Intervista Nun Desecration (Lord Yshua)

I Nun Desecration sono un’altra creatura nata dalla mente creativa di Lord Yshua, polistrumentista italiano legato alle tematiche pagane, ai rituali, alle concezioni  nichiliste che spazia tra Black Metal, Death, Folk e Raw nei suoi studi Under The Triple Moon Rec, luogo in cui sono nati tanti progetti e collaboraioni con altre band italiane.
Oggi, 31 ottobre 2025, esce il concept album “Veil of Darkness”, in cui si narra della profezia di Selenia ed io, ne parlo proprio con lui.

“Selenia” inizia come “suora lesbica” e si trasforma nel simbolo della Dea Kali. Puoi descrivere il percorso di questa metamorfosi spirituale e blasfema? Cosa rappresenta la fusione di queste due figure (il sacro/proibito cristiano e il divino distruttore induista) nel tuo nichilismo?
Premetto, ho iniziato tale progetto per dare un immediato sfogo a situazioni di invadenza della chiesa cattolica,indirettamente, nella mia attuale vita. Inizialmente avevo in mente una colata di vomito e blasfemia “alla archgoat” ,quindi la mia idea era questa suora lasciva, lilithiana,che vive nei monasteri compiendo ogni possibile blasfemia. Ho poi deciso di far patrocinare il lavoro alla Kali ed il lavoro ha iniziato ad assumere forme intense,nuove,radicali che hanno trasformato l’intero apparato concettuale,portando la suora a diventare addirittura parte della di una profezia, la profezia di Selenia, che recito all’inizio.
È paradossalmente proprio chi è dentro quel covo di vermi a creare nuove istanze, attraverso il sangue mestruale, l’antica rievocazione di riti orgiastici che affondano la loro esistenza in tempi immemori, la danza sfrenata.
La danza saffico/erotica di Selenia diviene così la Kali che porta via questa piaga insieme ad un profondo rinnovamento ciclico….
Quali aspetti specifici di quell’epoca storica (oltre al tema religioso/blasfemo) hanno plasmato il mood o l’estetica di “Veil of Darkness”?
Selenia è figlia del nuovo attuale medioevo (inteso come periodo “buio”) e vive, quindi fra una presente a-temporale (paradosso che vede il ripetersi contestuale di stesse dinamiche) ed un futuro prossimo dove polveri nucleari, mitragliatrici e rosari sono parte della stessa esplosione deflegrante, macerie, con vestiti logori di sangue (elemento magico/rituale che nomino spesso nei brani).
È chiaro, però, che, a livello estetico mi sono ispirato ad un certo horror anni 80 come “Demonia” ma, in particolare a “Confessioni proibite di una monaca adolescente” di Jesus Franco che coglie totalmente in pieno gli aspetti erotico/orrorifici del concept (ed il singolo “Suorinfera” già pubblicato ne sono una chiara espressione).
Se “La profezia di Selenia” avvia la narrazione e “Danzakali” la culmina, qual è, nella tua visione, la traccia più emotivamente o concettualmente centrale, e perché?
Nella song “Veil of Darkness” i tempi diventano saturi, totalmente rituali, opprimenti fra chitarra doomeggiante ed organo. Sono quasi una apparente pausa dal massacro precedente e quello che arriverà come partiture veloci, elettroniche e lancinanti.
“Vaginarosary”: Il titolo di questo brano, un’unione di blasfemia e sessualità sacrilega, è particolarmente provocatorio. Potrebbe darci un’idea del contenuto lirico o dell’intento tematico che sta dietro a un’immagine così cruda e blasfema?
È assolutamente una provocazione ma, in parte, in oscuri monasteri dediti alla mortificazione della carne,immagino che la fantasia utilizza ciò che di reale ha fra le mani. Questo perché la nostra componente naturale è legata all’erotismo in senso ampio. Nel contesto di Selenia è mostrare come l’attuale religione imperante sia esclusivamente una maschera che viene utilizzata per scopi totalmente differenti all’apparente utilizzo.
Vedi un rosario che si strofina…..tra l’altro in “Veil of darkness” si insiste molto su questo “recupero” della sessualità come linguaggio espressivo, riappropriazione di spazi
personali. Verissimo che è ormai facile reperire ogni cosa ma, un conto è parlare di porno ed altro di sessualità/erotismo come chiave esoterico/espressiva, lì, paradossalmente, abbiamo ancora un tabù’.

Hai concepito, suonato e registrato l’album quasi interamente da solo. Quanto ha influito questa solitudine creativa sull’espressività e sulla purezza del concept? Ha facilitato l’ossessione tematica?
Creo tutto da solo, perchè riesco a calarmi, giorno per giorno nel concept e dargli forma, ho anche scritto una storia di Selenia che indaga in un monastero e di cui il Vaticano conosce
benissimo le inclinazioni ma la lascia fare perché è l’unica a saper indagare nell’occulto. Muovendomi solo, il concept assume sempre piu’ un “peso”, la storia si dipana.
Ho avuto, comunque, la partecipazione dell’amico Federico de’ Beli degli Occ’del coruv che ha scritto un interessantissimo testo e cantato…
Menzionando l’intenzione di riportare il genere in un contesto più “locale”, quali sono gli elementi che a tuo avviso ancorano “Veil of Darkness” specificamente all’immaginario o alla tradizione dell’estremo underground italiano?
Selenia ha un mood blasfemo che possiamo trovare certamente in “Demonia” di Fulci, nelle fasi iniziali, che ho inserito nel video promo di “Suorinfera”, ma se ascolti bene, vi sono passaggi musicali, in particolare quelli con organo o synth che richiamano la tradizione dell’occult rock italiano e dell’horror anni 70/80.
Hai scelto un Black/Death Metal “minimale”. In un panorama dove la tecnica spesso regna, come giustifica l’importanza della primitività nella trasmissione di un messaggio così complesso e oscuro?
A volte, una goccia di sangue che cade a terra, può essere più significativa di un intera scena da mille angolazioni. Io punto su questo, non mi interessa descrivere musicalmente “tutto” ma su poche emozioni che però hanno una profonda stratificazione. Vedi nei testi Suor Selenia che esce da un oscuro monastero, con vesti impregnate di sangue mestruale fra polveri nucleari ed un rosario fatto di denti umani. Poche parole, un solo riff. Sei libero di immaginare bene lo scenario. E poi le cose perfettine ce le ho sul czz.
“Veil of Darkness” non è per chi cerca perfezione tecnica, ma per chi apprezza l’orrore viscerale. Qual è la reazione che spera di ottenere o che ha già riscontrato da parte della nicchia che apprezza questo metal estremo intellettualmente e concettualmente?
Spero che in questo contesto di musica di preset, ci si accorga che innanzitutto è stata prodotta come un vecchio horror anni ’80. Io faccio musica artigianale, faccio una take per strumento e la lascio anche con qualche piccolo errore, se vi è un “fuori tempo” lascio che si esprima, perchè reputo troppo banale correggere errori con un click.
Vorrei che si recepisca la mia musica come vera, immagini Suor Selenia a muoversi fra croci, rosari e sangue mentre guarda le sue sorelle danzare all’ultima croce che brucia.
Se potessi scegliere, quale regista di culto italiano, oltre a Fulci e Argento, riterresti tematicamente affine all’opera dei Nun Desecration?
Bhe, lo stesso lavoro inizia con una citazione (e ve ne sono altre) tratta dal film “Confessioni proibite di una monaca adolescente” che coglie in pieno il mood che volevo
trasmettere. Ha quegli aspetti blasfemo/erotici tanto cari alla mia suora,che arriverà a diventare la Kali e danzare, insanguinata, su tutto….
Qual è la linea di confine che tracci tra un suono volutamente grezzo e un suono semplicemente mal registrato, e come si è assicurato che il tuo risultato fosse il primo?
Allora, forse il mio atteggiamento “raw” fa pensare ad uno sprovveduto ma, in realtà, investo molto nello sperimentare in pre produzione il suono che voglio.
Un esempio sui Nun Desecration è stato che, inizialmente, è stato registrato con una distorsione molto “moderna” e tagliente,a livello sonoro avrebbe reso molto di più.  Tuttavia, tale suono non corrispondeva alla mia idea progettuale di suoni elettronici che si fondessero con un mood molto piu’ grezzo, raw. Ecco che sono passato al mt 3000 della Behringer da 20 euro, in distorsione che ha creato una tela molto piu’ cupa. Tutto ciò che ascolti,tranne piccole aggiustature sulle frequenze in post produzione(dove non faccio magheggi, copia incolla di take o altro) è ciò che registro.
Insomma io so esattamente cosa voglio e come ottenerlo anche se con mezzi semplici ed una registrazione volutamente slabbrata. Vedi, ad esempio, i refusi dei puck up ad inizio e fine brano, il fuori tempo o altro. Siamo purtroppo in un periodo dove le registrazioni sono precisissime, laccate e fighette.
Praticamente un assassinio del Black Metal fatto passare per “miglioramento”.
Ringrazio chi ha voluto ascoltarmi, chi volesse ascoltare i Nun Desecration sono su tutte le piattaforme ma,soprattutto, su fottuti cd rom del czz e cassette grezzissime.
Io vivo ancora in quel periodo e ci resto volentieri.
Valeria Campagnale
 
                