Guns N’ Roses: Gilby Clarke, ‘sostituire Izzy Stradlin era un compito impossibile, nessuno può davvero rimpiazzarlo’
Nel corso di una conversazione su Rock Talk With Mitch Lafon, Gilby Clarke è tornato sui suoi trascorsi nei Guns N’ Roses (1991-1994) e sulla responsabilità di sostituire Izzy Stradlin. Presente con lui anche Alan Niven, ex manager della band.
Gilby: è passato qualche anno dall’ultima volta che ci siamo incontrati, eh, Alan?
Alan: giusto qualcuno. L’ultima volta eravamo in un qualche genere di show televisivo. Tu venisti a presentarti e poi facemmo una chiacchierata. Quando te ne andasti, ricordo di aver pensato che avessero avuto fortuna nel cercare un sostituto per Izzy, che sembravi un ragazzo davvero a posto.
Gilby: oh, grazie, un’approvazione dannatamente buona, perché so quanto tu fossi vicino a Izzy e, ovviamente, quanto fosse importante per la band. Da parte mia, sostituire Izzy era un compito impossibile, nessuno può davvero rimpiazzarlo. Quando iniziano i cambi in una band, la stessa può salire a un livello migliore o peggiorare, ma come minimo finisce per cambiare. Si spera nella giusta direzione. Quello era il lavoro per cui ero chiamato e sono felice di averne fatto parte.
Alan: eh sì, ho pensato proprio che fossero stati fortunati a trovare un sostituto dal genuino animo rock’n’roll. Per me Izzy era il centro di gravità della band. Sentivo che il suo approccio e la sua attitudine erano ineccepibili.
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Gilby: quando Slash mi diede la parte, credo fosse una domenica, la domenica successiva suonavamo a Boston. Dovetti imparare tipo 50 canzoni in una settimana! E stiamo parlando del 1991, non oggigiorno che puoi prendere e guardare un video. Rimasi incollato a un mangianastri con Izzy sulla sinistra a imparare. L’unica cosa che mi interessava era imparare tutte quelle canzoni per non fare la figura del coglione sul palco. Sapevo che Izzy ed io avevamo un aspetto similare ed entrambi venivamo dalla scuola di Keith Richards e Johnny Thunder. Inoltre c’era una certa probabilità che le persone non sapessero che non ero Izzy… Comunque, erano questi, i pensieri che affollavano la mia mente.
Di seguito l’intervista completa.