Thrash

Intervista Bulldozer (AC Wild)

Di Stefano Ricetti - 13 Settembre 2013 - 0:10
Intervista Bulldozer (AC Wild)

Alberto, è possibile associare il nuovo Dvd The NeuroSpirit Lives ad Alive in Poland?

AC Wild: per me si. Sono i due album dal vivo ufficiali dei Bulldozer di due periodi storici emblematici. Su youtube ci sono molti video amatoriali presi dal pubblico durante i nostri concerti e alcuni di questi sono di buona qualità. Purtroppo con i volumi del live è impossibile per una telecamera o per un telefonino riuscire a registrare il suono decentemente. Per questo abbiamo deciso di far uscire questo DVD; soprattutto per quelli che non hanno potuto o non potranno vederci dal vivo.

Quando uscì Alive in Poland ottenne dei buoni riscontri anche se poi avvenne la chiusura del capitolo Bulldozer…

Alive in Poland andò abbastanza bene e fu pubblicato in più paesi, anche nel sud-est asiatico. Non abbiamo chiuso per cause legate a quel disco ma per una somma di altri motivi. Rob doveva andare negli USA ed io mi sentivo totalmente estraneo alla scena degli anni ‘90 e successivi. A dir la verità nemmeno adesso sono soddisfatto della scena: quando vado in giro per festival, soprattutto all’estero, vedo una marea di band che puntano tutto sull’apparire, sulla scenografia e sull’impatto visivo, e considerano la musica una sorta di “contorno”. La differenza coi ‘90 è che io ora ho deciso di fare concerti per chi ci segue e non per me stesso. Non importa se, soprattutto all’estero, mi capita spesso di annoiarmi prima e dopo essere salito sul palco. Finché ho energia e idee musicali (e filosofiche) che ritengo degne di essere proposte, vado avanti. A fine agosto in Norvegia, a Bergen, in Finlandia a luglio e naturalmente anche in Italia abbiamo visto parecchi veramente soddisfatti.

 

AC Wild

 

Quali i presupposti che vi hanno portato a scegliere il nome The NeuroSpirit Lives?

Per me il brano Neurodeliri è emblematico. Rappresenta lo spirito con cui suoniamo, e prende spunto e ispirazione da un grande “pesce fuor d’acqua” che nel lontano 1980 cercava e seguiva qualche cosa di più forte di Kiss e Iron Maiden… il nostro fondatore.

Quando avete iniziato a pensare di registrare la vostra performance al Rock Hard Festival III?

Il giorno stesso. Quando gli Opera IX ci hanno detto che avevano portato degli operatori video. Abbiamo colto l’occasione di utilizzarli pure noi; avevano abbastanza memoria per registrare alche il nostro concerto. Oltretutto quelli del PA avevano modo di registrare l’audio. Quindi se abbiamo registrato il DVD è anche grazie a Ossian degli Opera IX , che ringrazio ancora.

 

Bulldozer live at Rock Hard Festival III

 

Vi aspettavate così tanti Osanna al Rock Hard Festival III?

Quando saliamo sul palco pensiamo solo a dare il massimo: tutta l’energia che abbiamo a disposizione. Generalmente il pubblico apprezza i nostri sforzi. Per me, in ogni caso, l’unica cosa importante è dare il massimo e soddisfare chi viene a vederci.

Avete avuto contatti con gli headliner Marduk?

Prima dello show non avevamo mai avuto contatti. Dopo il loro show sono venuti nel nostro camerino (che era vicino al palco) per complimentarsi e stringerci la mano. Tutti hanno visto poi come sono andate le cose. Quest’anno poi, quando siamo andati in Finlandia e Norvegia abbiamo fatto sentire la nostra “onda d’urto”… in passato il fatto di essere italiani ha pesato molto negativamente per quanto riguarda la notorietà ed il successo, ma quando sei sul palco le parole ed i pregiudizi non valgono più…

A che livello poni The NeuroSpirit Lives all’interno delle release della Vostra carriera?

Tutte le release ufficiali sono come figli. Sono tutti importanti allo stesso modo. Sono tutti il frutto del nostro impegno.

A quando risale il restyling con pittura rossa sangue della tua pedana/pulpito?

Al 2011 prima del Tuska. L’idea del pulpito a forma di bara è stata un idea basata sul fatto che i predicatori spesso sono messaggeri e promotori di morte, soprusi e prevaricazione. Volevo rendere il messaggio e ovviamente la provocazione più evidente e più immediata.

 

AC Wild

 

La scelta di uscire con un lavoro potentissimo ma minimalista – nessun booklet, nessuno special video, nessuno special da backstage, etc – da cosa è stata dettata?

Questo è proprio lo spirito di Neurodeliri. Quante foto professionali del nostro fondatore ci sono in giro? Nessuna. Come i “bigotti” che vanno in pellegrinaggio a S. Pietro (che fanno incetta di souvenir) molti metallari sono in cerca di icone e reliquie. Spesso sono più attratti dal gossip e da una ripresa nel backstage che dal concerto stesso… Qui invece saranno sul palco con noi e coglieranno la nostra essenza senza essere distratti. Chi continua a prediligere icone e reliquie, senza dare importanza alla musica continuerà a frequentare e comprare prodotti mainstream…

Il dvd è uscito duro e puro di “fabbrica” o avete dovuto aggiustare/taroccare qualcosa? 

Lascio la parola a chi era presente. All’inizio del concerto abbiamo avuto dei “naturali” problemi tecnici che sono stati risolti in sede di mixaggio con interventi limitati. Il concerto è quello. Per dovere di cronaca, il concerto è stato mixato live da A. Leonardi, mentre il mixaggio del DVD/CD è stato fatto da Ghiulz, nostro chitarrista. Il mixaggio finale e masterizzazione invece da Simone Mularoni. 

Al concerto di Trezzo c’erano anche i tuoi familiari: come è sembrato Loro la Vostra performance? Vi avevano già visto in veste “live”?

Si, certamente. C’erano anche ai Magazzini quando abbiamo suonato per la prima volta in Italia dopo la reunion per l’Unicef. Mia madre ci ha visto diverse volte anche negli anni Ottanta. Lei mi faceva sentire i The Beatles nel 1964. 

Lo striscione “Bulldozer” che avete utilizzato è quello originale anni Ottanta che custodivi in cantina?

Si è quello che avevo dipinto di persona negli anni Ottanta in previsione del concerto in Polonia. Adesso ho sempre paura di portarlo in giro perché è un po’ danneggiato e ne abbiamo fatto fare uno di scorta leggermente più piccolo. Ma non lo ho dipinto io…

“The Derby” l’avete dedicata alla parte anatomica femminile e non al Milan per par condicio o cosa?

Dopo un ironico “Misogynists” ci voleva un ironico inno alla f…  Effettivamente è una sorta di par condicio… sempre in ambito ironico.

Ai tempi frequentavi le Brigate Rossonere?

Negli anni Ottanta mi è capitato diverse volte di assistere alle partite dalla curva sud. Non ho mai “frequentato” tifoserie organizzate se non occasionalmente.

Inneggiando al Milan non avevi timore di inimicarti artisticamente gente come i Boys San e più in generale gli ultras/tifosi sanguigni delle altre squadre?

The Derby è una canzone ironica che prende di mira quei viscidi predicatori e commentatori che “sentenziavano” sul tema della violenza negli stadi. Non è necessariamente dedicata al Milan tutte le volte che lo suoniamo. E anche quando la dedichiamo al Milan ci capita di veder sventolare bandiere di Inter, Juve e altre… chi viene ai nostri concerti non è “bigotto”.

Quanto avete provato prima del Rock Hard III?

Noi proviamo insieme al massimo una o due volte all’anno, ma ci prepariamo con cura individualmente costantemente. La musica secondo me, e altri, va studiata a casa, senza distrazioni. Una volta che ogni dettaglio è ben definito ed è stato studiato (e imparato) a dovere è sufficiente seguire con precisione il batterista che è il nostro direttore d’orchestra. Il nostro è un metodo “classico” cioè usato dai musicisti classici. Se ci si allena “tutti insieme” in saletta si rischia di perdere di vista molti dettagli. A casa uno può registrarsi ogni volta e verificare la sua preparazione con la massima precisione. Comunque prima del Rock Hard III abbiamo provato insieme una sola volta ma solo per verificare i dettagli. Ognuno di noi sapeva bene la sua parte.

Allestire il setlist del concerto con componenti della line-up che non vivono a Milano (Manu, Ghiulz, Pozza) immagino non sia stato così immediato…

Con Internet è semplicissimo. Possiamo far sentire agli altri le nostre performance con semplici Mp3 e correggere le imprecisioni in tempo utile. Quasi sempre, quando proviamo insieme (sempre per scrupolo) la prima prova va quasi sempre bene. Spesso registriamo le prove per sapere bene quello che facciamo.

 

Andy “Bull” Panigada

 

Alberto, una tua descrizione degli altri Bulldozer.

Andy Panigada – è l’anima musicale della band. Ha scritto praticamente tutte le melodie, da sempre.

Ghiulz Borroni – è un professionista che ha studiato al conservatorio. Un bravissimo musicista.

Manu – suo padre è più giovane di me… Corre, pesta, con precisione e cattiveria. Vuole sempre migliorarsi perché è umile. Per me è eccezionale!

Pozza – Il Pozza e il Manu sono un “binomio”. Pozza non è nato come bassista ma potendo allenarsi costantemente col Manu è riuscito ad entrare nel ruolo in tempi buoni. Anche lui è umile e volonteroso. Sono le doti migliori!

Vuoi spiegare la genesi di The Exorcism, le cui tracce per la prima volta hanno visto la luce sotto forma dell’Lp licenziato dalla F.O.A.D. Records quest’anno? 

The Exorcism è il titolo dato al demo dell’84, registrato per essere mandato alla Roadrunner prima di firmare. Quello che King Diamond definì “troppo punk”. Anche quel demo è stato ritrovato di recente in cantina.

Ti va di tratteggiare le differenze fra le varie line-up dei Bulldozer nella storia?

– Con Dario non abbiamo mai suonato dal vivo.

– Con Don Andras dal vivo facevamo un gran casino. Lui non aveva molto tempo per studiare…

– Con Rob si studiava molto di più e c’è stato un significativo salto di qualità. Rob era diventato molto forte. Dal vivo dava una bella spinta.

Che fine ha fatto “Don” Andras? Ti senti ancora con lui?

Ha smesso di suonare da anni. E separato coi figli a carico. Lo ho sentito qualche volta.

Stessa domanda per Rob “Klister” Cabrini.

Prima della reunion avevamo provato con lui. Fisicamente non ce la faceva. Personalmente non l’ho più sentito dopo quella prova.

 

AC Wild

 

Alberto, molto onestamente, ti saresti davvero aspettato così tanti riscontri positivi ricevuti dopo il Vostro “ritorno” in campo?

Noi volevamo far ancora meglio di ciò che abbiamo fatto negli anni Ottanta. Siamo in continuo miglioramento e cerchiamo di non farci condizionare dai riscontri, anche se positivi… Never relax!

Avete in cantiere di pubblicare un nuovo album di inediti?

Stiamo lavorando su nuove idee. Ma non abbiamo scadenze di tempo. Ci siamo posti solo un vincolo: la qualità.

Fino a quando dureranno i Bulldozer?

E’ una domanda che non mi pongo. Ora ci concentriamo sul prossimo album: l’unico obiettivo è farlo al meglio.

Chiudi come vuoi, Alberto, grazie.

Grazie a te e un saluto a tutti i lettori di Truemetal.

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti