Heavy

Intervista Doro

Di Davide Sciaky - 6 Novembre 2020 - 7:45
Intervista Doro

Intervista a cura di Davide Sciaky 

Ciao Doro, come stai?

Molto bene, molto bene!
Sto lavorando in studio tutto il tempo dato che non siamo in tour, non stiamo suonando i festival, tutti i piani di suonare sono svaniti nel nulla, è stato tutto rimandato all’anno prossimo e speriamo si possa fare, ma non sappiamo ancora niente.
Ma, sì, sono di nuovo in studio a lavorare ad un nuovo album, poi adesso uscirà il best of [“Magic Diamonds – Best Of Rock, Ballads & Rare Treasures” N.D.R.], abbiamo messo tutto insieme quando non potevamo suonare: siamo andati a cercare nei miei archivi, a recuperare canzoni che non avevamo suonato da molto tempo.
Abbiamo trovato tante cose interessanti e abbiamo detto, “Ok, proviamo a fare una compilation” e mi sono detta, “Va bene, ora sceglierò le mie 15 canzoni preferite”, poi sono diventate 25, poi 35, poi 45 e ora sono 56 e abbiamo raggiunto il limite di spazio dei CD e dei due doppi vinili, ma ci sono ancora altre canzoni che meriterebbero di vedere la luce, magari tra un paio d’anni faremo un “Volume 2”, ma intanto queste sono le prime 56 che abbiamo scelto.
Registrazioni live inedite, versioni alternative di canzoni, canzoni mai pubblicate.
E’ stato molto divertente fare questo lavoro: ho fondato la mia etichetta qualche anno fa per poter pubblicare i dischi che non si trovavano più, vinili, picture disc, cose speciali per i collezionisti ed i fan, io stessa sono una collezionista di vinili quindi mi piacciono queste cose speciali.

 

Come hai passato il periodo del lockdown? Ho visto che sai riuscita a suonare dei concerti in drive-in, dopo ti chiederò più approfonditamente di quei concerti, ma a parte questo hai scritto nuova musica, o fatto altro di relativo alla musica?

Sì, ho scritto nuova musica per il prossimo album perché non possiamo ancora registrare tutti insieme nello stesso studio: i membri americani della mia band non potevano prendere l’aereo, Luca [Princiotta, il chitarrista] in Italia era in lockdown, i ragazzi in Olanda non possono ancora viaggiare, quindi stiamo aspettando il momento in cui potremo trovarci tutti insieme in studio.
Ma, sì, sto scrivendo nuove canzoni, ne ho già cinque pronte, ed il nuovo album uscirà l’anno prossimo.
Sono stata in studio anche a lavorare a queste 56 canzoni, a remixarle e a riscoprire tutto quello che avevo nell’archivio.
Ho moltissima roba registrata su DAT, su queste piccole cassette che sono state usate per molti anni, si registrava su DAT e poi si stampava su vinile o CD.
Avevo così tanta roba interessante registrata così, quindi ho dovuto trovare qualcuno che avesse ancora un registratore per questo formato funzionante, perché è la tipica cosa che se non usi per un po’ di tempo smette di funzionare; ho dovuto girare per tutta la Germania per trovare qualcuno che ne avesse uno funzionante.
Tutto ciò mi ha tenuta occupata per l’ultimo paio di mesi, poi abbiamo fatto un paio di concerti in drive-in ed è stato fantastico poter finalmente fare qualcosa.
È stato qualcosa di diverso, sicuramente non come un concerto normale, ma siamo stati tutti molto contenti di poter connettere di nuovo con i fan, di suonare insieme come band e di vedere la nostra crew… è stata un avventura!
Al primo concerto siamo rimasti colpiti da quanto fosse lontana la gente, tutti bloccati nelle proprie macchine.
Su ‘All We Are’ non sono riuscita a trattenermi e sono scesa dal palco per cantare insieme al pubblico, ovviamente mantenendo la distanza, sempre almeno due metri da tutti, ma è stato davvero divertente.
Qualcuno ha filmato la cosa col cellulare e abbiamo messo il video sui nostri social, Instagram, Facebook eccetera, e in due giorni ha fatto tantissime visualizzazioni, penso tipo 600.000 visualizzazioni, un numero che non abbiamo mai fatto prima.
Qualche altro promoter l’ha visto e ci ha chiamato impressionato per invitarci a suonare al suo drive-in, poi ci hanno chiamato altri promoter ed è stato come un effetto domino.
A volte è stato davvero strano, nei posti con le norme più stringenti il pubblico non poteva neanche uscire dalle macchine, dovevano tenere i finestrini quasi completamente chiusi e faceva molto caldo, probabilmente solo i fan più sfegatati e i metallari più duri hanno partecipato a quegli show.
Ogni show è stata una nuova avventura, ma è stato molto figo.
L’ultimo che abbiamo fatto era uno show in spiaggia con i posti a sedere, molto strano, ma bello perché potevamo vedere e sentire il pubblico, tutti seduti con le loro birre, tutti a cantare; è andato sold-out ed è stata davvero una bella festa.
A volte nei concerti in drive-in non si riusciva a sentire il pubblico, era strano, ovviamente molto diverso dai concerti normali, ma ci siamo abituati anche a questo; è stato bello tornare a suonare dal vivo tutti insieme in sicurezza.
La cosa più importante è che tutti fossero al sicuro.
Poi abbiamo fatto un concerto in streaming e abbiamo ricevuto feedback da tutto il mondo, dal Sud America, dalla Russia, dal Giappone, e anche quello è stato molto bello.
Tutti i piani di tour di quest’anno sono stati cancellati dal virus, penso che ora, a settembre/ottobre, avremmo dovuto essere in tour in Sud America, poi in Australia, poi in Europa, poi in America… ma è stato tutto cancellato, anche tutti i festival, quindi è stato bello poter fare qualcosa per i fan, anche se in modo diverso, ma non è la stessa cosa.
È bello ma non è lo stesso, speriamo che torni tutto alla normalità il prima possibile.
Ci mancano i fan, ci mancano i concerti normali.
Ma questi concerti mi hanno ricordato il video di ‘All We Are’, non so se l’hai mai visto.

Si, certo.

La prima volta che siamo saliti sul palco era esattamente come nel video con tutte quelle macchine. Per il secondo concerto mi sono detta, “Mi devo preparare di più per interagire con i fan, anche se non posso sentirli”, quindi ho detto cose come “Fatemi vedere le vostre luci” e “Questa prossima canzone è da veri headbangers quindi fatemi vedere come fate ballare le vostre macchine”, è stato divertente e penso che tutti i partecipanti si siano divertiti.
Ma speriamo che si possa tornare presto ai concerti normali.

 

Prima hai parlato del nuovo album da cui qualche mese fai hai pubblicato un primo singolo, ‘Brickwall’. Puoi dirmi qualcosa di più su quest’album? Dicevi che hai già scritto cinque canzoni, quante altre pensi che scriverai?

Brickwall’, giusto, mi ero dimenticata, con quella fanno sei canzoni.
C’è un bel metal anthem che penso piacerà molto, poi c’è una canzone molto veloce, un’altra che sto scrivendo ora: io sono una grande amante degli animali e nel mio tempo libero, che è raro, cerco di andare ad aiutare nei rifugi per animali.
Sono entrata in contatto con una donna che accudisce cavalli, cavalli che facevano le corse: di solito sono molto giovani, corrono quando hanno uno, due, tre anni e poi sono considerati troppo vecchi e a volte è davvero tragico, a volte i padroni li abbandonano quando non possono più correre.
Ho incontrato questa donna che li accudisce, sono andata da lei tante volte ed è bellissimo connettere con questi animali meravigliosi, quindi ho cominciato a scrivere una canzone su di loro, al momento è intitolata ‘Heavenly Creatures’, una canzone per gli animali.
Non so se quello sarà il titolo definitivo ma per ora si chiama così.
Penso che sia importante, io amo le persone e gli animali, e mi sento sempre ispirata a mantenere un’energia positiva, soprattutto al giorno d’oggi.
Quindi sì, sei canzoni per ora, uscirà l’anno prossimo per la Nuclear Blast, mentre altre cose speciali le pubblico sulla mia etichetta, la Rare Diamonds Productions, picture disc, vinili e via dicendo.
Ho fondato l’etichetta perché i dischi e DVD che erano usciti con la AFM non erano più disponibili e siamo tornati in possesso di tutti i diritti; ho pensato che fosse un peccato che non si potessero più trovare quei dischi quindi abbiamo fondato l’etichetta per renderli nuovamente disponibili e per pubblicare qualcosa di speciale per i fan più sfegatati.
È una cosa che faccio per occupare il mio tempo, per rimanere in contatto con i fan e con la musica; mi rende felice ed evita che diventi troppo depressa [ride].

Come dicevamo stai per pubblicare una compilation intitolata “Magic Diamonds – Best Of Rock, Ballads & Rare Treasures”. È interessante che invece di mettere insieme un po’ di canzoni già pubblicate sei andata a cercare quei “rari tesori” del titolo, registrazioni inedite, live, brani ri-registrati. Quando ci hai messo a mettere insieme il tutto?

Non hai idea, 56 canzoni!
Solo il mastering ha richiesto un sacco di settimane, poi ci è voluto tantissimo perché tutto fosse pronto. Soprattutto con le registrazioni live c’è sempre qualcosa che va storto, un microfono che non va, del feedback di sottofondo…
A marzo ho fatto il mio ultimo tour con i Saxon, poi molte date sono state spostate a settembre e ora all’anno prossimo, e dalla settimana dopo l’ultimo concerto ho passato tutto il mio tempo in studio a lavorare alla compilation e alle nuove canzoni.
Ci è voluto molto tempo, anche quando tutto è già lì comunque ci vuole molto per rendere tutto perfetto.
All’inizio pensavo sarebbero state solo 15 o 20 canzoni, ma poi [ride] si è aggiunta sempre più roba.

 

Dato che non abbiamo mai parlato prima vorrei farti qualche domanda sulla tua carriera in generale. Tu sei stata una delle prime cantanti donna ad avere successo nel Metal, probabilmente la prima in assoluto in Germania. Hai mai trovato difficile essere una donna in una scena che era principalmente composta da uomini?

Sai Davide, onestamente non ho mai sentito che qualcuno mi trattasse in modo diverso, ero “una dei ragazzi” e mi sentivo così fortunata a poter andare in tour con tutte queste band fantastiche, le mie band preferite.
Il nostro primo tour fu con i Judas Priest, nel 1986, poi con i W.A.S.P. in Inghilterra, poi con il mio eroe Ronnie James Dio, poi i Motörhead, tantissimi festival fantastici, tante volte con i Saxon, in America con i Megadeth, e mi sono sempre sentita trattata bene, ho sentito tanto supporto, non ho mai trovato nessuno che mi guardasse in modo strano perché ero una ragazza.
Ero semplicemente un membro della band e tutti potevano vedere quanto amassi questa musica in modo sincero, quanto fossi dedicata ai fan e alla musica.
Mi sono sempre sentita assolutamente integrata, non è mai stato un problema il mio essere una donna, ho sempre fatto quello che amavo e fatto del mio meglio in tutto.
All’inizio è stato difficile perché vedevo le band inglesi, le band della New Wave of British Heavy Metal di cui ero una grande fan, e pensavo che bisognasse essere inglesi o americani per riuscire a fare il salto di qualità con la mia carriera.
Quello è stato il vero problema, venendo dalla Germania dovevi provare il tuo valore e lavorare dieci volte più duramente per convincere le etichette inglesi e americane.
All’epoca le etichette avevano un potere incredibile, oggi non è più così, oggi lavoriamo tutti insieme, ma all’epoca c’era una pressione incredibile e così ci vollero tre dischi prima che cominciassero a distribuirci anche negli Stati Uniti.
Bisognava lavorare molto più duramente degli inglesi ed americani per mostrare il proprio valore.
Poi nessuno di noi parlava inglese molto bene, quindi tutti ci prendevano in giro per il nostro accento.
Dovevamo combattere per la nostra musica, combattere per conquistare il mondo dalla nostra piccola sala prove in Germania.
Questa è stata la vera sfida, il fatto che fossi una donna non è mai stato un vero problema, ho semplicemente sempre fatto quello che volevo fare e ho sempre avuto un grande rapporto con i fan.
Mi ricordo sempre, fin dal primo concerto, anche prima che fossi nei Warlock quando ero in altre band; il mio primo gruppo si chiamava Snakebite, poi Beast, poi Attack, poi i Warlock.
Quando suonavamo dal vivo i fan sono sempre stata dalla mia parte, mi sono sempre divertita.
Sono sempre stata semplicemente un metallara come tutti, un membro della band.
Oggi ovviamente la situazione è pure migliorata, ci sono tante band con delle fantastiche donne come membri, tutte di grande talento, ed è fantastico!
All’epoca magari si poteva sentire un po’ di solitudine al massimo, ma a parte quello andava tutto bene, non ho mai avuto alcun problema.

 

Parlando della tua voce, quando hai iniziato a cantare, circa 40 anni fa, il Metal era una cosa relativamente nuova e immagino che non ci fossero in giro insegnanti che potessero dare lezioni specificamente di canto Metal. Hai mai preso lezioni di alcun tipo, o sei completamente autodidatta?

Ti racconto questa storia: sin da quando era una bambina piccola, penso da quando avevo tre anni, volevo diventare una cantante.
Da qual momento ho sempre avuto una grande passiono, sono diventata dipendente dalla musica.
Sono cresciuta nell’epoca del Glam Rock con band come Sweet e T. Rex, e mi ricordo ancora della prima canzone che sentii quando era piccola, ‘Lucille´ di Little Richard, avevo tre anni ma me lo ricordo bene.
Ascoltavo musica sul mio giradischi, cantavo, ed ero influenzata da un sacco di musicisti con grande energia e potenza.
Quando cominciai a cantare con la mia prima band cantavo semplicemente seguendo il mio istinto, cantavo il più forte che potevo, sono sempre stata naturalmente rumorosa.
Nel ’85 i giornalisti cominciarono a chiedermi se fossi andata all’università, se avessi studiato, se avessi preso lezioni di canto e io rispondevo che no, cantavo seguendo l’istinto, la mia ispirazione, il mio cuore e la mia anima.
A forza di sentire quelle domande però cominciai a chiedermi anch’io se non fosse il caso di prendere lezioni da un professionista, così trovai un’insegnante e spesi così tanto per fare quelle lezioni!
Presi lezioni e tutto e un anno dopo la gente cominciò a chiedermi, “Doro, cosa stai facendo?” e io rispondevo, “In che senso?”, e mi dicevano che qualcosa era cambiato nel modo in cui cantavo, mi dicevano che l’anno prima mi avevano sentito cantare in modo diverso; quando gli chiedevo se stavo cantando meglio però mi dicevano che era meglio prima! [Ride]
Dopo un paio d’anni di lezioni e di gente che mi diceva che prima cantavo meglio, in modo più potente, mi dissi, “Dannazione, ho speso tutti questi soldi per nulla!”. Era estremamente caro all’epoca, probabilmente lo è ancora, ma comunque capii che per me quelle lezioni erano state uno spreco di tempo.
Penso che un cantante Rock debba cantare in modo naturale, quello che riesce a fare in modo naturale, con potenza, essendo sé stessi al 100% senza lasciare che nessuno ti cambi.
Quando fai generi diversi ovviamente devi studiare e tutto, ma penso che per il Rock ed il Metal l’importante sia essere sé stessi; questo è il suggerimento migliore che potrei dare a chi mi chiedesse un consiglio su come cantare alla grande.
Quindi, sì, ho preso lezioni di canto ma per me non hanno funzionato, penso che quando uno canta seguendo ciò che sente lo fa molto meglio che se sta a pensare troppo alla tecnica.
Immagino di avere in maniera naturale un buon modo di respirare, altrimenti non riuscirei a cantare per tre, quattro ore filate.
Ho preso lezioni ma si sono rivelate una perdita di tempo e di soldi, poi tutti hanno cominciato a lamentarsi e ho capito che dovevo fermarmi, ma almeno ora posso dire di aver preso lezioni di canto [ride].

 

Ora ovviamente il futuro è incerto, ma tu hai già dimostrato che qualche forma di concerto live è possibile anche al giorno d’oggi, e poi comunque hai un album a cui lavorare. Quali sono i tuoi piani per il prossimo futuro?

Abbiamo un paio di altri show in programma per quest’anno, spero che si possano fare anche se le norme sul virus cambiano ogni settimana quindi non puoi mai essere certo di nulla.
A parte quei due show poi mi voglio concentrare sul nuovo album, scrivere nuova musica e poi, speriamo, vorrei tornare in tour l’anno prossimo; per ora tutto quello che avevamo in programma quest’anno è stato spostato all’anno prossimo, ma i primi concerti dovrebbero essere a gennaio quindi si vedrà, per ora il futuro non sembra esattamente roseo.
Quindi lavorerò al nuovo album, poi ci sono un po’ di altre cosette, c’è un nuovo film in arrivo in cui ho un piccolo ruolo: andrò alla prima tra qualche settimana, ma hanno già avvisato che bisognerà mantenere il distanziamento sociale, ovviamente.
Poi uscirà anche il seguito di “Anuk – The Path of the Warrior”, l’abbiamo filmato tempo fa, quindi ci sono tante cose in ballo, ma direi che il nuovo album sarà la mia principale priorità, se non potremo tornare in tour.
Speriamo, speriamo che si possa tornare a suonare come una volta, ma a sto punto ogni show che riusciamo a suonare è un buono show, quindi potremmo vedere di fare qualcosa tipo un concerto in streaming dal nostro studio.
Abbiamo già fatto un paio di concerti in streaming gratis, poi un altro che penso costasse 6 dollari, quindi vedremo cosa fare, tenendo sempre le dita incrociate sperando che si possa tornare sui palchi presto.
Speriamo che qualcuno trovi in fretta un vaccino che sia sicuro per tutti.
Quando avevo 15 anni, prima che iniziassi con la musica, mi ammalai molto seriamente e so quanto si possa star male, quindi ora sono molto preoccupata per tutti e cerco di garantire la sicurezza di tutti in tutto quello che faccio.
Comunque cerchiamo di rimanere positivi e di fare il possibile per mantenere la band in attività e di far sempre cose nuove.
Ora stiamo pensando di pubblicare in vinile “Love Me in Black”, abbiamo ottenuto il permesso dalla Warner Bros per farlo, quindi ora stiamo discutendo il da farsi, magari per pubblicare anche un picture disc. La cosa è che anche “Magic Diamond” non è stato semplice da stampare perché tutte le fabbriche di vinili sono state chiuse per molto tempo durante il lockdown, e ora tutti vogliono che vengano stampati i dischi che erano rimasti indietro.
Noi comunque siamo flessibili, quindi lo faremo quando sarà possibile, ma in futuro comunque vorrei pubblicare altra roba speciale, mantenere in vita il fan club, rimanere in contatto con i fan.
Questo direi che è il mio piano.
Poi ho fatto tante cose per beneficienza, e ho anche registrato un paio di canzoni per il nuovo disco di cover di David Ellefson, il bassista dei Megadeth, ‘Love Me Like a Reptile’, il classico dei Motörhead, e ‘Sheer Heart Attack’ dei Queen.
Noi musicisti ci teniamo in contatto e troviamo modi di rimanere occupati [ride].

Grazie Doro, è stato un piacere parlare con te.

E con te, Davide! Spero di vederti presto ad un festival, o ad un concerto, e intanto stammi bene ed in salute. Un caro saluto, ciao!