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Godslave (Gnomos)

Di Daniele D'Adamo - 18 Aprile 2011 - 18:57
Godslave (Gnomos)

Freschi di debutto col discreto “Into The Black”, i tedeschi Godslave vogliono provare a ritagliarsi il proprio spazio vitale in una scena affollata e competitiva ma ancora senza veri leader. Sentiamo cos’ha da dirci Gnomos, chitarrista e principale compositore della band dedita a un thrash più a stelle e strisce che teutonico.

Ciao ragazzi! Per iniziare quest’intervista, vi andrebbe di presentarvi ai nostri lettori?
Ciao amico! Allora, la line-up è composta di due chitarristi, Bernie ed io, Blitz al basso, Tobi dietro le pelli e Thommy al microfono. Questa formazione è stabile dalla fine del 2007, a eccezione di Tobi che si è unito a noi dopo un paio di cambi di batterista avvenuti lo scorso anno.

Quali sono i passi che vi hanno portato alla pubblicazione di “Into The Black”?
In seguito all’EP “Out Of The Ashes” abbiamo iniziato a scrivere nuovo materiale e c’è stato bisogno di un bel po’ di tempo perché abbiamo voluto prenderci il nostro tempo per scrivere le canzoni nel modo migliore possibile e senza essere sotto pressione. Dopodiché è stato prenotato lo studio lo scorso ottobre, e dopo un paio di settimane di registrazione e missaggio l’uscita del disco è stata programmata per il 18 marzo.

Vi siete formati nel 2000, col nome di Slavery. Come mai c’è voluto tutto questo tempo per riuscire a pubblicare il vostro primo album ufficiale?
In realtà gli Slavery non erano niente di più di un passatempo. Ci incontravamo ogni domenica nella stanza del nostro vecchio batterista e suonavamo insieme. Prima che io mi unissi agli Slavery, nel 2005, le canzoni che puoi ascoltare su “Bound By Chains” erano già state scritte e parzialmente registrate. Fino a quel momento, si suonava solo per divertirsi un po’ tra di noi. Quando abbiamo deciso di cambiare il nome (e di modificare la line-up), abbiamo anche deciso di completare quel disco per dare un segno di vita. Volevamo avere in mano qualcosa da presentare per suonare dal vivo, ecc…

Siete tedeschi, ma la vostra musica non è la copia di quella dei più famosi gruppi che suonano thrash metal teutonico. Siete influenzati dal thrash americano, vero? Nel vostro sound sento echi provenienti dalla Bay Area…
Parlo per me: ho sempre preferito il thrash americano, sebbene mi piaccia anche quello tedesco, senza dubbio. Sono più influenzato da Slayer, Testament, Metallica e Dark Angel che non da Sodom, Kreator, ecc… oltre che di thrash metal, sono appassionato di tutti i tipi di metal classico e di hard rock. E, naturalmente, tutta quella roba ha un impatto su di me e sul mio modo di scrivere canzoni!
 

 

Ascoltando “Into The Black”, ho immaginato che possa essere idealmente diviso in due parti: la prima metà dell’album è più classica, mentre la seconda contiene alcuni tentativi di sperimentare, come accade ad esempio nell’interessante break melodico di “Blood Of The Innocent”. E’ stato uno dei vostri obiettivi quello di rendere quest’album in qualche modo vario e ricco di parti differenti, rimanendo comunque nel contesto del thrash metal?
Naturalmente, è stata una cosa importante cercare di inserire un bel po’ di diversità nelle canzoni, che comunque volevamo fossero fottutamente pesanti e coinvolgenti. Per quel che concerne “Blood…”, ho cercato di scrivere una canzone che differisse un po’ dal resto del materiale. Penso che sia il brano in cui puoi sentire molte delle mie varie influenze, come l’heavy, il thrash o lo speed metal delle origini. Inoltre l’atmosfera del testo s’incastra perfettamente con quella della musica. La canzone è composta di tre livelli: all’inizio ci sono tristezza e rabbia, la parte centrale (quell’acustica) mostra disperazione e il seguente scoppio di aggressione è la parte di odio e vendetta. Ritornando alla tua domanda: era importante mantenere i brani marcatamente thrash ma con uno stile differente!

Che cosa puoi dirmi del testo di “Zombie Panic Holocaust”? Sei appassionato di film horror?
Sono un grandissimo fan dell’horror e colleziono vecchio materiale in dvd. Amo tutti i film italiani appartenenti al filone horror/gore, non ne ho mai abbastanza di quella roba malata! Anche Bernie è interessato ai film horror ed è vero senza dubbio che questo genere ha un certo impatto sui testi che scriviamo. Tuttavia, non vogliamo essere riconducibili esclusivamente a quel tipo di testi perché noi trattiamo qualsiasi argomento, tutto ciò che ci viene in mente. “Zombie Panic Holocaust” e soprattutto “Uncut Unseen Unrated” sono le nostre dichiarazioni d’amore a questo meraviglioso genere!

Com’è la situazione lì in Germania? C’è una scena metal florida?
La scena metal qui in Germania è stata ed è ricca. Ma devo ammettere che la scena nella nostra area è piuttosto strana. Quando c’è un concerto nella capitale, trovi sempre un buon numero di persone. Ma quando il concerto si tiene un paio di miglia fuori, non trovi nessuno! I ragazzi qui sanno essere davvero molto pigri, eheh…

Quali sono le vostre principali influenze? E quali sono le band che ascolti maggiormente?
Come dicevo prima ascolto tutto ciò che mi capita a tiro purché non siano presenti influenze “moderne” come le urla hardcore o riff basecap-style… se capisci cosa intendo. Non ho problemi ad ascoltare i primi Bon Jovi e i Magnum e un minuto dopo i Dark Angel, gli Evil Dead, i Morbid Angel o i Darkthrone. Penso che Kerry King e Jeff Hanneman degli Slayer abbiano avuto un impatto fondamentale su di me fin dagli inizi. Senza dimenticare le coppie d’asce nei Judas Priest, negli Exodus, negli Iron Maiden, e altri ancora.

Quali sono i vostri programmi per i prossimi mesi?
Suonare il più possibile! L’album deve essere promosso e non ci sono altri modi se non salire sul palco. Il palco è il nostro salotto! E quale altra stanza può essere migliore (ad eccezione della camera da letto naturalmente)?

Che mi dici dell’attività live? Suonare su un palco è la parte migliore del fare musica, secondo te?
È la sola e unica cosa del fare musica. Provo compassione per quei gruppi che non hanno il desiderio di uscire dalla loro sala prove, e che rimangono seduti sui loro pigri deretani… non capirò mai perché questi gruppi fanno musica. Per loro stessi? Grandiosa idea!

Ok, ce l’abbiamo fatta. Ora puoi salutare i lettori di TrueMetal.it come preferisci. Buona fortuna, e thrash on!
Ok, allora farò così! Forza ragazzi, ascoltate “Into The Black”, divertitevi e CHIAMATECI PER SUONARE! Vogliamo far baldoria con voi ragazzi!
E visitateci pure su internet, mettetevi in contatto con noi: www.facebook.com/godslaveband o www.myspace.com/godslaveband e www.youtube.com/user/godslavebernie.
Thrash that thrash that doesn’t thrash!

Luca Nattefrost Trifilio