Heavy

Intervista Metalia (Elisa Morelli)

Di Stefano Ricetti - 19 Luglio 2021 - 12:17
Intervista Metalia (Elisa Morelli)

Intervista con Elisa Morelli, deus ex machina del progetto Metalia: una cosa d’altri tempi, per certi versi utopistica, che solo un’idealista come la chitarrista delle Motörqueens poteva pensare di realizzare. E sinora ce l’ha fatta, eccome. Qui di seguito tutti i particolari di quest’esperienza, un fulmine a ciel sereno all’interno dell’Acciaio di casa nostra.

Buona lettura.

Steven Rich   

 

Morby & Metalia

 

Elisa, quando e come ti è venuto in mente di dare il via al progetto Metalia?

METALIA è un progetto che ha come primari caposaldi la collaborazione e lo spirito di aggregazione e fratellanza. Non a caso, questo progetto è nato a Parma a marzo 2020, tra le mura domestiche, da me e Filippo Ianni (alias ‘Mangusta’), durante la prima “quarantena” dovuta all’allerta sanitaria mondiale da Covid19, uno dei periodi storici più duri che forse la mia generazione abbia mai dovuto affrontare e che ha obbligato ognuno di noi alla distanza sociale e ha condannato purtroppo molte persone alla solitudine. Per questo motivo, per contrasto e reazione al periodo storico “ostile”, credo che l’invenzione di METALIA sia scaturita da un semplice “bisogno inconscio” di dover dar vita ad un progetto umano, ancor prima che musicale, di incontro e unione tra le persone, cioè tra i musicisti e i fan del genere heavy metal in Italia, in nome di quel metal che da sempre è simbolo di forza, vita e fratellanza.

Puoi spiegare in cosa consiste e quali sono le tue aspettative (o i tuoi sogni)?

Metalia, è un progetto di inediti heavy metal in italiano basato sulla collaborazione musicale con diverse personalità artistiche appartenenti al panorama metal underground italiano.

La peculiarità del progetto è infatti quella di presentarsi come “super-gruppo”, i cui brani, scritti e composti da me e Filippo Ianni – unici membri fissi – vedono l’interpretazione di ospiti musicali differenti provenienti da ogni regione d’Italia, senza limiti di età o sesso.

Ogni brano inedito di Metalia, pur mantenendo sempre una matrice classica Heavy Metal, ha sfumature e sonorità diverse che spaziano dal thrash al power alla NWOBHM. Non volendomi autoclassificare in un filone di sottogenere musicale ben preciso, mi piacerebbe che Metalia mantenesse il suo aspetto poliedrico intrinseco, che gli permette di indossare sempre nuove vesti e sonorità a seconda degli artisti coinvolti e del loro background musicale, sperando che ciò vada incontro anche ad un più vasto pubblico di ascoltatori. Come aspettative – Covid permettendo- c’è ovviamente quella di formare una “line up fissa” di musicisti scelti, destinata alle esibizioni live per suonare dal vivo i brani di Metalia con l’intento di creare un legame ancora più diretto tra chi vive la musica sulla propria pelle ogni giorno, sopra e sotto il palco.

 

 

Sei giovane, quantomeno se paragonata a vecchi caproni come me e come alcuni di quelli che hai coinvolto in Metalia. Da dove nasce il tuo amore per le sonorità heavy metal classiche?

“If you think you’re too old for rock ‘n roll, then you are!” cit. Lemmy. Sì sono giovane, ma se c’è una cosa che ho imparato dai miei amici metallari “più datati” è che l’età non si calcola dalla data di nascita ma è determinata dallo spirito, e solitamente il metallo è elisir di giovinezza. La mia passione per l’Heavy metal nasce da ragazzina, alle scuole superiori. A 16 anni vidi per la prima volta gli Iron Maiden dal vivo e da lì mi fu subito chiaro cosa volevo dalla vita e come l’avrei vissuta.

 

“Il Bastione”, “Heavy Metal”, “Legge del Metallo”…

Dopo la pubblicazione dei primi due brani inediti – “Il Bastione” ed “Heavy Metal” – composti e autoprodotti nei primi due mesi di lockdown del 2020, senza la possibilità di godere della partecipazione di alcuna guest musicale, a fine luglio 2020 abbiamo pubblicato il mio primo video ufficiale “Legge del Metallo”, che ha visto come ospiti alcuni membri di importanti band italiane del calibro di DISTRUZIONE e Wyvern (storiche band metal parmigiane), Witchwood, National Suicide e Motörqueens.

A parte la differenza di sound dovuta ad una mancata produzione professionale per i primi due brani citati “Il Bastione” ed “Heavy Metal” (il cui “re-editing” audio video ufficiale non è escluso entro la fine dell’anno), se si ascoltano i tre brani sopra citati appare subito evidente la versatilità di Metalia e la diversa influenza di generi che si percepisce dall’ascolto di ogni brano. Il Bastione ed Heavy Metal sono pezzi molto diversi fra loro, basati su punti di forza opposti: se “Il Bastione” è costruito su una ritmica veloce e serrata, tendente al ’thrash metal’, fatta di riff arroganti e melodie intrecciate, con un testo più attuale e di “denuncia sociale”, in “Heavy Metal” abbiamo voluto strizzare l’occhio a quella che è la sonorità più “classic” del genere heavy basando il pezzo su un unico riff, lento, solido ed efficace e una linea melodica più fluida, utilizzando un testo più epico, evocativo e teatrale, come il genere ‘classic’ comanda, tuttavia non esagerato. “Legge del Metallo” invece esagera dichiaratamente in quanto segna l’inizio di quella che è una produzione più ponderata ed è il primo singolo ufficiale con ospiti musicali. Per questo abbiamo voluto scrivere un pezzo che fosse una sorta di “inno” all’Heavy Metal, con un testo “epic” funzionale alla causa, in cui si decanta il sentimento di appartenenza a questo genere musicale.

 

Il cantato in lingua italiana è un “must” per Metalia oppure in futuro potrebbero esserci aperture anche nei confronti dell’inglese?

La scelta dell’uso dell’Italiano è stata una scelta ‘di pancia’ più che di cervello – dettata dal sentimento che mi lega profondamente alla mia terra ed alla musica italiana. Sono consapevole che scrivere in inglese mi avrebbe potuto dare più visibilità, ma ho voluto scrivere nella mia lingua perché sono italiana e credo sia più naturale scrivere una canzone prima in italiano che in inglese. Inoltre la musica, in quanto musica, non si dovrebbe giudicare dalla lingua di un testo. Quindi in risposta alla tua domanda, sì, l’italiano è un must per “Metalia”, ed il nome stesso del progetto ne è già il programma: Metalia è l’Italia di Metallo.

Sinora abbiamo ricevuto diverse critiche sulla nostra scelta di utilizzare l’italiano nei nostri brani quindi è un tema che gradisco approfondire perché mi sta molto a cuore. Molte persone dicono che le canzoni metal in italiano “suonano male” o hanno “testi brutti”, ma la primaria domanda che mi pongo è se chi muove questa critica abbia mai tradotto un testo scritto in inglese… Io l’ho fatto e posso assicurare che anche molti testi scritti in inglese sono “brutti”. Volendo fare un “mea culpa”, anch’io in giovinezza ho avuto la sensazione che l’italiano fosse “inadatto” al metal ma approfondendo i miei ascolti e provando a comporre direttamente ho capito che mi sbagliavo. Non si può negare che nell’utilizzo dell’italiano vi sia un oggettivo scoglio da superare che è intrinseco nella sua metrica e sonorità. L’italiano ha molte sillabe, parole lunghe, più difficili da articolare, ma non credo sia più brutto o meno musicale dell’inglese. Richiede solo molta più cura e maestria nell’uso dei vocaboli per scegliere le parole più adatte e musicali, a seconda di come esse suonano, è questo che lo rende una lingua più difficile da utilizzare soprattutto in generi a bpm più elevati come l’heavy metal.

In generale, al pubblico medio del nostro paese, l’italiano stride alle orecchie perché siamo da sempre cresciuti con la musica in inglese nelle cuffie, che ahimè, è molto più radicata in noi rispetto a quanto sia quella italiana (che si collega solo ed esclusivamente al cantautorato e alla musica melodica leggera, quella “vecchia” e popolare). Il vero problema dei nostri tempi è che non ci rendiamo più bene conto che il mercato e le mode hanno talmente influenzato i nostri gusti da appianarli dettandoci le “regole” da seguire. Queste regole sono state accettate inconsciamente da tutti noi tanto da indurci a pensare che una lingua sia “più giusta” o “più bella” di un’altra. Il disagio che proviamo nell’ascolto di una canzone metal in italiano secondo me è un problema inconscio, che è reale in quanto lo avvertiamo ma il motivo da cui esso scaturisce non è legittimo perché basato su una falsa credenza. Quello che giudichiamo essere una nostra “preferenza”, non la è, ci è stata inculcata dal mercato. Se siamo italiani, ci dovrebbe essere naturale scrivere canzoni in italiano (come facevano i nostri cantautori), come ci è naturale mangiare la pasta tre volte a settimana invece che gli hamburgers. Personalmente adoro la musica melodica italiana e la stimo e rispetto moltissimo e ugualmente stimo le band metal storiche che hanno portato avanti la scelta di utilizzare l’italiano e penso ce ne sia sempre più bisogno. Spero di aver imparato qualcosa dai miei ascolti e spero di poter unire questa mia forte passione per la musica italiana all’altro grande amore musicale che ho ed è l’heavy metal, con la speranza che qualcuno, grazie alle mie canzoni, si ritrovi nelle mie parole o si ricreda almeno un poco su quanto detto sopra.

 

Sei riuscita sinora a coinvolgere personaggioni dell’HM italiano come Morby, Fausto Tinello, Stefano Mini. Ti sei beccata viceversa qualche bel “NO” da parte di qualcun altro, fino adesso?

Incredibilmente no. Finora ho trovato sempre persone entusiaste del progetto, ed è incredibile quanto più se si tratta con una personalità nota e rinomata, questa si dimostri essere la più umile e collaborativa. Non per niente i personaggi che hai citato sono professionisti, gente che da anni lavora nel settore musicale e si è distinta per capacità, talento e semplicità. Per me è stata una gioia ed un onore collaborare con ognuno di loro.

 

 

Un tuo pensiero per le seguenti band (una ad una):

 

Death SS: sensazionali, non da tutti i giorni.

 

Strana Officina: una solida base, imprescindibili.

 

Skanners: tiro giù il finestrino che si parte, dov’è questo “party”?

 

Vanexa: bravi certo, ma troppo “pettinati”.

 

Bulldozer: appassionanti.

 

Wyvern: sano old school, non fa mai male.

 

National Suicide: adrenalina pura, spacca ossa.

 

Distruzione: potenza bestiale, li adoro.

 

Witchwood: magici.

 

Sabotage: leggendari, il gruppo metal italiano del cuore.

 

 

Immagino che nei tuoi sogni, se munita di bacchetta magica, vi sia una line-up tutta italiana per un prossimo brano. Puoi svelarla?

Ho così tanti nomi di ospiti in testa che non so davvero come fare, dovrei scrivere 90 pezzi in una settimana per riuscire a coinvolgerli tutti! A parte gli scherzi, la scelta delle guests e è sempre dura e avviene a seconda del background musicale dell’artista stesso e delle sonorità del brano che egli è chiamato ad interpretare, in modo tale da valorizzare appieno sia il musicista che la canzone stessa. Sulla prossima line up per ora non voglio svelare niente, posso solo dire che ovviamente gli ospiti saranno tutti italiani e non e’ da escludersi una vocalist femminile per il prossimo pezzo…

 

 

Hai girato in lungo e in largo l’Europa con le Motörqueens. Immagino ne abbia di cose da raccontare…

Dal 2018 suono nelle “Motörqueens” – unico tributo femminile europeo ai Motörhead – e con le mie “sorelle” ho girato mezza Europa facendo tour completamente autogestiti e autorganizzati, nelle modalità più disparate. Da voli aerei a viaggi in furgone, da navi e treni ad autobus e “passaggi” forniti dai fans all’estero, da camere d’albergo extralusso con colazione e spa a dormitori con letti a castello e sacco a pelo. Sarebbe impossibile raccontare tutto ciò che ci è capitato “on the road”. Abbiamo anche pensato di provare a raccontarlo tramite un montaggio video su una nostra cover, fatto di riprese e foto registrate da noi stesse lungo le nostre trasferte e che documentano realmente la parte più divertente e wild delle nostre avventure musicali, però, di fatto, non è ancora successo. Amiamo scherzarci sopra dicendo la solita frase “ciò che succede in tour rimane in tour”.

Sicuramente la trasferta più stravagante è stata la seconda in Scandinavia in cui abbiamo deciso di chiedere passaggi in auto ai nostri fans Svedesi per muoverci da una meta del tour all’altra, spostandoci tra Danimarca e Svezia. E’ stata una mossa un po’ azzardata ma che ci ha regalato grandi emozioni e divertimento. I nostri driver svedesi sono stati super gentili e cordiali, ed ovviamente li abbiamo ripagati in prodotti tipici culinari italiani (we we!). Per il resto, “tutto il mondo è Paese” e le Motörqueens sono sempre le Motörqueens ovunque vanno. Siamo un power trio di amiche prima di tutto. Ci divertiamo sul palco assieme e sotto al palco ancora di più.

 

Operazioni come Metalia pretendono un grande sbattimento. Per portarle avanti come stai facendo tu ci vuole un “credo” incrollabile. Quali le maggiori difficoltà, sinora?

Come hai detto, lo sbattimento più grande è la fase di organizzazione e gestione dei feuturing con i vari ospiti musicali che provengono spesso da regioni diverse dalla mia e quindi sono obbligata a trovare il modo più semplice, veloce e diretto per lavorare anche a distanza, cercando di limitare gli incontri dal vivo e renderli più mirati ed efficaci possibile per evitare perdite di tempo. Questo richiede una grande organizzazione che pago in termini di tempo giornalmente. Collimare il lavoro e gli impegni di vita con questo progetto musicale non è facile e purtroppo, la fase più bella e coinvolgente che è quella della composizione del brano è la fase che dura meno, seguita subito dopo dalla fase di gestione e produzione audio e video (che seguo personalmente in ogni parte) e la promozione che è altresì importante.

Quali le delusioni?

Forse l’unica delusione finora percepita è stata non aver ricevuto il primario supporto dalle persone della nostra città, da parte dei conoscenti e colleghi a noi più vicini (in termini geografici). Ma si sa che “nessuno è profeta in patria”.

Quali le maggiori soddisfazioni, invece?

Di contro, la maggior soddisfazione è stata avere avuto il consenso e sostegno attivo da parte di personalità anche molto note e conosciute nel campo della musica metal underground, tra cui l’immenso Morby, che a mio avviso siede nell’olimpo delle voci più belle e potenti del nostro panorama metal nazionale e che ha partecipato cantando nell’ultimo singolo di Metalia “Colpisci”.

Ti è mai balenato per la testa di mollare tutto?

No, mai. Come scrivo sempre nei mie hashtag personali: “un cuore di metallo non smette mai di battere”.

 

 

“Colpisci”, con Morby… avanti tu, Elisa.

“Colpisci” è l’ultimo singolo di Metalia uscito lo scorso 6 luglio su tutte le piattaforme digitali streaming accompagnato da un videoclip ufficiale disponibile sul canale YouTube di Metalia, che ha visto me e Filippo Ianni accompagnati dagli ospiti protagonisti: Morby (DOMINE, Sabotage) alla voce, Andrea Popi Marmugi (Sabotage, Sofisticator) che ha composto l’assolo di chitarra, Mattia Mornelli (Vexovoid, Human Decay) alla batteria ed Erika Ladybass (Cellulite Star, ex Cruenta Lacrymis) al basso. Pur essendo un brano classicamente Heavy Style, mid-tempo e catchy, il sound risulta molto moderno e potente, e a tal proposito ringrazio gli amici di Audiocore Studio di Parma che ne hanno curato il mix e master. Il tema della canzone è un tema che richiama ancora una volta al periodo storico che stiamo vivendo e rimanda al male insito nell’uomo ed al bisogno di una reazione che ci porti a diventare più leali e rispettosi rispetto al prossimo e rispetto alla nostra terra, in senso ambientale.

 

Prossime mosse in casa Metalia?

Come già accennato, oltre all’uscita di un prossimo brano inedito con nuove guest musicali, mi piacerebbe rieditare almeno uno dei primi due brani usciti a inizio 2020 (“Il Bastione” o “Heavy Metal”) che erano stati autoprodotti con nostri “mezzi casalinghi”. Inoltre il prossimo obbiettivo è quello di formare una “line up fissa” di musicisti scelti destinata alle esibizioni live, magari cercando di ospitare ad ogni performance live una delle guests che ha partecipato alla realizzazione dei pezzi.

Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come meglio ti aggrada, grazie.

E’ così lunga e dettagliata che mi fermerei… J Grazie per lo spazio che mi avete dedicato ed alla grande opportunità offerta a Metalia per farsi conoscere meglio e scoprire. Un abbraccio.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti