Icy Steel (Stefano Galeano)
Intervista ai sardi Icy Steel nella persona del membro fondatore Stefano Galeano, chitarrista e cantante del combo isolano, forte dei buoni responsi ottenuti dall’ultimo album As The Gods Command, sul mercato da circa metà 2010 e battente bandiera Pure Steel Records.
Buona lettura.
Steven Rich
Stefano, brevemente descrivi la storia della band e le motivazioni che ti hanno portato a creare un gruppo heavy metal di stampo ortodosso.
Ciao Steven è un onore per me e per noi Icy Steel poter rilasciare un’intervista per TrueMetal. La scelta di formare un progetto così ambizioso come Icy Steel inizia solo e soltanto per il forte amore verso un genere grande e unico come l’Heavy Metal. L’Heavy Metal è ormai la gloria di quello che ci hanno lasciato i grandi maestri del genere dei quali noi siamo amanti e cultori. Tutto si formò un po’ di anni fa, nel gennaio 2004 (anche se la band esisteva già da 3 anni circa), da una mia idea. Il batterista Alessandro Oggiano appena saputo della band, non esitò a farsi avanti e, dopo alcuni tentativi, entrò a farne parte ufficialmente. Le prove di altri chitarristi furono imminenti. Alberto Eretta fu subito dei Nostri. Mancava quindi all’appello solo un bassista per completare la formazione… Questo ruolo è subito ricoperto da Roberto Ladinetti.
La band allora nello stesso anno rilascia un demo contenente i tre pezzi “Me, River”, “Spatial Dinasty” e “Corrupted King”, tracce che si ritroveranno in ‘Icy Steel’ solo 3 anni più avanti. Concerto dopo concerto prendemmo sempre più forma proponendo all’inizio, per la maggior parte, già nostri pezzi, ma comunque anche piccoli tributi ai grandi nomi dell’Heavy Metal mondiale come Manowar, Judas Priest, Saxon, Metallica, ecc… Ci tengo a ribadire che il motore che porta avanti questa macchina è solo e soltanto la fortissima passione con un mix di inesauribile determinazione… contando che al giorno d’oggi per poter proporre un genere come l’Heavy Metal bisogna sputare davvero sangue! Non si può non mezionare il fatto che il genere che stiamo facendo non lo facciamo per accalappiarci nessuno in particolare o per diffamare nessun genere in particolare, ma anzi per un fuoco che forse neanche noi riusciremo mai a spiegare, una cosa che ci brucia dentro. Siamo dei nostalgici! 😉
Da dove deriva il Vostro nome?
Il nostro nome nasce dall’esatto incontro tra due generi strettamente imparentati come L’Heavy e l’Epic Metal. “ICY” ovvero “Gelido” e “STeel” ovvero acciaio, tutto suonava freddo, epico e heavy allo stesso tempo.. ci sembrava d’impatto e la scelta più azzeccata.
E la scelta della copertina di As The Gods Command?
La copertina di AS THE GODS COMMAND nasce in seguito alla composizione di As The Gods Command (la title track) anche perchè di fatto è la rappresentazione di quello che raccontiamo in quel brano, una sorta di sarcasmo sul perchè noi siamo cosi attaccati a certe sonorità e ad un certo genere ormai trito e ritrito, perchè infatti “sono gli dei che lo comandano” tanto per dire che è una cosa che prescinde anche da noi stessi, più grande di noi! 🙂 Nella copertina infatti si vede questo guerriero che apprende l’insegnamento divino dopo un viaggio interiore in un monte altissimo in mezzo alla natura incontaminata. Lui si rende conto che ancora è possibile sognare uno spazio in questo mondo per tutti i suoi ideali (che in questo caso sono onore, lealtà, romanticismo e tutte quelle tematiche che costituiscono la magnificenza dell’HM).
I suoi ideali sono rafforzati dalla nostra “S” (ormai un nostro simbolo), incavata nella pietra di un antico Menhir. Scelta fatta per certi versi anche a scopo di culto, continuando a far vedere la nostra determinazione e ambizione ambendo sempre al massimo, giustificando così “Icy Steel” come un messaggio divino del quale noi siamo onorati di esserne i portatori. Sia ben chiaro che non è un esempio di megalomania ma anzi di completa sottomissione e massimo rispetto alla nostra arte, che prima di tutto costruisce quello che siamo e quello che visceralmente il nostro cuore partorisce nelle nostre poetiche e composizioni.
Concordi con l’affermazione che la cover di Icy Steel, il Vostro debutto, faceva sufficientemente *******?
Si. Concordo alquanto. Anche se sarei un po’ meno duro 🙂 ah,ah,ah! La nostra prima copertina fu il frutto di un pessimo uso della posta mediatica. I propositi ti assicuro che erano tutt’altri ma quando le informazioni passano attraverso più mani, purtroppo non sempre arrivano tutte e come dovrebbero essere e per orrendi e inutili motivi di tempistica sull’uscita dell’album abbiamo dovuto “accontentarci”.
Come è nato il contatto con la Pure Steel Records?
Inizialmente creammo un nostro spazio personale su MySpace inserendo due demo tracks. Volker Raabe (Pure Steel Records) ci contattò chiedendoci più informazioni riguardo la band, e altro materiale da ascoltare. E da lì nacque subito un’intesa dalla quale arrivò la successiva proposta del contratto. Per ora con loro le cose vanno bene, c’è molto rispetto da entrambe le parti, e ci auguriamo che con l’andare del tempo molti sentiranno parlare di noi 🙂
Come vi trovate con Loro?
Fino ad ora non abbiamo di che lamentarci. Il lavoro procede professionalmente e senza particolari pressioni, possiamo dire che la Pure Steel rimarrà la casa che ci ha lanciato e che comunque ha sempre creduto in noi.
Siete una band che va a vedere anche ai concerti degli altri colleghi o no?
Assolutamente si! 😉 E’ l’anima dell’Heavy Metal ma anche dell’arte in generale. Ci muoviamo per portare il supporto Icy fin dove possiamo.
Fate caso al Vostro look o vestirvi da metalhead è una cosa, per voi, “naturale”?
Il Metallaro fa caso al proprio look esattamente come ogni persona con una personalità propria, quindi si, il nostro è uno stile di vita e nella realtà quotidiana, ci teniamo a ribadirlo, ognuno si comporta a proprio modo, ma il chiodo non manca a nessuno ;). Sul palco più che altro tendiamo a sottolineare il nostro ideale sia per un fattore filosofico che per un fattore estetico ma senza mai creare una totale uguaglianza tra noi nel modo di vestire, lasciamo che ognuno di noi sia coeso con il resto della band senza perdere la propria personalità. Sinceramente pensiamo che sia essenziale curare l’immagine di se stessi e specialmente la scena sul palco. Pur essendo un genere genuino l’Heavy Metal è sempre spettacolo ma anche e forse soprattutto movimento filosofico-culturale, con tutti i suoi canoni nel pensare, manifestare e apparire.
Quali sono le band italiane che stimate di più?
Non ci sono delle band vere e proprie anche perché la stima va ad ogni Italian Metal Band che ha ancora carattere nel proporsi al di fuori dei trend del momento. Possiamo dirvi che siamo in buoni rapporti con gran parte delle band che vanno a formare la scena sarda e italiana. La stima è una cosa che alla fine si meritano tutte queste band.
Stefano Galeano
Elencami le Vostre influenze musicali.
Le nostre influenze musicali variano davvero tanto, possiamo però dire che nel nostro stereo non mancano mai i grandissimi Metal Gods quali Judas Priest, poi Iron Maiden, Black Sabbath, Saxon, Manowar, Bathory, Metallica – e sappiamo di quali parliamo 😉 – e tutta la scena degli anni 70-80 che davvero sarebbe interminabile riportare per esteso. Ognuno di noi mangia pane e HM o, per meglio dire, pane e Rock ogni giorno della sua vita, senza dimanticare una scena un tantino più lontana ma non per questo meno heavy metal che è la musica classica, la musica celtica e anche la musica da colonna sonora (siamo tutti grandi fan del grandissimo Ennio Morricone). Siamo inoltre dei grandi appassionati di cultura antica e per questo adoriamo i suoni acustici e i riverberi naturali: molto spesso ci capita di andare a comporre alcuni dei nostri pezzi tra i prati delle nostre colline o in una spiaggia deserta davanti ad un mare burrascoso ricordando gli antichi o anche contemplando il semplice e complesso suono della natura. Per concludere possiamo dire che non manca mai del buon sano Rock ‘n’ roll e anche del Blues perchè dobbiamo anche ricordare che la cara e vecchia pentatonica è stata un ingrediente essenziale per la nascita del nostro caro Heavy Metal!
Come definiresti la situazione HM in Sardegna oggi? Locali, band, supporto, numero di metallari etc etc
Allora, l’argomento è davvero interessante e triste allo stesso tempo. Andrò per gradi. La situazione che imperversa in Sardegna esattamente come una triste calamità naturale. Credo che ci sia lo scarto più grosso per quanto riguarda il rapporto locali/band di tutta Italia: cioè che il numero dei gruppi è inversamente proporzionale al numero dei locali. In poche parole NON ABBIAMO POSTI DOVE POTER ESIBIRCI!!!
Roberto Ladinetti, l’altra “colonna” degli Icy Steel
L’Heavy Metal in Sardegna sta pian piano crescendo e sono molte le band emergenti che iniziano a darsi ad un genere così apparentemente dimenticato come questo. Sembra quasi che con l’aumento di band ci siano sempre meno locali per poter promuovere l’attività live che in Sardegna scarseggia anche per altri generi oltre che per l’HM. In breve qui da noi abbiamo i denti ma non abbiamo il pane. Il supporto si ricicla molto e molto spesso siamo noi band a supportarci a vicenda, dato che in Sardegna la demografia è molto bassa (circa 1.500.000 abitanti) e quindi è molto difficile in proporzione trovare un movimento omogeneo e soprattutto di numero elevato, anche se quei pochi si impegnano davvero. Ma penso che tristemente come gia detto in altre occasioni questo non possa mai cambiare, ma anzi soltanto peggiorare…
Avete suonato allo Swordbrothers Festival in Germania: snocciola aneddoti, paure, riscontri, etc etc…
L’esperienza dello Swordbrothers è stata la più elettrizzante di tutte essendo inoltre il nostro primo live all’estero. La Germania è al giorno d’oggi la terra del metal e di un Heavy Metal di stampo anni ‘80 da far invidia (a nostro parere) a tutta l’Europa se non a tutto il mondo. Lo Swordbrothers è un festival egregiamente organizzato che ospita gruppi da tutto il mondo e quella fatidica volta abbiamo avuto l’onore e il piacere di fare amicizia con i Doomsword (i quali furono Headliner del festival). Davvero dei bravissimi ragazzi, musicisti umili e davvero capaci ;). Fummo noi ad aprire le danze quel giorno ed essere i primi di un così bel bill non è un emozione da poco: ci siamo lasciati trascinare dall’entusiasmo e dalla furia Metal per poter dare il meglio di noi stessi. Si può dare un piccolo sguardo alla nostra esibizione sull’unico video della serata caricato su Youtube anche se davvero non rende assolutamente la bellissima atmosfera che si respirava là.
Aneddoti interessanti ce ne furono moltissimi ma quello che forse rimane ancora oggi il più divertente (ma che per noi fu davvero il più terribile) è stato l’arrivo all’aeroporto di Francoforte. Essendo immenso il pulmino che dovette venire a prenderci sbagliò casello! Noi rimanemmo lì ad aspettarlo davvero per moltissimo tempo (qualche ora) terrorizzati come pulcini fuori dal nido per la paura di non arrivare in tempo. Fortunatamente però con noi avevamo il nostro grandissimo amico nonché interprete della band Franz che oltre ad avere un’ottima padronanza dell’inglese visse in Germania sin dall’infanzia e con il suo tedesco madrelingua chiamammo da una cabina telefonica quelli della Pure Steel Records che a loro volta contattarono l’autista del pulmino che poi con nostro grandissimo sollievo arrivò a destinazione… ah,ah! Piccoli inconvenienti che sul momento fanno davvero tremare ma che poi a distanza di tempo ricordiamo con contentezza! Fortunatamente i riscontri quella sera furono davvero al di sopra delle nostre aspettative e per ciò andiamo ancora fieri di quello che abbiamo fatto in quell’occasione sapendo però che possiamo dare ancora di più in futuro.
La Vostra isola ha dato i natali ai grandi Rod Sacred, antesignani del Sardinian Steel. Li conoscete? Avete rapporti con altri gruppi isolani come Screaming Shadows, Sons Of Madness e Holy Martyr (anche se questi ormai sono da considerarsi “continentali” a tutti gli effetti)?
Si abbiamo rapporti con la gran parte dei gruppi che formano la scena in Sardegna. La prima band non la conosciamo, con gli Screaming Shadows abbiamo dei buoni rapporti (avendo condiviso il palco in alcune occasioni), i Sons Of Madness li conosciamo e con alcuni di loro abbiamo un ottimo rapporto di stima. Gli Holy Martyr abbiamo avuto il piacere di conoscerli una volta sola quando noi suonammo al Transylvania di Cagliari nel 2007 e loro vennero a vederci, ma per il resto non abbiamo mai avuto nessun altro modo di avere rapporti con loro. Alla fine in Sardegna ci conosciamo un po’ tutti, specialmente se la proposta musicale è strettamente legata.
Pensi di poterti ancor migliorare come cantante? Fai già qualcosa in questo senso?
Non arriverò mai a essere il cantante che vorrei, penso che nessuno sia mai al massimo e che si possa migliorare sempre. Dò il meglio di me stesso per poter progredire, con tutti i miei limiti, per la causa Icy Steel. L’ Arte esige il massimo sacrificio perchè non c’è risultato se non c’è sacrificio in ogni cosa.
Faccio sempre tesoro inoltre di ogni consiglio o parere in maniera costruttiva specialmente da chi fa musica come me e cerco in tutti modi di prendere insegnamento dalle band che vedo in live e specialmente dai grandi maestri dell’Heavy Metal. La cosa certa e che non smetterò mai di migliorare me stesso lavorando al meglio con la mia voce e cercando in tutti i modi di ascoltarmi e capire come funziona il mio corpo.
Come sta andando As The Gods Commands?
As The Gods Command sta andando molto bene sia per le recensioni che per il pubblico e facendo una media si potrebbe dire che va anche meglio di “Icy Steel”. Continuiamo però a dire che la vera anima degli Icy Steel è il live ma per quanto riguarda l’album anche lui fatto la sua parte contando anche il fatto che il secondo disco di una band è parecchio determinante anche più del primo. Non possiamo lamentarci, per ora.
Avete ricevuto recensioni anche dall’estero?
Specialmente dall’estero. Le recensioni italiane non sono molte. La maggior parte di loro proviene dalla Germania, siccome la nostra label ha sede là.
Pietro Bianco
Cosa cambieresti, a posteriori, nel disco?
Il nostro nuovo lavoro ci soddisfa appieno dal punto di vista della composizione, dell’esecuzione e della poetica dei brani. L’unico piccolo neo (neanche tanto determinante) risiede nella copertina e nella produzione dell’album che comunque poteva essere meglio… Ma siamo solo agli inizi della nostra storia, certe cose fanno parte del gioco.
Quali sono, secondo te, i pezzi meglio riusciti e quelli meno riusciti di As The Gods Commands?
Chiedermi quali pezzi siano meglio riusciti e quali meno è un po’ come chiedere ad una madre quale figlio preferisca, quindi la domanda è un po’ complicatuccia, però posso dire che secondo me “The Commander” è forse il pezzo che ha meno risalto nell’album probabilmente per la sua appartenenza ad uno stile un po’ più “vecchio” all’interno della storia degli Icy Steel, ma ovviamente in maniera così infinitesimale a livello di incidenza da dover davvero impegnarmi nel rispondere compiutamente. I pezzi che secondo me fanno la parte più grossa e risaltano di più sono “Mjollnir” e “As The Gods Command” ma anche qui sto mettendo il massimo impegno per evadere la domanda.
Cosa vi aspettate post-As The Gods Commands?
Portare il nostro movimento oltre l’Italia, per andare a toccare Germania e forse Inghilterra ma quello che ci aspettiamo di più sperandolo nella maniera più fervida è una maggiore visibilità con maggiori occasioni per poter partecipare a sempre più eventi e sempre più grandi poter arrivare laddove gli Icy Steel non sono ancora arrivati. Gli Icy Steel hanno voglia di Heavy Metal e possono portare sempre alta la bandiera in ogni modo possibile, quindi aspettiamo sul serio che si evolva qualcosa in questo senso.
Come mai questi continui cambi di line-up in seno alla Vostra formazione?
Posso dirti che il problema dei componenti c’è sempre stato e si punta sempre a far sì che questo problema scompaia. Gli unici ad essere sempre stati presenti senza mollare mai finora siamo stati io e Roberto. I momenti bui vengono sempre e forse nei momenti iniziali di una band ne vengono fuori molti di più. Confesso che il fatto di avere una formazione così instabile in questi ultimi anni ci ha rallentato parecchio, avremmo potuto fare sicuramente di più contando su una formazione “da quattro colonne portanti” ma dobbiamo anche dire che in questo caso averne due (io e Roberto) ha fatto davvero la sua. Abbiamo cambiato molte formazioni, abbiamo suonato con validissimi musicisti ma adesso sembra che tutto stia funzionando. Per fare un esempio Pietro Bianco è entrato a far parte della band in veste ufficiale (anche se nelle registrazioni di ‘As the Gods Command’ troviamo Simone Spissu) mirando a rimanerci per tutta l’esistenza degli Icy Steel, mentre per Claudio Sechi il discorso è stato nettamente diverso perché lui è stato nella band in veste di aiutante (turnista) e collaborava anche con altre band. Siamo sempre in cerca di batteristi che vogliano prendere posto nella band in veste “ufficiale”… aspettiamo e vediamo! Il nuovo drummer verrà ufficialmente presentato al più presto all’interno del nostro MySpace.
Stefano, sinceramente, se foste nati in città come Milano o Firenze secondo te che piega avrebbe preso la carriera degli Icy Steel?
Probabilmente avremmo avuto forse più luoghi dove poter esibirci e magari anche più visibilità ma quasi sicuramente il nostro modo di comporre sarebbe stato nettamente diverso e probabilmente meno epico e malinconico e, forse anche meno conservatore. Io sono nato a Torino e ci ho vissuto per 16-17 anni e comunque ho notato che quello che uno può fare non dipende da dove nasce o dove vive ma dalla determinazione e dalla fiducia in se stesso che ha. Teniamo conto che il problema non è solo la Sardegna ma l’Italia in generale. Siamo in un paese che sostanzialmente non è mai stato propenso al Metallo, eccezione fatta per alcuni Eroi del passato. Forse ci saremmo indirizzati si di un HM dalle sfumature più urbane e mirate al sociale, ma non saprei davvero dire con certezza…
Cosa pensi delle fanzine e delle riviste HM italiane?
Penso che siano l’anima di quello che è la scena nostrana e non lo dico soltanto per farmi bello agli occhi della gente ma proprio perché è anche merito del lavoro di tutte queste formichine sotterranee se l’Heavy Metal di casa nostra può ancora sopravvivere. Siamo una grande famiglia appassionata di cose che in Italia non trovano e forse non troveranno mai lo spazio meriterebbero.
Siete soddisfatti, finora, di come sono andate in generale le cose per gli Icy Steel o c’è qualche rimpianto?
I rimpianti non fanno assolutamente parte di una filosofia vincente e sinceramente non ne abbiamo bisogno. Dobbiamo e vogliamo sempre guardare avanti per qualsiasi cosa non ha funzionato, l’unico momento in cui guardiamo indietro è quando impariamo dai nostri errori ma tutto è andato come è andato e se siamo arrivati a questo punto è stato solo grazie al nostro passato e anche a quello che è girato storto in qualche modo.
Progetti e concerti futuri?
Di date sicure ne abbiamo qualcuna. La prima è il 27 Novembre in chiusura all’ Open Live Metal Contest a Sassari per il resto parteciperemo più avanti (data sicura ancora da definire) al Sardinian Bay Area Festival e con altrettanta probabilità suoneremo al Metal Xmas 2010 a Cagliari, per il resto è tutto da definire e come già accennato aspettiamo di andare oltre Italia.
Chiudi come vuoi, Stefano, grazie.
Grazie a te davvero Stefano. Amiamo e supportiamo il lavoro che gente come te fa, ed è grazie a quelli come te con la pura passione per un genere come l’Heavy Metal che si riesce ancora a sopravvivere in questo campo. Salutiamo tutti i nostri Icy Fans che stanno crescendo giorno dopo giorno e che speriamo continuino a farlo e non temete: gli Icy Steel non lo fanno per moda ma per pura vocazione alla Musica e all’Heavy Metal!! Siamo arrivati con un nuovo album di Heavy Metal dove l’Epico cavalca liberamente e dove la malinconia e la melodia si sposano amorevolmente con la potenza e la durezza.
The Steel is Hard to Die!
Heavy Metal Will Never Die!
Stay True! Stay Icy!
Stefano “Steven Rich” Ricetti