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Intervista King Diamond (Andy LaRocque)

Di Mickey E.vil - 14 Giugno 2025 - 7:32
Intervista King Diamond (Andy LaRocque)

Intervista a Andy LaRocque da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli. Buona fruizione.

Oggi – a proposito, è il compleanno di King Diamond! – scambiamo due chiacchiere con chi ha reso possibile al Re di diventare una leggenda grazie alla sua carriera solista: mr. Andy LaRocque, chitarrista oltremodo talentuoso, compositore di prim’ordine e da molti anni anche responsabile della produzione della musica di mr. Kim Bendix Petersen. Dopo quasi vent’anni di attesa, il nuovo album di King Diamond pare essere alle porte ma intanto è fondamentale non perdersi una delle rarissime occasioni di gustarsi il Re dal vivo su suolo italico, il prossimo 16 Giugno all’Alcatraz di Milano! Andy ci svela perchè non dobbiamo mancare!

Allora, caro Andy, ci sono novità che puoi condividere sullo stato attuale della produzione del nuovo album di King Diamond, The Institute?

Sì, sai, avremo praticamente la stessa scenografia dell’ultimo tour negli Stati Uniti, quello che abbiamo fatto a Ottobre, Novembre e Dicembre. E i fan europei non l’hanno ancora vista, quindi sono sicuro che sarà interessante per loro. Suoneremo anche due brani che non sono ancora stati pubblicati su album. Sentirete anche quelli: uno è ‘Spider Lily’, di cui abbiamo girato anche un video. E l’altro si chiama ‘Electrotherapy’, che sarà incluso nel prossimo album. Ci stiamo lavorando. Abbiamo iniziato a registrare prima dell’ultimo tour negli USA e abbiamo ancora molto da registrare. Riprenderemo a lavorarci non appena finirà il tour europeo. Siamo davvero stati molto impegnati con tutto.

Com’è il processo di scrittura per un album di King Diamond? Tu e King vi scambiate idee sotto forma di demo completi, solo riff o cos’altro?

Sì, esatto. È praticamente un demo completo con batteria programmata, qualche tastiera e chitarre ritmiche. Cerco di rendere i miei demo il più completi possibile, con tutto tranne ovviamente le voci. A volte includo anche qualche assolo che potremmo usare nell’album. Con i suoni giusti di chitarra e, si spera, anche quelli di tastiera. King invece è un po’ più essenziale con alcune cose. Ad esempio, per le chitarre: mi fa riregistrare le parti, poi aggiungo gli assoli e Pontus, il bassista, ci mette il basso, e così via. Quindi è un po’ diverso ma comunque abbastanza completo. Capisci perfettamente cosa vuole ottenere in termini di atmosfera e sensazione. Quando siamo soddisfatti dell’arrangiamento, lo inviamo agli altri membri della band così possono iniziare a registrare. Per esempio, Matt ha il suo studio a Dallas, dove vive. Riceve il demo da noi, muta la traccia di batteria, registra la sua parte e me la rimanda, così posso sistemare i suoni. Stessa cosa per il bassista e anche per Mike, l’altro chitarrista. Una volta che le batterie sono a posto, King registra le voci. E poi, ovviamente, possiamo sempre cambiare qualcosa, aggiungere, modificare ritmi o assoli. È un processo molto creativo!

E che mi dici della collaborazione live con Myrkur? Com’è andata e cosa possiamo aspettarci dalla nuova cantante, Hell Pyre?

Sì, Hell Pyre. È stata con noi sette o otto anni fa, aveva sostituito Livia per qualche concerto, e allora fece un ottimo lavoro. È per questo che le abbiamo chiesto di unirsi a noi per il tour estivo. Ed è anche una brava tastierista, oltre che un’ottima cantante. Sarà molto interessante. Myrkur è stata fantastica, super talentuosa, sia nel canto che nel suonare le tastiere. Ma sono sicuro che tutti apprezzeranno anche Hell Pyre.

Ai tempi, com’era vivere con la band negli Stati Uniti? Com’era la tua vita quotidiana?

La mia giornata? Wow. Anche allora eravamo molto impegnati. Potresti pensare che vivere negli USA fosse una sorta di vacanza, ma non era affatto così. In quel periodo abbiamo fatto due tour negli Stati Uniti e registrato un album. Prima di registrarlo, dovevamo scrivere i brani, provare, esercitarci. Insomma, eravamo presi dalla musica anche lì. Ci siamo fatti contatti, abbiamo fatto tutto quello che potevamo e forse ad un certo punto era arrivato il momento di tornare in Europa per registrare un album qui e fare qualche altro tour. Siamo tornati proprio prima di Natale del 1989.

A cosa stai lavorando attualmente nei Sonic Train Studios?

Amico, sono stato super impegnato. Ora sto preparando un sacco di cose per il tour europeo, ma ho anche lavorato con alcune band in studio. L’ultima è una band chiamata Mary Lane, che ha uno stile un po’ dark pop, direi pop rock. Hanno appena iniziato a registrare: hanno fatto la batteria, ora stanno registrando le voci, poi passeranno alle chitarre, mentre io sarò in tour. Ho anche mixato una band del sud della Svezia chiamata Disruption. È l’ultima cosa che ho fatto prima di partire. L’ho finita proprio pochi giorni fa. Quindi sì, davvero impegnatissimo. E poi, ovviamente, c’è tutto il lavoro per King Diamond: arrangiamenti, registrazioni, rifiniture. È una parte importantissima di tutto il mio lavoro, senza dubbio.

Se dovessi nominare tre chitarristi che ti hanno influenzato, chi sceglieresti?

Direi Randy Rhoads, Michael Schenker… E oh, il terzo posto è difficile da assegnare! Ce ne sono così tanti! Forse Steve Vai. Per tutte le cose folli che fa, sai!

Sì, forse Randy Rhoads anche per i riff e le composizioni…

Oh sì, grande musicista melodico. Proprio come Michael Schenker, che è pure uno dei miei preferiti!

Come musicista e produttore, cosa pensi della band svedese Ghost?

Ad essere onesto, non li conosco molto bene, ho sentito solo alcune canzoni. Ma quello che ho sentito mi è piaciuto, è interessante. Ricordo qualcosa che mi riportava parecchio alla mente i Mercyful Fate, ma parliamo di circa dieci anni fa. Era figo. Le ultime cose che ho sentito sono più pop, più leggere. Quindi non li definirei propriamente heavy metal. Ma sono bravi, fanno un buon lavoro, senza dubbio.

Cosa devono aspettarsi i fan italiani dal vostro show a Milano?

Uno spettacolo scenico fantastico, spero davvero interessante. Sarà un mix di brani nuovi e vecchi. E ovviamente una scenografia grandiosa, con attori sul palco e tutto il resto. Spero davvero che piaccia, perché è da tantissimo che non facciamo un tour europeo. Faremo sia festival che concerti da headliner. E una novità di questo tour sarà il meet and greet durante gli show principali: non l’abbiamo mai fatto in Europa. Quindi ci sarà l’occasione di incontrare la band, farci firmare qualcosa, e magari scambiare due parole con noi.

Hai qualche ricordo personale legato all’Italia?

Tutto il buon cibo, ovviamente (ride)! Ma in realtà siamo stati in Italia solo poche volte, credo tre o quattro in tutta la carriera. Spero che lo show di Milano sarà memorabile. Mi auguro davvero che i fan vengano a trovarci e facciano rockeggiare tutto. Davvero.

Un messaggio finale per i tuoi fan italiani? E un ultimo invito per raggiungervi a Milano, all’Alcatraz!

Sì, spero di vedervi all’Alcatraz di Milano e non mancate! È da tanto che non veniamo in Italia e speriamo davvero di vedervi lì!

Photo by Jeremy Saffer