Thrash

Intervista Voivod (Away)

Di Davide Sciaky - 4 Novembre 2017 - 14:05
Intervista Voivod (Away)

“Visionari” è il termine che forse meglio descrive i Voivod: il loro Thrash miscelato con del Prog e un tocco di psichedelia era così avanti da non venire forse compreso appieno all’epoca dei primi album della band.
Dopo essersi riformati nel 2008 i Voivod hanno conosciuto una seconda giovinezza, trovando un riscontro di pubblico senza precedenti nella loro storia.
Dopo aver suonato ben quattro show sold-out in Italia a fine settembre, abbiamo incontrato Away, il batterista della band,
per parlare del passato, presente e futuro del gruppo canadese.

Intervista a cura di Davide Sciaky Vittorio Cafiero.
 

Ciao Away, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it, come stai?

Sto alla grande, stiamo facendo un gran tour.
 

Siete in tour da circa due settimane, come ti senti a proposito del tour? Sei contento, stanco?

Non sono stanco, sto molto bene a dirla tutta, stiamo avendo un’ottima affluenza, è un’ottima sorpresa, un fantastico segno per noi.
Molta gente canta i testi, anche del nuovo EP “Post Society”, quindi sta andando molto bene.

Dopo la morte di Piggy i fan dei Voivod hanno temuto per il destino della band…avete mai avuto paura di non poter andare avanti senza un membro che aveva sempre avuto un ruolo così ampio nel songwriting?

Oh sì, certamente!
Effettivamente per tre anni Snake, Jason e io ci siamo concentrati per finire il lavoro che avevamo cominciato con Piggy, “Katorz” e “Infini”, senza pensare a riformarci o niente del genere.
Ci venne chiesto più volte da un festival a Montreal chiamato Heavy Montreal di riformarci per un solo show, in compagnia di Mötley Crüe e Iron Maiden, quindi io e Snake decidemmo di andare con Blacky e Chewy; eravamo preoccupati che potesse venir visto come un sacrilegio dai fan dei Voivod, ma la reazione fu fantastica, era pieno di ragazzi che pensavano che non avrebbero mai visto i Voivod dal vivo e quindi erano felicissimi.
La voce cominciò a girare, questo era il 2008, e ci venne chiesto di suonare con i Judas Priest e Ozzy Osbourne a Calgary, poi con i Testament a Tokio ed è semplicemente andata avanti così, poi Blacky ha lasciato nel 2014 e ora abbiamo Rocky al basso.

 

È impressionante il modo in cui Daniel “Chewy” Mongrain si sia integrato nella band. Il suo stile parte esattamente da quello di Piggy e, forse, lo porta ad un livello ancora più evoluto. È stata una cosa ricercata o naturale?

Penso che sia qualcosa su cui lui ha lavorato, ha lavorato in modo da mantenere in vita lo spirito di Piggy.
I tritoni e gli accordi angolari [angular chords] gli erano già familiari, li usava già con la sua band Martyr, ma penso che abbia lavorato indipendentemente per riuscire a mantenere l’anima dei Voivod nel suo sound.

 

Dominique “Rocky” Laroche è ormai nei Voivod da tre anni…anche la sua integrazione sembra sia andata a meraviglia. Da fuori, sembra un ragazzo molto alla mano. Pensi che questa sua caratteristica l’abbia aiutato a trovare il suo spazio nella band?

Sì, devo dire che Blacky è un po’ imprevedibile e Rocky è così tranquillo, è molto facile lavorare con lui.

 

Solitamente gli EP vengono considerati dai fan dei semplici intermezzi, dei riempitivi tra un disco e l’altro. Eppure…”Post-Society” ci ha colpito per gusto e qualità. Forse contiene i migliori Voivod degli ultimi anni. Quale è stata la sua genesi? E il pezzo ‘Silver Machine’ (Hawkwind), è un tributo a Lemmy che non vuole essere la solita cover di Ace Of Spades?

 

Sì, quando stavamo finendo…originariamente abbiamo scritto delle canzoni per dei 7” da vendere durante il tour, un split con gli At The Gates, uno con i Napalm Death, uno con gli Entombed A.D., e volevamo combinare questi tre 7” con altre canzoni per un disco, quindi siamo tornati in studio per registrare una canzone, “Post Society”, e mentre eravamo lì i Motörhead hanno cancellato molti show e abbiamo pensato che fosse il momento di fare un tributo a Lemmy, ma invece di fare una scontata canzone dei Motörhead, l’abbiamo già fatto così tante volte, abbiamo deciso di fare una canzone degli Hawkwind.
Solo io e Snake la conoscevamo bene, Rocky e Chewy sono dovuti andare a studiarsela su YouTube ma l’hanno imparata molto in fretta.
Le canzoni sono state costruite nello stesso modo in cui lavoravamo con Piggy e Blacky anni fa, c’è una parte di improvvisazione che facciamo in studio durante le prove, registriamo tutto, Chewy ri-arrangia queste parti in canzoni complete, Rocky è anche molto coinvolto, ma la musica diventa davvero Voivod solo quando suoniamo insieme.
Magari Snake ci chiede di ripetere un pezzo, lo rielaboriamo insieme, a volte provo un ritmo diverso e gli altri si devono adattare ma comunque, come con Piggy anni fa, Chewy ha il ruolo più grande, scrive anche molte parti per conto suo, è un grande compositore.

 

La data di uscita del nuovo album è stata spostata varie volte, quando riusciremo a vederlo? Mi puoi parlare un po’ della nuova musica?

Abbiamo suonato qualcosa come 150 show lo scorso anno, quindi ci ha rallentato un po’, all’inizio volevamo che le quattro nuove canzoni di “Post Society” fossero sul nuovo album, ma la Century Media ci ha chiesto di fare un album completamente nuovo, quindi questo ci ha preso un po’ di tempo l’anno scorso, e anche nei primi sei mesi di quest’anno non siamo andati in tour e li abbiamo passati scrivendo.
Quando torneremo da questo tour cominceremo subito a registrare, ad inizio novembre, quindi penso che dovrebbe uscire per la fine della primavera.
E’ un album davvero intricato, canzoni molto lunghe e connesse tra di loro, quindi ha richiesto molto più lavoro di quanto ci aspettavamo, ma penso che ai nostri fan piacerà molto se gli è piaciuto “Post Society”, è una continuazione di quell’EP.

 

È un concept album?

È un concept album e ne stiamo finendo la struttura sul tour bus proprio in questi giorni, così quando entreremo in studio saremo già pronti.
Snake sta connettendo bene tutte le parti, sta rifinendo il tutto; è un po’ come “Dimension Hatröss” e “Phobos”, ma più attuale.


Ultimamente siete passati abbastanza spesso in Italia: in quest’ultimo tour per ben 4 date, cosa che non tante band fanno. Come è andata? C’è qualcosa che vi lega in particolare con il nostro paese?

Fin da quando siamo venuti la prima volta in Italia a metà anni ’90 abbiamo capito di avere un seguito molto importante lì, ogni volta che siamo venuti abbiamo fatto sold-out.
I primi quattro show di questo tour erano in Italia ed erano sold-out!
Per noi è importante tornare in Italia il più spesso possibile, l’anno prossimo torneremo di sicuro.

 

Assistendo ai vostri concerti si ha l’impressione di assistere ad un concerto Punk. Dopo qualche minuto, ad un concerto Thrash. Poi ad uno Progressive e magari ad uno Hard Rock. Siete consapevoli dell’esperienza che fate vivere ai fan? Sfruttate di proposito questa vostra versatilità per rendere i live più vari?

Penso che sia così, è qualcosa che voglio provare io stesso, il cambiamento dalla psichedelia, all’hardcore, al Metal, al Prog in una canzone perché per me è come se ogni canzone fosse una piccola avventura.
Sono arrivato a realizzare che è lo stesso per il pubblico, vengono come trasportati da qualche parte mentre suoniamo, c’è anche molta azione sotto al palco.
E’ una bella sfida, sia per noi che per il pubblico, quindi penso che sia anche il motivo per cui abbiamo avuto un seguito di culto negli anni; non voglio essere presuntuoso, intendo dire che la nostra musica è molto specializzata.

Altro ambito particolare, e apprezzato, della vostra proposta è quello visuale; abbiamo notato che lo stand del merchandising veniva spesso preso d’assalto, per lo meno nella data di Mezzago (Milano), e anche nei vostri ultimi video si dà ampio spazio all’ambito all’arte grafica. Quanto è importante per voi?

E’ sempre stato importante per me…prima di tutto la mia copertina preferita di sempre è quella del primo album degli Iron Maiden e quella di “War and Pain” si ispirava a quella.
Per me è importante che un ragazzino che va in negozio veda un nostro disco e dica, “Wow, e questo cos’è?!” e che ne sia intrigato, quello è il mio obiettivo principale.
E’ stato fortunato per la band che mi sia sempre potuto occupare io della parte visiva, così non abbiamo dovuto fare affidamento ad altri artisti, quindi tutto il mondo dei Voivod è potuto rimanere molto omogeneo tra musica, grafica e concept.
Ognuno di noi ha lavorato 24 ore al giorno sui Voivod dall’83 al ’89, da “War and Pain” a “Nothingface”, suonando ogni giorno, in quel periodo siamo diventati quasi una band diversa perché siamo migliorati così tanto individualmente e Piggy è sempre stato migliore di noi perché ha cominciato quando aveva 9 anni, quindi abbiamo davvero imparato seguendo lui.

 

Sembra che negli ultimi anni siate diventati più popolari che mai nella vostra storia; non credo davvero che 20 o 30 anni fa avreste potuto tenere 4 show da headliner in Italia. Che sensazione vi da aver raggiunto questi livelli dopo tanti anni? Pensi sia giusto dire che il grande pubblico ha avuto bisogno di più tempo per apprezzarvi al meglio e che forse prima eravate troppo “avanti” per il metallaro comune?

Per noi è certamente un sollievo poter andare in tour, suonare show sold-out e vendere tanto merch, questo ci permette di fare cose come passare sei mesi a scrivere come ti dicevo prima.
Abbiamo suonato 150 show l’anno scorso per questo, per poterci permettere di stare così tanto a scrivere.
Penso che da quando ci siamo riformati nel 2008 sia andata sempre meglio per noi, in particolare nell’ultimo paio d’anni, e siamo in qualche modo finiti per essere considerati un gruppo “classico” tra le band Thrash e a suonare insieme a Testament, Exodus, Megadeth e simili.
C’è molto interesse per questo tipo di Thrash Metal tra i più giovani, penso che sia perché queste band avevano a che fare con la Guerra Fredda e in qualche modo la minaccia nucleare è qualcosa di ancora presente, penso che possa essere la ragione per cui il Thrash è così apprezzato oggi.

 

Sempre in ambito di accresciuta popolarità, negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di molte band sicuramente influenzate dalla vostra musica (Vektor, Gigan, Virus, Vexovoid, etc). Come ti senti ad aver influenzato così tante band? Quali sono i gruppi più giovani che vi hanno maggiormente colpito?

Penso che sia un onore, davvero.
C’è voluto un po’, ho cominciato a notare band che avevamo influenzato in qualche modo negli anni Novanta, band come Fear Factory, Meshuggah, per me quella è stata la prima ondata di band che mi ricordavano un po’ i Voivod.
L’anno scorso siamo andati in tour con i Vektor e loro sono davvero figli dei Voivod, sono grandi!

 

Il loro logo stesso richiama il vostro.

Sì, sì, mi piacciono molto.

 

E oltre ai Vektor ci sono altri gruppi simili che ti hanno colpito?

Ehm, è brutto da dire ma sono molto, molto retro, i Vektor sono gli ultimi che ho ascoltato che mi hanno colpito ma non per la nostra influenza, ma perché è un tipo di “Space Thrash” molto unico.
A parte quello ascolto molto Anarchist Punk.

 

Quindi ascolti poco questo genere di musica?

Ascolto molto Prog Rock, se ascolto Metal ascolto NWOBH: Tank, Raven, Motörhead, Iron Maiden, Judas Priest.
Questo è il tipo di Metal che mi piace, poi negli anni Novanta c’è stata una nuova ondata di gruppi Prog svedesi e olandesi, Anekdoten, The Flower Kings, questa è altra musica che davvero penso sia interessante.

 

Recentemente la Noise Records ha pubblicato ricche ristampe dei vostri primi lavori. C’è una parte del vostro catalogo ancora di difficile reperibilità (Nothingface, Angel Rat tra gli altri). Avete in programma di fare un lavoro simile anche per quegli album?

Sì, queste sono lunghe battaglie che prendono 7-10 anni per venir risolte.
Nel caso delle re-issue della Noise, ho cominciato a lavorarci nel 2007 con la Sanctuary, poi sono stati comprati dalla Universal, la Universal ha dato parte del catalogo alla BMG, quindi è stato un lungo processo riunire tutto quanto perché le reissue sono uscite con molti contenuti extra.
Ora stiamo lavorando al catalogo della MCA, quindi “Nothingface”, “Angel Rat” e “The Outer Limits”, e anche questo è un grosso lavoro, ma riusciremo a pubblicarli.
E’ un sacco di lavoro tra i tour, ma riuscirò a fare tutto; è uno scenario kafkiano con queste etichette, diciamo che non siamo la loro priorità numero uno.
E’ un processo molto, molto lungo e burocratico.

 

E avete in programma mi aggiungere contenuti extra anche con quegli album?

Il più possibile, come con il catalogo Noise: cassette della Iron Gang, foto, disegni, show che abbiamo filmato all’epoca, tipo il tour con i Rush per “Nothingface”, quello con Soundgarden e Faith No More sempre per “Nothingface”.
Abbiamo solo poco show del periodo di “Angel Rats”, è stato un periodo di transizione, ma abbiamo moltissimo materiale dal tour di “The Outer Limits” perché abbiamo suonato molto in supporto di quell’album.

 

Questa era la mia ultima domanda, ti lascio questo spazio per salutare i nostri lettori.

Grazie in particolare ai fan italiani dei Voivod perché, come dicevo, fin dalla prima volta che siamo venuti in Italia negli anni Novanta abbiamo forgiato un fantastico rapporto con il vostro Paese.
Noi la chiamavamo la “Voivod Mania” in Italia [ride], quindi grazie, è grazie a voi che torniamo in Europa ogni anno.

Iron Gang forever!

 

Fantastico, grazie mille Away.

Grazie a te!