Death

Intervista Deicide (Steve Asheim)

Di Mickey E.vil - 20 Maggio 2024 - 8:00
Intervista Deicide (Steve Asheim)

Intervista a Steve Asheim (Deicide) da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli. Buona fruizione.

Chi l’avrebbe mai detto? Steve Asheim dei Deicide e la sua discendenza pugliese, questo è un vero e proprio scoop di TrueMetal ed Heavy Demons! A parte gli scherzi, è stato un piacere scambiare quattro chiacchiere con il membro dei Deicide più sottovalutato di sempre e più influente, in realtà, di sempre! Un talento musicale costruito con fatica negli anni e la voglia di portare avanti il marchio Deicide con serietà e passione, al di là di baracconate e polemiche. Signore e signori, mr. Steve Asheim sulle pagine di TrueMetal!

Dunque, caro Steve. Come descriveresti il sound generale di Banished By Sin? Non è facile, credo, data la grande varietà presente…

Sì, beh, come hai detto credo che ci sia molta varietà, sono d’accordo: abbiamo molti compositori, tutti nella band portano qualcosa in termini di scrittura e ciò ha creato questa sensazione di diversità. Ma penso che, detto questo, ci sia comunque un sound univoco nei Deicide e non credo a causa della mia batteria o della voce di Glen: credo che i nuovi membri si siano adattati molto bene al sound e allo stile dei Deicide, entrambi sono cresciuti come fan della band e dunque per loro è stato facile adattarsi allo stile di riffing dei Deicide. Poi hanno il loro stile e gusto che però ricadono decisamente nelle categorie dei Deicide. Dunque in questo senso è sì vario ma anche famigliare, penso si tratti di una grande formula e che sia uscito magnificamente!

Com’è stato lavorare con Jeramie Kling degli Inhuman Condition e quali erano i vostri obbiettivi in termini di produzione in studio per il sound di Banished By Sin?

Beh, sai, Jeramie è grande, lo conosco da un certo numero di anni: è un bravo ragazzo, un grande batterista e un tipo divertente, tecnicamente molto preparato. Quello che ha fatto in studio, dato che è un grande ingegnere del suono, è lavorare a tutte le tracce del nuovo disco… Le tracce di batteria, tutte le tracce, ha fatto un grande lavoro ed è davvero facile lavorare in studio con lui. Sì, è stata un’esperienza incredibile, sai? Ed era davvero vicino a casa, dunque è stato molto conveniente e ha aiutato la buona riuscita del disco, senza lo stress dei viaggi di ore: dovevo solo camminare un po’ per strada, fare le mie cose, spaccare tutto e portare a casa. Come dicevo, è stato un processo molto liscio…

Quali sono le tue opinioni riguardo – beh, quelli di Glen li conosci già – i contributi lirici di Kevin e Taylor?

Sì, beh, sai, credo che Kevin abbia scritto un sacco di testi degli Order of Ennead, ha scritto un sacco di quella roba; è un grande autore di testi in quel senso e quando Glen è stato pronto ad accettare qualche altro testo, i ragazzi sono stati in grado di adattarsi allo stile di scrittura dei Deicide. Glen ha detto: «Guardate ragazzi, se volete scrivere dei testi siate sicuri che siano apertamente satanici, con odio nei confronti di Dio e della religione e che siano fottutamente brutali!»… Credo che si siano fatti una risata ma entrambi hanno fatto un buon lavoro nel fare esattamente quanto richiesto, voglio dire, entrambi i loro contributi lirici sono fantastici e anche Glen la pensa allo stesso modo. Ha detto loro: «Avete fatto un gran lavoro coi testi, sono orgoglioso di cantarli come se fossero miei!». Io non contribuisco ai testi, ci ho provato ma non sono capace di scrivere i testi! Voglio dire, non sono un idiota ma credo che non siano adatti ai Deicide come testi, quello che scrivo potrebbe andare bene per una band punk o cose simili. Quando scrivo un testo e lo rileggo il giorno successivo penso che sia troppo stupido per i Deicide!

Partendo dal presupposto che non mi interessa il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale per realizzare copertine e via dicendo, cosa ci racconti dell’artwork dell’album e com’è stato concepito e realizzato?

Sì, da quanto ho capito l’etichetta ha richiesto una copertina che rimandasse a quelle dei primi album, una specie di medaglione o cose simili. Glen conosce un tizio che penso sia svedese, è un designer di gioielli, è un artista perché deve creare i gioielli, disegnarli e via dicendo… Comunque, ha chiesto a questo tipo: «Hey, realizzami un medaglione per l’artwork e poi possiamo creare gioielli da vendere!». Dunque c’era questo tizio, Neddy o Nenni è il suo nome. Quando la gente dice che è stata generata dal’AI, io dico: «Abbiamo un artista umano che l’ha progettato!»… Un artista umano che usa il computer per progettare, poi che ne so che programma ha usato, certa gente si intende di arte più di me e ha dei problemi, sono tutti incazzati per questo. Davvero non lo capisco, penso che la lamentela riguardi il fatto che un vero artista o un pittore non è stato pagato… Ma sapete? Un artista è stato pagato anche in questo caso per questo artwork! Quel cazzo di tipo, Nenni, non è che non sia un artista! Non so perché si siano incazzati… Penso che la gente abbia bisogno di rompere le palle, ok, va bene… Lo capisco, anche a me piace rompere le palle! Questo è quello che penso: ho sentito molte persone lamentarsi e ho sentito molte persone dire: «Hey, non capisco quale sia il cazzo di problema!». Comunque sia abbiamo realizzato dei banner super giganti per i live, dunque chi odia l’artwork lo amerà davvero!

Hahaha, decisamente! Tu di base sai suonare qualunque strumento si possa usare in un contesto rock/metal. Parlando del pianoforte, questo strumento come influenza il tuo modo di comporre?

Sai, il piano è uno strumento incredibile, hai tutte le note messe giù davanti a te! È stato davvero bello per me approfondire il piano, la teoria, l’armonizzazione, il contrappunto, tutti questi diversi elementi della composizione. L’ho trovato davvero di aiuto per la mia scrittura, l’approccio ad una canzone, non si tratta di semplici istruzioni per l’uso… La teoria che sta dietro è che una canzone deve continuamente evolvere: per dire, ci sono cose che sono riconoscibili ma non sono esattamente le stesse! Suonano uguali ma in un certo modo sono differenti: in un certo qual modo la canzone sta evolvendo rispetto all’inizio, sta crescendo, sta cambiando… Ci metti un piccolo bridge qua e là e alla fine persino i riff non sono come erano all’inizio. Mi diverto in questo modo, la canzone continua ad evolvere e ad avanzare, alla fine avrai creato qualcosa che ogni volta in un qualche modo è cambiato e avrai costruito lo slancio… Ecco come mi approccio: penso che gli studi di piano e i compositori di quell’epoca mi abbiano davvero aiutato nella scrittura. Voglio dire, se ascolti come lo fanno i maestri, un paio di ispirazioni ne trai. Credo di esserci riuscito, penso che le mie canzoni oggi siano migliori di quelle vecchie e che il mio songwriting sia migliorato! Sì, penso sia un grande aiuto ed è qualcosa per cui sono molto contento: ci è voluto molto tempo, molta fatica ma credo ne sia valsa la pena!

Quali sono i tuoi ricordi migliori e peggiori della scena metal estrema dei primi anni Novanta e come ti approcci a quella di oggi?

Sai, abbiamo dei ricordi di merda coi quali fare i conti… Cose da pazzi in Svezia, Norvegia, dove fu messa una cazzo di bomba al concerto: quella è stata una situazione merdosa da gestire e da superare… Comunque… Poi, naturalmente, se dobbiamo ricordare, sicuramente perdere i fratelli Hoffmann è stata una bella battuta d’arresto… Gestire tutto quel tipo di roba: i cambi di formazione, che sono una merda, quello è un punto veramente basso ed ecco perché è così bello sapere che possiamo contare su una line-up solida, sai? Noi vogliamo semplicemente fare quello che facciamo in maniera liscia, senza interruzioni non professionali e distrazioni che davvero portano via la concentrazione di tutti! Perciò non vedo l’ora di vivere i prossimi anni serenamente con una formazione stabile!

I tuoi nonni erano di Stavanger. Dopo tutti questi anni, qual è la tua sincera opinione sul black metal norvegese, sia a livello musicale che culturale?

(Ride) Culturalmente sono arrivati molto rapidamente al successo, bisogna dargliene atto! Musicalmente, agli inizi la capacità musicale ed esecutiva era piuttosto dilettantesca e credo che siano degenerati in quelle morti per compensare questa mancanza! Cosa che ha funzionato, ovviamente (ride)! E naturalmente la capacità musicale e compositiva è migliorata col tempo… Ma come già detto, erano solo un manipolo di maniaci che si ammazzavano a vicenda come nel rap americano, costa orientale contro costa occidentale! Là non saprei… Norvegia del nord e del sud, o Svezia, non so che cazzo stesse succedendo là… Limitiamoci a fare musica, concerti e lasciamo gli omicidi ai rapper!

Quali sono i tuoi progetti musicali preferiti al di fuori dell’ambito metal?

Beh sai, come dicevo mi piace molta roba classica e talvolta accendo la radio e trovi qualche brano classico che ti piace, dei tempi del rock’n’roll. Sono cresciuto ascoltando molta musica grazie a mia mamma e alla radio, roba anni Settanta e Ottanta e persino allora – negli anni Settanta – ascoltavo i dischi di mia mamma e mio zio degli anni Sessanta e Cinquanta! C’è un grande lasso di tempo: centinaia d’anni di musica classica, quasi cento anni di musica rock… Sì, è divertente ascoltare e lasciarsi affascinare, una cosa incredibile!

Quali messaggio e saluto finali manderesti ai tuoi fan italiani e hai ricordi personali legati all’Italia?

Sai, mia mamma è italiana, il cognome è Tetro, dunque sono un po’ italiano io stesso, cresciuto col capocollo e gli ziti! Le prime volte che sono stato in Italia è stato molto interessante: in un caso in particolare, era estate e siamo volati in Europa solo per fare un tour in Italia! Penso si trattasse di un weekend e di quello successivo, otto o dieci concerti solo in Italia: abbiamo guidato su e giù per lo stivale fino in Sicilia! Amico, quello è stato un bel viaggio! Abbiamo passato del tempo al nord con i magnifici laghi e le montagne, abbiamo soggiornato in uno splendido b&b, che grande settimana! Ci siamo davvero divertiti, l’Italia è fantastica. Il padre di mia madre era di Bari, laggiù sul tacco! Abbiamo fatto un concerto a Bari, ho conosciuto una tipa, ho scopato, fottutamente spettacolare, che grandi momenti! L’Italia è “bella”, ho imparato un paio di frasi che spero di usare con la gente laggiù, come: «Dov’è il pisciadoo (sic)?», «Mangia! Pasta!»… Qualsiasi cosa che potrò usare in una conversazione, farò del mio meglio. Grazie davvero, ho apprezzato il fatto che tu mi abbia chiamato e non vedo l’ora di tornare in Italia, ci divertiremo un sacco! Spero che laggiù tutti prendano il nuovo disco: suoneremo brani del nuovo disco e un bel po’ di classici, dunque sarà fantastico!

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