Heavy

Intervista Motorhead (Lemmy e Fast Eddie Clarke – 1981)

Di Stefano Ricetti - 26 Gennaio 2007 - 12:23
Intervista Motorhead (Lemmy e Fast Eddie Clarke – 1981)

L’intervista riguarda i Motorhead, confessati dal mio mentore Beppe Riva e da Stefano Colombo. L’articolo uscì sul magazine Rockerilla numero 13, nell’aprile del 1981.

Lemmy, Fast Eddie Clarke e Philthy Animal Taylor erano reduci dalla pubblicazione di Ace of Spades e successivamente dell’Ep St. Valentine Massacre, scritto insieme con le Girlschool.               

Nel 1981 il significato di Power Metal era completamente diverso da quello attuale: allora era legato strettamente alla “Potenza” del suono, inoltre la band HM per antonomasia era costituita dai Black Sabbath e… leggetevela, altrimenti ve ne anticipo ingiustamente i passi più succosi e sorprendenti.

Grazie dell’attenzione.

Buona lettura,

Stefano “Steven Rich” Ricetti  

 

motorhead snaggletooth

 

Motorhead: Wild Men dell’hard rock.

Abbiamo incontrato i Motorhead a Milano, tappa conclusiva di un programma di promotional dates , denominato “Motorhead Week”, che ha toccato nell’arco di dieci giorni alcuni grossi centri europei. Il tour non prevedeva esibizioni concertistiche, ed è stato organizzato quasi a celebrazione del trionfale esito dei Reader’s Poll di “Sounds”, che ha imposto il power trio anglosassone come Band of the Year, detentrice dei migliori 45 ed Lp del 1980 (in entrambi i casi Ace of Spades), oltre a gratificare di posizioni di assoluto rilievo i singoli musicisti, culminanti nel titolo di “n°1 bass player”, conseguito da Lemmy.

Notizie che al momento dell’intervista non conoscevamo, e che i tre non hanno lasciato trasparire, tutt’altro che  negativamente esaltati dall’enorme consenso di pubblico e critica ottenuto ormai in tutta Europa. La fama di intrattabili personaggi, faziosamente istigata dagli organizzatori degli show italiani dello scorso anno, è apparsa del tutto infondata per gli antesignani dell’hard rock “Faster&Louder”, formula estremizzante che ha riscosso un nugolo di proseliti all’interno della NWOBHM.

Ma Ace of Spades attesta che Motorhead sono inimitabili.

Dubitate delle contraffazioni.

 

 

Inizio intervista.

Sul nuovo numero di Rockerilla abbiamo segnalato il vostro 10 Inch con le Girlschool come “45 HM del mese”. Cosa vi unisce alle Girlschool, oltre al producer Vic Maile?

Lemmy – Circa tre anni fa abbiamo fatto un tour inglese con loro, che erano la nostra support band. Eravamo tutti d’accordo nel ritenerle molto brave, ed il loro album “Demolition” l’ha dimostrato. Ci accomuna un sound molto affine, così abbiamo concertato questo disco con Vic Maile, anche perché riteniamo le Girlschool fra le migliori NWOBHM band in assoluto. Ci sono molti giovani che suonano rock duro in Inghilterra, oggi, ma i livelli sono assai difformi, esistono gruppi mediocri.

Il vostro suono è caratterizzato da un’aggressività incessante, da un’attitudine “No Ballads” che non ha paragoni attualmente. Dove risalgono le origini del vostro linguaggio musicale?

Lemmy – Penso che il nostro sound sia definibile come correttamente come “Fast Hard Rock”, e che non tragga certamente spunto dall’HM inteso nel senso dei Black Sabbath, di cui si stenta a riconoscere le song, nel loro marasma concertistico. Traiamo ispirazione da forme di rock molto estese: Yardbirds, Eric Clapton, John Mayall (del quale i Motorhead hanno rifatto “Witchdoctor”). Forse più di ogni altro ci hanno influenzato gli MC5. Grandi! Li ho amati moltissimo! Quando vennero in Inghilterra, io suonavo negli Hawkwind e conobbi Wayne Kramer, che è tuttora un ottimo amico. Gli MC5 suonavano dell’autentico “Dynamite Rock’n’Roll”! Infine mi piacciono molto, fra i gruppi ancora in attività, gli AC/DC.

Eddie – Sono un grande estimatore degli AC/DC e sono rimasto sconvolto dalla morte di Bon Scott, davvero una persona OK.

A loro volta i Motorhead hanno esercitato una notevole influenza su band quali Saxon, Tygers of Pan Tang, Vardis, le stesse Girlschool. Chi ritenete abbia meglio recepito la vostra lezione e quali sono a vostro parere i nomi emergenti della NWOBHM?

Lemmy – Non considero nessuno dei gruppi citati fra i nostri discepoli, perché voglio credere che suonare in una band significhi proporre cose proprie, non già espresse da altri. Bisogna evolvere uno stile personale, riconoscibile, anche se spesso accade che si cominci a suonare seguendo strade già tracciate. Quindi non penso che esistano dei successori dei Motorhead, ma solo band che suonano meglio o peggio. La NWOBHM? Saxon, Iron Maiden e Girlschool sono davvero eccellenti!

Eddie – Grandi Iron Maiden e Saxon, il resto non mi impressiona più di tanto. Degli Angel Witch non tollero le plateali pose sceniche.

Generalmente le NWOBHM band rifiutano ogni legame stilistico con il punk rock. I Motorhead possono invece essere definiti come il più punk dei gruppi hard. Sei d’accordo?

Lemmy – Noi siamo emersi con la prima ondata punk, non possiamo certo negare punti di contatto con il punk rock. I Sex Pistols e i Damned sono i mie gruppi New Wave preferiti. Le affinità sono dat edal fatto che i Motorhead, pur essendo un gruppo hard, eseguono canzoni brevi, violente e veloci, mentre le HM band del passato prediligevano assoli di chitarra interminabili. Questo mi piace del punk: song di 2/3 minuti mitragliate a velocità mozzafiato. Devo aggiungere che per me i Damned sono una HM band.

Parliamo della vostra produzione discografica: Ace of Spades attesta un riconsolidamento di posizioni rispetto a Bomber, che è stato forse l’album meno riuscito dei Motorhead. Siete d’accordo? 

Lemmy – Non siamo rimasti soddisfatti della produzione di Jimmy Miller per Bomber. Lui è rimasto lungamente inattivo prima di lavorare alla definizione di Overkill, ma per Overkill siamo stati assistiti dal suo controllo e dalla sua collaborazione e il risputato è stato eccellente. Durante la registrazione di Bomber, invece, arrivava in studio con ore di ritardo e non si impegnava minimamente, così abbiamo dovuto ricorrere a un altro producer, e Vic Maile è stato perfetto. Ace of Spades è ancora meglio di Overkill!

Eddie – Ace of Spades è certamente il nostro miglior album, anche se Overkill (il brano) è efficacissimo!

 

 

La foto originale dei M’head apparsa su Rockerilla num. 13 aprile 1981

 

 

Cosa rappresenta per voi il simbolo dell’asso di picche?

Lemmy – e’ il simbolo della malasorte, e noi ci riteniamo “Nati per Perdere” (ci mostra il tatuaggio “Born to Lose”, che era il titolo di un brano del primo Lp), perché il nostro passato è stato travagliato da una sfortuna incredibile. Ora però la situazione sta migliorando: Ace of Spades ci ha soddisfatti appieno e riscuote un buon successo.

A proposito di simbologia, c’è qualche ragione che spieghi la vostra truce iconografia da Hell’s Angels, sovraccarica di orpelli nazisti?

Lemmy – Ho smesso di usarli perché la gente insisteva nell’identificarmi con quei simboli, mentre in realtà detesto l’ideologia che rappresentano. Tutti si erano messi in testa che fossimo nazisti e pericolosi! Se comunque sapete di kid con capelli lunghi e giacche di pelle nera che vanno in giro ad ammazzare, fatemelo sapere, perché a me non risulta assolutamente. Non abbiamo nulla a che fare con gli Hell’s Angels, se non che ci rispettiamo vicendevolmente. Noi siamo Motorheaders e basta, odiamo la religione e la politica, entrambe costano dolore e sofferenza a tutti… Immondizia! Mio padre era un vicario anglicano, quel meraviglioso prete abbandonò mia madre quando ero piccolo, per andare a curare la nonna. Fuck Him!

Ritornando all’attuale successo di Ace of Spades, riteniamo che sia stato decretato da un pubblico che vi considera una band non compromessa con l’industria discografica, emersa al di fuori di grossi clamori pubblicitari, sulla base di un’energia non comune…

Lemmy – Certo, quanto dite fotografa il rapporto con il nostro pubblico. Soprattutto il concerto è importante per noi, un momento magico. E’ una verifica imprescindibile, perché accade che certi gruppi siano OK su vinile, ma dal vivo sono farraginosi, imprecisi, e non piacciono più.

Il fatto che tu ponga l’accento sulla precisione strumentale, implica che per voi è importante?

Lemmy – Si, è fondamentale conoscere il lato tecnico di quello che suoni, perché così ti presenti a contatto con il pubblico senza riserve, sicuro delle tue possibilità, e tutto viene agevolato. Non bisogna però cadere in sterili esibizioni individuali, l’ideale è fondere tensione emotiva e tecnica strumentale.

L’anno scorso, quando veniste in Italia, forse il pubblico non era ancora pronto per una band come i Motorhead…                                           

Lemmy – No, anzi, il primo show che tenemmo a Bologna riuscì soddisfacentemente. E’ l’organizzazione che nel vostro paese è deprecabile, addirittura a Milano abbiamo dovuto sostituire più volte l’amplificazione, che è arrivata a spezzoni nell’arco dell’intera giornata. Non funzionava nulla, l’impianto era pietoso e alla fine siamo saliti sul palco perché i kid avevano aspettato per ore. Ma il pubblico stesso era innervosito dall’attesa e ha cominciato a tirare lattine. Abbiamo smesso, perché non eravamo nelle condizioni di offrire un buono show. Comunque le lattine dovevano essere indirizzate verso gli organizzatori.

Ora la vostra popolarità è in netto rialzo anche qui da noi. Pensate di tornare?

Lemmy – Si, e porteremo al nostra strumentazione, così andrà tutto bene. Mi piace il pubblico italiano, peché si agita e partecipa allo spettacolo. Chi non è interessato però se ne stia a casa: si dovrebbe andare a un concerto per sentire musica, non per combattere. Verremo comunque, ma dopo le tournée francesi e americane.

C’è una notevole attesa per verificare le reazioni del pubblico americano ai Motorhead…

Lemmy – Ace of Spades è il nostro unico album pubblicato begli Usa. E’ uno stimolo nuovo per saggiare la risposta degli americani, in Europa ormai siamo conosciuti ovunque.

Eddie – Siamo interessati all’America, ma non solo perché è il più grande mercato del mondo. Per me è importante poterci confrontare con platee a cui siamo sconosciuti, che possono promuovere o bocciare i Motorhead.

 

Nella foto: i Motorhead nella “classic, killer line-up” – Animal, Lem & Eddie 

 

E riguardo le Hm band americane: Aerosmith, Van Halen, Blue Oyster Cult, cosa ci dite?

Lemmy – Non le sopporto. L’Hm americano è complesso e poco divertente. Gli Styx poi, che hanno matrici classiche, sono addirittura aberranti. Noi non abbiamo nulla a che fare con proposte del genere

Eddie – Non mi piace l’HM americano. Gli ZZ Top sono però la mia band preferita. Posso confessarvi una cosa? Quando abbiamo composto “No Class”, avevamo in testa la loro “Tush”. Stimo molto anche Ted Nugent, ma soprattutto il Ted Nugent del ’66, con gli Amboy Dukes.

Philthy si è completamente ristabilito dal grave incidente occorsogli?

Lemmy – Fortunatamente si, ha rischiato la paralisi dal collo in giù. Il ragazzo del letto di fronte a lui ha detto però di aver visto Philthy strapparsi i punti di sutura…

Sembra che il fatto ti abbia turbato parecchio: Siete molto amici fra di voi?

Lemmy – Siamo profondamente amici e non abbiamo mai avuto eccessive tensioni all’interno della band. Prendiamo insieme le decisioni e di solito uno su tre non è d’accordo, ma si adatta senza problemi alla scelta degli altri due.

Qualcosa da dire agli HM kid italiani?

Ciao Italia, divertitevi e godetevi la musica che vi piace, ma non fate male a nessuno. Fuck the Disco!

Grazie e arrivederci al prossimo tour italiano, vi auguriamo di fare la support band degli ZZ Top nel profondo Texas!

Eddie – Con vero piacere!

Beppe Riva & Stefano Colombo.

 

Servizio a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti