Judas Priest: Rob Halford, ‘amavo bere, drogarmi e fare feste selvagge; tutte cose che ti portano all’autodistruzione’
In una nuova intervista per GQ Magazine, Rob Halford ha raccontato come sia cambiato il suo stile di vita negli anni, specie da quando ha rinunciato a droghe e alcool.
Adesso vedo tutto con più lucidità, specie quando si tratta del mio lavoro. Sono in grado di percepire la mia musica con maggiore chiarezza e meno confusione. Tutto ciò è importante per un musicista, specialmente per me. Perché amo quello che faccio e amo i Judas Priest. Trovo che essere pulito e sobrio mi abbia reso più capace di svolgere il mio lavoro più efficientemente. Guardo alcuni dei miei vecchi testi, che rimangono sempre pietra di paragone, poi guardo ai testi di Nostradamus e ritengo che siano tra i più belli che abbia mai scritto. Ne sono molto fiero e dubito che ci sarei riuscito con una canna in una mano e una boccia di Jack Daniels nell’altra. Certo, quel periodo un po’ mi manca. Stavo riguardando alcune vecchie cose con Thomas (il suo partner, ndr) di recente e dicevo proprio che amavo quei giorni in cui bevevo e mi drogavo. Lo amavo, anche se sono tutte cose che ti portano all’autodistruzione, sì, fu grandioso. Non è quello che si fa in giovinezza? Fare party selvaggi e cose pazzesche è un po’ un rito di passaggio. Ho dei bei ricordi del tempo, anche se ho corso dei bei rischi, non ho nessun rimpianto. Mai avuto rimpianti. Penso che si impari sempre dai propri sbagli, ma non rimpiango davvero nulla. Adesso quei tempi sono andati, per cui conviene farne tesoro, qualora fossero di una qualche utilità, e andare avanti.