Heavy

Intervista Morgana (Roberta Delaude)

Di Stefano Ricetti - 22 Aprile 2005 - 8:48
Intervista Morgana (Roberta Delaude)

Intervista a una delle pochissime “Metal Queen” del metallo italiano degli anni ’80: Roberta “Morgana” Delaude, autrice del recente Cd Three Years of Maddnes, già recensito su queste pagine tempo fa. Come mi aspettavo, non si è risparmiata nelle risposte, anche relativamente alle domande più spigolose. Leggere per credere…

Steven Rich

 

Prima di tutto, Roberta, toglimi il dubbio sull’errore grammaticale in copertina – “Maddnes” al posto di “Madness” sul Cd da poco pubblicato. Solo una svista?.

Vorrei tanto dirti che il titolo nasconde un messaggio cifrato… In realtà è un banale errore di stampa. Abbiamo controllato i testi parola per parola, ma ci è sfuggito “l’orrore di grammatica” più evidente… Quello che non ci aspettavamo. Mio bisnonno diceva che chi non lavora non sbaglia.

Altra curiosità: negli anni ottanta oltre a Morgana i tuoi fan più accaniti ti chiamavano affettuosamente Melissa. Come mai questo ulteriore nickname?.

Era l’epoca dei mitici Mercyful Fate e del loro album “Melissa”. Adoravo questo nomignolo al punto di chiamarci il mio ‘fu’ cane. Era una randagia brutta e rompiballe… Forse il mio alter ego.

Se non erro hai iniziato la tua carriera musicale all’inizio degli anni ’80 con gli Hurtful Witch, poi hai fondato i Morgana. Illustraci le tue origini.

Ho iniziato a 16 anni (ben 22 anni fa) in una Hard Rock band della scena torinese. Dall’incontro con Toni Lionetti nacquero i Jester Beast, band mitica per quegli anni. Quando questi ultimi presero una strada troppo Hardcore per i miei gusti e inclinazioni, formai gli Hurtful Witch e in seguito Morgana, che finì per rivelarsi un progetto solista.

L’uscita della raccolta “Three Years Of Maddnes” offre uno spaccato fedele della storia dei Morgana. Come è nata l’iniziativa di rispolverare il vecchio materiale della band e renderlo disponibile in formato digitale? A quando risalgono le varie registrazioni e come sono state scelte? A chi è indirizzata una raccolta come questa considerando i trend attuali del mercato discografico heavy metal?

Nasce dal desiderio di dare una risposta alla forte richiesta che c’era per l’Ep del 1988 e i vecchi demo. Le registrazioni vanno dal 1987 al 1989. L’unico brano ‘recente’ risale al 1992: registrato in Germania con una band tedesca. La scelta dei pezzi è stata quasi obbligata: tutti i pezzi dell’Ep, due inediti registrati con Alberto Simonini , due del primo demo e quello “tedesco”. La chiave di lettura di questa raccolta sta proprio nelle date di registrazione. Questo lavoro va inserito nel suo contesto storico/culturale o rischia di essere anacronistico per non dire obsoleto. A chi è indirizzato? A quelli che in quegli anni c’erano e a quelli che, all’epoca, portavano ancora il pannolino… E’ bene conoscere il passato per poter capire il presente.

Come è nata questa raccolta? Come sono stati scelti i pezzi? In quali rapporti sei con l’etichetta Andromeda che ha patrocinato questa uscita discografica? Pensi che questo lavoro sia un importate risultato per la tua band? Ne sei soddisfatta adesso che è finalmente disponibile al pubblico?

Sono stata contattata da Gianni Della Cioppa di Andromeda prima di Natale; voleva un’intervista per un volume sulla storia del Rock che stava scrivendo (è uscito da un paio di settimane – ndr). Da lì la proposta di pubblicare questo lavoro unitamente a chi ha realmente e materialmente costruito questa raccolta ossia Luigi Mazzesi della LM Records. Soddisfatta? Relativamente alle ottime recensioni e alla buona risposta dei kid direi di sì, ma non lo considero un risultato. E’ una buona chance… Una piccola rivincita (forse).

Come mai non è stato incluso nel disco il pezzo Man presente sull’Ep Morgana del 1988? (copertina qui sotto)

Man c’è, ma è mixato con un altro brano intitolato Save Me.

 

Morgana Ep 1988

 

Sebbene poco noti i Morgana hanno lasciato un’importante traccia nella storia dell’HM tricolore, durante la loro carriera hanno affrontato diversi cambiamenti di line-up e vicissitudini. Chi erano i Morgana? Quale spirito muoveva la band durante la sua attività? Quali obiettivi c’erano nelle vostre aspettative in quel periodo ormai lontano?

Io ero Morgana, io sola. Ho investito moltissimo in quel progetto, ho viaggiato molto, ho speso molto denaro e rinunciato a tante cose. Nessuno dei componenti della band era disposto a tanto. Non ho mai forzato nessuno, ma nessuno doveva fermarmi. A un certo punto mi mancarono le motivazioni per proseguire. Se leggi il testo di Show me the Way, capirai di quanto fossi stanca di traslochi e quanto desiderassi tornare a casa. Quante volte ho fatto venire un colpo ai miei perché mi trovavano in cucina alle 6 del mattino mentre credevano io fossi a Stoccarda o da qualche altra parte! Ho scelto questo brano proprio perché chiude il cerchio.

Come nacque la collaborazione fra te e Alberto Simonini dei Crying Steel?

Me lo presentò proprio Luigi Mazzesi. In un paio di giorni componemmo e registrammo i due brani Make me Love e Without You.

Essere una protagonista della scena HM degli anni Ottanta italiani deve aver rappresentato una grande soddisfazione per te, nel Cd appena uscito si può leggere una sentita lettera ai fan della band in cui esponi tutte le tue considerazioni rispetto al passato. Che ricordi hai di quegli anni? Quali sono state le migliori soddisfazioni e le delusioni che hanno accompagnato la storia dei Morgana?

Le grandi soddisfazioni arrivarono non solo dagli “addetti ai lavori”, ma dai kid. La mia casella di posta strabordava di lettere, richieste per il demo e persino disegni bellissimi. Delusioni? Arrivare a un passo da un buon contratto e non ottenerlo. Sono uno dei pochi artisti dell’epoca alla quale tutte le case discografiche hanno risposto, anche solo per dire che mi avrebbero tenuta presente. Meglio di niente.

Perchè i Morgana non riuscirono mai a sfondare veramente? La proposta della band era veramente valida eppure il vostro nome rimase relegato a livello di cult band. Ci furono problemi con i discografici? Oppure ci furono vicissitudini di altro tipo alla base di questo problema?

Fondamentalmente Morgana era un progetto solista, quindi c’era sempre la necessità di affiancarmi una band. Questo rappresentava già un problema perlomeno logistico, considerato che – all’epoca – le label erano tutte all’estero. Con la mia ultima etichetta tedesca, ci scontrammo a sangue per la scelta dei brani. Infatti il lavoro – per mia insindacabile decisione – è in un cassetto.

Il tuo Ep Morgana andò letteralmente a ruba. In quante copie fu stampato?. Come mai visto il successo di vendite non ci fu una ristampa appena dopo la sua uscita ufficiale?

Circa 1.000, che andarono esaurite in poche settimane. Inspiegabilmente l’etichetta decise di non ristamparlo. Problemi di budget.

Dopo tanti anni e la maturità raggiunta (Roberta, ovviamente sto scherzando!) ammetti , come si diceva nell’ambiente, che fossi un personaggio un po’ troppo spigoloso e in qualche occasione intrattabile o sono solo le solite storie messe in giro ad arte dalle malelingue?

Fondamentalmente sono una persona schiva. Non incarno esattamente lo stereotipo della metallara anni ‘80… Non dico parolacce, non bestemmio, non bevo, non fumo, non mi drogo, non ho tatuaggi né piercing. Non amo gli eccessi e le “sparate”, qualcuno ha travisato questo mio atteggiamento riservato con l’essere un po’ snob… Se non sanno inventano… E comunque un po’ lo sono…

 

Morgana anni Ottanta

Avendo la bacchetta magica guardando al passato pensi che sarebbe stato meglio che non avessi proprio iniziato a suonare HM e più in generale a tentare una carriera musicale? Più le gioie o i dolori?

Sono una pessima casalinga…meglio la musica. Sicuramente più le gioie.

Hai mai avuto scazzi con altre band tricolori?

No. Ricevetti, però, una letterina da una fantomatica band che mi chiedeva neanche troppo gentilmente di rinunciare al nome “Morgana”, perché era di loro proprietà(!?) Non gli ho neanche risposto…

Il miglior concerto dei Morgana qual è stato?

Alla mia età la memoria vacilla… Forse proprio quello come supporter al concerto dei Saxon. La famosa contestazione, fu a esclusiva opera delle altre band cittadine che furono scartate dall’organizzazione. Il management dei Saxon mi propose di seguirli nelle altre due date italiane quindi… Direi che non abbiamo fatto poi tanto schifo! Avevo solo 19 anni ed ero all’ultimo anno di liceo… Dovetti rinunciare.

Per una veterana della scena heavy metal nostrana non deve essere stato facile accettare alcuni cambiamenti avvenuti di recente all’interno del panorama HM. Come ti relazioni rispetto alla nuova situazione italiana? Conosci delle band attuali? Come giudichi l’attuale situazione “logistica” del nostro paese? Credi che oggi sia più facile per una band esordiente riuscire a infrangere il muro dell’underground rispetto al passato quando i Morgana suonavano Heavy Metal?

Le nuove leve hanno più possibilità. Sono tecnologicamente più avanzate, hanno Internet e telefonini. Ci sono più soldi e paradossalmente, ce ne vogliono meno per registrare un demo. Per noi era già difficoltoso trovare uno studio di registrazione o una sala prove decente. Conosco poco la scena italiana attuale. Ho sentito cose eccezionali, ma anche cose per le quali varrebbe la pena ripristinare la pena di morte!

Cosa ricordi degli anni trascorsi nella band? Cosa significava essere metallari in quegli anni? Ti sei mai trovata a confronto con persone che non credevano che una donna potesse essere la leader di una band HM? Credi che per una band heavy metal fosse più difficile, in quegli anni, farsi strada se dietro al microfono c’era una gentil fanciulla?

Ci riunivamo il sabato sera in centro a Torino, nella piazzetta dell’obelisco. Eravamo sempre una trentina… A volte, la gente ci guardava come fossimo dei teppisti. Sicuramente all’epoca ero una novità e la curiosità spesso paga.

I Morgana avevano un repertorio decisamente live oriented. Dove avete suonato nella vostra carriera?

Inizialmente in festival e poi club.

Siete riusciti a portare la vostra musica in giro per l’Italia e magari anche all’estero? Quali erano le maggiori difficoltà in quegli anni per chi volesse suonare Heavy Metal dal vivo?

Niente soldi, questa era la difficoltà maggiore. Era proibitivo organizzare delle date oltre i 100 Km di percorrenza senza neanche un rimborso spese.

Quali studi di registrazione avete usato negli anni Ottanta? Era difficile registrare un album HM in quel periodo?

Un’idea degli studi dell’epoca te la puoi fare ascoltando il Cd. Andiamo dal suono “dentro una pentola” dei brani dell’Ep a quello “non male per un piccolo studio in mezzo ai prati” del demo, passando per quelli più che discreti per l’epoca scritti con Simonini fino al brano registrato in Germania con un vero produttore.

Credi che oggi i gruppi HM siano favoriti dalla tecnologia?

Decisamente, anche se nulla può sostituirsi a un buon produttore.

Quale era lo spirito con il quale vi relazionavate al songwriting e alle registrazioni dei pezzi?

Partivamo da un semplice riff di chitarra o melodia vocale e lo sviluppavamo.

Lita Ford, Doro Pesch, Lee Aaron, Runaways, Girlschool. Dammi un tuo giudizio su ognuna.

Lita Ford: sposata con gli uomini giusti (tre mi sembra)
Doro Pesch: tedesca, non aggiungo di più
Lee Aaron: bella ragazza (o meglio ex ragazza… Gli anni non passano solo per me… Spero…)
Runaways: fortissime
Girlschool: senza eguali

Ti è mai capitato di pensare di riformare la band?

No, ma mi sono state fatte delle proposte che sto valutando.

Oggi sono molte le band heavy metal  degli anni Ottanta che decidono di riunirsi spesso con molto successo. Se i Morgana avessero una seconda possibilità cosa faresti o non faresti questa volta?

Effettivamente il “Geriatrical Metal” va alla grande. All’epoca non è che ci fosse stata molta scelta sul cosa fare o non fare… Forse rifarei tutto uguale.

Esistono delle possibilità di rivedervi insieme?

No. Almeno non come band…

Bene Roberta, siamo giunti alla fine dell’intervista… Chiudila come preferisci. Grazie della disponibilità.

Grazie a te per la bella chiacchierata e per avermi dato la possibilità di idealmente ricongiungermi con i miei fan.
Baci, Roberta.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti.