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Hackneyed (Philipp Mazal)

Di Francesco Sorricaro - 6 Ottobre 2009 - 0:00
Hackneyed (Philipp Mazal)

Abbiamo intervistato il frontman della new sensation del death metal targato Nuclear Blast: i giovani, brutalissimi Hackneyed.

Philipp Mazal ci parla del nuovo nato Burn after reaping e della sua passione per i giochi di parole.


Salve Phil! Siete una band molto giovane. Molti ragazzi come voi che amano e
suonano metal possono solo sognarsi un contratto con la Nuclear Blast. La Nuke
ha da pochissimo pubblicato il vostro secondo album. Puoi raccontare ai lettori
di Truemetal come questo sogno è potuto diventare realtà per gli Hackneyed solo
pochissimi anni fa?

Hey! Come hai detto bene tu, è stato davvero un sogno che diventava realtà per
noi. Il nostro manager Achim Ostertag (mastermind del Summer Breeze Festival in
Germania) ci dette la possibilità di registrare il nostro primo album e cercarci
un’etichetta potendo contare su un CD pressoché completo! E quel promo piacque
molto alla Nuclear Blast Records…È stata una gran fortuna!!!

La Nuke sembra molto orgogliosa della propria scelta e sta facendo un grande
lavoro per promuovere il vostro nuovo disco “Burn after reaping”. Avvertite
questa forte responsabilità quando entrate in studio per registrare, oppure
riuscite a creare musica semplicemente, come era prima della firma del
contratto?

Creiamo ancora la nostra musica come piace a noi! È una bellissima sensazione
sapere che altre persone condividono con noi gli stessi gusti e apprezzano il
nostro lavoro! E sembra che anche ai ragazzi della Nuclear Blast piaccia la
nostra musica! 😉 Non provano affatto ad influenzare il nostro stile, così ogni
brano resta pura opera malata ed incensurata degli Hackneyed, hehe.

In confronto al vostro primo album “Death prevails”, ho notato una più
pronunciata ricerca della melodia (anche se celata in un mare di brutalità!),
specialmente nelle parti di chitarra. È stato un punto importante da seguire
durante la composizione dei pezzi oppure è stato un qualcosa che è venuto
naturalmente durante la registrazione in studio?

Penso che sia stato un po’ di tutto! Abbiamo guadagnato un sacco d’esperienza
dal nostro primo album! Abbiamo suonato moltissimi concerti ed incontrato molte
persone eccezionali… Credo che questo periodo abbia influenzato molto il
nostro modo di scrivere e le nostre abilità e così abbiamo provato a mettere
tutto questo nel nostro nuovo disco! Ci siamo divertiti molto ai Weltraum
Studios! Questa volta ognuno di noi sapeva già cosa fare in studio – così tutto
è risultato molto più rapido ed abbiamo avuto un po’ di tempo per sperimentare
con i brani ed il nostro sound! Corni Bartels, inoltre, è un eccezionale, oltre
che paziente, produttore e ci ha donato un suono fantastico per l’album! C’era
un’atmosfera molto creativa ed abbiamo lavorato davvero duro – a volte fino a
far tardi la notte! Ma, a parte tutto, ci siamo divertiti anche tanto, oltre ad
aver guadagnato tanta altra esperienza!!!

Che tipo di contributo ha dato a questo nuovo disco il vostro nuovo membro,
il chitarrista Juan Sierra?

Juan ha fatto qualche assolo sul nuovo disco ed ha avuto anche un paio di altre
intuizioni fighe! Ha scritto due pezzi: “Redying” e l’outro, “…after Reaping”!
Siamo davvero felici di aver trovato un sostituto così perfetto per IX.

Leggendo i titoli delle vostre tracce ho pensato che voi doveste davvero
adorare i giochi di parole! Deatholution, Home meat home; lo stesso titolo
dell’album “Burn after reaping” che cita un film dei fratelli Coen. Chi è
l’”enigmista” degli Hackneyed?

Molti dei titoli delle tracce sono nati cazzeggiando con alcuni amici. Alcuni di
questi giochi di parole erano rimasti da qualche parte nascosti nelle profondità
della mia testa e sono venuti fuori mentre lavoravo sui nostri testi. Amo molto
i giochi di parole, ma non c’è mai stata l’intenzione di creare un intero album
di quelli, hehe!

Un brano molto interessante, secondo me, è Last man on earth per le sue
atmosfere angoscianti e nere. Puoi raccontarmi qualcosa riguardo a questo pezzo
ed al suo testo?

Questo brano è un ammonimento ironico al nostro rovinoso stile di vita, che ha
effetti terribili come il riscaldamento globale, l’inquinamento ambientale e
sulla pericolosità di cose come le armi nucleari e biologiche. “Last Man On
Earth” è stata la mia prima intuizione quando ho ascoltato questa traccia per la
prima volta – e penso che si armonizzi bene con la musica!

Quali sono le vostre influenze musicali attuali e passate? C’è una qualche
band che considerate degli idoli assoluti?

Ce ne sarebbero davvero troppe da nominare, hehe. Naturalmente ascoltiamo molte
band come gli Hypocrisy, i Suffocation, i Kataklysm, i Vader, i Nile o i Dying
Fetus e queste influenzano il nostro modo di scrivere, ma ognuno di noi ascolta
anche altra musica e così non possiamo dire quali gruppi ci abbiano influenzato
maggiormente!
Di base io ascolto gruppi death metal e grindcore come Misery Index, Benighted o
Suffocation! Ma qualche volta – dopo un lungo weekend di concerti ed un sacco di
musica rumorosa e violenta – sento la necessità di altre sonorità e quindi
ascolto anche altri generi del metal o qualcosa di rock classico…

Come sta, al momento, la scena death metal tedesca? Puoi raccomandare ai fan
italiani qualche altra giovane death metal band del vostro paese?

La scena death metal tedesca è davvero in salute e cresce ogni giorno che passa!
Quasi ogni weekend c’è un bel concerto con stupende death metal band da qualche
parte! Abbiamo molte magnifiche nuove death metal band come, per esempio, i Fuck
your Shadow from Behind o gli Anima qui! È grandioso sapere che il futuro del
death metal è al sicuro! 🙂

Avete avuto l’opportunità di condividere il palco con molte grandi band, come
i Morbid Angel, per esempio. Avete mai avuto da qualcuno di questi musicisti
delle opinioni sul vostro lavoro? Che impressione vi ha fatto?

È stata una grandissima emozione condividere il palco con i Morbid Angel – gli
dei del death metal!!!
Il miglior feedback è stato di sicuro il commento di Peter Tägtgren sul nostro
primo album! È stato un grande piacere per noi incontrarlo ed essere giudicati
da un gigante del metal business come lui!

L’ultima domanda riguarda il vostro monicker “Hackneyed” (in italiano:
“ordinario, comune”, ndr). Perché e come avete scelto questo particolare termine
per rappresentare il vostro progetto artistico?

Abbiamo cercato sul dizionario qualche bel termine poco utilizzato – così
abbiamo trovato questo “hackneyed”, hehe. Ci piaceva soprattutto come suonava la
parola. E spero proprio che gli Hackneyed non diventeranno “ordinari” troppo in
fretta 🙂

Molte grazie Phil, a presto!

Grazie a te per l’intervista. Sarebbe grandioso incontrare te o qualcuno dei
vostri lettori ad uno dei nostri prossimi concerti, magari in Italia 🙂

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro