Black

Intervista Mayhem (Hellhammer – 1997)

Di Stefano Ricetti - 30 Settembre 2017 - 0:00
Intervista Mayhem (Hellhammer – 1997)

Intervista a Hellhammer dei Mayhem realizzata da Stefania Renzetti – apprezzata traduttrice di svariati libri legati al mondo dell’heavy metal – tratta dalla rivista Flash numero 107 del dicembre 1997.

Buona lettura.

Steven Rich

 

MAYHEM 1

 

Siete stati voi stessi a decidere di ricreare i Mayhem o avete ricevuto un’offerta irrinunciabile dalla Misanthropy?

“A dire il vero l’offerta della Misanthropy è arrivata piuttosto tardi, erano già un po’ di anni che i Mayhem si erano riformati con questa line-up. Abbiamo avuto offerte da tante etichette, ma noi ne stavamo cercando una che ci lasciasse decidere per esempio quando andare in tour, quando registrare, come fare le t-shirts, che tipo di artwork utilizzare… La famosa libertà artistica che le grosse etichette raramente ti concedono. Avremmo anche potuto accettare l’offerta della Osmose, ma alla fine abbiamo deciso per la Misanthropy”.

E finora l’audience come ha accolto questo ritorno?

“Molto bene! Sai, c’è questo cliché che i Mayhem non possono esistere senza Dead e Euronymous, ma la gente ha finalmente capito che non è così. Come ho già detto mille volte, questa è la miglior formazione che abbiamo mai avuto”.

 

FLASH 107 DICEMBRE 1997 COPERTINA

La copertina della rivista Flash numero 107 del dicembre 1997

 

Credi che oggi abbia ancora un significato suonare il Black Metal come fate voi e pensi che i Mayhem rientrino ancora in questa definizione?

“Si, assolutamente! Sai, quando abbiamo iniziato a suonare questo stile, si trattava di una diretta conseguenza di ciò che i Venom avevano inventato e cioè il termine stesso Black Metal. Naturalmente si può progredire entro i criteri di ciò che il Black dovrebbe essere. Al giorno d’oggi ci sono tanti gruppi che scrivono tutta questa musica romantica, quasi pop, con voci femminili e roba simile, ma non credo che sia del Black Metal! Penso ci sia ancora un posto per noi e il nostro modo di suonare Black, perché questa non è musica destinata ai fans dell’ultim’ora, ma piuttosto ad un ascoltatore avanzato. Si avrà bisogno di più tempo per apprezzare il nuovo disco dei Mayhem, perché è sicuramente più complicato, non ci sono riffs che ti entrano in testa e che puoi canticchiare; dunque per un ascoltatore inesperto sarà più difficile da capire”.

Pensi che il gruppo abbia raggiunto questo livello di ammirazione fra i fans del Black Metal a causa degli eventi del passato o credi che abbia veramente espresso qualcosa a livello musicale?

“Non si può negare che ciò che è successo abbia avuto un certo impatto sulla reputazione dei Mayhem, ma so che quando usci ‘De Mysteriis’ molte persone pensarono che fosse persino troppo bello; era il disco perfetto per quel periodo. Ma penso che anche oggi non incontreremo difficoltà, anche perché quello che facciamo è decisamente migliore!”.

 

MAYHEM 2

 

A quando risale il materiale del mini-Cd e chi lo ha composto?

“Ancient Skin è il pezzo più vecchio, mentre ‘Symbols of Bloodswords’ è il più nuovo e penso sia anche il migliore, oltre ad essere il pezzo che rappresenta la direzione che la band prenderà. Potrebbe sembrare un po’ più ‘avantgarde’, ma resterà sicuramente brutale con l’aggiunta di parti bizzarre. Maniac lavorerà parecchio sulla sua voce per il prossimo album… Il mini è stato solo un preludio, per dire che siamo tornati e in ogni caso è stata una cosa che volevamo fare per noi stessi e per dare ai fans un indizio su ciò che possono aspettarsi. Musicalmente parlando, le idee principali vengono sempre da Blasphemer e poi lavoriamo tutti sugli arrangiamenti, in modo da far funzionare bene il pezzo. I testi appartengono a Maniac, dunque non credo di poterne parlare, mi dispiace!”.

Paragonando il materiale vecchio con quello nuovo, pensi ci siano stati dei miglioramenti rilevanti da un punto di vista tecnico-compositivo?

‘Si, senza dubbio. Sono passati degli anni dalla registrazione di ‘De Mysteriis’ e per quanto mi riguarda posso dire di aver fatto un lavoro migliore adesso; ma credo di poter fare ancora meglio e per questo stavo pensando di prendermi un anno di pausa per frequentare una scuola di musica negli Stati Uniti, dove praticamente ti fanno suonare la batteria 24 ore al giorno! Riguardo Blasphemer, è davvero un bravo chitarrista e Necrobutcher suona il basso da circa 18 anni. Anche se può sembrare un po’ ‘grezzo’ tecnicamente, quando lo senti suonare capisci che si incastra alla perfezione con i Mayhem”.

 

MAYHEM 3

 

 

Considerando i diversi vocalist che avete avuto, quale pensi sia stato in grado di catturare la vera essenza dei Mayhem?

“Credo che ognuno di loro abbia rappresentato bene il gruppo in quel dato momento. Ai tempi di Dead, lui era il più adatto rispetto a ciò che stavamo suonando; con Attila, la maggior parte delle persone non riusciva a capire cosa stesse facendo da un punto di vista vocale e a dire il vero arrivarono parecchie critiche riguardo al suo stile, ma poi la gente capì che si accordava bene con la musica in quanto ‘De Mysteriis’ non era così brutale, aveva più melodia e richiedeva quel tipo di voce. Oggi con Maniac abbiamo questo cantato davvero unico che può essere molto versatile. Voglio dire, lui insegna in una scuola di musica e può veramente cantare come vuole; è dotato di molto orecchio, in un modo personale e molto particolare!”.

Cosa ci puoi dire riguardo i due concerti che avete recentemente suonato in Inghilterra per presentare il mini?

Il primo è stato a Bradford ed è andato molto bene, il pubblico era letteralmente impazzito e non ce lo aspettavamo… Sai, pensavamo che fossero più attratti da gruppi come i Cradle o Filth o musica gothic, ma ci siamo dovuti ricrederei Poi abbiamo suonato all’Astoria di Londra e quello è stato un brutto concerto in quanto non ci è stato dato il giusto equipment, non abbiamo fatto il soundcheck, non ci hanno dato la testa di maiale (o mucca!) che oramai è come un marchio per i Mayhem! Per me è stato un incubo suonare la batteria perché di solito mi danno otto piatti, mentre ne avevo solo quattro e tutto il kit sembrava dovesse cadere a pezzi ogni volta che lo colpivo! Ma dopo lo show un sacco di gente ci ha detto che almeno musicalmente quello era stato il miglior concerto, cosa che non ho ben capito…”

Vi piace suonare dal vivo o vedete l’attività live come una sorta di imposizione commerciale?

“A me piace! Era piuttosto un’idea di Euronymous il fatto che la gente non ‘meritasse’ di vedere i gruppi Black dal vivo, ma credo sia stata superata ora e se un gruppo vuole esibirsi dovrebbe farlo e basta. Se una band sente di aver dei problemi a ricreare dal vivo quello che fa su disco probabilmente è perché si tratta di ragazzini che suonano da tre o quattro anni e non sono dei veri musicisti. In studio puoi veramente fare quello che vuoi, so che tanti gruppi accelerano il drumming, ma posso giurare che io non ho mai fatto una cosa simile con i Mayhem e ne vado fiero! Un altro fatto è che se il gruppo ha ‘qualcosa’ dentro, riuscirà senz’altro a mostrarla anche dal vivo. Se così non fosse, è chiaro che verrebbe fuori un disastro, non puoi fingere ciò che non senti davanti ad un pubblico”.

 

MAYHEM 5

 

 

Pensando al nuovo materiale, vedi molti modi per variare questo stile? Suonerete sempre in modo così crudo o pensate eventualmente di aggiungere dei nuovi elementi?

“Per i Mayhem non è obbligatorio essere il gruppo più brutale o veloce; facciamo la musica che sentiamo di voler fare e se viene fuori brutale OK, non è uno scopo in sé. Non credo che ci siano limiti nel gruppo, anche se potrebbe sembrare così, visto che siamo solo in quattro. Se un pezzo dovesse venir fuori melodico o in qualche modo diverso, lo useremmo sicuramente. Ma dubito he aggiungeremo voci femminili o tastiere, perché penso che noi quattro abbiamo veramente molto da esprimere. I Mayhem non diventeranno un gruppo di Symphonic Black! E siccome suono negli Arcturus, posso esplorare con loro questo aspetto…”

Passando ad altro, secondo te perché il Black è nato in Norvegia, credi che sarebbe potuto succedere in qualche altro Paese?

“Si, certo, se i Mayhem fossero stati svedesi, sarebbe nato lì! No, seriamente, la Svezia, come anche l’Inghilterra avevano una loro scena e un loro sound, ma in Norvegia c’era qualcosa di diverso… Un sacco di gruppi vanno in giro dicendo che sono influenzati o ispirati dal freddo, dalla natura e dall’inverno, ma secondo me sono tutte idiozie! lo non sono mai depresso e non credo affatto nell’influenza delle stagioni o cose dei genere. Sono sempre stato influenzato dal lato oscuro delle cose, da quando ero piccolo. Tutta una serie di cose strane che facevano dubitare della mia sanità mentale anche quelli della mia età e che la gente in generale trovava disgustose! E gli altri ragazzi del gruppo apprezzano più o meno le stesse cose o hanno avuto esperienze simili alle mie…”.

Quando ripensi ai tuoi dieci anni di attività come musicista, hai mai dei rimpianti, o dei ricordi particolari?

“Sicuramente non rimpiango nulla. Naturalmente ci sono stati i famosi tempi belli e brutti, ma in definitiva si è trattato di esperienze positive per me. Sono contento di aver iniziato in questo gruppo quando nessuno ascoltava questo genere di musica e ovviamente tutti pensavano che non saremmo mai arrivati da nessuna parte. Ma a noi non importava nulla! Lo stavamo facendo per noi stessi, perché ci piaceva l’aspetto occulto delle cose e volevamo suonare una sorta di musica oscura, demoniaca se preferisci… Non voglio usare il termine ‘satanica’ anche perché io stesso non mi sono mai considerato un satanista; e poi oggi sembra essere una parola che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo”.

Avete intenzione di occuparvi dell’aspetto visuale delle vostre release? Per esempio, avete curato l’artwork del nuovo mini?

“La copertina di ‘Wolf’s Lair Abyss’ è stata fatta dalla Misanthropy, ma concepita da noi stessi e abbiamo anche già trovato l’artwork del full-length che si intitolerà ‘A Grand Declaration Of War’. Non avrà una sola copertina, ma due e probabilmente avrà anche un doppio titolo. Una parte sarà più orientata verso il metal, mentre l’altra avrà un concept più oscuro. Entreremo in studio nella metà del ’98, spero senza troppi ritardi, ma credo che il disco uscirà per la fine del prossimo anno”.

 

MAYHEM 4

 

 

Secondo te la gente si aspetta un certo tipo di attitudine da voi per il semplice fatto che siete i Mayhem? E a voi interessa avere una sorta di immagine di gruppo?

“E’ possibile che la gente si sia fatta un certo tipo di idea, soprattutto leggendo le interviste, dove si viene continuamente fraintesi. Ma noi siamo semplicemente noi stessi, non vogliamo cambiare il mondo o dire agli altri cosa devono fare. Non abbiamo messaggi nascosti e non credo neppure che ci sia un’immagine di gruppo, anche se qualche borchia e del face-paint appaiono ancora. Ma solo perché ci va di farlo, non ci sentiamo certo obbligati. Personalmente non ne faccio uso e in fin dei conti neanche Maniac esagera con il face paint…”

Visto che avete un contratto con la Misanthropy dobbiamo aspettarci un’attività costante d’ora in poi?

“Veramente abbiamo firmato solo per il mini, anche se penso che il full length uscirà comunque per loro. Dipende dalla loro disponibilità ad accettare le nostre condizioni; non vogliamo che l’etichetta ci dica cosa fare, tipo mandarci in tour per sei mesi con un gruppo di loro scelta; non funzionerebbe con noi. E credo che una grossa etichetta non potrebbe accordarci tanta libertà. Quindi la Misanthropy potrebbe essere l’ideale per noi, ma devono accettare il nostro modello di contratto. Vedi, non siamo il tipo di band che può assicurare una costante produzione di materiale, come la maggior parte delle etichette richiede; un po’ perché non vogliamo, ma anche perché non possiamo. Siamo molto difficili per quel che riguarda la nostra musica e anche piuttosto lenti! Voglio dire, è facile fare un pezzo decente, ma noi vogliamo che i nostri siano estremamente belli e ci devono piacere veramente”.

Stefania Renzetti

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti