Death

Intervista Asphyx (Martin Van Drunen)

Di Davide Sciaky - 20 Gennaio 2021 - 9:00
Intervista Asphyx (Martin Van Drunen)

Intervista a cura di Davide Sciaky 

Ciao Martin, come stai?

Data la situazione… la mia salute è buona, ed è tutto quello che si può chiedere per ora.
Come tutti sto accusando la pandemia, le cose potrebbero essere migliori, ecco, mettiamola così.
E tu?

Anch’io tutto bene, non ho avuto problemi di salute e come dici tu è il massimo che possiamo chiedere in questo momento.
Allora, a breve pubblicherete il vostro nuovo album, “Necroceros”, disco che avete registrato per intero durante il lockdown. A parte le ovvie difficoltà di registrar in questa situazione, diresti che l’epidemia ha avuto un’influenza sull’album, l’hai usata come fonte di ispirazione per dei testi magari?

No, non direi.
Quando siamo entrati in studio, in particolare quando abbiamo cominciato a registrare le canzoni, c’era la solita bella atmosfera di sempre tra di noi, con l’unica differenza che questa volta eravamo nel mezzo del lockdown quindi abbiamo dovuto mantenere un po’ di distanze, quando ci vediamo ci diamo sempre grandi abbracci, ma questa volta ovviamente non si poteva e ci salutavamo dandoci il piede, il gomito o un pugnetto, quello che è.
C’è stata un po’ di differenza in questo senso, ma per il resto abbiamo lavorato al disco con lo stesso piacere del solito.
L’unica differenza è che c’è una bonus track – che probabilmente non hai nel promo – che musicalmente è un pezzo veloce di Paul su cui ho scritto rapidamente dei testi che trattano della pandemia, ma questa è l’unica influenza che la pandemia ha avuto sull’album.
L’altra cosa è che abbiamo avuto più tempo per lavorare al disco perché non c’erano show nel mezzo, è stato cancellato tutto, e quindi abbiamo potuto lavorare in maniera più continuativa.

Infatti, se vuoi guardare il bicchiere mezzo pieno almeno avete avuto più tempo per lavorarci e per creare il miglior disco che potevate in questo momento.

Esatto, esatto.
Mi ricordo quando stavo scrivendo i testi, cosa che ho fatto dopo che era già stata registrata la batteria, c’era una traccia grezza di chitarra e la batteria, ma questo mi basta perché con questo so già dove andranno le canzoni.
Mi sono messo a scrivere i testi ma fuori era così silenzioso perché eravamo in lockdown e tutti erano a casa, non c’erano macchine e, be’, per me come autore di testi era la situazione ideale perché non c’era assolutamente nulla a distrarmi e ho potuto concentrarmi sui testi.
Come hai detto, possiamo trovare anche dei lati positivi in quello che è successo.

 

Hai nominato i testi, di cosa parlano? Leggevo che la title track, ‘Necroceros’, parla di questa entità spaziale che arriva sulla Terra per distruggerla, c’è un concept che si estende per più canzoni o la storia si conclude in questa canzone?

No, è solo questa canzone. Come hai detto è una storia generica di fantascienza, c’è questa entità spaziale, un consumatore di universi, di pianeti, che viaggia per la galassia lasciando spazi vuoti dove passa, questa è un po’ la storia; non può essere ucciso, non è una forma di vita come la intendiamo noi e quindi non può essere neanche ucciso.
Sì, è una storia di fantasia che si conclude così, non è un concept.

E le altre di cosa parlano?

Fammi pensare… ‘Molten Black Earth’ parla della battaglia di Kursk, è stata la più grande battaglia di carri armati della Seconda Guerra Mondiale, anzi, credo la più grande battaglia di carri armati della storia, e dato che la musica è “URGH” mi sono detto che doveva parlare di questo.
Poi c’è ‘Knights Templar Stand’, il titolo dice tutto, parla dell’ultima battaglia dei templari: ce n’era ancora qualcuno in piedi e, anziché chiamare la ritirata decisero di combattere fino alla morte per – com’è che dicono? – “per Dio e per l’onore” [ride] diedero la vita per la Cristianità, per quello che credevano fosse la cosa giusta. Dei fanatici, e purtroppo ancora oggi esistono fanatici religiosi.
Three Years of Famine’ è una canzone Doom che parla della grande carestia cinese sotto Mao, probabilmente una delle tragedie peggiori mai capitate all’umanità, cattiva politica, cattiva gestione delle risorse, e lui se ne fregava di milioni di cinesi che soffrivano e morivano di fame perché voleva mandare il grano e qualunque cibo che potesse esportare in cambio di armi russe.
Botox Implosion’ [ride] questa è la nostra solita canzone cazzona, gore, divertente; mi sono detto, “Okay, stavolta prendiamocela con la povera gente che non è contenta del naso che ha, o le donne che vogliono delle tette più grandi… e che finiscono per assomigliare alla figlia di Frankenstein”.
In Blazing Oceans’ parla della guerra sottomarina durante la Seconda Guerra Mondiale vista dal punto di vista dei membri di un equipaggio di una nave petrolifera: all’inizio dovevano circumnavigare l’Africa intera, superare Capo di Buona Speranza, per portare il petrolio in Inghilterra e dovevano tentare di spezzare il blocco navale ma furono attaccati da un sottomarino, e questo è un modo orribile di morire in guerra; è una bomba sottomarina, il petrolio prende fuoco e muori soffocato, o anneghi, o bruci vivo.
Ci sono più di 20.000 soldati che sono morti così nella Seconda Guerra Mondiale e hanno dato la vita per portare le loro scorte al Regno Unito, tentando di spezzare blocchi navali, e sono stati completamente dimenticati. Tutti parlano degli U-Boot perché dicono che sono così interessanti, e lo sono, ma d’altra parte è un modo da vigliacchi di eliminare delle persone innocenti che stanno solo cercando di portare delle scorte necessarie, quindi ho cercato di raccontare il loro punto di vista e di onorare queste persone morte in modo così orribile.

 

Ecco, vedo che molti testi parlano di eventi storici. So che sei un appassionato di storia e fino a qualche anno fa esprimevi questa tua passione attraverso la musica degli Hail of Bullets. Avevo in programma di chiederti se avessi pensato di riportare in vita la band per continuare a parlare di questi argomenti, ma ormai molti sono traslati negli Asphyx quindi… c’è mai il pensiero di resuscitare gli Hail of Bullets o sei soddisfatto così, con gli Asphyx che ti permettono di esprimere il tuo interesse per la storia?

La seconda.
La cosa con gli Asphyx, ovviamente, è che io ho sempre scritto di storia, a partire già da “Last One on Earth”, ci sono canzoni come ‘[M.S.] Bismarck’ e ‘[Asphyx] (Forgotten War)’, e ho semplicemente continuato così quando abbiamo scritto “Death…The Brutal Way” con brani come ‘Asphyx II [(They Died As They Marched)]’, ‘Scorbutics’ è un altro brano storico che parla dei pirati.
Ora sono sostanzialmente libro di scrivere testi che io penso siano interessanti, ma anche che sono adatti alla musica che Paul scrive.
Quindi personalmente non penso che ora… penso che per me sarebbe più difficile essere in una band come gli Hail of Bullets e usare i temi che uso per gli Asphyx… no, le cose vanno bene come stanno adesso, non ho assolutamente nessun piano per un ritorno della band.
Prima di tutto siamo troppo occupati con gli Asphyx, ci divertiamo molto a fare quello che facciamo e mi troverei di nuovo con, “Ho questa cosa da fare con questa band, quest’altra da fare con un’altra band…”, sai, le band finirebbero per intralciarsi tra di loro, devi sempre stare attento a cosa organizzi, a quando lo organizzi.
Ora invece con gli Asphyx siamo liberi di fare quello che vogliamo, ogni weekend.
Sono molto contento di come stanno le cose adesso… a parte il fatto che non possiamo suonare dal vivo in questo momento a causa della pandemia, ma questa è un’altra storia [ride].

 

Ho ascoltato l’album e suona davvero fresco e convincente anche se siete in giro da tanti anni, ormai 30. Ti chiederei dove trovate l’ispirazione ma mi sembra una di quelle domande un po’ banali che fanno tutti…

[Ride]

… provo a chiederti invece, quando Paul scrive musica ha bisogno di qualche evento particolare per ispirarlo, o scrivere musica è semplicemente qualcosa che gli viene così bene e facilmente che non ha bisogno di particolari fonti di ispirazione, quando si sente di scrivere scrive?

È esattamente così.
Paul, se si sente di… a volte è addirittura così, lui fa l’insegnante nella vita di tutti i giorni, insegna ai bambini, sei, sette anni, e in una stanzina dietro alla classe tiene una chitarra acustica.
Se anche sta insegnando e gli viene un’idea per una canzone fa in modo che i ragazzi siano occupati con qualcosa e corre nello stanzino e registra quell’idea con la chitarra acustica!
Questo è il suo livello di dedizione! Perché dice, “Se ho un’idea ed è una grande idea non voglio correre il rischio di farmela sfuggire”, così anche mentre è al lavoro… [ride].

Meraviglioso.

Assolutamente sì, e questo mostra la sua dedizione, quanto la musica sia importante per lui.
Questo è solo un esempio, lo fa al lavoro, lo fa a casa; mi ricordo quando uno dei suoi gatti, Tommy, è morto e l’aveva avuto per tanti anni, ovviamente era triste, e lui ci scrisse un riff tragico.
Scrive sempre, in ogni momento in cui gli viene una buona idea.
Mi ricordo una volta, credo che fosse proprio per questo album, forse era per ‘Botox [Implosion]’, in cui mi mandò dei riff dicendo, “Martin mi sono bevuto un paio di bicchieri di whisky quindi non sono neanche sicuro che mi piaceranno domani, ma dimmi cosa ne pensi” [ride] ma io gli dissi, “Non ti preoccupare, suonano fottutamente bene! Ti piaceranno anche domani” [ride].
Quindi, sì, scrive in ogni tipo di situazione, Paul è sempre ispirato non solo musicalmente ma anche nelle cose che gli danno un input nella vita di tutti i giorni; e abbiamo ancora così tanti riff da parte che non abbiamo ancora usato, è pazzesco.

Parlando di concerti, che ovviamente ora non potete suonare, ma mi chiedevo se avete mai provato canzoni che la band ha originariamente scritto e registrato con altri cantanti, e se pensi che le suonerete mai dal vivo.

Abbiamo fatto un’eccezione tanto tempo fa, mi pare che fosse ‘Waves of Fire’, l’abbiamo suonata una volta sola.
Non ci è mai venuto di suonare cose come ‘Embrace the Death’ o ‘God Cries’.
Il problema è anche un po’ che a volte suoni magari ad un festival e hai poco tempo a disposizione, di solito è circa un’ora, e per gli Asphyx questo è abbastanza poco, quindi facciamo già fatica così a mettere insieme un set di canzoni che pensiamo i fan possano apprezzare, e che ci piaccia suonare, se aggiungessimo altri tre album diventerebbe ancora più complicato.
Ma, perché no? Abbiamo sempre idee diverse, ci diciamo, “Okay, suoniamo da qualche parte un set che non abbiamo mai fatto prima, con canzoni che non facciamo mai”.
Sono idee vaghe, che non sappiamo se porteremo mai a compimento, ma potrebbe essere interessante.

 

Da quando Bob [Bagchus] ha lasciato la band non ci sono più membri fondatori degli Asphyx nella band. È una sensazione strana? Avete mai avuto discussioni tipo, “Forse dovremmo cambiare nome…?” o qualcosa del genere?

No, perché quando Bob se ne andò ci disse, “Purtroppo devo lasciare, ma so che voi ragazzi manterrete vivo lo spirito della band e voglio che continuiate”.
Questo è un malinteso di molti, chi dice, “Eh, ma non avete più membri fondatori, come potete continuare?”, ma queste persone dimenticano che abbiamo ricevuto la benedizione di Bob stesso, non è che ha detto, “Me ne vado e voglio che smettiate di usare questo nome”, no!
Ci disse proprio, “Per favore, continuate! Voglio che continuiate! Mantenete in vita la band!”, ed è davvero orgoglioso di quello che stiamo facendo, dopo aver sentito l’album ha detto, “Ancora una volta avete creato una bomba di disco e sono fottutamente orgoglioso di voi”.
Non ci sono mai state discussioni a riguardo, e per me a volte è strano quando mi dicono, “Ora sei il membro più vecchio degli Asphyx”, però effettivamente ci sono dieci anni di differenza con alcuni degli altri, e i bastardi mi chiamano “nonno” [ride] ma questo è il tipo di bella ironia che abbiamo nella band.
Ci incoraggia anche guardare altre band, pensa ai Napalm Death, per esempio, loro continuano alla grande e anche loro non hanno più membri originali quindi, sì, si può fare.

Infatti, e mentre pensavo a questa domanda mi sono venute in mente altre band come per l’appunto i Napalm Death, o gli Opeth, che si trovano in una situazione simile e funzionano bene. Volevo giusto sentire il tuo punto di vista.

Assolutamente, certo.
E per noi non è mai stata una questione, ci sentiamo più di una band, siamo fratelli per come vanno le cose, per come creiamo album, per come ci occupiamo di ogni tipo di cosa.
Ci dividiamo i compiti, Alwin si occupa del merchandise, Paul e Alwin si occupano fantasticamente dell’aspetto grafico dell’album e del mixaggio, io mi occupo di tutte le interviste, delle relazioni pubbliche e fungo da portavoce della band, Hüskens si occupa di altre cose ancora, quindi…

È un’”azienda familiare”.

Esatto, e ogni altra band avrebbe bisogno di manager per gestire tutto, mentre noi facciamo tutto da soli e in questo modo siamo ancora più coinvolti nella band.

 

Nei tuoi primi anni nella band, e ovviamente poi con i Pestilence, suonavi anche il basso, mi chiedevo se sei mai tentato di riprendere il basso in mano, anche solo per uno show speciale o solo per qualche canzone.

[Ride] Alwin mi ucciderebbe se ci provassi.
A volte suonacchio qualcosa a casa per conto mio, e magari un giorno faremo qualcosa con quei riff, ma essendo il frontman della band mi sento a mio agio così.
Se suonassi il basso magari farei solo quello ma non le due cose insieme, preferisco essere libero di concentrarmi su di una cosa sola.
Nah, sono troppo occupato a tenermi aggiornato su tante cose, a leggere tanto, oggi ho guardato un documentario – sapevo che mi aspettavano tante interviste e mi sono rilassato con un documentario prima di iniziare con quelle – quindi queste sono le mie passioni insieme alla musica, tenermi aggiornato su temi che finiranno nei nostri testi.
E poi non ho bisogno di suonare perché Paul ci fornisce abbastanza riff già adesso [ride] non accetterebbe neanche quello che scrivo, rifiuterebbe i miei riff [ride].
Quindi, no, non c’è la necessità di riprendere in mano il basso.

 

Mi rimane solo una domanda: cosa pensi della scena Death Metal di oggi? E, nello specifico, negli anni abbiamo visto diverse “ondate” di Death Metal, momenti in cui c’erano tantissime band che facevano musica più tecnica, altri in cui tanti suonavano Old School… pensi che queste band seguano quello che “va di moda” in un certo momento, per così dire, o credi che la loro scelta sia più sincera e che suonino davvero quello che gli piace indipendentemente da quello che stanno facendo altri gruppi?

È difficile da dire.
Prima di tutto penso che una band debba andare dove il cuore le dice di andare, penso che nella musica una cosa molto importante sia seguire il proprio istinto, e non importa di che genere si tratti, se sei un cantante operistico vai e canta l’opera, ci sono un sacco di composizioni fantastiche, ed è lo stesso col Metal.
La cosa col Death Metal è che possiamo vedere un’evoluzione, prima c’era quello che possiamo chiamare Old School, e già dall’inizio c’erano molte influenze Doom, se prendi i primi album degli Autopsy ci sono tante parti lente, e noi continuiamo a fare quel genere di cose.
Poi il genere ha accelerato e la voce è diventata sempre più gutturale, poi le band hanno cominciato a diventare più tecniche e ad un certo punto, secondo me, si è raggiunti il limite, non c’erano più soglie da valicare in quanto a tecnica, a velocità, in niente!
Ora quindi si è tornati a quello che chiamano Old School Death Metal, e per me questo è uno sviluppo interessante perché all’improvviso siamo tornati alle origini, ma la ragione per questo ritorno è… se vado ad un concerto non voglio vedere gente che va fuori di testa sul manico per farmi vedere quanto sono bravi a suonare la chitarra, mi spiace, voglio semplicemente passare una buona serata, spaccarmi, dimenticare i miei problemi e divertirmi guardando la band che sta suonando, stare con i miei amici, bere qualcosa; questo è qualcosa che vedo anche ai concerti degli Asphyx, c’è gente che viene da me e dice, “Sono venuto qui per passare una bella serata con la vostra musica” e io rispondo, “Be’, questo è il motivo stesso per cui è nato il Metal!”.
Quando sono andato a vedere gli Iron Maiden, o i Venom, mi sono divertito perché è puro intrattenimento.
Penso che ad un certo punto la gente si sia un po’ stancata di tutti questi tecnicismi, se ascolti un disco non vuoi sentire per l’album intero uno che ti vuole far vedere quanto è bravo a suonare, può essere divertente per cambiare ogni tanto, ma ascoltare qualcosa del genere tutto il giorno? Uff, mi tirerebbe scemo, no, non mi interessa.
Oltretutto preferirei mettere su Jimi Hendrix, lui era meglio di tutta questa gente, mi spiace [ride].

Segui la scena, le novità? C’è qualche band recente che ti sembra particolarmente interessante?

Sì, ovviamente!
In Olanda c’è una band che si chiama Graceless, sono arrivati al secondo album, credo, e sono davvero bravi! Ce ne sono altre, ci sono i… come cazzo si chiamano, su al Nord, non i Massive Assault ma vengono della stessa regione… ovviamente il loro nome mi verrà dopo l’intervista [ride].
Poi ci sono gli svedesi Lik, non so se li conosci…

Non solo li conosco, ma sono miei amici, in particolare i chitarristi.

Forte, li ho visti quando abbiamo suonato al GamRocken [Festival], penso che suonassero meglio su disco che dal vivo ma probabilmente sono ancora giovani e devono raggiungere una certa alchimia, i loro album comunque sono pazzeschi, davvero notevoli.
Poi c’è una band non recente, i Vomitory, che vanno sempre molto forte, quelle sono band svedesi che rientrano nel genere di Entombed, Unleashed, Dismember, ho visto tante ottime band che hanno aperto anche per noi. Anche nel tuo paese ce ne sono alcune molto interessanti, i Profanal mi piacciono molto, sono una band molto figa.
Insomma, non è che cerchi attivamente di tenermi aggiornato, ma le cose succedono intorno a noi, tipo che suoniamo un concerto e abbiamo delle band di supporto, le vai a vedere e a volte dici, “Wow, questa è una band davvero interessante!”, quindi poi ci vai a parlare, gli chiedi se puoi comprare un loro disco.
E allo stesso modo c’è gente che viene da te a dirti, “Ehi, ascolta questo, prova a sentire quest’altro”.
Non è che cerchiamo attivamente nuove band…

Sono le nuove band che vi trovano, in qualche modo.

Esatto, in qualche modo finisci per entrare in contatto con delle nuove band e poi vedi che succede.
Quando succede, comunque, cerco di seguire la cosa e di vedere bene come sono queste band; a volte la gente pensa che ascoltiamo solo roba vecchia e non è assolutamente così, sarebbe noioso perché ormai conosciamo tutti gli album vecchi! [Ride]

A volte sento di gente che fa così, ma anche io preferisco cercare sempre nuova musica.

Assolutamente, se no diventa noioso, e non parlo solo di Metal!
A volte ci sono periodi in cui stai lavorando ad un disco e l’hai ascoltato così tante volte tra la registrazione, il mixaggio e via dicendo che finisci per dire, “Okay, ora ho bisogno di una settimana lontano dal Metal” [ride] e allora ascolto Blues, vecchio Hard Rock – come… prima ho menzionato Hendrix– tutta ottima musica ma che non è Metal.

Be’, a questo punto te lo devo chiedere: c’è della musica che ascolti che pensi che i tuoi fan sarebbero sorpresi di scoprire che ti piace?

Probabilmente se nomino gente come John Lee Hooker o Howlin’ Wolf, e c’è un’altra cosa, ho un debole per il vecchio Blues anni ’20, Bessie Smith.

Robert Johnson.

Si, Robert Johnson, e apprezzo molto gente come Billie Holiday.
Questo non è solo per la musica ma anche perché per me è molto interessante essendo un autore di testi: in quei testi, la tragedia e la brutalità che c’è dietro… ti viene da dire, “Mio Dio, questo è molto peggio di…”.
Per farti un esempio, c’è una canzone di Bessie Smith che dice qualcosa tipo, “Giudice, mandami sulla sedia elettrica” perché ha tagliato la gola al suo uomo che l’aveva tradita con un’altra donna… cosa?! Hai mai sentito altre canzoni dove qualcuno chiede ad un giudice di mandarlo sulla sedia elettrica? È roba davvero estrema!
Quindi non è solo che mi piace la musica, sono cose molto interessanti dal punto di vista di storia della musica, e se vai a studiare da dove viene il Metal, da dove viene l’Hard Rock puoi risalire fino a quella musica.
La gente potrebbe pensare, “Ehi, non mi aspettavo [che piacesse a Martin]”, ma in realtà si può capire il collegamento.
Sarebbe più strano se dicessi… non so, “Ascolto George Michael” o roba del genere.
Il povero ragazzo ora è morto, ma per me la sua musica era assolutamente orribile, un tipo di Pop orribile che non ascolterei MAI nella mia vita [ride].

Te lo chiedevo perché a volte ricevo delle risposte davvero inaspettate: tempo fa ho intervistato gli Harakiri For The Sky, non so se li conosci, e mi dissero che ascoltavano molto Hip Hop americano old school… cosa?! Non ha niente a che fare con il loro Black Metal! Quindi è sempre divertente vedere che genere di risposte ricevo a questa domanda.

Davvero, hai ragione.
L’unica cosa che… cioè, non sono molto appassionato, ma ci sono degli artisti Hip Hop che sono come dei poeti, in quei casi mi dico, “Okay, questa è poesia di strada”, e la approccio proprio come poesia.
Non ti saprei fare degli esempi ma un mio amico è molto appassionato del genere e a volte vado a casa sua a bere qualcosa e c’è sempre questa musica, finché non lo supplico di mettere qualcos’altro.
Ovviamente non parlo di quelle stronzate da gangster che parlano solo di “Puttane, culi e bla bla bla”, quella è assolutamente spazzatura, ma posso apprezzare certi tipi di poesia di strada.
Non è la musica che metterei su per ascoltare, ma se le rime e i testi sono validi posso apprezzarne il valore.

Ti dico, ho scoperto giusto oggi che Kendrick Lamar ha vinto il premio Pulizer con il suo ultimo disco. Non lo conosco molto – quello precedente è molto bello – ma per aver vinto un premio del genere i testi non devono essere roba da poco.

Sì, sicuramente, questo è una sorpresa.
E un altro tipo di musica che forse la gente non si aspetterebbe che ascolto, e anche qui è esclusivamente per i testi, è Johnny Cash.
Poi c’è un cantautore fantastico che è Leonard Cohen; penso che sia stato Paul a venire da me un giorno a dirmi, “Martin, hai mai ascoltato Leonard Cohen?”, e io, “Pensi che sia roba per me?”, “Non la musica ma i testi di quest’uomo!”.
Così provai ad ascoltare qualcosa e pensai, “Wow!”.
Come dicevo si tratta sempre di interesse nei testi, ovviamente non c’entra niente con la musica degli Asphyx, ma questi sono musicisti fantastici.
E’ come poesia!

 

Questa era la mia ultima domanda, grazie per la tua disponibilità, è stato interessante parlare con te.

Grazie a te, è stata un’intervista particolare, mi piace!

Mi fa piacere sentirtelo dire, faccio il possibile perché sia una cosa piacevole sia per me che per chi intervisto.

E fai bene! Oggi è stata una maratona ma fintanto che ricevo domande del genere è un piacere fare interviste.