Vario

Falkenbach (Vratyas Vakyas)

Di - 14 Giugno 2005 - 15:10
Falkenbach (Vratyas Vakyas)

Ci sono artisti che dimorano per lungo tempo, silenti, dietro un alone quasi di mistero, per poi, di tanto in tanto, pubblicare un capolavoro. È il caso di Falkenbach, progetto dietro cui si nasconde un genio chiamato Vratyas Vakyas.

È un grande piacere per me far parte della ristretta schiera di eletti che hanno avuto la possibilità di poter intervistare una simile figura, ed è un onore per TrueMetal ospitare, sulle proprie pagine, le parole di una colonna portante del viking-folk più epico ed evocativo, di un personaggio lontano dalla mondanità e dalla trivialità di una scena metal sempre più frenetica, stracolma di news, eventi e pubblicazioni…

Ave Vratyas, Come va? Sono davvero felice che tu mi abbia concesso la possibilità di intervistarti, è davvero un piacere immenso per me, ti ritengo un genio…
Innanzitutto grazie per le belle parole. Al momento sono molto impegnato, ma tutto sommato direi bene…
 
So che sei al lavoro sul materiale per il nuovo album… come procedono le cose?
Esatto, al momento sto lavorando sul materiale per il nuovo album. Al momento ho 9 pezzi per una durata di 50 minuti, ma non so se li metterò tutti sull’album, dipenderà tutto da come suonerà il risultato finale. Al momento non saprei cosa altro dirti…

Cosa dobbiamo attenderci? Cosa puoi dirmi sui testi? Cambiamenti? Dannazione sono infinitamente curioso…
Cosa aspettarsi… è una domanda complicata, è difficile dire come sarà il risultato finale. Alcune canzoni faranno ritornare la mente ai vecchi tempi, ma come sempre ci sarà una differenza tra questo nuovo album e quelli passati, anche se resterà comunque un tipico album di Falkenbach. Sui testi non c’è molto da dire se non che gli argomenti resteranno sempre quelli che accompagnano Falkenbach dall’inizio.

Dove trovi l’ispirazione? La tua musica è così piena di magia, così ricca di antichi sentimenti, così… evocativa…
L’ispirazione nasce dall’ispirazione stessa. È strano da spiegare ma non ho bisogno di posti specifici o pratiche specifiche. L’ispirazione giunge quando è il momento giusto per farlo, non mi siedo pensando a cosa fare, tutto è pura ispirazione senza alcun tipo di compromesso. A qualcuno questo potrà sembrare qualcosa di filosofico, ad altri di religioso. Alla fine l’incognita è cosa crea l’ispirazione e da dove giunge…

Come procedi di solito per scrivere i tuoi pezzi? Quali sono le prime parti a essere composte?
Dipende da canzone a canzone. Solitamente parto dall’idea di una melodia che mi ritrovo in testa, il più delle volte senza suonare nulla. Non mi metto mai a sedere con una chitarra per trovare qualche melodia nuova se non ho già un’idea in mente.
 
Cosa pensi della morte di Quorthon? Penso che Bathory sia come un padre per chiunque decida di fare viking metal, concordi?
Non lo conoscevo di persona, quindi su di lui non posso dirti nulla. Conosco la sua musica, ma questo non vuol dire conoscere l’uomo.  Non saprei dirti nemmeno in che modo lui abbia influito sulle alre band, perché onestamente non me ne sono mai curato. Bathory è stato ed è una delle band più importanti del genere, ha giocato e gioca un ruolo fondamentale nell’ispirare molti gruppi, ma non penso si possa allargare il discorso a tutte le band. Per me Bathory era morto già prima della scomparsa di Quorthon…

Oggi la tua musica mi pare sia molto vicina ad album del Bathory epico come i Nordland o Twilight Of The Gods… credo che tu sia l’unico in grado di raccogliere l’eredità di Quorthon e tenerla viva. Cosa pensi a riguardo?
In verità, non ne ho idea. Probabilmente dipende dal fatto che per chi ascolta oggi Falkenbach, Bathory ha giocato un ruolo fondamentale. In ogni caso non è mia intenzione portare avanti quello che altri hanno cominciato, Falkenbach è semplicemente quello che è, e si trova attitudinalmente lontano da quello che Bathory è stato. So che per alcuni Falkenbach oggi è quello che Bathory sarebbe dovuto essere, ma bisogna ricordare che Bathory è stato molto più importante per loro che per me…

Cosa pensi della scena metal di oggi, specialmente di quella folk e viking.
I miei contatti con la scena sono rari, non sono quindi il più adatto a rispondere a questa domanda. Col passare del tempo posso dirti che la musica è sempre più legata e guidata dagli interessi delle label e dai magazine. Tutto è legato al business e tutti giochiamo un piccolo ruolo in questo. Ho provato a fare qualcosa di diverso con la mia etichetta, la  Skaldic Art, e posso dirti che entrare nella scena ti toglie tutte le illusioni velocemente. La corruzione è dentro ciò che i magazine chiamano “fatto dai fans per i fans”, e questo succede anche per molte delle case discografiche. Ritengo questo sistema una merda, e continuerò a fare quello che penso, costi quel che costi.

La cultura pagana e i suoi poemi sono soltanto un hobby, un ingrediente della tua musica, o la religione ha un ruolo importante nella tua vita?  Come mai ti sei avvicinato alla mitologia pagana?
Fa parte della mia educazione e va oltre un semplice hobby, è parte della mia vita e di me stesso. Ha certamente un ruolo profondo, altrimenti Falkenbach sarebbe stata una fottuta poser-band che avrebbe giocato sui clichés come di questi tempi fanno tante altre band. Tutto quello che faccio lo faccio con sincerità, basandolo su quello che provo e sulle mie credenze.

Credi nella vita dopo la morte?
Sì.

Cosa pensi di quelli che usano la religione per influenzare e controllare le persone e il potere politico?
Si fottano. La religione può influenzare le persone, e può essere una parte importante della vita, una base per pensare e agire, ma questo solo finchè rimane una scelta, non un obbligo o un’imposizione: mai dovrebbe essere un modo per controllare la gente.

Parole sagge. Io ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso e per a tua disponibilità, è stato un onore. L’intervista finisce qui, puoi concludere come meglio desideri.
Quando vorrai chiedermi altro, sentiti completamente libero di farlo. Ti ringrazio per il supporto. Un saluto.

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini