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Funera Edo (Strid)

Di Daniele Peluso - 19 Marzo 2013 - 17:14
Funera Edo (Strid)

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Funera Edo: un nome nuovo nella scena musicale italiana. Come presenteresti la band a chi non vi conosce ancora?
Funera Edo è una realtà black metal italiana presente dal  duemila circa. La band nasce nei dintorni del riminese ed è stata fondata da Maliher ed Erebo. Nel corso degli anni la formazione ha subito vari cambiamenti  e di conseguenza  la musica stessa pertanto ciò che balza all’orecchio dal primo demo fino ad ora è l’evoluzione delle sonorità e delle tematiche. Il nostro nome, Funera Edo appunto, significa testualmente “Seminare morte”, una morte intesa come inizio della rinascita, un concetto che si fa presente continuamente nell’album perché parte integrante della filosofia del gruppo. La formazione è composta da Erebo (voce), Maliher (batteria), Ouroboro(basso), Turms (chitarra) e Strid (chitarra e voce).

Un demo, uno split con gli Inner e la pubblicazione del primo album. Quali sono state le tappe che vi hanno portato alla release del primo disco?
Durante l’uscita dello Split con gli Inner stavamo testando la nuova formazione: io ero entrato da poco come chitarrista live e l’apporto di una seconda chitarra aveva arricchito non poco il suono della band. Oltretutto Turms aveva già composto da tempo alcuni brani di “De bello…” e li facevamo già dal vivo quando il full lenght era ancora in fase embrionale e il risultato ci piaceva moltissimo, il mescolarsi delle melodie  di due chitarre riusciva ad evocare atmosfere uniche. Pertanto, entrando come membro effettivo  nella band ,mi sono buttato a capofitto assieme al resto del gruppo nella composizione del materiale per “De bello…”. La maggior parte delle idee è stata  partorita da Turms, il tutto è stato poi riarrangiato, c’è stato un completo lavoro di collaborazione tra tutti i membri della band, un lavoro durissimo che ci ha tenuto impegnati non poco ma che alla fine ha prodotto il risultato sperato. Un risultato che grazie alla collaborazione con la Lo-Fi Creatures si è tramutato nel nostro primo Full lenght.

De Bello Heroica: come desciveresti il vostro debutto e la vostra musica? Oltre alla banali ‘schedature’ buone solo per le etichette discografiche o per i discorsi da bar dello sport insomma…
Il nostro debutto, a mio parere e a quanto ho potuto riscontrare da recensioni ed opinioni, è stato l’equivalente di uno scossone, un calcio in culo. Abbiamo sempre creduto nella potenzialità dei pezzi e la critica nei confronti di “De bello…” ne è stata la prova,  lo dico senza falsa modestia e ne vado fiero come il resto della band. La nostra musica la definisci di sicuro black metal, per andare, diciamo, sul sicuro. Approfondendo, le nostre sonorità non sono nient’ altro che l’espressione di quel che abbiamo dentro, la fusione di uno spirito combattivo assieme alla melodia che cerca di destare la mente umana dal torpore odierno.  Puntiamo alla rinascita combattendo con le armi che ci sono concesse per smembrare i futili dogmi di cui ormai la nostra mente è ormai vittima da troppo tempo. La nostra musica, per concludere, è un inno alla guerra spirituale.

Il disco in questione, curato nei minimi dettagli, è decisamente ‘atipico’ se non altro a livello grafico. Il tutto mi ricorda da vicino il movimento artistico/intelletuale modernista. è un accostamento in qualche modo veritiero, o sono fuori strada?
La grafica del disco è stata curata totalmente da Sator, artista di una potenzialità incredibile. Essendo stato ispirato dalla nostra musica ne ha riversato il concetto su tela e questo è il risultato. La corrente moderna del futurismo e, nel nostro caso, dell’archeofuturismo  era ottima per esprimere il significato, a livello simbolico, di quel che volevamo comunicare e grazie a Sator ci siamo riusciti appieno. La copertina emana forza, luce, combattività, significati propri del concetto di rinascita, riscoperta, una nuova alba.

Ammesso e non concesso che ci abbia preso, ultimamente in Italia c’è un movimento Black che sembra essere orientato decisamente su temi ‘politici’ che, anche se con risvolti filosofici importanti, sempre politicamente schierati restano. Come vedi queste realtà? Pensi che la politica sia una cosa ‘utile’ al movimento black italico, o un freno che può ostacolare la band ne usa/abusa?
Ormai da tempo circolano realtà black metal schierate politicamente nel nostro paese ma, se devo dirti la pura verità, non saprei come vederle perché nonostante il loro messaggio (schietto o meno) tendo a sentire ciò che hanno da dire musicalmente.   L’arte è politica, tutte le forme di arte rispecchiano nel loro piccolo la politica, la politica fa parte del mondo di tutti i giorni, ci viviamo dentro. Quello che vedo  è un partitismo, far parte di un certo movimento piuttosto che di un altro e per quanto mi riguarda lo vedo come un rischio a livello concettuale, cerco di spiegarmi: l’italicità, l’appartenenza e l’adorazione delle proprie radici può permettersi di andare oltre i vari filoni partitici perché la cultura fondamentalmente è conoscenza. La conoscenza fa parte di un processo che deve cominciare e non avere mai fine, deve esplorare ovunque e non avere confini.  Rinchiudere la propria ispirazione in “quattro mura” può essere deleterio e automaticamente la frenerebbe fino a farla morire. Il nostro essere apartitici fa parte anche del nostro modo di essere, siamo fieri di quel che suoniamo, di far parte di una realtà italiana ma non per questo accostiamo la nostra musica ad un determinato filone partitico.  Siamo realisti, consci del fatto che il mondo stà andando a rotoli e l’unione fa la forza. Rinascere è andare oltre le congetture e gli schemi mentali,  potrei richiudere tutto il concetto in un’unica frase, una citazione dal testo del nostro pezzo “Si vis pacem para bellum”: “Oltre l’uomo, oltre la morte”.
Parlando di Black, quale è stata la molla che vi ha fatto decidere di intraprendere un percorso artistico proprio in questo affascinante genere? Avete avuto specifiche influenze che vi hanno ispirato?
-Strid- : il black metal è ciò che sappiamo suonare,  reputo sempre che sia la musica ad impossessarsi di te e non il contrario.  Il black metal è un genere che prima di essere suonato deve essere sentito, dentro. Se non lo porti dentro puoi essere il più tecnico del mondo ma non riuscirai mai a metterci quell’enfasi che gli serve per prendere vita. Ognuno affonda le sue radici, le sue influenze nel black metal anni 90, radici che poi si diramano prendendo le loro strade. Nel gruppo ognuno spazia in varii generi, nel mio caso passiamo dal metal più estremo per arrivare al rock, il blues, molta musica sperimentale. Maturando la testa và da sola e ti dice cosa vuole ascoltare quindi spazi dai Drudkh ai Katatonia per arrivare ai Criptopsy e terminare con Jonny Cash.  Poi, come il tutto si riversi nella nostra musica, è un concetto che, personalmente, mi rimane ancora oscuro!

Black Metal e mondo underground: è complicato per una band emergere dall’anonimato, e se si per quali motivi?
Black metal e underground vanno da sempre a braccetto ed è una cosa che adoro. Il panorama underground di questa musica è fittissimo, vastissimo e naturalmente, farne parte, significa essere una goccia in mezzo all’oceano.  Emergere dall’anonimato diventa difficile quando riproponi quello che è stato fatto e strafatto senza un minimo di personalità, di inventiva. Il black metal si è sviluppato tanto in questo decennio e ha sfiorato confini che ritenevo impensabili ma la matrice di questa musica la conoscono tutti gli intenditori del genere.  Rimanere nell’underground può farti però diventare “Cvlt”, osare ti può far anche smerdare e cadere nell’abisso dei dimenticati. Ritengo che la maggior parte delle band che suonano questo genere siano consapevoli di quello che vogliono, parlo soprattutto di quelle band che suonano il cosiddetto “true black metal”. Non suoni questo genere per la fama e per i soldi, solo per passione. Chi prova a prendere un po’ da una parte e un po’ dall’altra, per sfondare, si riconosce e non ha vita lunga, chi trova quella punta d’ispirazione per emergere proponendo qualcosa di innovativo deve combattere per riuscire e non deve di certo adagiarsi sugli allori una volta ottenuto quel che voleva. Oltretutto il black metal ha dalla sua un pubblico così vasto e diversificato che per emergere vuol dire che hai toccato più o meno i cuori di tanti elementi diversi tra loro e la strada è dura, intricata e piena di buche.  Alla base c’è il voler suonare per passione e per se stessi, il resto viene dopo e credo che in questo genere musicale la cosa balzi all’occhio e all’orecchio.

Spesso, per una questione di immagine e diffusione della propria musica, molte band sopratutto all’inizio utilizzano la rete come fonte primaria di promozione anche, spesso, ‘regalando’ al popolo della rete il proprio lavoro. Come vi ponete dunque, rispetto questo tipo di atteggiamento e, più in generale, verso il complesso mondo del file-sharing?
Ben vengano la rete ed il file sharing. Non lo vedo come un discorso contro produttivo, la rete ti permette di far girare la tua musica per il mondo a “costo zero”!!! Con i tempi che corrono ormai nessuno, credo, tende a comperare un album ad occhi chiusi. Gli amanti del cd o del vinile magari prima scaricano un album per poi decidere se comperarlo o meno e non ci vedo nulla di male. Mi sono preso molte delusioni a “scatola chiusa” e grazie alla rete anche io ho potuto valutare i miei acquisti e non solo. Tutti nel nostro pc abbiamo almeno un album scaricato e magari non lo abbiamo comperato, ma il gruppo dell’album lo siamo andati a vedere dal vivo perché ci è piaciuto musicalmente.  Magari può limitare la vendita dei cd ma funziona meglio di qualsiasi passaparola ed è tutto di guadagnato perché chi ha l’opportunità di vederti dal vivo ci andrà senza problemi e magari comprerà lì il tuo album o quello dei gruppi che hanno suonato con te. La rete telematica è stata manna dal cielo e quello che si stà creando è una rete tra gruppi e pubblico e la cosa mi gasa moltissimo, se siamo tutti sulla stessa barca allora tanto vale godersela e prenderla nel migliore dei modi possibile.

In conclusione avete tutto lo spazio che ritenete necessario per conclude questa intervista…
Ringrazio lo staff di True Metal a nome di tutta la band, tutte le persone che ci sono venute a supportare durante i live, i nostri amici , la Lo-Fi Family, TUTTA e la MoonlightMafia per averci fatto entrare all’interno di una realtà unica della quale siamo orgogliosi di far parte. Tutti i gruppi con cui abbiamo suonato durante questi anni e tutti quelli che mi sono dimenticato!

APRITE LA VOSTRA MENTE, BOICOTTATE L’IGNORANZA.