Death

Intervista Unleashed (Johnny Hedlund)

Di Nicola Furlan - 15 Agosto 2025 - 10:00
Intervista Unleashed (Johnny Hedlund)

Spero di riuscire a trasmettere un po’ di coraggio alle persone. Coraggio per affrontare le difficoltà della vita. La vita è una battaglia, non solo per i Guerrieri di Midgard nella storia, ma anche per noi, ogni giorno (Johnny Hedlund)

Caro Johnny, prima di tutto, grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità.
È un vero onore per noi di TrueMetal.it avere l’opportunità di parlare con qualcuno che ha contribuito a plasmare le fondamenta stesse del death metal svedese. Con l’uscita del vostro nuovo album “Fire upon Your Lands” (Napalm Records), ci piacerebbe approfondire il processo creativo e ascoltare il tuo punto di vista sul presente e sul futuro del metal. Ad esempio per come la vedo io, il vostro nuovo album segna un altro capitolo potente nella lunga storia della band. Una sorta di continuum, si sente il vostro marchio di fabbrica forgiato a fuoco. Dove lo collocheresti nell’evoluzione della discografia degli Unleashed, sia musicalmente che tematicamente?

Ciao! E grazie per averci ospitati su TrueMetal. Direi che per me l’ultimo album è sempre il primo in classifica. Il motivo, ovviamente, è che è quello su cui abbiamo lavorato duramente per quasi tre anni ed è quindi quello più vicino alla nostra miglior performance. A livello tematico, si inserisce ancora nel viaggio del Mondo di Odalheim per i Guerrieri di Midgard ed è una trama in corso.

Quando hanno cominciato a prendere forma le prime idee per questo nuovo album? C’è stato un momento chiave che ha fatto scattare il processo creativo?

Dopo l’album precedente, ci siamo presi un po’ di pausa dal processo creativo per andare in tour. Le idee per questo album arrivavano di tanto in tanto, direi. Io e Fredrik Folkare creiamo musica e testi continuamente, anche se tutto si intensifica nell’ultimo anno prima di entrare in studio.

Gli Unleashed mantengono una formazione stabile da molti anni. Quanto pensi sia importante questo per sviluppare un sound forte e coerente? E cosa pensi delle band che cambiano spesso membri che sia per nuove idee o per l’ego del leader?

Posso parlare solo per gli Unleashed; per noi è sempre stato un buon modo per far funzionare tutto, non solo musica e testi. Quando io e Fredrik mandiamo idee alla band, sappiamo già che a Tomas e Anders piaceranno, dato che lavoriamo insieme da così tanto tempo. Ormai ci conosciamo bene, per così dire. Il lato positivo è che non perdiamo tempo a creare cose che poi verranno scartate. Inoltre abbiamo una democrazia interna abbastanza equa e ogni membro ha voce in capitolo. Così non diventa mai uno show di un solo uomo.

Parliamo del processo di songwriting: avete seguito un approccio classico da sala prove, oppure avete usato un workflow più individuale o digitale?

Oggi giorno ci mandiamo le canzoni in formato digitale, inizialmente. Dopo aver ricevuto dai due ai quattro pezzi, inizio a lavorare sulle linee vocali finché non sono perfette. Poi cerco di capire dove inserire ogni canzone nell’album visto che seguiamo una storia, tutto deve combaciare. Solo dopo inizio a scrivere i testi veri e propri.

La produzione è notevole e molto curata e per questo è davvero devastante dall’ascolto in cuffia. Che tipo di suono volevate ottenere e come avete affrontato il lavoro in studio? E per quanto riguarda l’artwork, cosa rappresenta e chi lo ha realizzato?

Grazie mille per le belle parole! Le girerò ai ragazzi. In effetti volevamo rinfrescare un po’ il sound rispetto all’album precedente anche se non stiamo certo reinventando la ruota. Vogliamo comunque restare fedeli al suono Unleashed, senza allontanarci troppo dalle nostre radici… è una cosa molto importante per la band. La copertina è stata realizzata ancora una volta da Pär Olofsson, seguendo un concept scritto dalla band. Raffigura un evento all’interno della story-line del Mondo di Odalheim… in realtà una battaglia ormai giunta al termine. Si vedono soldati nemici morti.

C’è qualche aspetto di maggior rilievo che volevate trasmettere stavolta con i nuovi brani sebbene come hai detto i riferimenti tematici non siano mai cambiati?

Sto proseguendo in quella story-line di cui abbiamo parlato prima, nulla di puù; gli Unleashed rappresentano il passato, il presente e il futuro delle tradizioni e dei valori vichinghi. Naturalmente anche in questo album ce n’è molto. Spero di riuscire a trasmettere un po’ di coraggio alle persone. Coraggio per affrontare le difficoltà della vita. La vita è una battaglia, non solo per i Guerrieri di Midgard nella storia, ma anche per noi, ogni giorno. I testi possono essere visti come uno strumento per affrontare qualsiasi ostacolo ti si pari davanti. Non dev’essere per forza una guerra con le armi… può essere qualsiasi montagna di merda che ti arriva addosso. Il punto è che dobbiamo essere pronti, restare in piedi e combattere. Non c’è altra via.

Un bel messaggio. Mi hai dato la carica! Faccio un balzo nel passato… torniamo agli inizi. Puoi raccontarci delle prime sessioni in sala prove? Quali emozioni di quei giorni porti ancora con te e come hanno contribuito a formare l’eredità della band nella storia del death metal svedese e non?

Veramente, facevamo tutto in maniera old-school. Ci incontravamo in sala prove tre volte a settimana. Bei tempi, ma ad essere onesto, oggi preferisco quando non devi viaggiare per ore solo per lavorare su un nuovo pezzo. È molto più facile e ti fa risparmiare tempo. Ovviamente ci prepariamo bene prima di ogni festival o concerto. Ma certo, erano bei tempi anche quelli e la sala prove era spesso anche l’inizio dei party del venerdì sera… ahah.

In effetti la scena metal oggi è diversa, ma l’underground resiste per fortuna. Ce ne sono di ragazzi in giro con attitudine old-school che fanno ben sperare per il futuro della musica underground. Credi che il vero metal non morirà mai? È l’underground la forza che lo terrà vivo per sempre?

Vediamo. Non è una domanda semplice. Ma se i giovani continueranno a prendere in mano strumenti e formare band come parte della loro vita, allora forse c’è una speranza anche se, onestamente, al momento, non sono sicuro che basti. Però sono certo che la scena può sopravvivere in molti modi che ancora non conosciamo, perché nasceranno nuovi modi di fare le cose. Quindi voglio guardare con positività al futuro.

Te lo chiedevo perché negli ultimi anni la musica è cambiata non solo nello stile, ma anche nel modo in cui le persone la vivono: dagli album generati dall’intelligenza artificiale ai fan che guardano i concerti attraverso il telefono a chi manipola un po’ troppo il risultato alla consolle e poi delude clamorosamente dal vivo. Cosa pensi di questa evoluzione? Dove vedi la musica andare, e come ti rapporti tu a queste tendenze?

Beh, non credo si possa davvero sostituire l’esperienza reale di andare a un concerto o a un festival.
Guardare qualcosa sul telefono va bene, ma è solo la seconda scelta. La gente dirà sempre: “Avrei voluto esserci con voi, amico… sbronzarmi, scapocciare e guardare la band suonare”. Ecco tutto. Non credo ci sia nulla che possa sostituire questo. È come dire: “Prendiamoci una pillola invece di mangiare quella pizza”, dai… certo che puoi… ma davvero ha lo stesso gusto? No, non credo. Il fatto poi che la tecnologia esista non significa che dobbiamo sempre usarla. A volte sì, ma non sempre.

Ci sono piani per un tour europeo a supporto del nuovo album? I fan italiani possono sperare di vedervi dal vivo a breve?

Spero davvero di venire in Italia con questo album. È passato decisamente troppo tempo, su questo non c’è dubbio. Oggi giorno suoniamo per lo più in festival o con date singole, ma ovviamente ne facciamo il più possibile.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato, Johnny. Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di TrueMetal.it e a tutti i fan italiani che vi seguono con passione da anni?

Grazie mille per questa intervista! Spero davvero che passeremo dall’Italia con questo album e allora ci berremo qualche birra gelata e scuoteremo la testa insieme!

Hail Odin!
Johnny / Unleashed