Intervista Evil Never Dies (tutta la band)
Sono passati ormai sette anni dall’ultimo episodio discografico. Ci potete raccontare come sono andate le cose per la vostra band in questo lasso di tempo?
Ciao Nik, grazie innanzitutto a te e Truemetal.it per il supporto che date all’underground italiano. Sono passati sette anni, ma in realtà eravamo pronti per registrare già nel 2020. Poi, causa Covid, alcuni problemi personali e familiari (non siamo giovanotti di primo pelo), i tempi si sono dilatati. Tuttavia, con il lavoro e sacrificio siamo riusciti a portare a casa il risultato. E ne siamo enormemente orgogliosi.
“DistillHate” è un disco che mi ha colpito davvero. È un thrash metal rabbioso e potente con intense sberle hardcore. Un vero concentrato di attitudine e ispirazione. Ci dici come s’è svolto il processo compositivo?
Sono felice per le tue parole. Più che un concentrato è un ‘Distillato’. Amo il Whisky! La struttura delle canzoni e i riff nascono da me, poi in sala si rielabora insieme per dare il volto definitivo ai brani. I testi vengono sviluppati in seguito, ispirati dalle suggestioni musicali create. In questo ultimo lavoro, abbiamo scoperto l’attitudine alla scrittura delle lyrics del nostro bassista Samuel, che ha realizzato la maggior parte dei testi.
Quali sono a tuo parere i tratti distintivi e caratterizzanti tra questo nuovo album e l’esordio discografico del 2017?
Le differenze maggiori tra Ekpyrosis del 2017 e il nuovo DistillHate, a mio avviso, sono il rinnovamento dell’uso della voce e delle linee melodiche e un approccio più diretto e meno scuro dei brani.
La copertina è malvagia e particolare, anche qui è evidente che non c’è nulla di banale nella vostra ricerca estetica. Come vi è venuta questa idea?
A questa domanda faccio rispondere direttamente Felix e Sam Savarese , rispettivamente batterista e bassista della band .
L’artwork è stato concepito e realizzato pittoricamente da Felix, mentre Samuel, il bassista, ha elaborato la parte grafica e i ritratti pittorici dei nostri volti all’ interno del booklet. La copertina rappresenta l’idea insita nel titolo e raffigura la distillazione da parte di demoni di un elisir, una quintessenza inebriante per molti uomini, che è il male, l’odio. Il laboratorio rappresentato in copertina rimanda all’epoca medievale, ma si può considerare senza tempo.
Avete in programma di fare dei concerti per promuovere l’album?
Sicuramente. Ci stiamo organizzando. Per rendere al meglio i brani dal vivo abbiamo novità nella line up. Infatti, possiamo annunciare il rientro nella band di Salvatore Romano alla chitarra.
Così di botta… se ti dicessi che ho giusto sette minuti di tempo per ascoltare un brano del disco, quale brano consideri particolarmente rappresentativo, e quindi mi consiglieresti, e perché?
Ne suggerisco due, The Pack e Tomb of Pleasure. Il primo perché è Hardcore nell’attitudine e picchia forte, mentre il secondo è diretto, scorrevole pur avendo parti articolate con climi sonori lontani tra loro.
Come è la scena metal napoletana al momento? Hai qualche nome di tuoi colleghi meritevoli di menzione e che condivideresti con noi?
E’ un tizzone ancora incandescente che cova sotto la cenere. Tra i gruppi sia metal sia rock che resistono, mi vengono in mente gli Opera Nera, Entropy, Hell’s Revenge, In Aevum Agere, Savior from Anger, Nebra, Rejction, Natas Raw Project. La difficoltà maggiorie è trovare locali decenti che puntino su serate che non siano cover o tribute, ma penso sia un problema presente in tutta Italia.
Lascio a te i saluti ai nostri lettori e ti ringrazio per aver fatto questa intervista.
…ringrazio i lettori e voi per la passione che avete per la musica e per il supporto alle band più nascoste. Horns up!