Intervista In.Si.Dia (Manuel Merigo)
-Partiamo da lontano. Come avvenne il passaggio da Inviolacy a In.Si.Dia. e contestualmente da cantato in Inglese a cantato in Italiano? Scelta naturale e istintiva o “pressioni” dall’esterno?
Decidemmo di cambiare nome in studio, durante le registrazioni di “Istinto e Rabbia“, gli addetti ai lavori ci fecero notare che sarebbe stato più sensato avere il nome della band in Italiano, vista la decisione di cantare in lingua madre. Ci trovammo tutti d’accordo nel volere un nome che fosse anche più facile da tenere in mente, visto che da tempo avevamo scelto di cantare in Italiano.
-Come siete venuti in contatto con Omar Pedrini (dei Timoria), produttore del vostro debutto discografico?
Conoscevamo già Omar da diverso tempo, lui era già lanciato con i suoi Timoria. Ci vide in concerto e gli facemmo una buona impressione, oltre ai Timoria voleva provare ad intraprendere la strada come produttore di band, così, dopo averci portato in studio a registrare un promo-tape da proporre alle etichette, in breve tempo approdammo alla Polydor che ci mise sotto contratto.
-Fu lui a favorire il contratto con una major come Polydor (cosa impensabile per una band thrash italiana) oppure le cose andarono diversamente?
Per una band è importantissimo avere una figura che creda veramente in quello che si sta facendo!….Omar ha creduto in noi e sì, sicuramente il suo apporto è stato determinante, lui era già nell’ambiente discografico a differenza di noi, senza contare poi che appunto, il genere da proporre era tutt’altro che facile. Va anche detto che gli anni ’90 sono stati d’oro per l’heavy metal, grazie al Black album dei Metallica, il genere ha goduto per diversi anni di più visibilità.
-“Guarda Dentro Te” è del 1995. Nello stesso anno usciva “2020 Speedball” sempre dei Timoria, uno dei loro dischi più “metal”. Ritieni che in quel periodo Pedrini fosse particolarmente attirato da certe sonorità, magari fomentato dalla collaborazione con voi?
Sicuramente la nostra “presenza” può averlo condizionato nel comporre “2020 Speedball“, ma, come ti dicevo il periodo era assolutamente favorevole per il metallo pesante. Senza ombra di dubbio, comunque, la reciproca collaborazione ha giovato a entrambe le band.
-“Guarda Dentro Te”, pur essendo stilisticamente in linea con il suo predecessore, mostra elementi ancora più pesanti ed aggressivi, come suoni e resa generale. Un ispessimento dovuto a qualche influenza dei vari Pantera e Machine Head allora contemporanei? Come si sarebbe evoluto il suono degli In.Si.Dia. se la vostra attività fosse continuata?
Bella domanda…spesso ce la poniamo anche noi! Ci sono diversi aspetti che rendono difficile rispondere. Eravamo sotto contratto con una major e, anche se non esplicitamente, ci avevano consigliato di comporre materiale che fosse indirizzato ad un pubblico più ampio. Questo accadde prima di entrare in studio per registrare “Guarda dentro te“. In realtà noi non ascoltammo proprio quel consiglio, ma decidemmo di diventare per certi aspetti più cupi e rabbiosi.
Non volevamo diventare il classico gruppo Rock italiano “né carne né pesce”.
Non abbiamo mai sopportato le vie di mezzo.
-Piccola curiosità: molti (tra cui gli autori di questa intervista certamente) ricordano con simpatia il flash “Non pagare più di Lit. 20.000” sulla copertina di “Istinto E Rabbia”. Come venne fuori quella scritta? Fu un’idea improvvisata o c’era dietro una vera e propria politica commerciale dell’etichetta?
Decidemmo di richiedere alla Polydor di stampare i bollini copertina perché volevamo fosse agevolato l’acquisto del nostro primo album, non per un fatto commerciale ma per una motivazione ideologica. Dopo alcune resistenze l’etichetta approvò la nostra proposta.
-Parliamo di testi: specialmente “Istinto E Rabbia” è molto introspettivo; dalla nostra recensione “….sembra aver come filo conduttore l’astio giovanile che si scaglia contro l’ipocrisia della società e la solitudine di chi esprime liberamente il proprio essere in un mondo che richiede conformità e allineamento. Temi 100% metal, dunque, che, per una volta espressi in Italiano, favoriscono condivisione e solidarietà…”. Come vedete certi testi al giorno d’oggi, con tante primavere in più sulle spalle?
Troviamo i nostri testi ancora molto attuali, anche se l’approccio personale a queste tematiche si è modificato con l’età, in alcuni casi un po’ di rabbia in meno, ma un po’ più di disillusione.
-Successivamente all’uscita di “Guarda Dentro Te” ricordiamo una discreta attività live. Dopodiché, il nulla (era anche un’altra epoca, gli aggiornamenti e i comunicati non erano all’ordine del giorno come ora…). Cosa è successo, in realtà?
Entrammo in crisi, i rapporti personali tra di noi andarono deteriorandosi e di conseguenza anche l’aspetto creativo e compositivo ne risentì tantissimo. Nel 1997 entrammo in studio per una preproduzione… quello che ne uscì non rese contento nessuno, da lì a poco la band si sfaldò ed ognuno andò per la propria strada.
-E ora che sono passati vent’anni, cosa ve ne pare della scena, se dovessimo fare un paragone? Siete spesso e volentieri invitati ai maggiori festival (il nostro Truemetal.it Festival, il Colony Open Air, etc), sembrerebbe che vi siano delle buone condizioni per suonare rispetto al passato. E così?
Le occasioni si sono, per certi versi, ridotte, a causa della chiusura di molti locali dedicati alla musica live, in seguito a diversi fattori tra cui forse un minor interesse verso il genere e sfavorevoli condizioni economiche. Fortunatamente però resistono e, anzi, sono prosperati i festival, che riescono ad attirare ancora gli appassionati.
-Siete tornati in giro ormai da qualche anno. Come è successo? Motivazioni nostalgiche, spinta dei fan di un tempo, ritorno in auge di certe sonorità…?
Nel corso degli anni più volte ci è stato chiesto di riformarci, ci siamo resi conto che l’interesse nei nostri confronti era ancora vivo!…sono arrivate le ristampe dei due album che sicuramente hanno alimentato la visibilità degli IN.Si.Dia, successivamente sono usciti anche in vinile. La proposta di suonare al Metalitalia 2014 è stata quella che ci ha convinti a rimetterci in gioco! Ci siamo detti: “perché no?! vediamo che succede!” E’ stata una sfida che abbiamo accettato senza sapere se fossimo stati in grado di superarla.
-Veniamo al nuovo disco. Da quello che si è letto on-line, alla notizia della scrittura del nuovo disco avete ricevuto diverse proposte. Perché la scelta dell’accordo con Punishment 18, l’etichetta di Corrado Breno?
La proposta della Punishment 18 è stata per noi la migliore!come già abbiamo evidenziato, è fondamentale avere a che fare con persone che credono in ciò che si fa. La Punishment, così come la Eagle Booking, l’agenzia che cura le nostre date live, credono in ciò che facciamo…per noi questo è il massimo!
-Abbiamo recensito da qualche settimana “Denso Inganno”, un ritorno certamente positivo. Abbiamo notato che siete ripartiti da dove vi eravate fermati (ossia da certe atmosfere di “Guarda Dentro Te”), ma non avete esitato a spingervi ancora un po’ più in là, con un sound moderno ed attuale. Condividete questa nostra analisi? E nel caso, quali sono le band o le tendenze che negli ultimi tempi vi hanno più colpito.
Diciamo che avevamo le idee chiare su come volevamo fosse un nuovo album: veloce e incazzato e al passo coi tempi, comporre un album Old school non avrebbe avuto senso, non siamo dei nostalgici…ci piace guardare avanti senza però dimenticare il passato.
-Sempre a livello di testi, nonostante il cantato in Italiano, in certi casi rimane una certa ermeticità. Senza scendere nei particolari di ogni pezzo, ce n’è qualcuno che per voi è più significativo e, se sì, perché? “A Causa Tua” sembra un atto di accusa abbastanza forte, ad esempio. Volete dirci qualcosa di più?…
Non c’è un testo più significativo. Le tematiche sono quelle di sempre, attualizzate nei termini (come ad esempio ne “Il vero potere”) e nei contenuti. Sicuramente l’avere “qualche” anno in più fa sì che la riflessione sui temi trattati sia meno istintiva, più matura e più complessa.
-Domanda di rito: prossimi appuntamenti e progetti? Il nome In.Si.Dia tornerà ad essere attivo al 100% o questo ritorno sulle scene è solo estemporaneo? Ci auguriamo davvero di no!
Abbiamo affrontato la reunion un passo alla volta, ponendoci di volta in volta obiettivi concreti. Così è per il presente e sarà per il futuro. Al momento siamo interessati a promuovere “Denso Inganno ” in sede live. Abbiamo sicuramente il desiderio di continuare a comporre ma ci penseremo al momento giusto.
-E’ tutto, per ora! A voi la parola per un saluto ai nostri lettori.
Grazie a voi è un saluto a tutti i metallari d’Italia. Speriamo di vedervi al Truemetalfest!