quale traggono ispirazione proponendoci un vero e proprio tributo ad esso con 10 potentissime songs che vanno a costituire l’appena nato Hellgate…

Berserk nasce per mano di Kentaro Miura, autore Giapponese di fama ormai mondiale, che in tempi ormai lontanissimi scrisse, disegnò e pubblicò questa opera d’arte fondata su una storia medieval-fantasy di indiscusso spessore.
Gatsu, personaggio principale della storia, viene presentato nei primi sette numeri come uno scontroso ed antipatico guerriero solitario tanto aggressivo e forte quanto duro e spietato ma con un passato che giustifica ampiamente tutto ciò. Combatte con l’aiuto dell’odio contro la “Mano di Dio”, Dei del male che hanno distrutto la “sua” squadra dei falchi, mercenari che combattevano guerre solo per denaro ma ben presto anche per gloria (gloria che ha ucciso i componenti ed il capo Grifis). Miura nel lunghissimo flashback verga amori, lotte e distruzioni del “Guerriero Nero” inoltre crea svariati personaggi che girano intorno ad esso ai quali ci si affeziona ben presto in quanto dotati di una psicologia ben caratterizzata e magistralmente definita da parte dell’autore.

E il bejelit cosa c’entra in tutto ciò? Ne parliamo con Sandro e Giulio, i fratelli della band.

1) Sandro (chitarrista e leader), come inusuale inizio di un’intervista, a te l’onore di spiegare quale diavoleria è il Bejelit, “oggetto” che contrassegna il vostro monicker e che nella foto centrale del booklet si vede chiaramente sul petto di tutto voi.

(Sandro) Ciao! Il Bejelit è un piccolo “talismano” a forma di uovo che possiede occhi, bocca e naso e che sintetizzando è una chiave per realizzare i propri sogni a patto di sacrificare qualcosa o qualcuno.
Questi sogni vengono realizzati dalla Mano di Dio sempre a carissimo prezzo… in ogni caso il Bejelit come concetto non è un’invezione di Miura ma deriva da antiche pietre che venivano usate tanto da popolazioni asiatiche che celtiche e che venivano considerate come segno della potenza di Dio. Tant’è vero che Behelit in giapponese significa “casa di Dio”.
Perfino nella bibbia troviamo una di queste pietre che Giacobbe (28,11-19) utilizza per ricevere da Dio la rivelazione della sua discendenza. Ora la gente crederà che io sia uno degli Stryper… eheh…

2) Era il lontano 1996 quando la Marvel Manga pubblicò il primo numero di quell’opera d’arte a noi conosciuta sotto il nome di Berserk. Vista l’età media decisamente bassa della vostra band, difficilmente credo che la vostra nascita coincida con quella data: com’è dunque nata la vostra passione per Gatsu (guerriero protagonista) & Co?

(Giulio) Noi siamo nati nel 2000 anche se la formazione allora era diversa.
Il monicker Bejelit e il concept sul manga di Miura sono arrivati solo nel 2002 con il demo cd “Bones and Evil” che da tempo è esaurito visto il gran successo che ha riscosso in Italia e all’estero. Semplicemente abbiamo visto (con stupore) che nessuno si era cimentato con questo tipo di soggetto e per di più il soggetto di Berserk si adatta splendidamente ad essere trasposto in musica, vista la gran mole di situazioni e colpi di scena che si attuano nella vicenda. Inoltre eravamo tutti contrariati nella band per la scelta “poco felice” della colonna sonora dell’anime, troppo “rockettina-popposa” e per nulla vicina allo spirito potente del fumetto! Quindi perchè non farla noi?

3) Bloodsign, song di apertura, è a parer mio la più aggressiva ma anche la più epica track del lavoro. Aggressiva in quanto Fabio (vocalist) sbrana letteralmente le note fornendo una prestazione vocale barbara, selvaggia e feroce; epica in quanto contraddistinta da un break centrale che soltanto band come i Blind Guardian sanno produrre… Siete d’accordo con questa mia analisi?

(Sandro) Si, sono decisamente d’accordo con la tua analisi anche se essere paragonati a mostri sacri come i Blind Guardian fa un certo effetto…Mi fa piacere che tu abbia capito lo spirito della song, selvaggia, barbara e soprattutto ferocemente incazzata come solo Gatsu potrebbe essere nei suoi momenti “BERSERK”!!! C’è gente che dice addirittura che sul promo “Bones and Evil” la voce di Fabio è stata ancora più cattiva ma la produzione di allora non era di sicuro all’altezza.

4) Rimaniamo su Bloodsign prendendo questa volta in considerazione il testo chiaramente ispirato dal Guerriero Nero (Gatsu, protagonista come detto). Sandro e Fabio (batterista) hanno fatto decisamente un ottimo lavoro rappresentando perfettamente la figura del personaggio di Kentaro Miura. Raccontateci chi è Gatsu e perché vi ha affascinato a tal punto.

(Sandro) Beh, Gatsu è il protagonista, il “Ken il Guerriero” della situazione e ovviamente non aprire il disco con una canzone a lui dedicata era un delitto! Ad essere sinceri praticamente tutto il disco è dedicato a lui e ai vari capitoli della sua saga. Personalmente però ammiro di più Grifis, e in futuro mi cimenterò nella stesura di brani dedicati anche a lui. Gatsu affascina perchè è un personaggio ambiguo, combatte il male ma lui stesso non può essere considerato un angioletto.
Gatsu, tra le altre cose, ne subisce di tutti i colori, perdendo un braccio e un occhio e venendo maledetto dalla Mano di Dio! E non cito la sua infanzia…brrrr…beh, dimostra sempre una forza esagerata contro tutte queste avversità, e che insegna ad andare sempre avanti contro le avversità del destino.

5) Continuando con le lyrics del prodotto, The Haunter of the Dark si distacca completamente dalla storia che avvolge Hellgate, e dalla quale si evince la vostra passione per Lovercraft. Come mai tra i tanti racconti ben più famosi, la scelta è ricaduta proprio su questo scritto?

(Sandro) The haunter of the dark è stata la seconda canzone in ordine temporale ad essere mai stata scritta da noi. Inizialmente prima del concepì su Berserk la mia idea era quella di fare un concept su Lovecraft, di cui sono un fan sfegatato. Presi come racconto per iniziare questa avventura, “L’abitatore del buio”, uno dei miei preferiti e dopo diverse manipolazioni
il brano era pronto. La scelta cadde su questo racconto poiché fui molto colpito da una breve poesia che apriva il racconto sulla mia edizione che tra le altre cose era il vecchio ritornello del brano.

“Ho visto oscuri universi spalancarsi dove neri pianeti ruotano senza scopo, dove ruotano nel loro orrore inosservati, ignari, oscuri, inosservati…”

Non è da escludere il fatto che magari sul prossimo disco, trovi posto ancora il solitario di Providence…

6) Parliamo un attimo di Copyright; siete riusciti ad ottenere i diritti dalla casa produttrice di Berserk oppure avete utilizzato qualche escamotage per riuscire a parlare e a rappresentare così apertamente il fumetto?

(Giulio) Noi abbiamo provato ad ottenere i diritti o almeno una qualche licenza per usare esplicitamente Berserk per i Bejelit ma alla Panini (che detiene i diritti in Italia) ci han detto molto cortesemente che i giapponesi sono poco inclini a rilasciare diritti e che comunque la cosa avrebbe avuto un costo proibitivo per noi, quindi abbiamo abbandonato la cosa… ma ci rifaremo vivi!
In ogni caso ci siamo adattati e abbiamo fatto diverse ricerche proprio per evitare qualsiasi problema legato ai Copyright. Bejelit è una parola che non è registrata anche in virtù del fatto che è una traduzione dai loro caratteri e che quindi risente di diverse scritture. Addirittura nell’anime è chiamato BERT…ammetto che mi piacerebbe mandare una copia di Hellgate a Mr. Miura per un giudizio… chissà…

7) Il parto di Hellgate non è esente da momenti di difficoltà; un anno di attesa col disco già pronto per essere prodotto e distribuito e decine e decine di promesse non mantenute dalla vostra ex etichetta Underground Symphony… Un bel giorno è subentrata la Battle Hymns Records e…

(Sandro) Premetto che mi defilo sulla questione Underground Symphony. Da un lato ringrazio la US poiché la band ne ha tratto una buona pubblicità perché sotto contratto ma purtroppo la nostra collaborazione si è chiusa di colpo per vari motivi. In ogni caso un bel giorno parliamo con Mauro della Northwind che ci svela il suo progetto riguardo questa nuova etichetta che in comune con la Northwind ha solo la mente operativa di Mauro! La Battle Hymns è una nuova realtà che grazie all’appoggio di Self credo possa diventare un futuro punto di riferimento sia in Italia. Inoltre alla Battle Hymns sono stati a dir poco veloci, puntali e corretti sotto ogni aspetto.
Anzi, colgo l’occasione ancora un volta di ringraziare di cuore Mauro per aver dato alla luce Hellgate e per averci ridato la voglia di spaccare tutto! MITICO!!!

8) Durante questo periodo di stasi avete mai pensato di mollare tutto?

(Giulio) Più che per le vicende legate all’etichetta, io ho pensato di mollare quando ho visto alcune “sporche” fatte da persone che evidentemente non ci amano molto. Gente che ti firma il guestbook col loro nome dicendoti che gli piaci un sacco e dopo un minuto rifirmano con uno pseudonimo per coprirti di fango… Il tutto credendo che nessuno se ne accorga… Queste cose fanno male da un lato perchè capisci che ci sono persone che ti attaccano deliberatamente, ma da un lato ti fa piacere perchè capisci che la direzione in cui navighi è quella giusta. Io sono per le critiche costruttive e per i commenti smaliziati e fatti per migliorare e non per sputtanare. Se un gruppo non mi piace non lo ascolto e non vado sui loro spazi per insultarli. Queste cose fanno venire voglia di mollare…

9)Avete in cantiere qualche novità da proporci per i prossimi mesi? Per esempio già si parla di 20 (venti!!!) nuovi pezzi già pronti ad essere prodotti…

(Giulio) Si, abbiamo poco più di venti nuovi brani praticamente già finiti che richiedono solo un lavoro di arrangiamento. Diciamo che lo stile è rimasto lo stesso ma alcuni brani hanno delle soluzioni nuove per noi. Abbiamo iniziato la pre-produzione nell’Old Ones Studio di Arona di nostra proprietà e la cosa ci terrà impegnati fino all’inzio del nuovo anno. Poi dovremmo rilasciare un nuovo EP, non sappiamo ancora se autoprodotto come Slave of Vengeance o sotto la nostra etichetta, si vedrà!

10) Torniamo ad Hellgate: avete tutto il tempo a disposizione per parlarci di qualche curiosità relativa ai 10 pezzi che compongono l’album: qual è stato per esempio quello più difficile da partorire, quello che preferite suonare live oppure il vostro preferito in generale…

(Sandro) Uhm, credo che il preferito dall’intera band sia “The Haunter Of The Dark” a pari merito con “Bones and Evil”. Dal vivo ha un impatto notevole “Skull Knight Ride” come mid-tempo. Quello più difficile da partorire probabilmente è stato “Dust in the Wind” in studio poiché è un brano anomalo per noi, che non so se avrà un seguito. Paradossalmente “In Void We Trust” brano più lungo e complesso è nato nel giro di pochi giorni prima di entrare in studio… Anzi non era nemmeno previsto per Hellgate!

11) Forse non tutti sanno che i Bejelit non sono una band alle prime armi e conseguentemente inesperta: volete fare un breve excursus sui singoli trascorsi musicali di ognuno di voi?

(Sandro) L’errore che fanno in molti, è considerare i Bejelit come una band senza esperienza. Da un lato è in parte vero poiché io stesso ho iniziato a suonare la chitarra quando ho fondato i Bejelit e non ho mai suonato con altre band. Idem si può dire per Fabio che ha iniziato a cantare con i Bejelit anche se ha militato in altre band contemporaneamente. Il discorso cambia per Giorgio che studiava il basso da almeno due anni prima di unirsi ai Bejelit. Daniele poi ha suonato in moltissime band tra cui i Paladine con Giulio, i Killing Kind di Novara e i Silent Eyes. Infine Giulio ha il background più vasto visto che suona da 21 anni (ora ne ha 26), ha fatto il conservatorio per pianoforte e contrabbasso, ha studiato batteria quando aveva 9 anni per poi riprenderla in mano solo per i Bejelit, ha suonato in moltissime band tra cui Pandaemonium, i già citati Paladine. Certo, i Bejelit sono spontanei nella loro composizione ma è sbagliato credere che dietro ad Hellgate ci sia solo un colpo di fortuna.

12) Molti vostri ascoltatori catalogano come power metal italico il sound dei Bejelit ma, le vostre influenze non si fermano certamente a questa categoria e ne andate decisamente fieri! Provate a spiegare con parole ciò che riuscite a trasmettere con la musica soffermandovi disquisendo su cosa rende il vostro sound così personale.

(Giulio) Non credo sia corretto etichettare i Bejelit come power-metal italico, visto siamo più tendenti al power heavy americano e visto che le tastiere da noi sono solo un leggera aggiunta e che il più delle volte si tratta di parti di pianoforte e non del solito finto clavicembalo ultra-abusato e storicamente anche sbagliato (un clavicembalo e musiche rinascimentali fanno un po’ a botte…). Le componenti del nostro sound vanno ricercate in un’alchimia che sinceramente non saprei spiegare. A dirti il vero le nostre influenze sono molto distanti dalle band alle quali ci hanno accostato. Io sono un powerista Stratovariusmaniaco anche se ascolto di tutto, Sandro va matto per i Children Of Bodom, Giorgio è un fan di Ayreon e Symphony X, Daniele è preso con Rage e con una selva di gruppi anni ’80 davvero bravi e infine Fabio è un fan degli Iron Maiden come non ne ho mai visti.

13) Il suono di ogni strumento di Hellgate, nonostante sia stato caratterizzato da una produzione con budget limitatissimo è limpido, graffiante, insomma una goduria per le orecchie. Come siete arrivati ad ottenere un risultato simile?

(Giulio) Si! Hai perfettamente ragione. Il budget era limitatissimo ma abbiamo dimostrato come con delle idee ben chiare prima dell’ingresso in studio e con le conoscenze tecniche corrette i risultati si possono raggiungere. Quando abbiamo ascoltato il primo raw-mix di Hellgate in studio siamo rimasti a bocca aperta. Non suonava per nulla come altre produzioni italiane con budget ben superiori. Era potente, cattivo e oltre le nostre più rosee aspettative. Posso dire che in studio non abbiamo usato dischi di riferimento ma ci siamo basati unicamente sull’idea che avevamo in mente per Hellgate. Da parte mia posso dire che l’ottima produzione è merito sia del fonico Al Barbero e delle doti dei miei compagni di band. Inoltre, e ci tengo a sottolinearlo, abbiamo utilizzato un banco inglese degli anni ’80 per il missaggio…e si sente no?

14) Un indubitabile punto di forza della band ed al quale faccio i miei complimenti è Giulio che, oltre a fornire una prova “deflagrante” con la sua batteria addolcisce svariati momenti dei 51 minuti abbondanti che compongono Hellgate con l’utilizzo delle Keyboards e soprattutto del pianoforte a testimonianza che è un vero e proprio musicista esperto in molti settori… Siete d’accordo con me? Ricordo inoltre i suoi trascorsi con i Pandaemonium, Giulio te la senti di raccontarci qualche aneddoto?

(Giulio) Grazie per le belle parole. La batteria è stata prodotta proprio per esaltare la pesantezza dei brani e non certo per dare una prova di tecnica o altro. Per il pianoforte mi rifaccio alla domanda di poco fa, e ti confermo che abbiamo evitato i suoni di synth che mal si sarebbero sposati con il sound Bejelit. La domanda sul musicista esperto dovresti farla ai miei soci più che a me… Da parte mia posso dirti che cerco sempre di provare soluzioni nuove ma sempre per il bene della canzone. Non credo di essere un batterista di gusto o capace di finezze, io creo solo un quinto del sound della band e quindi il mio pestare è funzionale alla buona resa del brano. Sui Pandaemonium posso dire che ci sono stati molti momenti belli, altri meno ma comunque è stato un momento importante per me. Un episodio che ricordo e che mi ha fatto morire dal ridere allora è avvenuto quando abbiamo suonato al jack Bikers di Vigevano. Alla fine di Legions degli Stratovarius che facevamo come cover un po’ più “elaborata”, un tipo si alza dal fondo sala, viene avanti verso di me tanto che mi stavo preoccupando e poi mi stringe la mano con una faccia mai vista. Non sapevo se nascondermi o essere contento. Poi alla fine della serata mi ha aspettato all’uscita, mi da la mano e mi fa ” Certo che tu non sei proprio un pirla!” …non male come complimento!

15) Attività live: I Bejelit hanno fatto decine di concerti nel nord Italia, soprattutto in Lombardia; cambierà qualcosa con l’uscita ufficiale del full-lenght? Dovremmo aspettarci qualcosa a livello nazionale? Come si sta muovendo in tal senso la vostra etichetta?

(Sandro) Per ora l’etichetta sta lavorando ad una capillare promozione per il disco. Noi nel frattempo stiamo lavorando per piazzare tutte le date che possiamo per promuovere il disco sul versante live che è il nostro punto forte. Siamo in contatto con diverse band anche in altre zone d’Italia. Inoltre possiamo fare affidamento sullo staff della Millennium Promo Agency, agenzia di booking e promozione di cui facciamo parte dall’inizio dell’anno. Speriamo al più presto di entrare nel vivo della promozione.

16) A mio parere siete un gruppo molto attaccato ad internet infatti il vostro sito ufficiale (www.bejelit.com) è costantemente aggiornato e dal quale si possono scaricare non pochi brani della band. Quanto è importante per voi questo mezzo per farvi conoscere “all’esterno”?

(Giulio) Di quello me ne occupo io, e purtroppo si vede, visto che il risultato è ancora molto lontano da quello che ho in testa. In ogni caso noi puntiamo molto sul mezzo internet proprio per la possibilità che ci da di avere un feedback quasi istantaneo da parte di chi ascolta la nostra musica.
A breve dovrebbe essere online una versione ulteriore del sito molto più bella e professionale che ci sta facendo un amico di Sandro davvero in gambissima! Speriamo vi piaccia. Colgo l’occasione di segnalare il nostro forum per tutti quelli che vogliono farsi una chiaccherata con noi:) Lo trovate nel sito nella pagina “Old News”. Presto metteremo online un altro brano ma stiamo ancora decidendo quale. Purtroppo la piaga del Peer to Peer ci ha colpiti in pieno due giorni prima della consegna nelle nostre mani del cd stesso ma abbiamo già scovato i nomi e gli IP dei responsabili in modo da combattere la cosa. Vorremmo capire chi ha tradito la nostra fiducia nel mettere in rete Hellgate prima del tempo…visto che l’abbiamo dato a pochissime persone fidate…

17) Ok ragazzi, siamo giunti alla fine della nostra conversazione! Potete aggiungere tutto ciò che volete e naturalmente salutare i lettori di Truemetal che ci leggono!

(Sandro)Grazie a te per la bella chiaccherata e a tutti i lettori che si interesseranno ai Bejelit. Non mancate ai nostri concerti e supportate la buona musica italiana!

(Giulio) Un grazie ancora alla Battle Hymns e a tutte le grandissime persone che ci hanno supportato anche dall’estero e che lo fanno ancora. Siete voi a dare la forza ad un band di superare i mille ostacoli che ci sono a fare metal in Italia! Un saluto a tutti i lettori di Truemetal.it!!! Stay heavy!!!

Beh, il mio consiglio, oltre quello di ascoltarvi “Hellgate” dei Bejelit, è quello di assemblare il loro splendido sound leggendo il fumetto del quale abbiamo ampliamente parlato. Alla prossima!