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Intervista Eternal Idol (Giorgia Colleluori)

Di Luca Montini - 14 Dicembre 2016 - 0:00
Intervista Eternal Idol (Giorgia Colleluori)

Ciao Giorgia e benvenuta su Truemetal.it! Come stai passando questi giorni in attesa della release del disco? [l’intervista risale al 30.11 n.d.M.] 

Eh, un po’ in ansia! (ride) Non vedo l’ora, sono molto curiosa di vedere come andrà!

Gli Eternal Idol nascono nel 2016 dalle ceneri degli Hollow Haze, nei quali sei entrata tu come cantante l’anno scorso dopo la release di “Memories of an Ancient Time” (2015); alla lineup si segnala inoltre il ritorno del grande Fabio Lione, già presente in “Countdown to Revenge” (2013), ed il bassista Andrea Buratto dei Secret Sphere. Puoi raccontarmi un po’ più nel dettaglio la genesi della band?

Come saprai Fabio ha partecipato a “Countdown to Revenge”, ed ha realizzato anche tutte le linee vocali di “Memories of an Ancient Time”, anche se poi sul disco ha cantato da Mats Leven. Poi c’erano Rick Altzi, Amanda Somerville ed altri special guest. Fabio ha dovuto lasciare gli Hollow Haze in quanto ha avuto degli imprevisti per i quali non poteva più proseguire. La band invece aveva necessità di portare il proprio prodotto live, quindi i ragazzi si sono messi alla ricerca di un nuovo cantante. Io sono la figlia del batterista Camillo Colleluori: c’è chi dice cugini, chi marito e moglie, invece ti confermo che sono la figlia! (ride) Chiaramente li ho sempre seguiti per ovvi motivi. Un giorno mi ha chiamato Nik [Savio n.d.M.], e non mio papà, chiedendomi se fossi disponibile per suonare dal vivo con la band… il tutto dopo diverse audizioni che già avevano fatto con altri cantanti. Io ovviamente ho accettato subito, ero contentissima… così è iniziata la mia avventura negli Hollow Haze. Parallelamente però Fabio e Nik continuavano a sentirsi, ed è venuta fuori l’idea di fare un progetto con due voci, ed è la prima volta per Fabio. Ha cantato ovviamente con moltissime donne nella sua carriera, ma non ha mai condiviso il ruolo di singer solista con un’altra persona, con un donna. Dev’essere sembrata subito una bella idea anche per Fabio, lo era certamente per noi; quando l’ho saputo è stato uno shock, ovviamente in senso positivo (ride), per me Fabio è sempre stato un idolo, un maestro sotto ogni punto di vista: compositivo, come vocalità, come personalità… Così è nato il gruppo. Abbiamo poi deciso di cambiare nome perché il progetto è differente, anche se la lineup è la stessa degli Hollow Haze a parte Andrea dei Secret Sphere ed Hell in the Club. Ed eccoci qua col primo disco!

Ero molto curioso di vedere i nuovi sviluppi degli Hollow Haze dopo aver visto il video di “An Ancient Story” con te alla voce, quando si è diffusa la notizia della nuova band con Fabio siamo rimasti tutti piacevolmente spiazzati. Sentendo la tua voce hai anche delle sfumature lontane dalla tipica voce femminile in un gruppo symphonic, hai delle sfumature blues… da che panorama di ascolti e di studi provieni?

Considera che ho ventun anni, quindi questo è proprio il mio primo disco, in assoluto. Ho sempre ascoltato heavy metal, è sempre stata la mia più grande influenza. Jorn Lande è il mio grande idolo. Sono anche riuscita a rubare una scaletta da sotto la sua scarpa nel lontano 2012 e l’ho appesa in camera. Ce l’ho ancora lì… e c’è anche il segno della scarpa! (ride) Ho quindi sempre avuto quel tipo di influenze, ma si, sono nata come cantante blues e hard rock. Come avrai sentito in effetti il mio non è un modo molto classico di interpretare i pezzi sinfonici. Sono nata con gli AC/DC, tra gli altri riferimenti principali posso dirti: Janis Joplin, Ray Gillen dei Badlands, Tony Martin dei  Black Sabbath o i Lynch Mob.

Torniamo agli Eternal Idol, da dove nasce il nome della band?

Intanto è uno dei dischi dei Black Sabbath con Tony Martin. Un disco di quelli che hanno segnato maggiormente dal punto di vista musicale per Nick e mio papà, che sono due amici storici… inseparabili. L’idolo eterno per quanto riguarda loro due, ma anche noi di riflesso, è la devozione alla musica: a quello che loro sono e vogliono comunicare, cercando di essere sempre onesti con sé stessi e con il loro messaggio. Un concetto spirituale, insomma.
 

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Mi confermi che siete una band al 100%, non un progetto?

Si, band 100%, assolutamente!

La successione degli eventi ha spinto molti a collegare l’abbandono di Fabio coi Rhapsody of Fire fosse dipeso, certo non esclusivamente ma anche dalla volontà di impegnarsi di più con questa nuova band. Voi come l’avete percepita? Sapevate dello split prima che uscisse la news?

Noi non sapevamo niente. Niente. Abbiamo saputo solo quando è uscita la news pubblicamente. Sono sicura che Fabio non ha certamente mollato i Rhapsody per noi, però siamo rimasti sorpresi come tutti. Fabio non ne parla molto, quindi non so dirti altro.

A proposito di Fabio, com’è lavorare fianco a fianco con lui?

Fabio è fantastico! È stata un’esperienza che ricorderò per sempre. Un po’ me ne vergogno, ma ti confesso che quando sono tornata a casa, dopo esser stata sei giorni in studio a registrare, è stata un’esperienza talmente forte che ho pianto. Non riuscivo a trattenermi. È stato talmente importante per me che tornare alla normalità è stato tremendo. Ci siamo incontrati per le pre-produzioni, liriche e melodie vocali assieme a Nick che come negli Hollow Haze è il compositore principale di tutti i pezzi. Fabio invece ha scritto tre pezzi per intero: “Blinded”, “Feels Like I’m Dying” e “Stormy Days”. Lui è davvero magico: gli fai ascoltare una volta il pezzo e fa: “si ce l’ho!” e ti trova strofa, bridge, ritornello, sempre con quella magia che gli è propria: è veramente unico, anche dal punto di vista delle linee melodiche. In una take riesce a fare il pezzo. È anche molto teatrale: mi ha aiutato molto dal punto di vista dell’interpretazione, del tipo: “qua devi essere un po’ più decisa prova a immaginare questo o quest’altro” facendo gesti da attore. 

Mi confermi che si tratta di un concept album?

Certo. Il nostro è un concept album che parte dai sette peccati capitali, vissuti da due entità diverse; un uomo e una donna interpretati da me e Fabio. Un racconto interamente emozionale, onirico, e questi due personaggi arriveranno ad una nuova consapevolezza su sé stessi e sull’umanità. Chiaramente non posso rivelarlo.

Certo, che “Unrevealed Secret” sarebbe?

Esatto! (ride)

Nel booklet sono presenti ulteriori parti narrative o lo storytelling si dipana solo attraverso i testi?

No, solamente attraverso i testi, non c’è una storia scritta. Anche perché il segreto è rivelato, o forse no, anche attraverso il secondo disco. Qualcosa è già presente nel primo ma non si sa. Con il secondo album si arriverà a capire qualcosa di più anche del primo.

Quindi avete già in cantiere un secondo disco, avete già scritto qualcosa?

Stiamo iniziando a buttare giù. Nick è una macchina da guerra, sta già scrivendo i pezzi del nuovo album. Pensa che a gennaio non avevamo neanche un pezzo, ed a giugno abbiamo fatto le registrazioni delle voci definitive, quindi siamo riusciti a far tutto in sei mesi.

Qual è invece stato il tuo ruolo nel processo di songwriting?

Io mi sono occupata della maggior parte dei testi ed ho contribuito alla scrittura di alcune linee vocali, come ti dicevo assieme a Fabio. Una volta buttate giù le linee abbiamo iniziato a decidere “chi fa cosa”. Io sono contentissima, mi sembrano molto equilibrate le parti, lui canta da solo i suoi tre pezzi. Poi c’è “Beyond” che canto da sola.
 

Com’è stato invece lavorare con tuo padre? Quando vi dovete confrontare lo fate come padre e figlia o come colleghi?

No, siamo più compagni nella band. Mio papà è giovanilissimo. È anche molto giovane, è del ’70, ma ha davvero l’heavy metal nelle vene. Mi trovo benisismo, ovviamente. Per quanto riguarda le registrazioni l’ho scacciato, gli ho proprio detto: “non ti presentare”, “non esiste, non ti voglio in mezzo”! (ride) Volevo essere davanti a me stessa e basta. Mio papà è fantastico, mi sostiene sempre ma anche a maggior ragione se qualcosa non va me lo dice prima di tutti, in queste situazioni è importante avere qualcuno che ti guidi, anche perché sono giovane e mi capita spesso di commettere ingenuità. Non ho esperienza, è un fatto che non nascondo.

Qual è il pezzo in cui ti riconosci maggiormente tra questi?

Fammi pensare. Difficile. Mi piace da morire il lento “A Song in the Wind”. Mi sono davvero emozionata, soprattutto nella parte dello special, dove io e lui abbiamo questo dialogo. Mi sono rivista particolarmente in quel punto. Anche se penso che in ogni pezzo ho dato qualcosa di diverso, ad esempio “Halls of Sins” ha tirato fuori una parte più power che non sapevo neppure di avere, con le parti più alte del ritornello. Insomma ogni brano ha la sua particolarità e diversità.

Cosa ci aspetta nel 2017 per gli Eternal Idol, in particolare in merito all’attività live?

Partiremo con la prima parte del tour a gennaio: il 21 gennaio al Rock Town di Cordenos in provincia di Pordenone. Tutto già pubblicato su facebook: iniziamo con Italia e Spagna, quattro date in Spagna, dal 9 al 12… non vedo l’ora! Dovrò migliorare ancora l’inglese, ma poi c’è Fabio che non ha problemi, una volta mi ha chiamato ed ha iniziato a parlare portoghese… davvero fantastico. Questa comunque è solo la prima parte del tour, successivamente arriveranno di sicuro altre date. Suoneremo anche qualche pezzo degli Hollow Haze.

Non avete un po’ il timore che gli impegni di Fabio ci potrebbe essere un problema? A parte le poche date coi Vision Divine, ci sono pur sempre gli Angra e questo ‘Farewell Reunion Tour’ con Turilli ed Holzwarth…

Organizziamo quando ci sono tutti, anche Andrea ha i Secret Sphere e gli Hell in the Club, non abbiamo riscontrato difficoltà per ora. Certo quando Fabio è in tour magari ci fermiamo un attimo, cogliendo l’occasione per scrivere, si fa senza problemi.
 

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Cosa ne pensi della scena metal italiana di oggi?

Non essendo nata negli anni ’80 come immaginerai non riesco a fare troppi paragoni, mi viene comunque in mente che recentemente sono stata al Frontiers Metal Festival di Trezzo. Sono rimasta sorpresa nel vedere quanta gente la sola scena italiana riesca a muovere. Ci sono molti fan delle band nostrane e la qualità a mio avviso è eccellente. Nella mia zona purtroppo di musica originale non c’è moltissimo, principalmente ci sono cover band. Ogni tanto abbiamo qualche festival di musica originale, soprattutto nella zona del Friuli verso Udine e nel Veneto. Qualcosa c’è ed è importante continuare a proporre musica originale. Un motivo in più perché la gente vada a vedere e supporti queste band, che a volte si ritrovano a dover suonare gratuitamente pur di far qualcosa.

Vedo che sei anche insegnante di canto.

Si, in tre scuole di canto, è il mio lavoro, questo è il secondo anno che insegno… un anno e mezzo, diciamo. Son contentissima, una bellissima esperienza. Insegno dai 5 anni ai 62, è molto stimolante ed imparo tantissimo, spesso mi rendo conto che imparo più io da loro di quanto loro imparino da me, mi piace moltissimo.

Grazie per la tua simpatia e per la tua disponibiltà. Domanda di rito: ti lascio libera, un saluto ai nostri lettori!

Grazie a voi! Che dire… spero che questo disco vi piaccia, spero di vedervi tutti quanti ai vostri concerti! Evviva l’heavy metal!
 

Intervista a cura di Luca “Montsteen” Montini