Hard Rock

Intervista The End Machine (Jeff Pilson)

Di Francesco Sgrò - 20 Aprile 2019 - 0:16
Intervista The End Machine (Jeff Pilson)

Sulla scia della fresca pubblicazione del loro debutto, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Jeff Pilson dei The End Machine che, entusiasta, ci ha raccontato alcuni gustosi aneddoti sull’opera prima di questo nuovo side project.

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Intervista a cura di Francesco Sgrò, con la collaborazione di Davide Sciacky e Fabio Vellata

Ciao ragazzi e benvenuti su Truemetal.it
Da grande fan quale sono della scena Hard ‘N’ Heavy anni ’80, permettetemi di dire che è un vero onore per me poter parlare con una vera e propria icona del genere. Grazie mille per questa intervista!

Jeff, con Mark e George avete suonato nei Dokken per tantissimi anni, la vostra è dunque un’amicizia che dura da molto tempo, vorrei quindi iniziare chiedendovi: com’è stato per voi tornare a suonare assieme in una realtà che non è quella dei Dokken?

E’ stato fantastico. Tra di noi c’è sempre stata una grande alchimia dunque è stato molto naturale. E poiché anche nei Dokken spesso facevamo molte delle tracce musicali fra noi tre, non si è avvertita realmente tutta questa grande differenza. E’ sorprendente come le piccole cose siano cambiate nel nostro modo di lavorare insieme dopo tutti questi anni.

Parlando ora propriamente dei The End Machine: com’è nata la collaborazione fra voi e Robert Mason, l’attuale vocalist dei Warrant? Il progetto dei The End Machine è stato estemporaneo o lo avevate in cantiere già da tempo?

Credo sia stato Serafino della Frontiers a proporre Robert, sebbene lo ricordi già da quando ho prodotto l’album dei Warrant un paio d’anni prima. Ovviamente George lo conosce da molto tempo, proprio come me, ma il disco dei Warrant è stata l’occasione dove ho veramente avuto modo di vedere che straordinario musicista e compositore egli sia, dunque abbiamo subito accolto la proposta di lavorare insieme.

The End Machine band

 

Il vostro album è stata una gran bella sorpresa per me, credo sia uno dei migliori dischi che abbia avuto modo di ascoltare di recente. Personalmente vi ho percepito il desiderio di accostare al classico Sound Hard Rock, anche soluzioni melodiche riconducibili anche ad uno stile più moderno, è così?

Fondamentalmente era nostra intenzione fare un album Rock orientato molto sulla chitarra, è questo ciò che amiamo.
Ci siamo detti: “Se in alcuni momenti ricorda al pubblico il classico sound del nostro passato è ok e se invece abbiamo qualcosa che suoni fresco e nuovo è ok lo stesso”. Manteniamo le limitazioni al minimo. Volevamo avere idee ispirate e fresche, ma di sicuro non troppo lontane dal nostro classico sound per poi deludere i nostri fans che seguono da molto tempo. Sono convinto che ci siamo riusciti e sono molto orgoglioso di questo, in quanto è molto difficile farlo senza essere stato pianificato.

Sempre a proposito dello stile musicale che permea il disco, sono rimasto particolarmente sorpreso da alcune melodie vocali perfettamente interpretate da Mason. Come intenzione e tipo di modernità mi hanno un po’ ricordato quelle adottate anche dagli Europe, specialmente nel loro primo album post Reunion (“Start From The Dark” del 2004). Conoscete quell’album? Avete avuto modo di ascoltare i lavori più recenti dei vostri colleghi?

Sinceramente no, ma i Foreigner hanno suonato con gli Europe di recente, dunque ho avuto modo di ascoltare alcuni dei loro brani recenti e sono fantastici. Sono sempre stati una grande band ma mi piace molto la direzione che hanno intrapreso con questo nuovo materiale.

Come si è svolto il processo compositivo di “The End Machine”? Avete lavorato tutti insieme alla stesura dei vari brani o le idee sono scaturite principalmente da qualcuno in particolare di voi?

George ed io abbiamo composto la musica insieme. A volte arrivava con un riff in mente, dunque assemblavamo le altri parti che per formare il brano. Altre volte invece abbiamo suonato tra noi finché non avevamo qualcosa che ci piaceva, lo univamo al resto ed è così che componevamo la canzone.
Subito dopo arrivava Robert con qualche verso (e qualche melodia) scritta sul suo notebook. Dunque ascoltavamo il pezzo insieme e lui andava a cercare nei suoi appunti fino a trovare qualcosa di adatto per il brano e concluderlo tutti insieme
E’ stato molto tranquillo e produttivo. Qualche volta abbiamo lavorato più duramente di altri momenti, ma tutti noi abbiamo una grande etica professionale che emerge nel migliore dei modi fino in fondo.

Restando sul piano compositivo, vi chiedo: da cosa vi lasciate ispirare per la composizione di un brano? Dal punto di vista dei testi, da cosa traete la vostra ispirazione e come scegliete gli argomenti di cui parlare nelle vostre canzoni?

Penso che la vita in generale sia stata la principale ispirazione. Credo che sia io che Robert abbiamo sentito molto la necessità di trasmettere un messaggio positivo attraverso i testi. Il molto sembra impazzito in questi giorni, ma non per questo significa che non ci siano ancora bei momenti nella vita delle persone. Se c’è un argomento globale è certamente questo.

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Personalmente mi auguro di avere presto l’occasione di ascoltarvi anche dal vivo, dunque vi chiedo:per promuovere il vostro album avete in programma un Tour? Passerete anche per l’Italia?

Abbiamo tre prossimi concerti ad aprile ma tutti sulla West Coast degli Stati Uniti, comunque ciò non significa che, se ci saranno le opportunità adatte, non potremo suonare in Italia in futuro. Mi è piaciuto molto partecipare al Frontiers Festival, ma ognuno di noi è impegnato ed è molto difficile riuscire ad incastrare tutto al di fuori di questi impegni.
Ad ogni modo, se tutto andrà per il meglio durante i prossimi show, vedremo cosa si potrà organizzare in futuro.

Ancora un’ultima domanda: il vostro disco è appena uscito, quindi forse è un po’ prematuro parlarne ora, ma io mi auguro di poter ascoltare presto un nuovo album dei The End Machine, dunque esiste già la possibilità di un prossimo nuovo disco nel vostro futuro?

Assolutamente si! E’ stato molto divertente realizzare questo album e le critiche sono state estremamente positive, dunque non riesco proprio ad immaginare perché non dovremmo farne un altro.

Bene! Ringraziandovi nuovamente per il vostro tempo e la vostra grande cortesia, lascio a voi l’ultima parola per i nostri lettori.

Voglio semplicemente dire grazie a tutti per per tutto quello che avete fatto per noi: i fans storici che ci seguono ormai da oltre trent’anni e i fans di oggi che ci ha conosciuto attraverso i The End Machine. Abbiamo una visione molto ampia per questo progetto e speriamo di continuare a fare musica insieme per ancora molto tempo.

Francesco Sgrò

 

 

https://www.facebook.com/TheEndMachine/