Vario

Infinity (Fabrizio Romani e Fabrizio Girelli)

Di - 23 Dicembre 2006 - 23:15
Infinity (Fabrizio Romani e Fabrizio Girelli)

Intervista a cura di Simo Narancia

L’esordio discografico a nome “Son of Infinite” è l’ottima scusa per parlare con Fabrizio Romani e Fabrizio “Oby” Girelli di questa nuova band italiana, gli Infinity.

(S) Iniziamo dal principio: presentaci la band e raccontaci un po’ com’è nato questo progetto.

(FR) Ciao Simone, dunque, il progetto Infinity nasce nel 1999 sostanzialmente dalla voglia di sei ragazzi di paese (eh si ,all’inizio eravamo in sei) di creare una nuova realtà musicale in un contesto ove potersi esprimere con idee proprie, cosa che tra l’altro con il target “metal” sembrava rappresentare soltanto una chimera . Attraverso gli anni direi che è accaduto di tutto e tra concerti, cambi di line up, e “sfighe” di ogni tipo gli Infinity ad oggi si presentano così: alla voce abbiamo Oby, talentuoso tornitore quasi quarantenne (e si, è un po’ vecchiotto … ma se li porta bene…he he) che rappresenta la nostra ugola d’oro, alle tastiere Vlad, il re del cartongesso nonché funambolo della sinfonia, al basso Abo: ciò che fa lui non si può  dire ma … I’m lovin it ! Poi ci sono io, pseudo cavadenti in carriera nonché fonico e a volte chitarrista… ah per finire l’ultimo arrivato: il Bix , personaggio assai strano ma dietro i tamburi gli ho visto fare cose che forse non si possono nemmeno dire…he he …
Eccoci qua, per i dettagli vi lascio alla nostra biografia ufficiale che prima o poi apparirà sul nostro sito www.infinitymetal.com.
 
(S) Vi siete scelti un genere, come quello del power, che se da un lato può portare una buona visibilità, dall’altro nasconde delle insidie soprattutto legate al sempreverde tema dell’originalità. Com’è nata questa decisione?

(FR) Allora, diciamo che non è stata proprio una decisione, ognuno suona quello che si sente e la mia passione per power e AOR è innegabile, e siccome anche il resto della band la pensa esattamente come me, il risultato beh, l’hai sentito. Diciamo che ormai la visibilità del power credo sia una leggenda e da come gira il mercato solo un pazzo farebbe un disco del genere adesso (mmm , forse questa non dovevo dirla He He…)

(S) La vostra proposta può essere riassunta un po’ come il trait d’union tra il power metal nord europeo a la Gamma Ray e quello tipicamente italiano iper melodico e “tastieroso”. Condividi quest’analisi?

(FR) Direi che ci hai azzeccato in pieno, adoro il metal teutonico con la sua aggressività e spontaneità, ma nello stesso tempo non disprezzo le melodie e gli arrangiamenti sinfonici che ci regalano parecchie formazioni di casa nostra, il tutto condito da una bella doppia cassa galoppante e… il gioco è fatto !

(S) Leggendo i crediti risulta che la quasi totalità della parte musicale del progetto è nelle tue mani. E’ vero? Quanto contribuiscono gli altri alla stesura finale dei brani?

(FR) Esatto, in questo disco tutte le parti strumentali e le linee melodiche sono mie, a parte i due lenti che sono totalmente di Oby e Vlad. Devi sapere che in Son Of Infinite sono presenti canzoni scritte parecchi anni fa, quando ancora nessuno della band si era mai proposto con idee compositive. Ora tutto è cambiato, siamo molto più affiatati e maturi ed il materiale del prossimo disco sarà frutto di una totale sinergia.

(S) Il risultato complessivo del disco mi è parso molto piacevole e fresco, pur senza presentare “strane” invenzioni. Inoltre la resa sonora mi sembra piuttosto soddisfacente, considerato il fatto che non avete budget faraonici a disposizione. Siete soddisfatti di come è venuto fuori quest’esordio?

(FR) Bene, eccoci alla nota dolente… he he …Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato il risultato sonoro di questo disco, cosa che a mio parere risulta esserne invece un po’ il punto debole. L’album è stato registrato nello studio di un nostro carissimo amico dedito a produzioni tutt’altro che metal. Da lì la necessità di occuparmi personalmente della produzione. Ricordo che abbiamo iniziato le registrazioni a dicembre 2002 e che il mixaggio definitivo è datato novembre 2005… Su cosa è successo in quel periodo potrei scrivere un libro. In ogni modo diciamo che alla fine, anche grazie all’ottimo mastering dei Twilight Studio’s, Son of infinite risulta comunque un disco nella media delle produzioni italiane.

(S) I vostri testi mi sembrano tutti improntati in direzione del pensiero positivo, della “lotta” per affermarsi qualunque sia lo scopo e la melodia che riversate nelle composizioni sembra confermare questa impressione. E’ davvero questo il messaggio che volete dare? Nel caso sia così, da dove viene questo senso di rivalsa sulle avversità della vita?

(FR) Per quanto riguarda i testi non me ne occupo minimamente, in questo caso la mente è Oby…

(Oby) Innanzi tutto “diamo a cesare ciò che è di cesare”  non voglio prendere meriti che non ho quindi vorrei puntualizzare che i testi di cui sono l’autore sono: “LIVE TO RIDE”  “INFINITY” ” PHOENIX”  “YOU HAVE TO” mentre negli altri brani dell’album ho fatto solo delle modifiche a testi già esistenti. Non vorrei cadere nel banale dicendo che ho scritto questi testi a seconda del mio umore o di fatti che caratterizzavano quel periodo della mia vita…ma è così: Phoenix, ad esempio, parla di me e del periodo non troppo sereno che vivevo e dal quale grazie anche alla musica sono uscito, Live to Ride parla di chi ha la passione per le due ruote e per quanto riguarda You have to ho preso spunto da un libro di genere fantasy. Il testo di Infinity invece si può ritenere una ricerca continua contro  le avversità della vita, un inno di rivalsa, enfatizzato al punto giusto per diventare il testo di una canzone!

(S) Quindi, visto che spunta fuori a più riprese, per voi Infinty rappresenta questo?

(Oby) Come scritto nel testo, ogni persona può cercare e quindi trovare l’infinito in tutte le cose della vita: nel pianto di un bambino, negli occhi di un innocente e perché no in ogni cosa, anche banale, della propria vita… come può esserlo una semplice canzone (come cita il testo). Bisogna per cui imparare a vivere guardando oltre… oltre che cosa lo lascio decidere a te!

(S) Un’altra cosa che mi ha incuriosito dei testi è che alcuni sono scritti da Garattini, una persona che non ha altri ruoli all’interno della band. Chi è, il quinto membro non ufficiale?

(FR) …He he … il quinto membro ufficiale c’è ed è Alessandro “Bix” Bissa, il nostro nuovo batterista. Garattini era il nostro primo cantante e mi sembrava doveroso riconoscere i suoi meriti.

(S) Tra l’altro Garattini è autore del testo di Father of Destiny che, leggendolo sotto una luce particolare, mi è sembrato quasi un brano da christian band: è solo una mia impressione o c’è un discorso più profondo dietro?

(FR) Purtroppo, come dicevo, non mi occupo dei testi e non sentendo più Marco (Garattini) da parecchio tempo non vorrei dirti delle fesserie. Sicuramente analizzando il contenuto potrebbe essere un testo un po’ alla Stryper e ti dirò conoscendo il personaggio la tua impressione è più che azzeccata.

(S) Questo primo disco, come detto, è semplice nella sua proposta. Come pensi che evolverà il sound della band? Cercherete di arricchirlo in qualche modo o continuerete sulla stessa strada puntando, come in questo caso, sulla piacevolezza delle composizioni?

(FR) Allora, ti preannuncio che il secondo album degli Infinity è già praticamente terminato, almeno per quanto riguarda il lato compositivo. Si tratterà di un lavoro più articolato dove non mancheranno le speed song, ma ci sarà spazio anche per mid tempo e sonorità più aggressive.  

(S) Scorrendo velocemente la vostra biografia si evince che tu sei l’unico con una certa esperienza a livello professionistico per via della tua militanza negli Skylark: quanto ti ha giovato suonare in una band che ha tanti anni di carriera alle spalle, considerando anche che a livello di stesura dei brani in quel caso è tutto nelle mani di Eddy (in primis) e Brodo (rispettivamente tastierista e bassista degli Skylark, ndr)?

(FR) Sicuramente la mia militanza negli Skylark è stata fondamentale, ho imparato molto da questa esperienza che tra l’altro mi ha anche portato tantissime soddisfazioni. Per la stesura dei brani c’è sempre stata molta apertura soprattutto da parte di Eddy, che mi ha sempre invitato a collaborare nelle composizioni. Sono io che vedendo le mie idee sotto un’altra ottica musicale ho preferito utilizzarle per il progetto Infinity, forse perché volevo cercare una mia dimensione o forse perchè volevo che fossero così, senza compromessi stilistici. Come avrai potuto notare il sound di Son of Infinite si discosta parecchio dal sound Skylark sotto parecchi punti di vista.
Per quanto riguarda la visibilità bisogna essere realistici, da come funzionano ora le cose in Italia credo che senza gli Skylark, il disco degli Infinity probabilmente esisterebbe solo nel lettore cd della band e di alcuni amici… come mille altri prodotti più o meno validi che non vedranno mai la luce .

(S) Quindi cosa ne pensi della scena italiana a livello di marketing e promozione? C’è, secondo te, il giusto investimento per far emergere le band di valore o bisogna rivolgersi alle etichette straniere, come hanno fatto altri gruppi divenuti poi un punto di riferimento? Senza nulla togliere al meritorio lavoro svolto in tanti anni da un’etichetta come la Underground Symphony.

(FR) Purtroppo il mercato in Italia, come un po’ anche all’estero, è ormai saturo e si vende sempre meno, sia per un discorso economico che per il crescere del multimediale. I grossi nomi riescono a cavarsela e le etichette ad investire su di loro in quanto la notorietà permette un certo riscontro sul mercato. Per quanto riguarda le band emergenti invece, è un bel problema dato che i nuovi prodotti sono sempre in crescita e le band in aumento, mentre le possibilità economiche di una label, di investire su di loro in produzione e promozione, sono sempre inferiori per mancanza di vendite. Direi che Underground Symphony sia l’unica etichetta rimasta a fare del suo lavoro una passione (e viceversa) e che, nonostante mille problemi, permetta a molti gruppi emergenti di uscire dall’anonimato. Voglio ricordare che il fiore del metal italiano, senza fare nomi, è nato da questa etichetta…

(S) Cosa mi dici dell’attività live? Intendete supportare l’uscita del disco anche sotto questo punto di vista?

(FR) Certamente, ci stiamo preparando per un intenso 2007, la dimensione live è la linfa vitale del musicista! Purtroppo non abbiamo ancora nessuna data in programma a causa di alcuni problemi di salute del nostro cantante, comunque crediamo di partire alla grande già nei primi mesi del prossimo anno. Spero di vederti presto ad un nostro concerto!

(S) Ti chiedo tre nomi: il gruppo o l’artista preferito in assoluto, il migliore attualmente sulle scene e quello italiano che apprezzi di più, esclusi gli Infinity e gli Skylark ovviamente (non devono per forza essere hard artisti nel giro hard ‘n’ heavy).

(FR) Bella domanda, dunque, adesso come adesso non ho un gruppo o artista preferito, comunque citerei tra le pietre miliari della mia crescita musicale alcuni nomi tra cui EUROPE, HELLOWEEN (del primo periodo), GAMMARAY, EDGUY (a mio parere gli eredi dei primi Helloween), STRATOVARIUS e MANOWAR. Per quanto riguarda le band italiane direi che i VISION DIVINE rappresentano veramente il meglio del metallo tricolore: ho avuto occasione di sentirli più volte dal vivo in Giappone (eravamo in tour con loro lo stesso anno) e hanno spaccato!

(S) Bene, grazie di tutto. Ti lascio rinnovandoti i miei complimenti per questo vostro esordio. Potete salutare gli amici di Trumetal.it nel modo che preferite.

(FR) Grazie a te e allo staff di Truemetal.it che ci avete regalato questa splendida opportunità di farci conoscere. Un salutone a tutti, un invito a visitare il nostro sito www.infinitymetal.com e a comprare il nostro disco: mi raccomando, il digipack che è molto più fico ! (Almeno una copia ogni quattro amici, dai !)
Stay METAL!