Intervista Death SS (Steve Sylvester)
Intervista a Steve Sylvester dei Death SS da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.
Buona fruizione,
Steven Rich
Parlare con Steve Sylvester è sempre un piacere per il sottoscritto, che tanto gli deve in termini di ispirazioni musicali e non solo. Quarant’anni sono passati dall’inizio di questa speciale avventura chiamata Death SS: un’avventura unica al mondo, irripetibile, inquietante e grandiosa che ancora miete numerose “vittime” su tutto il globo. Non c’è artista che abbia recentemente intervistato, dal fenomeno del momento, i Ghost, agli storici blackster norvegesi Dimmu Borgir passando per l’elfo dell’Industrial, Mortiis, che non menzioni i Death SS come fonte d’ispirazione e amore giovanile. Cosa ci riserva il futuro? Difficile dirlo quando il deus ex machina è Steve Sylvester, junghiano alfiere della sincronicità che valuta con pazienza ogni singola situazione in base alla somma delle condizioni presenti senza pianificare sul lungo periodo. Sentiamo cosa ci racconta il “negromante del Rock”…
Buonasera Steve Sylvester!
Ehilà, ciao a tutti, ciao Mickey!
Tutto bene?
Tutto bene, eccoci qua…
Stavamo parlando, fuori onda, del fatto che Nicola Vitale di Rock Hard e della Janara abbia chiesto qual era la line up che registrò Dirty Game (bonus track presente sul primo album solista, Free Man – n.d.M.)…
Allora, se ricordo bene la line up che registrò Dirty Game è la stessa che ha suonato sullo stesso disco Preacher Man, quindi c’era Max Bronx alle chitarre che veniva dagli Shabby Trick e quindi era una line up di ragazzi molto sul Rock’n’Roll molto amanti anche di Alice Cooper, dato lo stile molto cooperiano del pezzo!
Esatto, quello “early nineties”, fine anni ottanta…
Sì, quello che abbiamo adorato anche noi, certo!
Assolutamente…allora, cos’è successo in questi quarant’anni? Di tutto…
Sì, tante cose, diverse vite, morti, resurrezioni…
Eh sì…e cosa bolle in pentola, quello che si può dire…?
Mah, c’è sempre qualche cosa che sta per partire, no? Perchè la vita è una continua evoluzione e riserva sempre delle grandi sorprese! Io non sono poi un programmatore, nel senso che lascio un po’ scorrere le cose come vanno prendendomi un po’ i miei tempi, come ben sai. Ora sto facendo altre cose, extramusicali, però anche la passione della musica c’è sempre, non è mai mutata! Per cui in pentola bolle qualcosa…sicuramente non poteva essere altrimenti, perchè quest’anno come sai ricorre il quarantennale della nascita della band…incredibilmente sono già passati quarant’anni! Per cui ci sono delle cose che sicuramente usciranno…fra queste c’è anche questo tributo di cui fai parte anche tu, no? Quello che sta facendo la Black Widow…
La Black Widow Records, sì, un tributo appunto per i quarant’anni…
E’ una cosa che mi dà molto orgoglio, sono molto contento di questa cosa…ci saranno più di trenta band che faranno cover dei nostri pezzi!
Esatto…poi abbiamo visto dei video che stanno girando…
Sì, quelli sono dei bonus per l’imminente nuovo dvd che stiamo facendo, da subito dopo i concerti del Resurrection tour ci siamo messi con molta calma a lavorare sul dvd che sarà una cosa un po’ nuova perchè ci sarà un dvd che comprenderà un videoclip inedito per ogni singola canzone di Resurrection, quindi 12 diversi dvd. E un altro dvd che invece conterrà tutti gli stralci live, documentari, backstage, curiosità, anche trailer di film a cui abbiamo partecipato o per cui abbiamo fatto colonne sonore in questo periodo…diciamo che ci saranno tante cose, cose molto divertenti! E’ stato un lavoro lungo, ci abbiamo messo due anni ad assemblare questo dvd ma ora siamo ormai alla fine, siamo quasi in dirittura d’arrivo!
Io già te lo dissi una volta, esperienza personale con i Mugshots, l’aver lavorato con un grande produttore come Dick Wagner (Alice Cooper, Lou Reed, ecc. – n.d.M.)…però io come con Freddy Delirio alla produzione non mi sono mai trovato meglio! Cosa ci racconti di questa bella collaborazione che dura ormai da tantissimo tempo?
Mah, guarda, è una questione di alchimia! Anch’io ho lavorato, durante la mia carriera, con tanti produttori: Sven Conquest in Inghilterra, poi a Berlino, poi ho lavorato con Keith Appleton, negli Stati Uniti…
Neil Kernon…
Con Neil Kernon, soprattutto, vincitore di un Grammy come produttore, che ha lavorato anche coi Queensryche, David Bowie, di tutto di più…però guarda, alla fin fine è una questione di esperienza e di alchimia, quando ti trovi bene con determinate persone trovi la sintonia giusta, trovi il modo giusto per lavorare e allora le scose scorrono lisce, vanno bene da sole. Poi con un pizzico di immodestia posso dire che oramai dopo tutti questi anni un po’ di esperienza me la sono fatta anche in studio, per cui so anch’io dove mettere le mani, cosa dover fare e come ottenere determinati risultati. Questo, mischiato poi con l’esperienza e la grande capacità di Freddy sta portando degli ottimi risultati! Infatti tutto quello che sto facendo ultimamente, lo faccio in studio con lui.
Steve Sylvester
So che non programmi, lo hai detto prima…ma un possibile terzo capitolo solista a nome Steve Sylvester?
Mah, guarda, è una cosa a cui ho pensato ovviamente da tanto tempo, anche perchè avrei materiale, avrei proposte…l’unica cosa che mi manca è semplicemente il tempo per farlo. Quindi le cose richiedono il tempo, la giusta ispirazione e anche se ho raccolto molto materiale che potrebbe essere interessante per un terzo capitolo in quel senso qui…non so, per ora ti devo dire “nì” perchè mi piacerebbe farlo ma non so quando e come!
Sei ovviamente un grande cultore di cinema ma da ultimo, negli ultimi anni, ci sono state delle vere e proprie collaborazioni. Cosa ci racconti di questa tua esperienza nel mondo dei moving pictures?
E’ stata una cosa un po’ così, casuale, non sono mai andato a cercarla appositamente. Tutto nasce anche così, con dei contatti che ho avuto con dei registi come i Manetti che mi hanno contattato per delle colonne sonore o per partecipare anche come attore in alcune cose, non ultima anche quella puntata per il Commissario Rex, ho fatto sempre la parte di un rockettaro! E poi anche per amicizia con alcuni registi che hanno lavorato con me anche per dei videoclip e altre cose, come Salvatore Vitiello o i ragazzi della Extreme Video, per cui magari quando capita faccio, se posso, un cameo o una parte in qualche film. Chiaramente deve essere una cosa nelle mie corde, non sempre il cattivone della situazione o il mostro…però è una cosa divertente! Se posso e ho tempo lo faccio molto volentieri!
Domenica scorsa abbiamo avuto ospite la mente del fenomeno del momento, i Ghost, che ha dichiarato l’amore per i Death SS. Tu come vedi questo fenomeno?
Guarda, non li conosco benissimo, nel senso che li ho sentiti, ho visto anche qualcosa di loro su YouTube. Mi piacciono, devo dire, sono molto in gamba, sono molto validi. Sicuramente alcune cose che ho visto sono un po’ derivative nel senso che anche loro non è che abbiano inventato nulla! Però mi fa piacere che abbiano fatto questo tipo di dichiarazioni anche perchè, come ripeto, sono una band molto valida. Ho sentito quello che ha detto il cantante nei nostri confronti e mi ha fatto molto piacere, lo ringrazio!
Mentre invece sul fronte Death SS? Il futuro? Live? So che è chiedere tanto, perchè comunque muovere i Death SS è come muovere una piccola impresa…
Siamo arrivati ad un punto in cui non mi interessano più concerti a determinati livelli. Ti spiego: quello che volevo fare, ormai l’ho fatto e sicuramente se si presenterà una grossa occasione ma deve essere un’occasione veramente interessante, valida, una buona opportunità sia per noi come band, sia per il pubblico che ci viene a vedere, allora in questo caso potrebbero anche esserci altre date dei Death SS. Al momento è tutto così, non c’è nulla di programmato.
Qualche anno fa era anche uscita la biografia scritta insieme all’amico – che salutiamo – Gianni Della Cioppa…c’è qualcosa che è rimasto fuori, della vita di Steve Sylvester, o una seconda fase, quella diciamo dal 1988 in poi, da In Death Of Steve Sylvester in poi…?
Beh, ci sono tante cose anche simpatiche, curiose, aneddoti che potrei raccontare in questo senso e ti assicuro che me l’hanno chiesto in tanti di fare un continuo di questa cosa. Ora vediamo, come ti ho risposto per quanto riguarda eventualmente i concerti, la cosa importante è trovare il tempo per fare le cose perchè io sono un tipo tranquillo, mi piace fare le cose con calma però l’importante è che siano fatte bene. Anche questo potrebbe essere un progetto futuro, perchè no? L’importante è che sia semplicemente un libro interessante, divertente come penso, spero, sia stato anche Il Negromante Del Rock e non soltanto una pura biografia dove si racconta sterilmente “quell’anno ho fatto questo, quell’altro anno è uscito quest’altro”, eccetera…Mi interessa più che la cosa sia fruibile magari anche da chi non conosce i Death SS o da chi non sia necessariamente un fan perchè mi interessa raccontare una storia che sia uno spaccato di un periodo storico e che parli solo indirettamente di quello che è successo alla band personalmente, che sia uno specchio di una situazione, quella appunto del Metal italiano di un certo periodo.
Steven Rich, Steve Sylvester e Beppe Riva (courtesy of Loud and Proud)
Per quanto riguarda quell’altro tuo grande amore che sono i fumetti, c’è qualcosa che bolle in pentola?
Quello è da sempre un mio hobby personale, non è un segreto…sto scrivendo con l’editore Luca Mencaroni, insieme ad altri esperti come Diego Torvini, dei libri che ciclicamente escono ogni anno che raccontano la cronologia di tutti questi fumetti horror-erotici italiani che tanto hanno influenzato anche l’iconografia dei Death SS e anche un certo stile di vita. Stiamo parlando di nomi che magari i più giovani non conosceranno, tipo Zora La Vampira, Jacula, Sukia, Belzeba, Cimiteria e cose del genere che sono molto divertenti e sono stati anche riscoperti dai critici, finalmente! Perchè comunque, a parte tutto, i contenuti magari di bassa lega o negli ultimi tempi, dagli anni Ottanta anche a livello pornografico, hanno comunque anche delle pubblicazioni disegnate da grandi autori. Specialmente i copertinisti, penso ad Alessandro Biffignandi o comunque ad Emanuele Taglietti che ha anche disegnato la copertina di Resurrection e che annuncio sarà anche il disegnatore della cover inedita del dvd che uscirà. Sono dei grandi artisti riconosciuti in tutto il mondo a cui dedicano mostre e libri, quindi c’è stata anche una rivoluzione in questi ultimi anni di questi fumetti che erano considerati soltanto spazzatura, serie B…
Ora andiamo ad ascoltare due brani, The Crimson Shrine e Santa Muerte, vuoi parlarcene?
Allora, The Crimson Shrine è un brano della metà esoterica di Resurrection, come dicevamo anche l’altra volta è un disco diviso in due parti: una parte più esoterica che riprende il concept crowleyano di Do What Thou Wilt e un’altra più cinematografica, diciamo. The Crimson Shrine riprende appunto un poema di Crowley e parla del santuario cremisi che sarebbe un ponte verso una nuova dimensione verso una fase d’iniziazione. Santa Muerte è invece più legata al fione più cinematografico di cui abbiamo parlato e che mi ha coinvolto negli ultimi anni. Faceva parte della colonna sonora di una serie web tv che era Squadra Investigativa Speciale, dove ho partecipato come attore in una puntata che parlava di narcotrafficante e dei cultori di questo culto della Santa Muerte, tuttora esistente e in vigore in determinate zone messicane. Sarebbe questa dea, questa santa che ha le fattezze di una Madonna dall’aspetto scheletrico che protegge, che offre la sua protezione ad alcune frange della criminalità organizzata.
Un saluto finale, un augurio, un messaggio per i fan dei Death SS e di Steve Sylvester?
Rimanete sintonizzati su Radio Onda D’Urto perchè novità ci saranno sicuramente…grazie a tutti, spero che ci rivedremo in occasione di un concerto o di qualcosa di veramente interessante e comunque di qualcosa di molto grande!
Michele “Mickey E.Vil” Savoldi