Europe, Roma – 24/01/2007
Parole di Serena DeMaio. Foto di Mauro Gelsomini.
Era il 1992 quando il “Prisoners in Paradise World Tour” segnò la fine degli Europe;
ed era l’ottobre del 2004 quando con “Start From The Dark” il sogno di molti per l’attesa reunion si è concretizzato.
Oggi, a breve distanza dal giorno che li ha visti per la prima volta dopo 12 anni di nuovo insieme sul palco, bussano alla porta col loro nuovo lavoro intitolato “Secret Society”, un omonimo tour, buona parte dell’Europa da toccare, e la storica line-up che vede Joey Tempest alla voce, John Norum alla chitarra, Mic Michaeli alle tastiere, Ian Haugland alla batteria e John Leven al basso.
24 gennaio 2007, è la serata della nostra Capitale, e lo scenario è il Teatro Tendastrisce di Roma.
Dopo il support act degli italiani Mantra, il classico buio sul palco e le classiche urla della folla in fibrillazione accolgono gli Europe, che subito attaccano con “Love is not the Enemy” e “Always the Pretenders”, binomio efficace per presentare il nuovo album, per poi regalare un primo flash back al 1988 con una insolita “Superstitious” da “Out of This World”,con tanto di intramezzo “No Woman No Cry” di Bob Marley, fino a raggiungere gli esordi con “Seven Doors Hotel” del primo disco.
Un frontman visibilmente divertito, e tante persone caricate da pura energia, aprono i battenti per un ritorno a “Secret Society” con “Let the Children Play” e “The Getaway Plan”, preludio per due soli: uno affidato al basso, l’altro alle tastiere.
Il concerto procede tra i consensi dei fan, il loro amore incondizionato, e le improvvisazioni di Joey Tempest e John Norum: sorte di “duelli” voce-chitarra, che strappano sorrisi qua e là tra la folla, e che sicuramente dimostrano un vocalist – anche se non in piena forma – più sciolto, a dispetto della tensione che traspariva nei primissimi attacchi della serata.
Pausa e silenzio seguono, una chitarra acustica in fase di accordatura, e il cuore di tutti suggerisce un solo pensiero: “Carrie”.
E “Carrie” sia.
In acustico, con un grande coro affidato al pubblico, viene suonata una delle ballad anni ’80 più classiche in assoluto, con un Joey Tempest che figura, oltre che come accompagnatore, con qualche intervento utile a rimettere in riga i neocantanti un po’ fuori tempo, fino a concludere la canzone con tanta soddisfazione negli occhi.
Piacevoli minuti, bene organizzata l’acustica, chitarra forse troppo alta rispetto agli altri strumenti, ma nel complesso buono.
Da qui in poi, la velocissima discesa verso la conclusione, con un altro estratto dall’ultimo disco, segue “Time has Come” dal famosissimo “The Final Countdown”, e piccola pausa per la presentazione della band, con un’ottima prova di John Norum in un interessante solo di chitarra.
Ancora equilibrio tra pezzi dal nuovo album e pezzi ben più vecchi, che si alternano a incastro, per un risultato bilanciato che non fa che incuriosire e stupire sempre più i presenti, che alle prime note di “Rock the Night” appaiono visibilmente più disinibiti.
A “spegnere” un po’ il fuoco ci pensa “Got To Have Faith” dal penultimo lavoro, ma si rivela ben presto tutta fatica inutile, in previsione delle seguenti “Cherokee” e, come farla mancare, per la chiusura dei sogni di ognuno, l’ideale e più che attesa “The Final Countdown”, che con la sua inconfondibile intro di tastiera ha regalato la sensazione di rivivere gli anni ’80, e la consapevolezza di vedere suonata dagli Europe la loro vera hit, un fenomeno, un plurimo disco di platino, una canzone che tutti conoscono, e che nessuno può dimenticare.
E magari una canzone che ha racchiuso da subito in sé quello che sarebbe stato il futuro degli Europe, dallo scioglimento al ritorno…
“We’re leaving together, but still is farewell, and maybe we’ll come back, to earth who can tell?
I guess there is no one to blame, we’re leaving ground..
Will things ever be the same again ?”
Setlist:
- Love is not the enemy
- Always the pretenders
- Superstitious
- Seven doors Hotel
- Let the children play
- The getaway plan
- Bass solo – Flames
- Keyboard solo – Sign of the times
- Carrie
- Brave and beautiful souls
- Time has come
- Band presentations – Guitar Solo
- Girl from Lebanon
- Start from the dark
- Yesterday’s news – Drum solo
- Rock the night
Encores:
- Got to have faith
- Cherokee
- The final countdown