Thrash

James LoMenzo: ‘il gruppo più impegnativo? I Megadeth. Sconvolgente quello che ho fatto in 3 settimane’

Di Orso Comellini - 25 Ottobre 2020 - 9:45
James LoMenzo: ‘il gruppo più impegnativo? I Megadeth. Sconvolgente quello che ho fatto in 3 settimane’

In una nuova intervista su Madness To Creation, è stato chiesto a James LoMenzo (Megadeth, Black Label Society, White Lion) quale sia per lui la band più impegnativa con cui suonare.

Oh, senza alcun dubbio i Megadeth. Senza dubbio. C’erano diversi ostacoli da superare quando sono entrato nella band. Prima di tutto non mi ero mai cimentato con il Thrash Metal. Mai fatto. E non sono mai stato un grande fan dei Megadeth… Mentre i White Lion erano i tour, i Megadeth erano già piuttosto grossi e subito dopo lo erano ancora di più. Mentre ero in tour non ascoltavo tanta musica, strano a dirsi. Mi sparavo una birra serale mettendo un po’ di musica che ascoltavo ai miei tempi, così, per intrattenimento e come camera di decompressione. Dei Megadeth conoscevo tre o quattro canzoni. Comunque, quando mi chiamarono per le audizioni pensai che avrei fatto anche quelle, dato che ho suonato ogni genere musicale. Avrebbe potuto ripagare ogni mio sforzo. Mi incontrai con Dave e imparai un paio di canzoni che pensavo avrei potuto suonare. Dave le ascoltò, così come il demo di un po’ del mio materiale che avevo portato. C’era una canzone in particolare che avevo fatto con i The Hideous Sun Demons, con Ray Luzier e un grande chitarrista chiamato Toshi Hiketa. Un terzetto di Jazz Fusion nata come band per i tour di David Lee Roth. Comunque, c’era questa canzone, ‘The Mummy’, che era quanto di più possibile vicina all’Heavy che potessi portare. La feci ascoltare a Dave e lui ne fu impressionato. La sfida principale era quella di attenermi il più possibile allo stile di David Ellefson, anche per una forma di rispetto nei suoi confronti e per tutti i fan. Anche perché realizzai che i Megadeth hanno un suono molto distintivo. Per cui decisi di suonare con il plettro, come avrebbe fatto David, nonostante lui mi avesse detto che essendo un gran interprete con le dita, avrei potuto suonare in quel modo. Ma non lo feci. La parte più difficile fu imparare 29/30 canzoni in tre settimane, una cosa sconvolgente. Almeno se avessi conosciuto in precedenza i brani sarebbe stato tutto più facile. Il primo show a Dubai tenni davanti ai miei piedi un fogliettino con alcuni promemoria, ma per la band non era un problema. Piano piano però cominciai a rilassarmi e a calarmi nella parte.