Black Heavy Thrash

Intervista Venom Inc (Tony “Demolition Man” Dolan)

Di Mickey E.vil - 26 Novembre 2022 - 23:17
Intervista Venom Inc (Tony “Demolition Man” Dolan)

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Com’è stato il processo di registrazione e produzione di There’s Only Black? L’album suona decisamente più naturale e compatto rispetto ad Avé, sei d’accordo con questa impressione?

Sono d’accordo, credo che sia primariamente basata sul fatto che abbiamo la performance di un vero e proprio batterista su questo disco. Abbiamo lavorato molto ad Avé con Mantas che componeva la musica ed io che passavo il tempo in Portogallo a registrare basso e voce, completando insieme i testi e poi producendolo con un ingegnere del suono che ci guidava negli aspetti della produzione. Ha anche lavorato alla batteria pre-programmata per dare un feeling più realistico dato che il batterista di allora (Abaddon) semplicemente non era in grado di raggiungere il livello qualitativo delle canzoni. Fummo avvertiti dal management e dall’etichetta che quell’aspetto andava sistemato e migliorato o l’album ne avrebbe risentito, dunque non avevamo scelta. Sul nuovo disco le cose sono andate diversamente, abbiamo completato 24 canzoni e delle 12 che vi compaiono, 6 sono di Mantas e 6 mie. Poi Warmachine ha registrato tutte le batterie e i suoi mix nel suo studio in Florida, inviandoci il lavoro finito. La libertà di suonare e creare per ognuno di noi era evidente e dunque abbiamo potuto suonare in modo istintivo a seconda di come sentivamo la musica. Dopo tanti tour insieme, siamo stati in grado di capirci l’un l’altro e suonare le nostre parti in modo efficace. Facendolo in questo modo, abbiamo prodotto una vibrazione più naturale del chi siamo, come individui e come band di tre membri. Mantas ha reso la produzione più intima, asciutta, da vera band “in your face”. Meno fronzoli e più potenza randellante come nei nostri concerti dal vivo, cosa che mi è piaciuta. Naturalmente ciò separa i due album in un qualche modo, ma entrambi sono senza dubbio Venom Inc.

Che argomenti avete esplorato nei testi?

Fondamentalmente credo il mondo in cui viviamo. L’esperienza di morte di Mantas mi ha suggerito il titolo definitivo: ha visto “solo nero” e ha scritto il brano di punta basato sulla sua esperienza, una volta che mi ha mostrato il brano ho pensato che avrebbe dato il titolo al disco. È un pezzo potente che sembra avere un potente significato rispetto a tutto quello che ci chiediamo come umani durante la vita. Il resto del materiale è come sempre roba nostra, cose personali come Don’t Feed Me Your Lies o Nine, che parlano di persone che conosciamo, oppure How Many Can Die e Tyrant che hanno a che fare con la distruttiva natura del genere umano contro se stesso. Nauralmente parliamo anche del lato oscuro in brani come Inferno o Come To Me, ma persino essi hanno poco a che fare con piccoli diavoli dalla coda rossa e tanto a che fare con il viaggio della nostra vita e come fatichiamo a mantenere un buon cuore quando le nuvole si ammassano sopra di noi per rendere nera la nostra anima.

Puoi dirci qualcosa dell’artwork oscuro e minimalista?

L’universo e tutta la sua vita è energia, oltre la luce causata da questa energia c’è l’oscurità, il nero. Il titolo originale era Nine (basandosi sull’Inferno di Dante) e l’idea era quella di nove cerchi dorati, ma dopo che Mantas mi presentò il brano There’s Only Black ci ho ripensato e la copertina è il risultato. Nessun logo compare, solo la lapide di pietra che ho scoperto in un mausoleo: è parte del tema e il logo semplicemente non avrebbe funzionato, avrebbe solo distratto e compare dentro il disco ma non sulla copertina, tutto qui. L’immagine minimale è il buco nero, circondato da energia elettrica che rappresenta il tutto, la luce contro l’oscurità. È una sorta di invito, del tipo misurare le profondità di un buco nero: cosa c’è dentro? Beh, iniziate il viaggio e scopritelo. Potrebbe rilassarvi, disturbarvi o salvarvi ma nulla succederà se non intraprenderete quel viaggio, forse troverete “solo nero” o forse troverete la vostra luce (risposta) personale. La copertina sembra semplice ma capirla significa trovare la conoscenza, è una provocazione…

Com’è lavorare con la Nuclear Blast nel 2022?

Perfetto. Ci capiscono e ci concedono la libertà di creare con una guida laddove ne possiamo aver bisogno ma ci hanno dato anche un supporto così pazzesco: sarò sempre loro grato e onorato.

Cosa ci dici delle incredibili ristampe dei dischi dei Demolition Years?

Ah, quelle sono per me una delle più grandi soddisfazioni. Non ce l’avrei fatta senza l’aiuto della BMG, per più di quindici anni ho cercato di ottenere i diritti dei master per ristamparli ma ho sempre fallito. Ho combattuto ogni round ma se nella vita vuoi vincere devi continuare a lavorare duro senza mai arrenderti. Ottenere la licenza di ristamparli in superbi box-set (tutti venduti, in ogni formato, nel giro di 24 ore dalla data di uscita) è stato incredibile e il mio partner (Vadim) alla RockMark è stato così di supporto e utile che non avrei mai potuto farcela in quel modo superbo senza il suo grande contributo. Tutti sono ora disponibili come ristampe celebrative separate e la BMG li ha messi su tutte le piattaforme di streaming. Dopo così tanto tempo, quei dischi così amati e ricercati possono essere ascoltati: la migliore sensazione al mondo…

Ti va di condividere qualche pensiero a proposito di ogni disco dei Demolition Years? Il loro significato, allora come oggi.

Beh, uno ad uno potrebbe essere un po’ troppo ma diciamo che l’intera collezione ha lo stesso significato. Alcuni, allora, avevano un significato maggiore ma ora che tutti sono ristampati mi rendo conto – grazie alla massiccia risposta dei fan – che persino quei lavori che reputavo ok ma non così speciali hanno un valore, allora sbagliavo. Ora li chiamano “classici” e l’ironia è che in quel periodo il mondo metal si stava riducendo sempre più, schiacciato dal grunge, dal brit-pop, dal nu metal e via dicendo. Ora c’è una rinascita totale e il fatto che c’è stato un lungo periodo durante il quale qualcuno li voleva seppellire li ha resi ancora più popolari, più ricercati che mai: non ristampare quei dischi ha funzionato al contrario di quello che volevano i Venom attuali. Ora sono più felice di allora e dare a milioni di fan quello che hanno cercato per così tanti anni… Beh, non si può fare di meglio, vero?

Sei soddisfatto della recente ristampa celebrativa per i trent’anni di The Waste Lands? Cosa significa per te quel disco?

Molto. Quel disco, di cui odiavo la copertina, aveva Steve White (il chitarrista originale degli Atomkraft) alla chitarra e credo di aver scritto il grosso dell’album dato che Mantas stava lavorando e dunque aveva meno tempo a disposizione o forse all’epoca era molto meno ispirato. Odiavo allora e odio adesso la povera copertina, con zero connessioni alla musica, ma allora non fu data nessuna opzione per dare opinioni sull’artwork fino al momento del prodotto finito, dunque troppo tardi. Penso di averlo considerato come più progressivo da certi punti di vista ma solo ora col senno di poi, dunque ho realizzato la sua importanza nella progressione della band. Ho curato il remaster dato che il sound non era il più coerente (come Temples Of Ice) e ho mantenuto l’artwork originale, per intaccare il meno possibile il feeling originale dell’epoca. Credo di aver raggiunto l’obbiettivo con l’aiuto di RockMark dal punto di vista grafico e di Jack di Enormous Door in Texas.

Sarà possibile assistere ad un ritorno degli Atomkraft un giorno e degli M:Pire Of Evil?

Sì!! Abbiamo effettivamente finito dei brani demo ora, inizieremo a registrare a Natale il nuovo disco degli Atomkraft e finalmente ci saranno dei concerti, nel 2023. Per gli M:Pire mi piacerebbe trovare dello spazio, comunque sia credo che nel 2023 potremmo portare a termine il disco Unleashed.

Un messaggio e saluto finali per i fan italiani?

Grazie, Grazie Mille per il vostro amore e supporto sin dal mio primo concerto a Roma nel 1985, sino ad ora. Il mio cuore è sempre con voi e mi rendete grato ed onorato… AVE!!

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Band: Venom Inc.
Genere: Heavy 
Anno: 2017
70