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Dimmu Borgir (conferenza stampa)

Di Alberto Fittarelli - 28 Agosto 2003 - 15:38
Dimmu Borgir (conferenza stampa)

I Dimmu Borgir sono destinati a fare discutere, ma anche a sfornare dischi come l’imminente Death Cult Armageddon, indiscutibilmente un disco di grande qualità, con alle spalle una lavorazione curata nei minimi dettagli. In un hotel di Milano si è quindi svolta la conferenza stampa con due membri storici della band, il cantante Shagrath ed il chitarrista Silenoz, che non si sono tirati indietro neanche di fronte a domande sulla loro attitudine… ecco cosa ci hanno detto:

– Iniziamo parlando del titolo del vostro nuovo album. Come in tutti gli album precedenti, ad eccezione di “Stormblast”, ha un titolo composto di tre parole: è una vostra precisa scelta?

(Silenoz) Sì, ovviamente è una nostra scelta, c’è un significato simbolico dietro al titolo dell’album. ‘Death Cult Armageddon’ vuole esprimere la tendenza dell’uomo ad autodistruggersi con guerre e conflitti in tutto il mondo; il titolo è quindi direttamente collegato al tema di fondo sia dei testi che della musica contenuti nel disco.

– Credo che questo sia il disco più violento ed estremo, nochè complesso a livello di strutture, della vostra carriera…

(Silenoz) Sicuramente. C’è un sacco di materiale da scoprire volta per volta, e da divorare letteralmente…
(Shagrath) Allo stesso tempo, è un album di grande impatto e non troppo sofisticato; nonostante ciò, bisogna ascoltarlo diverse volte per poterlo apprezzare a fondo. Ci sono un sacco di strumenti ed arrangiamenti complessi da riconoscere ed apprezzare, questo è il motivo.

– Tornando al tema lirico del disco, dobbiamo pensare che i tempi che stiamo vivendo ora siano una sorta di preludio all'”Armageddon”, alla fine del mondo?

(Silenoz) Oh sì, noi la vediamo così. Stiamo andando verso la distruzione di noi stessi, ed è solo colpa nostra.

– C’è un vero e proprio concept dietro l’album? Se sì, di che cosa tratta, esattamente?

(Silenoz) Non c’è un specifico concept, ma i testi girano sempre intorno agli stessi argomenti, che in fin dei conti sono quelli di cui si parlava prima…
(Shagrath) Bisogna considerare che ci sono anche tematiche in linea con quanto proposto dal black metal, quindi attacchi alle religioni, e così via…

– L’album sembra essere più vario dei lavori precedenti, e ci sono anche canzoni più sperimentali come “Blood Hunger Doctrine”: potete dirmi qualcosa in più, a riguardo?

(Silenoz) Sì, volevamo una canzone che si distinguesse dalle restanti, un po’ come “Puritania” nell’album precedente… e “Blood Hunger Doctrine” ricopre questo ruolo, fondamentalmente.
(Shagrath) Inseriamo sempre una conzone che spicchi nel resto del materiale che componiamo… la cosa serve a dare una maggiore varietà alla musica. Se avessimo sempre lo stesso tipo di composizione, lo stesso approccio nei confronti della musica, annoieremmo gli ascoltatori, oltre che noi stessi…

– Cosa ci potete dire dell’artwork di copertina? Qual’è il significato di quest’immagine?

(Silenoz) È una cover più semplice delle precedenti, molto diretta. È oscura e fredda; abbiamo voluto noi un’immagine così, per colpire immediatamente chi la vede.

– Parlando dell’uso dell’orchestra, questa volta avete usato molti più fiati, come trombe e corni, rispetto ai dischi precedenti: come mai?

(Silenoz) Abbiamo avuto più soldi questa volta! (risate, ndr) Ci siamo potuti permettere una vera orchestra e una maggiore quantità di tempo per poter arrangiare alla perfezione il tutto.
(Shagrath) Le parti orchestrali sono state create insieme al direttore della Filarmonica di Praga, così abbiamo potuto lavorare su ogni singola sezione con un vero professionista; le registrazioni delle parti orchestrali hanno occupato due giorni interi, ne è valsa la pena…

– Avete mai pensato di fare un tour con l’orchestra?

(Silenoz) Sarebbe troppo dispendioso, basta pensare alle difficoltà: far suonare bene un’orchestra dal vivo è molto più difficile che fare la stessa cosa su disco…

– Galder, il vostro chitarrista, è anche il leader degli Old Man’s Child. Quanto pensate che la musica di questo gruppo abbia potuto influenzare il nuovo album dei Dimmu Borgir?

(Shagrath) Credo per nulla. Galder ha un suo stile particolare, un suo personale modo di suonare la chitarra, con i Dimmu Borgir come con gli Old Man’s Child: ma si tratta di musica diversa, così come diverse sono le bands.
(Silenoz) Ha due approcci diversi con le due band: poi Dimmu e Old Man’s Child hanno una base musicale comune, quindi si possono trovare delle somiglianze, ma è tutto qui.

– Però ha scritto gran parte della musica per il nuovo album, mentre in ‘Puritanical Euphoric Misanthropia’ non era stato autore di una parte così grande di musica…

(Silenoz) Sì, questo è vero, ma non credo comunque che esista un’influenza degli Old Man’s Child su questo disco.

– Quali sono i compositori classici che vi hanno ispirato nella composizione delle parti orchestrali?

(Silenoz) Forse sarebbe una domanda più adatta al nostro tastierista. Per parte mia ascolto un po’ di musica classica e diversi compositori, ma le parti orchestrali sull’album sono comunque tutte create da Mustis…

– Molti musicisti black metal hanno una serie di progetti paralleli (e spesso lontani dal black metal stesso), che sembrano spesso un modo per esprimere appieno la loro creatività. Quale pensate sia la ragione? Forse il black metal è ormai un genere chiuso, senza possibilità di ulteriore evoluzione, e quindi c’è chi deve cercare stimoli all’esterno?

(Silenoz) Sinceramente non vedo come le due cose possano essere correlate… probabilmente si tratta semplicemente del fatto che i musicisti black metal hanno tante idee da poterle esprimere solo attraverso i side project… nulla di più.

– Sul disco avete anche la pertecipazione importante di Abbath degli Immortal…

(Shagrath) Beh, amiamo tutti gli Immortal da un bel po’, e col tempo li abbiamo conosciuti, diventando amici di Abbath. Mi piace molto il suo modo di cantare, così gli abbiamo chiesto di partecipare all’album ed ha accettato, tutto qui…

– E cosa pensate del loro split?

(Silenoz) Ovviamente ci dispiace tantissimo, ma non abbiamo ancora avuto modo di parlare con Abbath, così non sappiamo quali siano i motivi, in realtà…. È sicuramente un peccato, però credo che abbiano fatti bene a lasciare tutto all’apice della loro carriera e del loro successo…

– Sull’album è presente come bonus track anche la cover di un pezzo dei Bathory, Satan My Master. Come mai questa scelta, e cosa pensate di questa band e di tutte quelle band che, ancora oggi, continuano a suonare “true” black metal?

(Shagrath) Naturalmente siamo tutti dei grandissimi fan dei Bathory, e in generale ci piace molto di più ascoltare le benads ‘vecchio stile’, piuttosto che le nuove. Dato che nella nostra carriera abbiamo sempre proposto cover di gruppi heavy metal, per questo disco abbiamo deciso di provare qualcosa di nuovo…
(Silenoz) I Bathory sono forse il gruppo black più significativo della storia del genere, per cui si è trattato di un nostro riconoscimento a quanto fatto da loro.

– Abbiamo parlato di “black metal” per tutta l’intervista: quanto vi sentite ancora dentro alla scena?

(Shagrath) Noi siamo ancora una black metal band. Il fatto di vendere molto più di altre bands black metal non significa ch sia cambiata la nostra attitudine.
(Silenoz) Anche perché non abbiamo alcun controllo sulla quantità di dischi che vendiamo…
(Shagrath) Non ci interessa quel che dice la gente di noi, non ascoltiamo le cazzate che molti sparano sul nostro conto; a noi interessa semplicemente fare quello che facciamo, e basta.
(Silenoz) Siamo dei musicisti che lavorano duro, scrivendo il proprio materiale e basta. Poi quello che dicono su di noi non è affar nostro…
(Shagrath) Ci sono un sacco di band che parlano di attitudine black metal, di underground, poi magari hanno un sito attraverso il quale pubblicizzano e vendono la propria musica in tutto il mondo… E poi magari sparlano pure di noi, ma solo perchè vendiamo più di loro! a non interessano, si tratta di gente destinata a sparire in fretta senza lasciare tracce.

– So che al nuovo album verrà abbinato un DVD-audio… potete dirci cosa troveremo su di esso?

(Silenoz) Non lo so! (risate, ndr) E’ tutto in mano alla label, in realtà, ma si tratterà probabilmente di materiale speciale, come versioni differenti di pezzi presenti sul CD…
(Shagrath) Sarà contenuto nella versione ‘box’ del nuovo album, conterrà forse pezzi del disco con un mixaggio diverso, pezzi speciali, ecc…

– Cosa pensate dell’uso e dello scambio di MP3?

(Shagrath) Non mi piace. Penso sia pericoloso per l’intero sistema musicale, non solo per un singolo artista…
(Silenoz) Il budget di una band dipende dal numero delle vendite: quindi se un disco viene scaricato invece che comprato c’è il rischio che il gruppo abbia un budget ridotto e, quindi, possa offrire un prodotto molto inferiore rispetto a quello di una band che vende bene. E’ un problema per gli stessi fans, a pensarci bene…

– Parlando del budget, è importante per voi avere una grande quantità i denaro a disposizione per i vostri dischi?

(Shagrath) Per fare grandi dischi ci vuole spesso un grande budget… ovviamente per i Dimmu Borgir è importante, perchè la nostra musica è complessa e richiede spese a volte elevate.

E qui termina la discussione coi due musicisti: ora attendiamo la pubblicazione del nuovo disco e soprattutto di poterli vedere in concerto nel tour che toccherà l’Italia ad Ottobre, avendo come ottima band di supporto gli Hypocrisy.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Paola Bonizzato