Heavy

Intervista Raven (1981)

Di Stefano Ricetti - 5 Dicembre 2007 - 14:56
Intervista Raven (1981)

All’interno della riproposizione delle interviste storiche, questa volta tocca ai Raven dei fratelli Gallagher, autori di un simpatico scambio di battute con Beppe Riva e Stefano Colombo, nel novembre del 1981. Lo scritto originale è uscito nel numero 20 della rivista Rockerilla, del gennaio 1982. Pre-intervista compare una sorta di presentazione della band, operata dallo stesso Beppe Riva.

I Nostri, dopo essere stati uno dei gruppi trainanti della celeberrima NWOBHM, sono recentemente tornati a godere delle meritate luci della ribalta anche in Italia, grazie alla intensa prestazione fornita al Play it Loud Festival di Orzinuovi (Bs), lo scorso marzo, in veste di headliner della giornata.

In coda, pensando che possa interessare… e visto che compariva alla fine dell’intervista ai Raven (non ho potuto fare a meno di leggerla), mi sono permesso di pubblicare la Heavy Metal Playlist 1981 di Beppe Riva, una sorta di Poll in pectore del meglio uscito in ambito HM quell’anno, tanto per far capire che aria tirava in Italia all’inizio degli Eighties…

Buona lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Un logo spartano spesso mal disegnato, tanta violenza on stage ed entusiasmo a 1000: questa era la NWOBHM anche dei Raven!

 

Raven, predoni sovrani nella futura scacchiera del British Heavy Metal? L’album “Rock Until You Drop” ha già svelato perentori sintomi di maturità, inusitati per una band al debutto sulla “lunga distanza” del 33 giri, e la prova “on stage” a cui abbiamo assistito nella tappa milanese del loro rapido tour italiano, non ha fatto vacillare la fresca fama del trio dei fratelli Gallagher, smaniosi propulsori di un’azione sonora al massimo grado di “high energy” elettrica. Il loro show è un’autentica “Hard Ride” che non conosce escursioni verso domini fuoriuscenti dalla più pura carica heavy, circoscritta da episodi abbaglianti come “Hell Petrol”, “Tyrant of the Airways” e “Hellraiser Action”, impulsiva trascrizione unitaria di due celebri hit degli Sweet.

Dal vivo i nuovi Neat-leader riconsolidano le prerogative individuali già segnate a livello di incisione discografica: l’urgente fraseggio solistico, dai connotati striduli e rapaci, della chitarra di Mark Gallagher, l’incredibile voce di John, estesissima sugli acuti (il cantante bassista si dimostra inoltre dotato di un preciso profilo strumentale, che può essere interpretato come una rilettura in chiave hard del tipico stile di Chris Squire, grande perno ritmico degli Yes), e infine il travolgente drumming di Rob Hunter, particolarmente efficace nell’azione sulla doppia cassa, atta ad amplificare le parvenze “telluriche” del suono. Raven riaccendono la miccia di un heavy metal vivido d’eccitazione e dismisura, ennesima dimostrazione di vitalità dell’ormai poderosissima nuova scena del rock duro. Nel pomeriggio precedente al concerto ci è stato concesso di approfondire la conoscenza con i tre warrior lungocriniti, giovani ed entusiasti della propria “fede” musicale, come si conviene ai nuovi protagonisti della quarta generazione dell’hard.

RAVEN INTERVIEW — 18/11/1981

Sappiamo che i primi show dei Raven furono tenuti nel ’77, in qualità di supporter di Stranglers e Motors. Che accoglienza vi riservava il pubblico?

RAVEN: Fondamentalmente era tutto ok, anche se i kid accorrevano per vedere in azione le Punk Band. Mancava comunque il feeling che oggi riscontriamo nei concerti di H.M.: non si trattava di carenza di interesse, ma l’audience di allora era profondamente diversa da quella attratta dal nostro sound. Anche l’atteggiamento dei Punk, troppo rissosi ed amanti del caos per i nostri gusti, è distante da quello degli H.M. Kid, che assistono agli show, essenzialmente per divertirsi.

Ritenete vi abbia agevolato la punk explosion, e pensate di averne ricavato qualche utile indicazione, a livello di espressione musicale?

RAVEN: Non ne fummo certo favoriti, ma insistendo siamo riusciti ad affermarci. Crediamo importante la rivalutazione dell’energia sonora apportata dal Punk rock, ma non ci soddisfa l’aspetto musicale del loro sound. Certamente il nuovo Heavy Metal ha in comune con il Punk la dinamica eccezionale delle song, ma le affinità si limitano a questa constatazione.

Il vostro primo singolo, “Don’t need your Money”, e il brano “Let it Rip”, sulla compilation “Brute Force”, potevano suggerire l’accostamento ai Judas Priest, in termini più accelerati sotto il profilo ritmico. Anche la voce di John richiama i superacuti di Rob Halford…”

RAVEN: Indubbiamente ammiriamo molto i Judas Priest, ed è vero quanto dite a proposito della voce di John. Loro però sono una band più tipicamente Heavy Metal rispetto a noi, e se ascoltate attentamente, converrete che l’uso della strumentazione è alquanto differente.

Alcune vostre song, come “Inquisitor” e “Let it Rip”, presentano un’atmosfera particolarmente tenebrosa; quali sono i temi trattati?

RAVEN: Effettivamente quei brani presentano un clima piuttosto inquietante, soprattutto ‘lnquisitor”, che parla dell’inquisizione spagnola. “Let it Rip’, invece, non si riferisce a nulla di realmente dark; è una song dedicata ai ragazzi che si lanciano sulle loro moto in autostrada, cercando di superare le 100 m.p.h.; è un momento magico per loro, e ci pare giusto che l’HM, una musica dinamica, si appropri di argomenti di questo tipo, che richiamano sensazioni “forti”.

Quali sono i motivi salienti delle vostre lyrics?

RAVEN: Non insistiamo su tematiche unitarie. Generalmente ci occupiamo di argomenti che interessano i giovani come noi. Ad esempio ‘Don’t need your money’ parla di un ragazzo che i ricchi genitori vorrebbero costringere ad una rigida condotta; John ha inoltre scritto un paio di nuovi brani che affrontano il problema della disoccupazione giovanile, pur senza seguire una precisa finalizzazione politica. Potremmo citare ancora ‘NobodyIs Hero”, una storia incentrata sui mercenari americani rientrati dalla guerra nel Vietnam: eroi di nessuno…

Ammettete qualche discendenza ispirativa, sul piano musicale?

RAVEN: Francamente facciamo il possibile per non limitarci a riflettere l’immagine di un’altra band; operiamo per sintetizzare una chiara identità di gruppo. Comunque ognuno di noi ha le sue preferenze: ad esempio John ama Saxon e AC/DC, oltre a numerose band moderne, Mark giudica Ritchie Blackmore un maestro inimitabile mentre Rob predilige le formazioni particolarmente heavy, Judas Priest su tutte, ed ha accantonato il suo vecchio amore per Led Zeppelin.


Riproposizione della foto al bombardiere dei Raven Rob Hunter posta a corredo dell’intervista originale.

Nell’LP, “Rock until you drop”, avete reso realmente eccitanti “Hellraiser” e “Action” degli Sweet, riproposte in un’unica medley. Come mai quest’omaggio verso una band oltremodo discutibile?

RAVEN: E’ vero che Sweet avevano raggiunto il successo attraverso singoli di “Rubbish Music” e con un sound orientato verso il pop commerciale, ma attualmente la band è davvero molto heavy, soprattutto dal vivo. Il loro album ‘Live in England” è sufficientemente esplicito a riguardo. Noi comunque abbiamo apportato una maggiore velocità d’esecuzione, alle versioni delle loro song.

A proposito del debut-album, i fan italiani si chiedono se voi avete davvero firmato di vostro pugno la back cover, poiché le firme che vi appaiono variano effettivamente di copia in copia…

RAVEN: In quell’occasione abbiamo pensato di offrire al nostro pubblico qualcosa di ‘speciale’, a costo di soffrire letteralmente per un intero week-end, trascorso a firmare ognuna delle prime 5000 copie dell’album. Ora ci siamo ripetuti firmando una quantità di cover dell’edizione italiana. Ci sembra che un’operazione del genere assuma maggior valore, agli occhi dei fan, di una semplice riproduzione stampata!

Ritornando a questioni di carattere musicale: in che posizione vi situate nella controversa distinzione fra Hard Rock e Heavy Metal?

RAVEN: Noi preferiamo lasciare agli ascoltatori il compito di definirci secondo la loro ottica personale. Se per H.M. si intende un sound dall’aggressività frontale, dotato di maggior compattezza strumentale, allora possiamo definirci una H.M. band. A nostro avviso il prototipo della HM band è costituito dai Black Sabbath, mentre i capostipiti dell’Hard Rock sono i Deep Purple. Non condividiamo l’improprio termine “New Wave of British Heavy Metal’, coniato esclusivamente dalla stampa specializzata: sembra trascurare il fatto che numerose formazioni, come Saxon e Iron Maiden, suonano insieme almeno dal 1977.

Al di là di rigide catalogazioni, il sound di “Rock until you Drop” è realmente terremotante…

RAVEN: Possiamo ritenerci soddisfatti della resa sonora dell’LP, che rispecchia la musica che abbiamo voluto produrre: ruvida, dinamica, molto heavy. Intendiamo proseguire su questa strada accentuando le punte più estremizzanti della nostra espressività: prossimamente cercheremo un heavy rock ancor più ruggente, percorso da vampate di follia.

Cosa riserva, più in generale, il futuro dei Raven?

RAVEN: il progetto più immediato riguarda la realizzazione del nuovo singolo, “Hard Ride”, con retro inedito, intitolato ‘Crazy World’ che uscirà in dicembre. All’inizio dell’82 entreremo in sala di registrazione per incidere i primi brani del prossimo album. A livello di tour, verso Natale intraprenderemo una tournée nel Regno Unito con gli Slade, di circa quindici date; siamo inoltre in contatto con i Riot, per un tour americano previsto per l’anno prossimo. Se non si effettuerà potremmo esibirci nel vecchio continente con Girlschool che, oltre a essere ragazze simpatiche, possiedono uno stile musicale davvero originale.

L’appunto fatto sulle Girlschool, obbliga ad un rapido excursus sulle band di punta della NWOBHM…

RAVEN: Ok… a Iron Maiden occorre riconoscere una personalità spiccatissima, e gli stessi Saxon possiedono un sound inconfondibile, notevole soprattutto “on stage”. A nostro avviso entrambi tendono però a ripetersi:preferivamo i rispettivi debut-album alla produzione successiva… Conosciamo bene i Tygers of Pan Tang, che abitano a quattro chilometri da noi. Il primo album era effettivamente di marca Tygers, e Jess Cox aveva una presenza scenica carismatica. Ora la band si è spersonalizzata, sembra un incrocio fra Saxon e Michael Schenker Group.

Comunque, Tygers e Raven costituiscono le maggiori realtà promosse dalla Neat Records. La prossima rivelazione dovrebbero essere i Venom, di cui è in corso di uscita l’LP “Welcome to Hell”.

RAVEN: I Venom sono proprio feroci! Hanno escogitato la trovata di pubblicizzare dei gig a cui poi non si presentano, creandosi così un alone di mistero attorno. Dovrebbero venire in Italia nei primi mesi dell’82, forse in gennaio.

All’intensificata attività della Neat corrisponde un proficuo rapporto con le band scritturate?

RAVEN: Siamo sinceramente soddisfatti di lavorare con la nostra label, poiché possiamo controllare direttamente ogni scelta che ci riguarda, dal logo del gruppo alle incisioni in studio. In questo modo ci riteniamo corresponsabili del nostro futuro, ed è ciò che chiedevamo.

Infine… perché non ammettete di aspirare al ruolo di megastar dell’HM?

RAVEN: Questo è certo!

 

Intervista a cura di BEPPE RIVA e STEFANO COLOMBO


Raven al Play it Loud 2007: trent’anni di HM e non sentirli!

HEAVY METAL PLAYLIST 1981 a cura di B. RIVA
33 GIRI

RIOT — “Fire Down Under” – Elektra — Album dell’anno

MOTORHEAD — “No Sleep’Til Hammersmith’ – Bronze
IRON MAIDEN— “Killers” – Emi
JOE PERRY PROJECT — “I’ve Got The Rock’n’rolls Again’
OZZY OSBOURNE — “Diary of a Madman” – Jet
JUDAS PRIEST — “Point of Entry” – CBS
RAVEN — “Rock Until You Drop” – Neat
BLACK SABBATH — “Mob Rules” – Vertigo
SAXON — “Denim & Leather” – Carrere
HOLOCAUST — “The Nightcomers” – Phoenix
IAN GILLAN — “Future Shock” – Virgin
GIRLSCHOOL — “Hit & Run” – Bronze
TYGERS OF PAN TANG — “Spellbound” – MCA
MICHAEL SCHENKER GROUP — “MSG” – Chrysalis
RECKLESS — “Reckless” – Emi

Rivelazioni dell’anno (Debut-singles)

GEDDES AXE “Return Of The Gods” – ACS
VENOM “In League With Satan” – Neat
JAGUAR “Backstreet Woman” – Heavy Metal

 

Servizio a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti